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Vecchio 26-09-2021, 14:27   #21
Esperto
 

come è stato già ribadito, è una questione di rapporto tra fattori positivi e negativi...nessuno vive mai soltanto gioie o soltanto dolori, si vive bene quando i primi superano i secondi e male viceversa!
Vecchio 26-09-2021, 14:55   #22
Esperto
L'avatar di Equilibrium
 

Anche se le situazioni sono le più diverse, alla fine credo che un pò tutti cercano di godersela a modo loro, che poi ragionando al contrario è assurdo fare il contrario, cioè cercare di non godersela, eppure ci stanno quelli al contrario
Vecchio 26-09-2021, 15:02   #23
Esperto
L'avatar di Crepuscolo
 

Le persone non problematiche in genere riempiono le loro giornate con piccole attività che possono tenerli di buon umore e/o rendere felici e hanno poco tempo per pensare ad altro come facciamo noi su questo forum, che ci facciamo un sacco di seghe mentali su tutto. Poi tutti hanno i loro problemi e preoccupazioni ma in generale hanno un approccio alla vita più positivo.
Vecchio 26-09-2021, 15:24   #24
Esperto
 

Sono indizi, ma come dici tu stesso, nessuna garanzia a riguardo. La tendenza umana a "volere di più" a fronte di questi indicatori di benessere, mi porta a pensare che sia molta di meno la gente che riconosce e apprezza costantemente di trovarsi in una situazione positiva , che quella che dice "ok, però io volevo fare l'astronauta, uffa".
Così , da osservazione mia.
Ma ripeto, non so cosa ha in animo il prossimo, e cerco di non proiettare la mia idea di felicità sugli altri.
Che poi é sempre presunta, l'infelice crede che se avrà la tal cosa, allora sì che sarà felice. Ma non ce l'ha, non può sapere se realmente gli darebbe felicità. Duratura, poi.
Vecchio 26-09-2021, 15:32   #25
Esperto
L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da Darby Crash Visualizza il messaggio
I fattori nominati da Jack Dundee (salute, soldi, famiglia, bellezza) contribuirebbero alla felicità di chiunque, non si tratta di semplici proiezioni. Poi che questi possano non bastare per essere felici è ovvio, ogni persona è una singolarità e non si può stabilire a priori cosa la possa rendere felice. Ma che certi fattori favoriscano la felicità e che altri la sfavoriscano è fattuale.
Il discorso è in realtà molto più complesso.
La piramide dei bisogni di Maslow è uno schema interpretativo figlio del suo tempo, il neopositivismo.
Secondo me la felicità, intesa come stato mentale (quindi non la sicurezza, che è cosa diversa), è data dalla possibilità di vedere le cose in una dinamica accrescitiva. Una persona che abbia già tutto e sappia di non poter accrescere il suo status psicosociale, potrebbe essere più infelice di una persona che ha molto poco ma sente di poter migliorare le sue condizioni.
Vecchio 26-09-2021, 15:39   #26
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Dr. House Visualizza il messaggio
Perché lo status interiore di claire è sopraffino. Quelle 4 cose lì non sazierebbero il suo animo poetico.
Ah sì, proprio, di quattro me ne farei bastare mezza

Le poesie le lascio ai sensibiloni
Vecchio 26-09-2021, 15:56   #27
Esperto
L'avatar di Ezp97
 

Non penso, non l'ho mai provata, nemmeno in minima parte. La mia vita è un continuo di delusioni, false speranze, rincorrere gente che non mi caghera' mai e poi mai, fatica, etc...
Vecchio 26-09-2021, 16:27   #28
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Jack Dundee 987 Visualizza il messaggio
Tutti hanno problemi e preoccupazioni, ma vanno avanti in base al fatto che hanno anche momenti di felicità e di soddisfazione.
Più momenti belli avrà una persona e più sarà felice di contro più ne avrà di brutti e più sarà infelice.
Nessuno credo che possa avere una vita perfetta sotto tutti gli aspetti, ma quando si hanno salute, soldi e persone che ti vogliono bene e alle quali voler bene il resto lo si supera.
Secondo me il segreto della felicità o comunque di qualcosa che si avvicina é in 4 punti :
Salute
Soldi
Famiglia
Bellezza
Se per caso una persona davvero fortunata possiede questi 4 requisiti allora é davvero molto vicina al concetto di felicità assoluta.
Bellezza e soldi però sono due cose abbastanza soggettive…
Vecchio 26-09-2021, 18:27   #29
Esperto
L'avatar di House
 

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Le poesie le lascio ai sensibiloni
pfff non è vero, le filastrocche sconce sono le tue poesie
Vecchio 26-09-2021, 19:09   #30
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Il discorso è in realtà molto più complesso.
La piramide dei bisogni di Maslow è uno schema interpretativo figlio del suo tempo, il neopositivismo.
Secondo me la felicità, intesa come stato mentale (quindi non la sicurezza, che è cosa diversa), è data dalla possibilità di vedere le cose in una dinamica accrescitiva. Una persona che abbia già tutto e sappia di non poter accrescere il suo status psicosociale, potrebbe essere più infelice di una persona che ha molto poco ma sente di poter migliorare le sue condizioni.
Ora capisco perché Claire preferisce te a me, devo dire un'analisi assai interessante. Non per dire che ti avessi anticipato ma lo dico a me stesso da una vita: avrei preferito partire da una posizione inferiore ma vederla crescere invece di perdere moltissimo su tutti i fronti a un'età nemmeno tale da poter ricominciare. Dinamica accrescitiva è la ciliegina sulla torta, due parole per sintetizzare benissimo 20 righe.
Vecchio 26-09-2021, 20:01   #31
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Dr. House Visualizza il messaggio
pfff non è vero, le filastrocche sconce sono le tue poesie
Giusto.
Ed effettivamente di felicità me ne danno parecchia
Vecchio 26-09-2021, 20:03   #32
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Ora capisco perché Claire preferisce te a me .
Veramente preferisco non scegliere, se posso
Vecchio 26-09-2021, 20:08   #33
Esperto
L'avatar di gaucho
 

Sono sceme
Vecchio 26-09-2021, 20:50   #34
Esperto
L'avatar di Balto
 

Quote:
Originariamente inviata da Jack Dundee 987 Visualizza il messaggio
Tutti hanno problemi e preoccupazioni, ma vanno avanti in base al fatto che hanno anche momenti di felicità e di soddisfazione.
Più momenti belli avrà una persona e più sarà felice di contro più ne avrà di brutti e più sarà infelice.
Nessuno credo che possa avere una vita perfetta sotto tutti gli aspetti, ma quando si hanno salute, soldi e persone che ti vogliono bene e alle quali voler bene il resto lo si supera.
Secondo me il segreto della felicità o comunque di qualcosa che si avvicina é in 4 punti :
Salute
Soldi
Famiglia
Bellezza
Se per caso una persona davvero fortunata possiede questi 4 requisiti allora é davvero molto vicina al concetto di felicità assoluta.
Tutti punti che possono influenzare uno stato emotivo, ma difficilmente portano a quel stato. Almeno personalmente la vedo cosi. Se ripenso all'ultima volta che sono stato felice e mi sono sentito bene è stato durante le ferie quando mi sono fatto delle enormi risate con un mio cugino, tanto che quasi piangevo per la cosa , uno di quei momenti dove mi libero dai freni mentali che ho e mi lascio andare completamente
Vecchio 26-09-2021, 22:30   #35
Esperto
L'avatar di Ezp97
 

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Originariamente inviata da Architeuthis- Visualizza il messaggio
Si lo sono, almeno io non conosco nessuno infelice a parte me.
Hanno tutto: carriera, partner, bellezza, amici, salute..non hanno motivi per essere tristi.
Però chi ti dice che abbiano amicizie vere?
Vecchio 26-09-2021, 22:34   #36
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Il discorso è in realtà molto più complesso.
La piramide dei bisogni di Maslow è uno schema interpretativo figlio del suo tempo, il neopositivismo.
Secondo me la felicità, intesa come stato mentale (quindi non la sicurezza, che è cosa diversa), è data dalla possibilità di vedere le cose in una dinamica accrescitiva. Una persona che abbia già tutto e sappia di non poter accrescere il suo status psicosociale, potrebbe essere più infelice di una persona che ha molto poco ma sente di poter migliorare le sue condizioni.

Per la verità le cose possono anche peggiorare.
Lo status psicosociale può andare anche a farsi benedire con una malattia, una truffa, una bella strage dei propri familiari e cose del genere.
Che poi se è infelice quello che ha tutto, quello che non ce l'ha e non pensa di poter migliorare mica sta meglio?
Non mi convince molto, poi se un miliardario non sa come doversi sbattere per far più soldi li potrebbe anche dare a me, cosí torna nella posizione in cui può solo migliorare e io passo automaticamente in quella molto molto infelice in cui il mio patrimonio non può diventare tanto più grande.
Ste teorie per me fanno acqua da tutte le parti se si osserva come si comportano effettivamente le persone.
Se a uno che ha tutto piace stare nella posizione inferiore in cui può migliorare (gente fortunata questa), non ci vuole un cazzo, basta che peggiori la sua situazione in svariati sensi.
Bisogna fare solo come Sisifo, portato il masso in cima basta ributtarlo giú e si torna a zero se si crede davvero che sia un divertimento e renda felici la prospettiva del poter migliorare in sé.
Uno cosí coglione però da crederci davvero a queste cose che tutti ripetono sempre non l'ho mai trovato. Parole e comportamento a me pare che non coincidono mai.
Che poi uno con un certo status sociale possa star male lo posso capire ma sono altri i motivi, essere infelici perché si ha tutto non mi convince molto, questi che hanno tutto perché non ce le danno a noi altri morti di fame certe cose se credono davvero che siamo più felici o che la felicità e il benessere sono indipendenti da questa roba qua?
Ci sono quelli accoppiati che dicono a chi sta solo "beato te che sei solo e libero", ma tornateci pure voi soli se pensate davvero che si stia meglio!
È ad ottenerle e realizzarle certe cose che è difficile a distruggerle e darle via basta poco.

A me infastidiscono molto queste teorie ipocrite.

Ultima modifica di XL; 27-09-2021 a 06:05.
Ringraziamenti da
Darby Crash (26-09-2021)
Vecchio 26-09-2021, 23:00   #37
Esperto
L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio

Per la verità le cose possono anche peggiorare.
Lo status psicosociale può andare anche a farsi benedire con una malattia, una truffa, una bella strage dei propri familiari e cose del genere.
Che poi se è infelice quello che ha tutto, quello che non ce l'ha e non pensa di poter migliorare mica sta meglio?
Non mi convince molto, poi se un miliardario non sa come doversi sbattere per far più soldi li potrebbe anche dare a me, cosí torna nella posizione in cui può solo migliorare e io passo automaticamente in quella molto molto infelice in cui il mio patrimonio non può diventare tanto più grande.
Ste teorie per me fanno acqua da tutte le parti se si osserva come si comportano effettivamente le persone.
Se a uno che ha tutto piace stare nella posizione in cui può migliorare, non ci vuole un cazzo, basta che peggiori la sua situazione in svariati sensi.
Bisogna fare come Sisifo, portato il masso in cima basta ributtarlo giú se si crede davvero che sia un divertimento e renda felici questa cosa.
Uno cosí coglione però da crederci davvero a queste cose che tutti ripetono sempre non l'ho mai trovato. Parole e comportamento non coincidono mai.
Che poi uno con un certo status sociale possa star male lo posso capire, ma essere infelici perché si ha tutto non mi convince molto, questi che hanno tutto perché non ce le danno a noi altri morti di fame certe cose se credono davvero che siamo più felici?
Come quelli accoppiati che dicono a chi sta solo "beato te che sei solo e libero", ma tornateci pure voi soli se pensate davvero che si sta meglio!
A me infastidiscono molto queste teorie ipocrite.
Secondo te c'é più depressione adesso o negli anni 50-60?
Ai tempi si era più poveri, gli strascichi della guerra ancora si facevano sentire ma c'erano prospettive di accrescimento che oggi non ci sono.
Vecchio 26-09-2021, 23:06   #38
Esperto
L'avatar di pokorny
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Secondo te c'é più depressione adesso o negli anni 50-60?
Ai tempi si era più poveri, gli strascichi della guerra ancora si facevano sentire ma c'erano prospettive di accrescimento che oggi non ci sono.
Ricordo benissimo quel periodo, o meglio fine anni '60 che è l'epoca a cui posso arrivare indietro con ricordi netti. Era davvero così, lo psicologo era una figura disprezzata e si pensava che con l'anno di militare si risolvesse qualsiasi disfunzionalità mentale maschile. E' molto probabile che tutto si potesse ricondurre al clima di un paese con la strada davanti. L'inversione drastica, il gradino, negli anni '90 è stato del tutto avvertibile e per me separa un mondo giovane e ottimista da una replica del tardo mondo bizantino in forme moderne.
Vecchio 27-09-2021, 01:58   #39
Esperto
L'avatar di Keith
 

Quote:
Originariamente inviata da Ezp97 Visualizza il messaggio
La mia vita è un continuo di delusioni, false speranze, rincorrere gente che non mi caghera' mai e poi mai, fatica, etc...
Idem.
Quelli della crescita personale dicono di cambiare gli schemi di comportamento: non rincorrere più ma fatti rincorrere, se provi fatica arriva ad un livello energetico più alto, etc.. ma chi ce la fa.. magari ce la fai per un po' ma se sei fatto in un certo modo ritorno sempre alla condizione iniziale.
Vecchio 27-09-2021, 06:08   #40
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Secondo te c'é più depressione adesso o negli anni 50-60?
Ai tempi si era più poveri, gli strascichi della guerra ancora si facevano sentire ma c'erano prospettive di accrescimento che oggi non ci sono.
Adesso credo, ma perché prima non le catalogavano proprio come oggi 'ste cose.

Esistevano nelle classi agiate perché queste avevano sistemi culturali per rilevarle.

La depressione come malattia è un'invenzione moderna della psichiatria ma persone molto tristi o tristi abbastanza cronicamente penso ci siano sempre state.

Poi bisogna tenere presente che se la mortalità è alta non puoi mica vedere persone star male di certe cose se son già crepate prima o durante il parto o in altri contesti.

Se uno come me fosse stato in guerra le probabilità di essere ancora vivo oggi per poter scrivere in un forum sarebbero state scarsissime.

Se mi accoppavano subito avrebbero mai potuto conteggiarmi come caso problematico?

La mortalità oggi è alta come negli 50? Credo proprio di no.

Si era venuti anche fuori da una guerra che aveva accoppato un mucchio di persone.Una delle ecatombi più rovinose della storia. In passato erano attivi meccanismi di selezione abbastanza drastici.

Poi insomma se un tizio avesse un dolore cronico come potrebbe mai essere depresso se ha un problema più grave? Ma non è che poi questo tizio è più fortunato del depresso, questa a me sembra davvero una cazzata.

Se il depresso è convinto che cosí curerebbe la depressione e starebbe nell'insieme meglio può provare a procurarselo da solo un dolore cronico in maniera tale che la sua coscienza sia completamente occupata da questo.

In caso di malattie gravi che procurano dolore fisico un mucchio di sintomi depressivi sono sicuro che sparirebbero, ma non direi che una persona che sta cosí sta meglio di quella depressa che manifesta tutti i sintomi e non ha dolori cronici.

Dottore mi fa male un po' la schiena, il dottore per curare l'ammalato prende una spranga e gli frattura una gamba cosí il leggero mal di schiena non lo sente proprio più .

Chi andrebbe mai da un medico per curare quel tipo di mal di schiena se la maggior parte delle persone fossero affette da patologie che generano sofferenze più intense? Diventerebbe un male invisibile e non conteggiato anche se magari è presente lo stesso.

Per me questi sono tutti modi di ragionare scorretti per inquadrare questi problemi e disagi.

Un ultimo fattore di cui non si tiene mai conto è quello del confronto. Ad esempio si potrebbe mostrare che un tizio specifico oggi rispetto ad uno specifico degli anni 50 gode dello stesso stato di salute, ma se confrontiamo questi livello di salute con quello delle persone che vivono oggi, lo stesso stato di salute rispetto a quello medio odierno potrebbe essere peggiore, mentre rispetto a quello medio degni anni 50 migliore. I due che vivono in due contesti diversi, pur godendo dello stesso grado di salute fisica, ne giovano in termini in felicità indotta in misure molto diverse perché uno vince in termini di confronto, l'altro perde.
Uno concluderebbe che un migliore stato di salute non rende più felici, ma è comunque falso, magari non è vero che rende più felici in una scala assoluta (perché un tizio che gode dello stesso stato di salute di un altro che vive in un altro periodo storico e contesto potrebbe non giovarne nello stesso grado in termini di benessere indotto psicologico e di felicità), ma in una di confronto locale e contestuale sí.

Se si inquadrasse tutto anche in un'ottica competitiva e di confronto si capirebbe davvero qualcosa. Non è soltanto l'avere un tot di salute, ecc. ecc. a rendere con maggiori probabilità felici, bisogna vedere nel contesto locale questa roba qua dove ti posiziona in termini di rango, nessun livello raggiunto mette al sicuro definitivamente in termini di confronto.

Certi fattori hanno pesato sempre in termini di benessere ma comunque non gli si può appiccicare un peso assoluto, solo relativo al contesto sociale.

Puoi essere ricchissimo come il tizio piú ricco esistente oggi e star messo male come il peggiore dei miserabili in termini di felicità indotta se vivi in un contesto dove sei quello che possiede meno di tutti.

Vale un po' per tutto questa cosa.

http://apps.who.int/iris/bitstream/h...A19?sequence=5

"Modelli di disuguaglianza nella distribuzione sociale emergono già prima della vita adulta. Una revisione sistematica della letteratura ha mostrato che la prevalenza di umore depresso o ansia è 2,5 volte più frequente tra giovani dai 10 ai 15 anni con basso livello socioeconomico che tra giovani con elevato status socioeconomico"

Ovviamente chi ha uno status socioeconomico basso in un paese occidentale lo avrà alto se confrontato con un tizio che vive nel terzo mondo.

Molto dipende anche dalla società circostante che si aspetta da noi per darci poi quello di cui abbiamo bisogno, per questo ci sono dei determinanti sociali secondo me, se oggi ci si aspetta che una donna lavori, una che non lavora starà dieci volte peggio di una donna che viveva in altri periodi storici e si trova nella stessa ed identica condizione di disoccupazione. Per questo risulta problematico fare questi confronti.

Generalmente si può dire che i fattori economici e di salute fisica incidono quasi sempre (in termini di confronto, come ho chiarito sopra), mi pare un po' che ci si voglia arrampicare sugli specchi quando si vuole negare in termini statistici la cosa.

Sono circolarmente collegate queste cose, se uno per ottenere certe cose in un ambiente sociale necessita di averne altre, l'averle o meno queste altre inciderà a cascata su quello che può ottenere e quanto facilmente lo può ottenere.
Ovviamente il reddito da solo non basta, perché i soldi uno può averli e non sapere come investirli in modo efficace, ma chi non ha proprio risorse da investire sta messo peggio, come la si mette la si mette.

Se tutta la società e gli agenti immersi in questa cambiassero di sana pianta radicalmente e non tenessero più conto di queste cose qua per distribuirne altre, ovviamente queste mancanze inciderebbero molto meno sulla salute mentale e la percezione di felicità individuale.

Se io posso avere relazioni, figli e compagnia bella senza dovere avere un reddito mio, casa di proprietà, stato di salute buono (= medio nella società di riferimento) e tutto il resto, ma che mi fregherebbe di averle 'ste cose?!
Ma non viviamo in una società del genere e nemmeno s'è mai vista una società che non dà peso a questa roba nel distribuire le risorse base e fondamentali.

Per me alla fine è soprattutto la disuguaglianza nel poter soddisfare certi bisogni che genera l'infelicità di diverse persone e la maggior felicità di altre rispetto alla media.

Se vivessimo in un mondo dove sono tutti felici in egual modo, sarebbe la prova tangibile che viviamo in un mondo equo. Come risolvere la cosa non lo so, ma se resta in piedi una qualsiasi forma di disuguaglianza e discriminazione di questo tipo (anche quelle discriminazioni che vengono etichettate da questa o quella classe come giuste), che sia naturale o che sia creata artificialmente, le cose non cambieranno e il malanno lo si trascinerà in continuazione. Un sistema proporzionale relativo alle competenze che distribuisce le risorse e la tanto amata meritocrazia non risoverebbero questo problema.

Se c'è una forma di discrimine significativa per gli individui che li gerarchizza, il guaio è già stato fatto.

Ultima modifica di XL; 28-09-2021 a 05:59.
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