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27-07-2008, 23:17
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#1
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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Salve a tutti. questo è il mio primo post.
Con questo topic ho voluto mettere a vostra disposizione le mie riflessioni e le mie soluzioni che ho trovato ai problemi dell'ansia sociale, della timidezza, della scarsa autostima, poichè ho scoperto che hanno una certa validità e che mi hanno aiutato. Spero possano esservi utili e di poter a mia volta ricevere consigli.
-->Il nostro problema -dicono e dite in molti- è fondamentalmente dovuto al fatto che con lo stare con gli altri, la socievolezza, il parlare e fare battute sembra non facciano parte della nostra personalità.
Io ho una teoria alternativa. Secondo me non è vero che siamo "diversi", che non ci incastriamo nulla con gli altri.
Lo stare con gli altri possiamo paragonarlo a un muscolo: noi l'abbiamo meno sviluppato, tutto qui.
Occorre secondo me trovare le strategie opportune per "allenare" questo muscolo.
Innanzitutto voglio prevenirmi dalle solite, trite scuse: noi siamo diversi, ognuno deve accetasi per come è, non bisogna fare una cosa che non ci piace: balle.
Sono balle per un semplice motivo: perchè noi non stiamo bene così. Se a uno non piace una cosa non la fa. Ma non è che a noi non piace, a noi non riesce, e perciò non ci piace. Vorremmo essere estroversi, ci piace rebbe stare con gli altri, ma abbiamo queste dannate paure che ci bloccano. Allora diciamo: non ci piace. Non è vero, togliamocelo dalla testa, e facciamo un'importante operazione-verità: noi vorremmo essere diversi. E, VI DICO IO, POTREMMO ESSERLO.
Vorrei fare un esempio.
Avete presente Gattuso? Lui non è un artista del calcio, non ha assolutamente un bel piede, ma ha grinta. Ha grinta da vendere e s'impegna più di tutti gli altri. E nonostante il poco talento rispetto agli altri, è uno dei giocatori più importanti della nazionale.
Noi siamo tanti gattuso. Possiamo stare in società come vincenti, magari non come attaccanti, ma come mediani, con la giusta grinta, sì.
LA STRATEGIA
La socialità va allenata. Ma come? per gradi. Se uno non sa fare a nuotare, che fa, si butta nell'oceano? no, prima va nell'acqua bassa.
E così dobbiamo fare noi.
LE ATTIVITA'
Stare con gli altri è diffcile, è come dover appunto nuotare nell'oceano. Allora partiamo da situazioni più semplici: con le attività.
Ovvero situazioni dove stare con gli altri è più semplice, imbrigliato da regole, e lo sappiamo gestire meglio.
Faccio un esempio.
Io alle superiori ero timidissimo, non avevo il coraggio di parlare con una ragazza, e poco anche con gli uomini.
Un giorno feci un corso di giocoleria del liceo.
Imparai a giocolare, e partecipai ad uno spettacolo facendo un numero con tre ragazze. Era un numero un pò acrobatico, dovevo stare "avvinghiato" con una ragazza.
Cos'è successo? il fare le prove, stare insieme a delle persone(più che altro ragazze) con uno scopo, quello di fare uno spettacolo, mi offriva una scusa per parlarci e averci un rapporto.
Alla fine del corso e dello spettacolo, mi accorsi che ero cambiato, più sicuro di me, più spigliato, meno sociofobico.
Questo grazie al fatto che avevo fatto uno spettacolo davanti a un pubblico, e avevo avuto appunto dei contatti con delle persone con un'intimità che prima non avevo mai avuto.
Questo vale principalmente per i casi più gravi, quindi: trovatevi un'attività che vi dia una scusa per stare con le persone, e allenare il vostro "muscolo", per imparare a stare con gli altri, magari soffrendo un pò meno che a cose normali appunto per le relazioni più semplici che s'instaurano con le attività.
Possono essere mille cose: un corso di chitarra( magari fare un gruppo e fare concerti), o di recitazione, o anche il volontariato(più utile per i superiori ai venti anni), dove il rapporto che unisce le persone è la devizione ad una buona causa.
FORZATE I VOSTRI LIMITI
Le attività sono utili, ma fino ad un certo punto. Servono per aiutare i casi più gravi, ma dopo un pò dovete impegnarvi voi.
Dovete mettervi alla prova, osare.
Ad esempio, per imparare ad approcciare le ragazze, fate un viaggio a Parigi, tanto non vi conosce nessuno,andate in discoteca, e iniziate a provarci, anche nel modo più imbranato, con le ragazze. Stando in un posto di sconosciuti avrete meno timore di figuracce, vi peserà meno il giudizio degli altri, e potrete "allenare", facendo esperienza, la vostra capacità di socializzare.
Con il tempo, come una persona che corre piano piano si fa il fiato, voi vi abituerete a stare con le persone. Questo è uno sfrozo che dura tutta la vita, ma pensate questo: più vai avanti, più è facile.
E' un circolo virtuoso. Più stai bene, più vorresti stare bene e t'impegni, e impegnandoti stai sempre più bene.
Ci sarabbero altre cose, ma queste sono le pù importanti, e mi voglio fermare qui. Vediamo un pò che ne pensate.
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27-07-2008, 23:42
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#2
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Intermedio
Qui dal: May 2008
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 299
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bel post, bravo! :-)
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28-07-2008, 00:30
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#3
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Principiante
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 72
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
non bisogna fare una cosa che non ci piace: balle.
Sono balle per un semplice motivo: perchè noi non stiamo bene così. Se a uno non piace una cosa non la fa. Ma non è che a noi non piace, a noi non riesce, e perciò non ci piace.
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nn so gli altri ..ma per quanto mi riguarda ci sono cose che nn mi piace fare e cose nn riesco a fare!!
...dici cose molto semplici e giuste ..in sintesi : affrontare la vita che ci fa paura (a piccoli passi) e nn tirarsi indietro!!
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28-07-2008, 09:33
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#4
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,861
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Io suggerisco due piccole cose. Quando siete in mezzo alla gente e non vi sentite a vostro agio, per esempio. Cercare di mettersi in testa, e di ripetersi all'occorrenza, questi due concetti: NON SONO INFERIORE e NON HO BISOGNO DI SCUSE PER MUOVERMI NEL MONDO. NON DEVO SCUSARMI PER COME SONO. Cercare di riflettere un attimo su queste due cose. Personalmente qualche risultato me lo danno.
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28-07-2008, 09:59
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#5
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Principiante
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 34
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tra la pratica e la teoria c'è la fobia, caro reds... bel 3d comunque.
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28-07-2008, 14:47
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#6
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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Quote:
nn so gli altri ..ma per quanto mi riguarda ci sono cose che nn mi piace fare e cose nn riesco a fare!!
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Hai ragione, giordano2, non dobbiamo fare tutto ciò che non ci piace
Il mio suggerimento era molto più specifico, e infatti voglio precisare...un meccanismo perverso in cui è facile cadere è il discorso "Non è vero che devo uscire di più, io vado bene così", e con questa scusa rinchiudersi in sè stessi e non affrontare le proprie paure...è una "trappola" appunto perchè ci da l'illusione che una cosa vada bene così com'è mentre in realtà va cambiata.
Ad esempio se non mi piace la musica da discoteca faccio bene a non andarci e andare invece in locali odve fanno musica rock...è normale avere gusti e preferenze!
Ma è sbagliato non andare mai in Nessun posto e non uscire mai, questa è una situazione "patologica".
Quote:
tra la pratica e la teoria c'è la fobia, caro reds... bel 3d comunque.
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La mia proposta fondamentale verte proprio sul come affrontare questo ostacolo.
La fobia è un bell'ostacolo, c'impedisce di fare molte cose, persino di provare a superarla.
Infatti qual'è il mio suggerimento?di affrontarla a piccoli passi.
Qualsiasi paura, qualsiasi, può essere affrontata a passi anche piccolissimi.
Ad esempio, ho paura dei cani? non vado a lottare con un dobermann, ma magari mi prendo un cucciolo di bassotto.
Oppure, ho paura di nuotare? me ne vado nell'acqua di 50 cm e provo a galleggiare lì.
IL trucco fondamentale, nella paura dello stare con le persone, è riuscire a trovare quel primo "gradino" facile , che costituirà la base per i passi successivi. Io ho suggerito appunto le "attività", ovvero situazioni non lavorative dove si sta a contatto con le altre persone, una socializzazione "facilitata" da uno scopo comune.
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28-07-2008, 15:06
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#7
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Principiante
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 89
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Hai perfettamente ragione, Johnreds, perchè basterebbe fare piccoli passi ogni giorno e lottare per ottenere quello che desideriamo più di ogni altra cosa.
Infatti basta farsi una domanda a fine giornata per capire quanto siamo sciocchi : "cosa ho fatto oggi per ottenere questo..." il problemo è proprio quello non facciamo nulla.
Sò che è difficile, io per primo sono quello che non mette molto in pratica i consigli ma la realtà è questa ed anche se, muoversi per noi significa soffrire, bisogna accettare anche questo perchè domani la gioia che avremmo ricevuto ci ripagherà di tutta quest'ansia...
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Originariamente inviata da JohnReds
Quote:
nn so gli altri ..ma per quanto mi riguarda ci sono cose che nn mi piace fare e cose nn riesco a fare!!
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Hai ragione, giordano2, non dobbiamo fare tutto ciò che non ci piace
Il mio suggerimento era molto più specifico, e infatti voglio precisare...un meccanismo perverso in cui è facile cadere è il discorso "Non è vero che devo uscire di più, io vado bene così", e con questa scusa rinchiudersi in sè stessi e non affrontare le proprie paure...è una "trappola" appunto perchè ci da l'illusione che una cosa vada bene così com'è mentre in realtà va cambiata.
Ad esempio se non mi piace la musica da discoteca faccio bene a non andarci e andare invece in locali odve fanno musica rock...è normale avere gusti e preferenze!
Ma è sbagliato non andare mai in Nessun posto e non uscire mai, questa è una situazione "patologica".
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tra la pratica e la teoria c'è la fobia, caro reds... bel 3d comunque.
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La mia proposta fondamentale verte proprio sul come affrontare questo ostacolo.
La fobia è un bell'ostacolo, c'impedisce di fare molte cose, persino di provare a superarla.
Infatti qual'è il mio suggerimento?di affrontarla a piccoli passi.
Qualsiasi paura, qualsiasi, può essere affrontata a passi anche piccolissimi.
Ad esempio, ho paura dei cani? non vado a lottare con un dobermann, ma magari mi prendo un cucciolo di bassotto.
Oppure, ho paura di nuotare? me ne vado nell'acqua di 50 cm e provo a galleggiare lì.
IL trucco fondamentale, nella paura dello stare con le persone, è riuscire a trovare quel primo "gradino" facile , che costituirà la base per i passi successivi. Io ho suggerito appunto le "attività", ovvero situazioni non lavorative dove si sta a contatto con le altre persone, una socializzazione "facilitata" da uno scopo comune.
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28-07-2008, 15:14
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#8
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Intermedio
Qui dal: Jun 2008
Messaggi: 231
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si bene,io ho frequentato alcune palestre,sala pesi e anche un po di nuoto,occasioni buone per socializzare,ci provavo a socializzare,ci riuscivo a volte poco, a volte niente,ma comunque rimanevo lo stesso,cioe' lontano anni luce dagli altri,gli altri mi sovrastavano in ogni situazione,perche' quando ti trovi in eta' adulta ma dentro in pratica sei ancora un bambino,sei tagliato fuori,puoi trovare anche qualche "amico",ma tu sei sempre li' indietro con tutti i problemi che cio' comporta,contano troppo tutti gli anni sulle spalle passati in solitudine,passati senza vita,senza fare esperienze,non si cambia un'abitudine lunga 28 anni(la mia eta') quando vogliamo noi,purtroppo questa bestia si e' insinuata dentro me e ha trovato la sua casa e non c'e' verso di buttarla fuori..che metaforona! per dirla alla cali
i tuoi consigli sono giusti,pero' nel mio caso non basta,gia' provato e riprovato,passato e presente,ma continuo a sbattere a un muro che evidentemente mi separa dalla normalita' da sempre e ormai credo anche per sempre
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28-07-2008, 15:20
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#9
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Principiante
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 34
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Quote:
tra la pratica e la teoria c'è la fobia, caro reds... bel 3d comunque.
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La mia proposta fondamentale verte proprio sul come affrontare questo ostacolo.
La fobia è un bell'ostacolo, c'impedisce di fare molte cose, persino di provare a superarla.
Infatti qual'è il mio suggerimento?di affrontarla a piccoli passi.
Qualsiasi paura, qualsiasi, può essere affrontata a passi anche piccolissimi.
Ad esempio, ho paura dei cani? non vado a lottare con un dobermann, ma magari mi prendo un cucciolo di bassotto.
Oppure, ho paura di nuotare? me ne vado nell'acqua di 50 cm e provo a galleggiare lì.
IL trucco fondamentale, nella paura dello stare con le persone, è riuscire a trovare quel primo "gradino" facile , che costituirà la base per i passi successivi. Io ho suggerito appunto le "attività", ovvero situazioni non lavorative dove si sta a contatto con le altre persone, una socializzazione "facilitata" da uno scopo comune.
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mettetevi nei miei panni: io che appena vedo una ragazza do la fuga cosa devo fare, mi iscrivo al gruppo giovanile del cai? a parte che se qualcuno venisse con me ci andrei pure... ma qua ci vogliono contatti, contatti sonanti cash cash cash, per iniziare ci vuole almeno qualche attacco, qualcuno con cui puoi parlare quando non sai con chi parlare quando tutti parlano e hai paura che se ne accorgano (che sei uno sfigato).
io di attività ancora in sospeso ce ne ho decine... tiro con l'arco, vela, canoa, un'arte marziale, stretching e pilates, plyometrics, CICLOTURISMO, TREKKING CON TENDE, CAMPEGGIO, e tutte quelle cose che richiedono non fobici o in alternativa qualcuno, almeno uno o due con cui andare nel gruppo grosso. questo è un pò il passaggio dalla teoria alla pratica... dipende dalla forza di volontà e dalla voglia di tirarsi sù,... e infatti... come ormai da copione quest'estate sono a casa.
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28-07-2008, 15:30
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#10
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Intermedio
Qui dal: Jul 2008
Ubicazione: Provincia di Napoli
Messaggi: 215
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Il mio suggerimento era molto più specifico, e infatti voglio precisare...un meccanismo perverso in cui è facile cadere è il discorso "Non è vero che devo uscire di più, io vado bene così", e con questa scusa rinchiudersi in sè stessi e non affrontare le proprie paure...è una "trappola" appunto perchè ci da l'illusione che una cosa vada bene così com'è mentre in realtà va cambiata.
Ad esempio se non mi piace la musica da discoteca faccio bene a non andarci e andare invece in locali odve fanno musica rock...è normale avere gusti e preferenze!
Ma è sbagliato non andare mai in Nessun posto e non uscire mai, questa è una situazione "patologica".
La mia proposta fondamentale verte proprio sul come affrontare questo ostacolo.
La fobia è un bell'ostacolo, c'impedisce di fare molte cose, persino di provare a superarla.
Infatti qual'è il mio suggerimento?di affrontarla a piccoli passi.
Qualsiasi paura, qualsiasi, può essere affrontata a passi anche piccolissimi.
Ad esempio, ho paura dei cani? non vado a lottare con un dobermann, ma magari mi prendo un cucciolo di bassotto.
Oppure, ho paura di nuotare? me ne vado nell'acqua di 50 cm e provo a galleggiare lì.
IL trucco fondamentale, nella paura dello stare con le persone, è riuscire a trovare quel primo "gradino" facile , che costituirà la base per i passi successivi. Io ho suggerito appunto le "attività", ovvero situazioni non lavorative dove si sta a contatto con le altre persone, una socializzazione "facilitata" da uno scopo comune.
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Caro JohnReds i tuoi sono dei suggerimenti dettati dal buon senso, e risultano utili ai fini operativi, quando si suppone sia già avvenuto o stia contestualmente avvenendo un BUON LAVORO a livello cognitivo, senza il quale tutta la tua graduale strategia non funge.
Soggetti come noi hanno bisogno di liberarsi di parecchia zavorra a livello mentale, prima di poter iniziare a esercitarsi nell'ambiente pratico. Se fosse così semplice eliminare queste difficoltà che ci accomunano, molti di noi non si rivolgerebbero ad esperti in materia, impiegando per questo tempo e denaro.
Ciò non toglie che anch' io penso che la ripresa psicologica debba necessariamente presupporre un continuo esercizio, così come si allenano i muscoli agli sforzi, bisogna esercitare le abilità sociali, ma questo viene dopo, è il passo successivo.
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28-07-2008, 16:11
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#11
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Principiante
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 88
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Bellissimo post...è vero che si deve agire per tentare almeno di cambiare. Io l'ho fatto spesso...
Purtroppo però la maggior parte delle volte ho avuto risultati disastrosi, e creandomi anche delle scuse come lo studio passo spesso periodi di totale mancanza d'azione, che ovviamente rendono più difficile il momento in cui dovrò agire.
E' assurdo, devo dirvelo, prima non riflettevo affatto su queste cose. Cioè non capivo perchè molte situazioni mi generavano (e mi generano tutt'ora) ansia...credevo fosse il mio carattere, pensavo di essere particolarmente timida e strana...ma quando ho avuto "l'illuminazione" della fobia sociale ho capito tutto. Adesso ogni cosa è chiara. Ma devo ammettere che mi spaventa ancora di più...prima non riuscivo a dare un nome alla cosa, adesso SO COS'E' ma non so come combatterla.
Certo agire può essere un rimedio, è lo è in effetti, perchè tutta l'ansia anticipatoria nella maggior parte dei casi svanisce dopo aver fatto la temutissima cosa (una delle tante), ma a volte quest'ansia finisce per rovinare tutto...
Partendo prevenuti spesso le cose vanno male, perchè non si riesce ad essere spontanei, non ci si gode le cose...io personalmente per questo motivo non credo di essermi mai divertita in vita mia. O almeno pochissime volte, solo quando ero totalmente a mio agio nell'ambiente dove mi trovavo e con le persone con cui ero...cosa che capita raramente, perchè non possiamo sempre muoverci in un laboratorio dove tutto è preimpostato.
In questi giorni però sto notando che aver preso coscienza di questo problema mi sta facendo stare ancora più male...non riesco a non pensarci. E lo faccio anche quando esco, il che complica le cose. Perchè ovviamente vedendomi assorta mi chiedono spesso "perchè non parli?" oppure "ma sei triste, che hai?"...cosa che peggiora la mia situazione.
Questo fine settimana DOVREI andare da un'amica fuori paese, per stare due o tre giorni da lei...e già cominciano le mie ansie. Non tanto stare con lei, perchè ci sto bene, ma stare a casa sua con i genitori (che tra l'altro sono molto esigenti) e il fratello, andare al mare (mi ci vuole trascinare e non so come dire di no), uscire la sera...già adesso che è ancora lunedì sono nell'ansia totale.
Devo anche fare un regalo ad un'altra amica, cosa che mi manda totalmente in crisi anche questa, perchè non sono capace di fare regali dato che non so prendere decisioni e non ho idea di cosa potrebbe piacere alla mia amica...
Pensate persino che oggi devo andare dal dottore con mia madre, perchè non riesco ad andarci da sola...non riesco a fare niente. Scusate il mio sfogo, sono andata anche un pò fuori topic, ma non so con chi parlare...
a volte mi viene in mente di dirlo a mia madre "guarda, ho questo problema", ma poi penso che non capirebbe, che mi considerebbe malata e comincerebbe a star male pure lei per me...
Volevo dirlo pure ad una mia amica per giustificare le mie stranezze, ma non ci riesco, non voglio che mi giudichi e pensi che sia pazza più di quanto non lo pensi già...ma parlare di un disturbo con un nome preciso è già una cosa diversa...è dare un nome ad una cosa, renderla più reale, più grave...
Non so più cosa fare...
A volte vorrei non aver mai trovato questo forum perchè all'inizio mi faceva sentire meno strana ma adesso mi fa rendere conto di essere malata e non riesco ad accettarlo, non so come gestirlo...adesso devo anche ricominciare a studiare ma non ne ho nemmeno la forza mentale.
Scusatemi ancora, davvero, ma non ho proprio nessuno con cui parlare...
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28-07-2008, 16:24
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#12
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
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Quote:
Devo anche fare un regalo ad un'altra amica, cosa che mi manda totalmente in crisi anche questa, perchè non sono capace di fare regali dato che non so prendere decisioni e non ho idea di cosa potrebbe piacere alla mia amica...
Pensate persino che oggi devo andare dal dottore con mia madre, perchè non riesco ad andarci da sola...non riesco a fare niente. Scusate il mio sfogo, sono andata anche un pò fuori topic, ma non so con chi parlare...
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Dovresti cominciare a prendere l'iniziativa,a prendere decisioni altrimenti dipendereai perennemente dagli altri.
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28-07-2008, 18:46
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#13
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Intermedio
Qui dal: May 2008
Messaggi: 139
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è sempre piacevole vedere questi tipi di post...complimenti
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28-07-2008, 19:57
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#14
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Banned
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 233
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Quote:
Originariamente inviata da ilbric
esatto bisogna liberarsi dalla zavorra,ma come si fa..questo peso mi schiaccia ma sembra che non me ne voglia liberare.quando se ne va?qualcuno lo sa?
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Possibilmente, non sostituendola con altra zavorra.
Un pensiero disfunzionale ansiogeno non va sostituito con un pensiero disfunzionale non ansiogeno.
Esempio:
pensiero disfunzionale A: "Io sono inferiore agli altri"
pensiero disfunzionale B (fatto per superare il pensiero disfunzionale A):
"Gli altri non sono un cazzo"
Magari il pensiero B riesce a liberarci dal pensiero A, ma ci fa adottare una credenza falsa (che gli altri siano inferiori).
Meglio restare socialfobici che curarsi con un autoplagio
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28-07-2008, 22:19
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#15
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Intermedio
Qui dal: Jul 2008
Ubicazione: Montesilvano (PE)
Messaggi: 239
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Quote:
Bellissimo post...è vero che si deve agire per tentare almeno di cambiare. Io l'ho fatto spesso...
Purtroppo però la maggior parte delle volte ho avuto risultati disastrosi, e creandomi anche delle scuse come lo studio passo spesso periodi di totale mancanza d'azione, che ovviamente rendono più difficile il momento in cui dovrò agire.
E' assurdo, devo dirvelo, prima non riflettevo affatto su queste cose. Cioè non capivo perchè molte situazioni mi generavano (e mi generano tutt'ora) ansia...credevo fosse il mio carattere, pensavo di essere particolarmente timida e strana...ma quando ho avuto "l'illuminazione" della fobia sociale ho capito tutto. Adesso ogni cosa è chiara. Ma devo ammettere che mi spaventa ancora di più...prima non riuscivo a dare un nome alla cosa, adesso SO COS'E' ma non so come combatterla.
Certo agire può essere un rimedio, è lo è in effetti, perchè tutta l'ansia anticipatoria nella maggior parte dei casi svanisce dopo aver fatto la temutissima cosa (una delle tante), ma a volte quest'ansia finisce per rovinare tutto...
Partendo prevenuti spesso le cose vanno male, perchè non si riesce ad essere spontanei, non ci si gode le cose...io personalmente per questo motivo non credo di essermi mai divertita in vita mia. O almeno pochissime volte, solo quando ero totalmente a mio agio nell'ambiente dove mi trovavo e con le persone con cui ero...cosa che capita raramente, perchè non possiamo sempre muoverci in un laboratorio dove tutto è preimpostato.
In questi giorni però sto notando che aver preso coscienza di questo problema mi sta facendo stare ancora più male...non riesco a non pensarci. E lo faccio anche quando esco, il che complica le cose. Perchè ovviamente vedendomi assorta mi chiedono spesso "perchè non parli?" oppure "ma sei triste, che hai?"...cosa che peggiora la mia situazione.
Questo fine settimana DOVREI andare da un'amica fuori paese, per stare due o tre giorni da lei...e già cominciano le mie ansie. Non tanto stare con lei, perchè ci sto bene, ma stare a casa sua con i genitori (che tra l'altro sono molto esigenti) e il fratello, andare al mare (mi ci vuole trascinare e non so come dire di no), uscire la sera...già adesso che è ancora lunedì sono nell'ansia totale.
Devo anche fare un regalo ad un'altra amica, cosa che mi manda totalmente in crisi anche questa, perchè non sono capace di fare regali dato che non so prendere decisioni e non ho idea di cosa potrebbe piacere alla mia amica...
Pensate persino che oggi devo andare dal dottore con mia madre, perchè non riesco ad andarci da sola...non riesco a fare niente. Scusate il mio sfogo, sono andata anche un pò fuori topic, ma non so con chi parlare...
a volte mi viene in mente di dirlo a mia madre "guarda, ho questo problema", ma poi penso che non capirebbe, che mi considerebbe malata e comincerebbe a star male pure lei per me...
Volevo dirlo pure ad una mia amica per giustificare le mie stranezze, ma non ci riesco, non voglio che mi giudichi e pensi che sia pazza più di quanto non lo pensi già...ma parlare di un disturbo con un nome preciso è già una cosa diversa...è dare un nome ad una cosa, renderla più reale, più grave...
Non so più cosa fare...
A volte vorrei non aver mai trovato questo forum perchè all'inizio mi faceva sentire meno strana ma adesso mi fa rendere conto di essere malata e non riesco ad accettarlo, non so come gestirlo...adesso devo anche ricominciare a studiare ma non ne ho nemmeno la forza mentale.
Scusatemi ancora, davvero, ma non ho proprio nessuno con cui parlare...
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My dear,
non immagini quanto vorrei poterti aiutare quando scrivi così...mi viene un tuffo al cuore!
Anch'io, da quando ho sentito parlare della fobia sociale, del disturbo evitante, da quando ho conosciuto questo forum, ho cominciato a guardare alla mia situazione in un'altra luce...ne ho preso coscienza in maniera diversa, è come se mi fossi collocato in un'altra prospettiva. Ed anch'io non so, sinceramente, se stessi meglio prima oppure se questa "illuminazione" potrà aiutarmi a migliorare. E' una lotta continua con me stesso e con ciò che mi circonda.
Non credo, almeno per ora, di poterti dire molto altro se non ciò che segue.
Non sei malata. Non sei pazza. Così come non lo sono io. Forse nessuno lo è su questo forum. Non stiamo parlando di malattie, pensa che la stessa definizione di "disturbi della personalità" non è accettata da tutti gli studiosi: proprio perché non abbiamo motivo di pensare che esista una "personalità sana", uno standard oggettivo a cui conformarsi, mentre tutti coloro che rimangono fuori sono da etichettare come malati. Le tipologie di personalità sono praticamente infinite, ognuno è diverso, non mi va di pensare che da una parte ci siano "gli altri", e dall'altro lato della barricata ci siamo "noi", i diversi, i reietti. La prova è che neppure questi fantomatici "altri", i "cosiddetti sani", vedono il mondo in questa maniera.
Tu sei una persona ammirevole...questa almeno è l'opinione che mi sono costruito su di te leggendo e rileggendo i tuoi 43 messaggi. Non pensare che nessuno ti ascolta, che a nessuno interessi nulla di te, che non hai nessuno con cui parlare di queste cose. E non mi riferisco soltanto a me: non credo affatto di essere l'unico che vuole confrontarsi con te.
Probabilmente non sono molto bravo a dare consigli alle persone, perché io stesso non so come comportarmi di fronte a certe situazioni. Ma se c'è una cosa che ultimamente mi ripeto di continuo...
...dare il giusto peso alle cose. Forse è questo ciò che molti di noi, o alcuni di noi (non mi permetto di giudicare nessuno), trovano difficoltà a fare. Ad esempio, io sto di continuo a preoccuparmi ossessivamente di aspetti, di dettagli, a cui la maggior parte delle persone non fa neppure caso. Sono sempre condizionato dall'opinione degli altri, dall'immagine che dò agli altri, da come sarò giudicato dagli altri, dalla considerazione in cui mi tengono gli altri...quanto rompono questi "altri"! Possibile che stiano sempre col fucile spianato a giudicarci, a valutare ogni singola mossa che facciamo?
Appunto, non è possibile. Infatti non è così. Sono io che dò a queste cose un'importanza esagerata, che "gli altri" nemmeno lontanamente si sognano di dare. Se solo sapessero tutte le paranoie con cui convivo per causa loro, sarebbero molto sorpresi. E forse mi direbbero di smetterla di preoccuparmi, perché davvero non ce n'è bisogno.
Questo non vuol dire che non dobbiamo sforzarci di migliorare, che dobbiamo accettarci integralmente per ciò che siamo. Cambieremo, credo, quando concentreremo la nostra attenzione su noi stessi, facendo una specie di investimento sulle nostre risorse. Io stesso mi rendo conto di vivere una vita centrata sugli altri, nel senso che mi preoccupo moltissimo del loro giudizio e dell'immagine che credo di dare loro.
Certo abbiamo bisogno di loro...non è possibile essere felici senza di loro (quasi impossibile. Ci riescono solo certi filosofi, eremiti, asceti. Se vi va di tentare questa strada...). Se solo riuscissimo ad avere un rapporto migliore con noi stessi, ad accrescere la nostra autostima (e non sto dicendo che sia facile), probabilmente anche "loro", gli "integrati", ci guarderebbero in un'altra maniera. Non sono loro ad essere prevenuti nei nostri confronti, siamo noi a dover esporci di più. Spesso sono maledettamente insensibili, questo sì, perciò fanno un'enorme fatica a notarci e considerarci se la cosa non parte da noi.
Mi fermo qui (non sono molto soddisfatto di come mi sono espresso, del resto non lo sono mai. Ma questo è un discorso che può essere affrontato da milioni di angolature. La mia per questa sera è stata questa, nonostante molto riduttiva).
Continua a parlarci, non devi scusarti del tuo sfogo. Ti ascolteremo.
Un abbraccio
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28-07-2008, 22:56
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#16
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Intermedio
Qui dal: Jul 2008
Ubicazione: Puglia.
Messaggi: 283
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Ad esempio, per imparare ad approcciare le ragazze, fate un viaggio a Parigi, tanto non vi conosce nessuno,andate in discoteca, e iniziate a provarci, anche nel modo più imbranato, con le ragazze. Stando in un posto di sconosciuti avrete meno timore di figuracce, vi peserà meno il giudizio degli altri, e potrete "allenare", facendo esperienza, la vostra capacità di socializzare.
Neanche in Piemonte mi conosce nessuno (sono pugliese), ed io qualche anno l'ho vissuto al nord (per lavoro), però la mia timidezza l'ho portata con me, non c'è stato verso di farla rimanere a casa!!! :wink:
Se poi a Parigi la situazione è effettivamente piu' semplice per noi...dovessi organizzare il viaggio, mi porti con te?!
A parte gli scherzi, è vero quello che hai scritto. Bisogna cercare di forzare le situazioni per fare dei graduali progressii, ma...facile a dirsi eh?!
Aleydis, bello il tuo intervento anche se, vivendo il tuo stesso disaglio, fa male sentirsi impotenti per non aver soluzioni possibili da proporti.
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29-07-2008, 01:38
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#17
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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Cara Aleydis, anch'io, come Ludwig, ho provato un tuffo nel cuore leggendo quello che hai scritto.
Sappi che ho provato quello che provi te esattamente come lo provi te, solo, io a differenza di te, a differenza di voi, sono molto meno disperato.
CONCORDO CON LUDWIG: NOI NON SIAMO MALATI.
NOI APPARTENIAMO ALLA STIRPE DEGLI INTROVERSI, una stirpe "ELETTA", o "DANNATA", poichè abbiamo una sensibilità e una capacità di approcciarci con il mondo che non tutti hanno. E' grazie a noi, tienilo bene a mente, che il mondo ha fatto tanti progressi, poichè tanti grandi scienziati, politici, pensatori o artisti avevano un'indole introversa, e grazie ad essa hanno compiuto imprese mirabili.
Un introverso spesso ha la possibilità di provare emozioni e avere percezioni che un estroverso non si sogna nemmeno.
Questa è però una capacità che è minoritaria nella società attuale.
Per motivi che non sono stati ancora scoperti, una determinata, piccola percentuale della popolazione nasce introversa.
E' come l'omosessualità, per certi versi.
Sempre, in una popolazione umana, c'è stata una deteriminata , ( e costante nei secoli) percentuale di omosessuali, come di introversi, probabilmente a causa di una distribuzione statistica dei geni.
IL problema è che la nostra società è estroversa.
IL mondo, la società è fatto su misura per gli estroversi.
MA questo non vuol dire che dobbiamo per forza essere reietti..
Vi consiglio un sito: http://www.legaintroversi.it/, è il sito della Lega Italiana per i Diritti degli Introversi, e spiega molto bene perchè siamo fatti così.
Il problema principale è quindi trovare la propria strada nel mondo, come ho detto prima, fare come Gattuso, trovare un ruolo adatto alle nostre capacità.
CAPIRE E' IMPORTANTE, ma a capire ci vuole poco, il difficile è risolvere.
CApire può essere al massimo uno stimolo a impegnarsi, ma la soluzione non verrà capendo ma AGENDO
LA "via" per stare bene con sè stessi e con il mondo è personale e ognuno ha la sua strada, io in questo post ho voluto dare indicazioni generali che poi,e qui viene il difficile, vanno applicate caso per caso.
Nella mia situazione hanno funzionato e stanno funzionando(non sono ancora "guarito", ma sono migliorato molto), ma io le applicato a modo mio, in modo che si adeguino alla mia storia personale.
Fondamentale è non scoraggiarsi, bisogna avere forza di volotà e riuscire ad andare avanti, perchè la vita è troppo bella per lasciarsela sfuggire. Io ho sprecato tante occasioni, e ne sprecherò in futuro, ma non ho proprio voglia di deprimermi e farmi sfuggire quelle poche che potrei afferrare.
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29-07-2008, 02:11
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#18
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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SECONDA PARTE DEI CONSIGLI
Quote:
Caro JohnReds i tuoi sono dei suggerimenti dettati dal buon senso, e risultano utili ai fini operativi, quando si suppone sia già avvenuto o stia contestualmente avvenendo un BUON LAVORO a livello cognitivo, senza il quale tutta la tua graduale strategia non funge.
Soggetti come noi hanno bisogno di liberarsi di parecchia zavorra a livello mentale, prima di poter iniziare a esercitarsi nell'ambiente pratico. Se fosse così semplice eliminare queste difficoltà che ci accomunano, molti di noi non si rivolgerebbero ad esperti in materia, impiegando per questo tempo e denaro.
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Te dici che serve un lavoro mentale prima...beh forse hai ragione.
Io comunque sono migliorato senza troppo "ragionamento cognitivo", che è anzi venuto dopo, dato che ragionando su come ero migliorato ho capito molte cose.
Quindi scriverò quelle che sono le azioni "mentali" da fare, che ripeto da sole non bastano, anzi per funzionare hanno bisogno di pratica, fanno da supporto e basta.
1)Accettarsi. Noi non siamo malati.Come ho scritto nel post precedente, dobbiamo solo trovare la nostra via, che è più difficile, poichè siamo in una società a noi ostile.
Dobbiamo riuscire a sviluppare gli "anticorpi" necessari per sopravvivere in una società che non è appositamente progettata per noi.
2)cos'è un introverso? uno che vive più dentro la testa che fuori dalla testa. Un estroverso vive più fuori dalla testa.
L'introverso sarà più portato a riflettere e rimuginare, mentre l'estroverso farà senza pensarci troppo.
Cs'è che ci frega? il fatto che un introverso vive principalmente dentro la sua testa, questo lo porta ad:
a)Essere meno socievole e abile nello stare con gli altri e nel mondo sociale in generale
b)A rimuginare sulle situazioni, in pratica a farsi le "SEGHE MENTALI"
3) Quindi che accade? Lui non è socievole, quando sta con gli altri vede che è diverso e meno "figo", meno bravo a vivere, e il suo cervello introverso inizia a rimuginare, a apensare, e inizia a dire: cosa penseranno gli altri di me? cosa diranno quando non ci sono?oddio, che senzo ha parlarci, tanto non gli starò simpatico...
FONDAMENTALE, QUINDI, E' SMETTERE DI PENSARE, SMETTERE DI FARSI LE SEGHE MENTALI.
FObie, timidezza, complessi, nascono spesso dal troppo pensare, che ci rende sensibili al giudizio altrui e quindi peggiora la nostra già naturale timidezza.
BIsogna smettere di pensare, concentrarsi sul presene, sul mondo.
A tal fine consiglio alcuni libri che mi hanno aiutato, ma ognuno avrà i suoi.:
-"Come smettere di farsi le seghe mentali" di Giulio cesare Giacobbe
e "autostima" di raffaele morelli.
Come smettere di farsi le seghe mentali di Giacobbe è un libro che, a dispetto del nome, è superlativo, superiore secondo me a morelli, perchè è semplice e piacevole, specie per iniziare.
Questi però sono spunti, a qui deve seguire però la pratica.
da "morto":
Quote:
si bene,io ho frequentato alcune palestre,sala pesi e anche un po di nuoto,occasioni buone per socializzare,ci provavo a socializzare,ci riuscivo a volte poco, a volte niente,ma comunque rimanevo lo stesso,cioe' lontano anni luce dagli altri,gli altri mi sovrastavano in ogni situazione,perche' quando ti trovi in eta' adulta ma dentro in pratica sei ancora un bambino,sei tagliato fuori,puoi trovare anche qualche "amico",ma tu sei sempre li' indietro con tutti i problemi che cio' comporta,contano troppo tutti gli anni sulle spalle passati in solitudine,passati senza vita,senza fare esperienze,non si cambia un'abitudine lunga 28 anni(la mia eta') quando vogliamo noi,purtroppo questa bestia si e' insinuata dentro me e ha trovato la sua casa e non c'e' verso di buttarla fuori..che metaforona! per dirla alla cali Very Happy
i tuoi consigli sono giusti,pero' nel mio caso non basta,gia' provato e riprovato,passato e presente,ma continuo a sbattere a un muro che evidentemente mi separa dalla normalita' da sempre e ormai credo anche per sempre
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da "infelice1":
Quote:
mettetevi nei miei panni: io che appena vedo una ragazza do la fuga cosa devo fare, mi iscrivo al gruppo giovanile del cai? a parte che se qualcuno venisse con me ci andrei pure... ma qua ci vogliono contatti, contatti sonanti cash cash cash, per iniziare ci vuole almeno qualche attacco, qualcuno con cui puoi parlare quando non sai con chi parlare quando tutti parlano e hai paura che se ne accorgano (che sei uno sfigato).
io di attività ancora in sospeso ce ne ho decine... tiro con l'arco, vela, canoa, un'arte marziale, stretching e pilates, plyometrics, CICLOTURISMO, TREKKING CON TENDE, CAMPEGGIO, e tutte quelle cose che richiedono non fobici o in alternativa qualcuno, almeno uno o due con cui andare nel gruppo grosso. questo è un pò il passaggio dalla teoria alla pratica... dipende dalla forza di volontà e dalla voglia di tirarsi sù,... e infatti... come ormai da copione quest'estate sono a casa.
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Avete sbagliato attività.
UN'attività per aiutari deve obbligarti a stare con le persone e ti aiuta a superare le paure perchè impari ad avere rapporti umani senza provare la solita paura. perchè non provi paura?perchè non sei in una situazione solita dovedevi essere "figo" ed "estroverso", cose che stimolano la vostra fobie e le vostre paure.
Il nuoto e la palestra sono sport solitari, in cui un introverso non è portato a stare con le persone.
Cose utili sono quelle che danno un senso di comunità, di squadra, che accomunano le persone che ci stanno e fanno sentire parte di un'unica grande cosa e a non sentirsi esclusi.
Ad esempio i giochi di squadra, come il calcio, il teatro, le associazioni di volontariato e la politica(specie nelle federazioni giovnanili)-->cose che uniscono le persone e le portano a stare insieme.
Il nuoto non porta a stare insieme, ma a misurarsi con l'acqua, dover fare uno spettacolo teatrale porta invece a misurarsi con le persone, a scioegliersi e ad abbattere la timidezza.
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29-07-2008, 08:00
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#19
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Principiante
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 89
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Anche io la penso come tutti voi, perchè non siamo malati, solo che come detto da JohnReds, noi al posto degli altri viviamo più nella nostra testa che fuori, e quindi questo ci porta anche a vedere le cose in modo distorto.
Mi spiego meglio, a volte stando con gli altri capita di pensare all'argomento di cui parlano gli altri ma non dire nulla, nella nostra mente tuttavia sarà come se avessimo detto qualcosa....
Quindi dovremmo sforzarci di più nel comunicare con gli altri, non cercando di mettersi una maschera e far vedere quello che non siamo o conformarci alla massa.
Dovremmo far capire agli altri come siamo ed accettarci prima noi stessi e poi gli altri ci accetteranno e se non lo fanno, vuol dire che non ci sono nostri amici!
P.S.: Aleydis questo forum nasce proprio per parlare di questi problemi, quindi hai fatto bene a sfogarti, perchè le altre persone non capirebbero quello che proviamo. L'unico consiglio che ti posso dare è quello di cercare ogni giorno di sconvolgere la propria vita remandogli contro, inseguendo i nostri sogni e la felicità pensando solo a quello.
Un consiglio che è difficile da applicare, ma si sa che per ottenere le cose belle bisogna guadagnarsele, infatti io da oggi scriverò a fine giornata su un bloc notes cosa ho fatto per raggiungere la felicità.
Se il block notes rimarrà bianco non potrà che essere colpa mia, perchè non ho provato nemmeno a inseguire i miei sogni, e non avrò scuse.
Spero di non essere stato noioso, e di aver dato qualche consiglio che possa servire a qualcosa.
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29-07-2008, 11:58
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#20
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Principiante
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 88
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Grazie a tutti per il sostegno...
E' vero tutto quello che avete detto...dovremmo pensare meno agli altri, a quello che potrebbero pensare di noi, dovremmo agire di più...buttarci, lottare contro noi stessi. Però è estenuante...fronteggiare costantemente l'ansia, cercare di frenarla...io a volte cerco anche di riderci sopra, e pensare che quello che penso io probabilmente non lo pensa nessuno e che sono soltanto ridicola...però non serve a molto. Magari se mi metto di buona volontà funziona per un pò, ma poi ricomincia di nuovo non appena mi succede qualcosa di non ordinario, quando devo fare qualcosa di nuovo...ed è davvero stancante! Io ci faccio i conti da anni, sicuramente da 5 almeno, ma solo adesso ho scoperto COSA mi succede.
Devo prima accettarlo...e devo cercare di non pensarci così spesso, di non fissarmi troppo. Ma deve partire tuto da me, questo è il punto.
Spero di essere forte abbastanza!
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