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24-12-2013, 00:36
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#1
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Avanzato
Qui dal: Dec 2013
Messaggi: 403
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Magari potresti parlare delle tue paure.
Silenzio.
Non sono morta. E' che quella domanda mi ha messo un po' in crisi. Una cosa è vivere con le mie paure, una cosa è spiegarle.
Come si può spiegare di aver paura di prendere in mano il telefono e chiamare qualcuno? Di scendere sotto casa e fare due passi dove ti conoscono più o meno quasi tutti e quindi non c'è davvero nessun pericolo insuperabile?
Di chiedere un'informazione a uno sconosciuto o di parlare con tua zia di qualsiasi cosa?
O ancora peggio? Di osservare foto di persone reali? Si può aver paura di una foto?
Di tutto e niente. Cioè, razionalmente posso ragionare e pensare che sto esagerando. Quindi analizzando i pro e i contro capisco che avere paura non ha senso. Ma il mio cuore, diciamo, non segue il cervello. E la paura mi blocca.
La fregatura è che nonostante queste paure sono normalissima e dietro la timidezza c'è davvero una personalità tutto sommato carina. Se anche trovo il coraggio di parlare delle mie paure, chi ho di fronte non le capisce e le sottovaluta facendomi così sentire una stupida. E sentendomi una stupida, mi comporto da tale.
Mi sento in colpa. Penso al passato, ai miei errori, a tutto ciò che c'è di male in me o che ho fatto. E più scendo in questi pensieri, più il mio comportamento diventa pessimo.
Purtroppo il tutto accade con quelle rare, più uniche che rare, persone che si avvicinano e tentano davvero di conoscere la vera me.
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24-12-2013, 00:52
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#2
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Esperto
Qui dal: Nov 2006
Ubicazione: Brianza
Messaggi: 1,484
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Secondo me hai fatto bene a provare a spiegarle
So che, per quanto per comodità clinica cercano di assoggettarci a delle categorie di disturbi, di problemi, di criticità, poi ognuno ha la sua storia, le sue suggestioni, rielabora soggettivamente una componente comune ad altri...
La razionalità non è molto d'aiuto, ad esempio le compulsioni fanno parte di una "lucida follia" in cui ti rendi conto di esagerare ma non riesci a farne a meno...
E anche l'evitamento funziona un po' così, in maniera spesso irrazionale, o certamente amplificata rispetto alla situazione reale.
Sensi di colpa? li conosco bene...ma da quando ho cercato di essere un attimo più indulgente con me stesso, le cose sono andate meglio. Certo, andare bene è ben altra cosa.
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24-12-2013, 02:12
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#3
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 2,275
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Vivere nel passato, nel rimpianto e nel ricordo è una caratteristica ricorrente da chi ha i nostri problemi. Bisogna invece fare le cose nel presente, imparare dai propri errori senza starci troppo male e continuare a vivere nel presente.
Le paure si superano affrontandole e si aumenta la loro potenza evitandole. Fai un passo alla volta, dal più semplice, vedrai che ne puoi uscire.
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24-12-2013, 03:19
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#4
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Si oddio, non si capisce molto da questo, è abbastanza criptica, secondo me dovresti ironizzare su queste cose con gli altri e con te stessa fare i conti di che significano questa paure.
Ti devi conoscere.
Nessuno può capire cosa senti.
Io questa cosa di doversi capire non l'ho mai apprezzata, sa di obbligo morale, se una persona ti accetta e ti rispetta, si sta bene insieme per non si sa quale motivo misterioso consideralo sufficiente, perchè quasi sempre quando pensiamo che ci capiscano è una nostra fantasia anche quella, quasi sempre legata a pessima autostima e ancora meno visione corretta della realtà.
ti faccio una analisi del tuo discorso.
Magari potresti parlare delle tue paure.
Silenzio.
Non sono morta. E' che quella domanda mi ha messo un po' in crisi. Una cosa è vivere con le mie paure, una cosa è spiegarle.
traduzione: una cosa è affrontare le paure, una cosa è non affrontarle.
Come si può spiegare di aver paura di prendere in mano il telefono e chiamare qualcuno? Di scendere sotto casa e fare due passi dove ti conoscono più o meno quasi tutti e quindi non c'è davvero nessun pericolo insuperabile?
Di chiedere un'informazione a uno sconosciuto o di parlare con tua zia di qualsiasi cosa?
paura di essere non considerata, paura di essere giudicata, paura di essere osservata, paura di essere vista dentro e non piacere.
O ancora peggio? Di osservare foto di persone reali? Si può aver paura di una foto?
peggio questo che affrontare gente vera?
le foto sono raffigurazioni di persone reali, ma non le persone reali.
forse è paura del ricordo, paura di vivere nel rimpianto e non avere la forza di affrontare il mondo interiore che ti opprime.
la foto non rappresenta le realtà, ti sembra insolitamente fasulla e crudele, non riesci a riconoscerle perchè hai esigenza di essere compresa come persona nella tua interezza e non in una rappresentazione e nell'attimo in cui ci si mette in posa o si cattura quell'istante che non ci appartiene mai veramente.
Di tutto e niente. Cioè, razionalmente posso ragionare e pensare che sto esagerando. Quindi analizzando i pro e i contro capisco che avere paura non ha senso. Ma il mio cuore, diciamo, non segue il cervello. E la paura mi blocca.
è il cervello che blocca il tuo cuore, non il contrario.
La fregatura è che nonostante queste paure sono normalissima e dietro la timidezza c'è davvero una personalità tutto sommato carina. Se anche trovo il coraggio di parlare delle mie paure, chi ho di fronte non le capisce e le sottovaluta facendomi così sentire una stupida. E sentendomi una stupida, mi comporto da tale.
stai traslando un tuoi problema sugli altri, apettando che comprendano un tuo personale sentire e immaginando che diano fastidio mille cose di te che probabilmente nepoure notano più di tanto, quando probabilmente ciò che accade è che le persone percepiscono un tuo disagio e relativa necessità di evitarle per sopprimerlo, tutto sommato fanno quello che tu chiedi a loro, allontanarsi per eliminare la frustrazione, l'ansia e l'insicurezza.,
Mi sento in colpa. Penso al passato, ai miei errori, a tutto ciò che c'è di male in me o che ho fatto. E più scendo in questi pensieri, più il mio comportamento diventa pessimo.
Purtroppo il tutto accade con quelle rare, più uniche che rare, persone che si avvicinano e tentano davvero di conoscere la vera me.
Che mai avrai fatto? hai ammazzato qualcuno? andiamo.
Ti senti in colpa perchè non riesci ad affrontare tutto questo, non prendi coraggio, il passato è un rifugioi, una scusa che si cerca.
Nessuno che ti conosce domani ha la minima idea o interesse del tuo passato, conosce te, in quel momento, in quell'istante o proiezioni di quel che vede in te.
E a nessuno pesa il tuo passato come non sente male se è tua la gamba o il dente che duole.
Associ qualcosa di negativo come quando dici "comportamento pessimo" alle poche, anzi rare, anzi unica che ti si avvicina e cerca di comprenderti, probabilmente perchè non vuoi affatto essere compresa.
Il passato lo dovresti affrontare bene, ti rifiuti di affrontarlo per me.
C'è del torbido ad intuito, io direi che fa male entrarci e chiunque ci provi prima che lo faccia tu, non ne uscirà bene, potete farlo insieme, si fanno insieme queste cose.
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24-12-2013, 03:45
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#5
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 2,275
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Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Si oddio, non si capisce molto da questo, è abbastanza criptica
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La tua risposta mi ricorda la poesia ermetica. Tipo il passo seguente:
Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Il passato lo dovresti affrontare bene, ti rifiuti di affrontarlo per me.
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Criptico... Una parafrasi dell'intero post mi farebbe piacere.
Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
C'è del torbido ad intuito, io direi che fa male entrarci e chiunque ci provi prima che lo faccia tu, non ne uscirà bene, potete farlo insieme, si fanno insieme queste cose.
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E' sicuramente torbido....
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24-12-2013, 04:19
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#6
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Il passato è pesante quando riteniamo che ci abbia condizionato il presente.
A volte ci sono situazioni realmente drammatiche che lasciano un segno, non c'è dubbio.
Ma capita che ci si ossessioni perchè il passato quando pesa, è come se rovinasse irremidiabilmente, o macchiasse indelebilmente una purezza che immaginavamo esistere al nostro interno.
E' quasi sempre qualcosa che ha a che fare con una mancata capacità di uscire da pensieri infantili e regressivi e affrontare le difficoltà in maniera dinamica e concreta.
Ci si blocca perchè si ha un trauma, non si sa come superlarlo (accettarlo) e si entra in stallo e in condizione di non allinemanto ed equilibro tra le nostre componenti, diciamo pure di conflitto.
Ciò che non si accetta è che si sia cambiati rispetto ad una immagine fantastica di noi stessi che rimane per l'inconscio immutabile, non lo si accetta e si trovano giustificazioni e fantasie per rimanere in una situzione immutabile.
Ma questo fa più male in realtà che mutare pelle e riallinerarsi al passato superandolo, considerandolo un percorso nuovo da intraprendere partendo da questo o quell'evento negativo.
Il conflitto non è tra presente, passato e futuro, ma tra una componente che è immortale e immutabile e una componente che è costretta a mutare continuamente nostro malgrado.
L'asia e l'angoscia che ne derivano sono a tutti gli effetti sensi di colpa perchè siamo incapaci di affrontare la vita con una immagine disallineata tra ciò che pensiamo di noi come fantasia accomodante, e ciò che siamo quando il passato ci segna.
Ci invitano a cambiare, avvisano di un guasto, di un problema, a diventare diversi, a muitare pelle e a trovare nuove strade per soddisfare le istanze nascoste dentro di noi in equilibrio con quanto ci è concesso fare a livello razionale.
Elaborare il passato non è affato facile, però penso sia utile capire che non è questo o quell'evento che ci segna, ma il voler rimanere legati a quel che eravamo prima, non accorgersi che non lo si è più per forza, e non c'è modo di tornare in quella situazione mentale.
Giustamente si dice che bisogna andare avanti, perchè è esattametne un modo di dire che coglie il significato di quel che è necessario fare.
Noi non siamo una persona sola nel corso della nostra vita, siamo tante persone, e viviamo tante vite in effetti, questa vite rimangono in contatto, e devono equilibrarsi, quando una di queste personalità ci fa soffrire, va abbandonata, messa in un angolo.
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Ultima modifica di ANTIMATERIA; 24-12-2013 a 04:28.
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24-12-2013, 04:25
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#7
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 2,275
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Non ho capito nulla, ma lascia stare, sono stupido io.
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24-12-2013, 09:03
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#8
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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In effetti non si capisce molto delle tue paure, ansia o paura di essere giudicati o ancora sentimenti di inferiorità o inadeguatezza, ossessioni o estrema tristezza, fobia o pensieri intrusivi
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24-12-2013, 09:23
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#9
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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Quote:
Originariamente inviata da Ippo
Magari potresti parlare delle tue paure.
Silenzio.
Non sono morta. E' che quella domanda mi ha messo un po' in crisi. Una cosa è vivere con le mie paure, una cosa è spiegarle.
Come si può spiegare di aver paura di prendere in mano il telefono e chiamare qualcuno? Di scendere sotto casa e fare due passi dove ti conoscono più o meno quasi tutti e quindi non c'è davvero nessun pericolo insuperabile?
Di chiedere un'informazione a uno sconosciuto o di parlare con tua zia di qualsiasi cosa?
O ancora peggio? Di osservare foto di persone reali? Si può aver paura di una foto?
Di tutto e niente. Cioè, razionalmente posso ragionare e pensare che sto esagerando. Quindi analizzando i pro e i contro capisco che avere paura non ha senso. Ma il mio cuore, diciamo, non segue il cervello. E la paura mi blocca.
La fregatura è che nonostante queste paure sono normalissima e dietro la timidezza c'è davvero una personalità tutto sommato carina. Se anche trovo il coraggio di parlare delle mie paure, chi ho di fronte non le capisce e le sottovaluta facendomi così sentire una stupida. E sentendomi una stupida, mi comporto da tale.
Mi sento in colpa. Penso al passato, ai miei errori, a tutto ciò che c'è di male in me o che ho fatto. E più scendo in questi pensieri, più il mio comportamento diventa pessimo.
Purtroppo il tutto accade con quelle rare, più uniche che rare, persone che si avvicinano e tentano davvero di conoscere la vera me.
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parlarne e cercare di analizzare le paure penso serva a depotenziarne gli effetti...
ma boh, non so niente di psicologi e quelle robe lì mangiasoldi non vorrei aver detto una vaccata
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24-12-2013, 10:11
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#10
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,964
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Quote:
Originariamente inviata da Ippo
Magari potresti parlare delle tue paure.
Silenzio.
Non sono morta. E' che quella domanda mi ha messo un po' in crisi. Una cosa è vivere con le mie paure, una cosa è spiegarle.
Come si può spiegare di aver paura di prendere in mano il telefono e chiamare qualcuno? Di scendere sotto casa e fare due passi dove ti conoscono più o meno quasi tutti e quindi non c'è davvero nessun pericolo insuperabile?
Di chiedere un'informazione a uno sconosciuto o di parlare con tua zia di qualsiasi cosa?
O ancora peggio? Di osservare foto di persone reali? Si può aver paura di una foto?
Di tutto e niente. Cioè, razionalmente posso ragionare e pensare che sto esagerando. Quindi analizzando i pro e i contro capisco che avere paura non ha senso. Ma il mio cuore, diciamo, non segue il cervello. E la paura mi blocca.
La fregatura è che nonostante queste paure sono normalissima e dietro la timidezza c'è davvero una personalità tutto sommato carina. Se anche trovo il coraggio di parlare delle mie paure, chi ho di fronte non le capisce e le sottovaluta facendomi così sentire una stupida. E sentendomi una stupida, mi comporto da tale.
Mi sento in colpa. Penso al passato, ai miei errori, a tutto ciò che c'è di male in me o che ho fatto. E più scendo in questi pensieri, più il mio comportamento diventa pessimo.
Purtroppo il tutto accade con quelle rare, più uniche che rare, persone che si avvicinano e tentano davvero di conoscere la vera me.
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Mi ci sono voluti 30 anni e una depressione da manuale,per scoprire che "gli altri",quelli con cui ci confrontiamo,quelli che "non possono capire", in fondo,chi più chi meno, sono tutti pieni di paure.Magari un po' diverse dalle nostre,o magari hanno un carattere che ha permesso loro di affrontarle e superarle.Ma non è così vero che non capiscono.
Pensa a questo.L'abisso che la nostra testa ci fa credere che esista fra noi e i "normali",non c'è.Nessuno è nato imparato, per nessuno la vita è facile.Le paure irrazionali le hanno praticamente tutti.Anche,anzi soprattutto,chi ostenta sicurezza.
In questi mesi ho parlato a tutti della mia fobia sociale,e nessuno mi ha detto "boh,io non capisco sta roba".Il giudizio degli altri pesa sulle spalle di tutti.Forse sono solo più bravi a trovare le strategie per conviverci.Ti auguro di trovarle.
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24-12-2013, 13:20
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#11
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Esperto
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 1,308
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Claire, ma sei sicura di questa cosa? Perchè io e tutta la vita che vengo discriminato. Va bene, qualcuno a destra e a manca che ha cercato di starmi vicino c'è stato, ma ormai è andato e comunque a 30 anni (la nostra età) è molto peggio. Comunque tu sei una donna, non mi dire che non fa differenza, perchè se io mi mostro debole divento uno scarto.
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24-12-2013, 14:47
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#12
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Tu sei uomo, come uomo non puoi avere questi problemi, se li ha una donna suscita una certa tenerezza, se li hai te susciti un certo schifo.
Però c'è anche il rovescio della medaglia e cioè che qualcuno di loro si apporfitta in fase di debolezza, mentre a te non capita e non ti devi gestire in fase negativa tutto lo stress da relazioni umane, ammiccamenti e altre boiate.
Fai la tua vita solo nel bene e nel male, libero diciamo, nessuno ti viene a cercare più di tanto e non ti chiede un cacchio nessuno, è perfetto per certi versi.
E' molto comune nella vita avere delle difficoltà, c'è un numero spropositato di persone che assumono qualcosa per andare avanti, fanno dei periodi di terapia, anche fra gli insospettabili, io siccome non mi vergogno di essere depresso, lo dico qui e là e trovo centinaia di persone che hanno fasi di merda.
Però hanno più carattere, esteriormente la nascondono, non influisce troppo sulla loro vita.
Per me la grande differenza è quando ti colpisce, se arriva tardi, quando ti ha permesso di costruirti una vita è diverso dal non aver mai potuto essre libero neanche da ragazzo da problematiche e sofferenze.
E secondo me la differenza sono la rete degli affetti, è un salvagente, altro che lavoro e aspirazioni professionali.
Se le persone sono sole, è difficile migliorarsi, da soli per me non si riesce, devi occuparti delgi altri, non di te stesso sostanzialmente, è troppo difficile occuparsi di se stessi solamente.
Per quanto riguarda capirsi, il mio sospetto è che quando si chiede questo, si chiede di essere salvati, che qualcuno arrivi e ci risolva il problema che è nostro.
Parlarne non risolve, uno che ti dice "si ho capito" non risolve.
Essere abbracciati, avere qualcuno che ti accompagna a fare le cose che non riesci aiuta.
Ma rimane che devi riuscire a cambiarti, a mettere almeno una facciata forte, dentro puoi avere le tue fragiilità, qualcosa di fragile hanno tutti.
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Ultima modifica di ANTIMATERIA; 24-12-2013 a 14:50.
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24-12-2013, 15:09
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#13
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Quote:
Originariamente inviata da Ippo
La fregatura è che nonostante queste paure sono normalissima e dietro la timidezza c'è davvero una personalità tutto sommato carina. Se anche trovo il coraggio di parlare delle mie paure, chi ho di fronte non le capisce e le sottovaluta facendomi così sentire una stupida. E sentendomi una stupida, mi comporto da tale.
Mi sento in colpa. Penso al passato, ai miei errori, a tutto ciò che c'è di male in me o che ho fatto. E più scendo in questi pensieri, più il mio comportamento diventa pessimo.
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La cosa mi riguarda, perché in tutti questi anni non ho ancora trovato una persona (o forse il coraggio) a cui confidare le mie paure più profonde e le mie peggiori miserie. Sono sempre arrivato a quel punto di rottura dove ho l'impressione che tra me e l'altra persona ci sia comunque una distanza incolmabile, che ci separi un'abisso di incomprensione.
Sono sempre rimasto, diciamo, ad un livello di sicurezza dove non era possibile raggiungermi e così essere deriso e svilito per quello che ero o magari etichettato come paranoico e debole.
Però ho capito, osservano le persone, che spesso dietro le manifestazioni di ostentata sicurezza, machismo, spavalderia o voce alta si nasconde la paura di scoprirsi nelle proprie debolezze,il non volerle mettere a nudo, il non mostrarsi fragili e sprovveduti davanti alla propria vita. Tutti meccanismi di difesa di chi vuole tenere a bada, sempre, la voce della propria coscienza.
Comunque sono sempre fiducioso che prima o poi qualcuno che mi comprenda incontrerò non oggi, non domani. Forse deve ancora nascere.
Quote:
Originariamente inviata da Ippo
Purtroppo il tutto accade con quelle rare, più uniche che rare, persone che si avvicinano e tentano davvero di conoscere la vera me.
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Forse perché, capitando così raramente, non si arriva "allenati" alla situazione in questione e quindi si resta impreparati.
Ho notato che alcune persone mi cercano. Nel senso che si accorgono che dietro il mio silenzio, la mia solitudine, la mia timidezza si nasconde un qualcosa (che potrebbe non essere necessariamente prezioso) che vorrebbero scoprire.
E io mi trovo nella difficile situazione di non poter dare la fiducia che vorrebbero e che molti danno per scontata. Proprio non ci riesco.
E dunque rimangono delusi dalla quella distanza che pongo tra me e loro, magari non la chiamano così però la sentono.
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24-12-2013, 15:45
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#14
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Dovreste smetterla di vedere le persone come una sola.
Il problema di chi soffre è solamente che si identifica con una personalità, rimane aggrappato per svariati motivi, e si identifica con un certo masochismo in una personalità soffertente e bisognosa di aiuto e comprensione.
Tutti hanno avuto bisogno di affetto e comprensione nella loro vita, nessuno potrà mai non capire del tutto di cosa parlate.
La paura è qualcosa conosciuta dagli esseri umani in tutti i tempi, una paranoia collettiva inevitabile.
Perchè cavolo pensate abbiano tanto fascino i film horror nella fase dell'adolescenza?
Rappresentano riti di passaggio delle paure infantili, sono una necessaria sfida e il mercato ci gioca per fare soldi, sulla fragilità dell'adolescente di non essere sicuro di saperlo fare.
Quello che non capiscono è cosa vi aspettiate da loro, perchè neanche voi lo sapete, neanche voi sapete chiederlo e la gente in realtà non ha la minima idea di come vivere, non è scritto nel dna, va a tentoni, sbaglia, rimedia, ci prova.
Reagiamo diversamente nelle stesse situazioni e facendo 100 vite ne faremmo 100 diverse.
Non c'è solo una persona in noi, l'identificazione è una vera e propria tregedia e ossessione.
Consolatoria purtroppo, finchè non vi ha rovinato tanto la vita da non funzionare più neanche come placebo.
Se il proprio problema è pensare di non essere accettato al punto da aver paura anche solo di parlare di certe cose che ha dentro, cosa c'entrano gli altri? che mai possono fare se il motivo di questo pensiero è identificarsi con l'incompreso? con il reietto? che altre conseguenze potremmo mai avere, se non ciò che è nelle premesse del nostro atteggiamento psicologico?
Anche da punto di vista pratico secondo me è sopravvalutata queste esigenza di parlare di se stessi a persone che non hanno gli strumenti per gestire rapporti con persone problematiche, la maggior parte della gente è semplice, ha superato le difficoltà stringendo i denti, non ha ceduto, e questa è la ricetta che conosce, provate anche ad ascoltarla come un buon suggerimento.
Anche voi dovreste cercare di fare emergere una personalità che semplicemente parla del più e del meno e si interessa di cose semplici della vita di tutti i giorni quando vi relazionate con gli altri.
Vi accorgereste che probabilmente è proprio così che si affrontano le paure, dimenticandosi del loro peso eccessivo, scacciandole, non occupandosi di loro ogni momento della giornata.
Emil devi accettare una cosa di te che non vuoi dire, è dura, ma necessaria.
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24-12-2013, 15:46
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#15
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Per me la grande differenza è quando ti colpisce, se arriva tardi, quando ti ha permesso di costruirti una vita è diverso dal non aver mai potuto essre libero neanche da ragazzo da problematiche e sofferenze.
E secondo me la differenza sono la rete degli affetti, è un salvagente, altro che lavoro e aspirazioni professionali.
Se le persone sono sole, è difficile migliorarsi, da soli per me non si riesce, devi occuparti delgi altri, non di te stesso sostanzialmente, è troppo difficile occuparsi di se stessi solamente.
Per quanto riguarda capirsi, il mio sospetto è che quando si chiede questo, si chiede di essere salvati, che qualcuno arrivi e ci risolva il problema che è nostro.
Parlarne non risolve, uno che ti dice "si ho capito" non risolve.
Essere abbracciati, avere qualcuno che ti accompagna a fare le cose che non riesci aiuta.
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Quoto le parti più importati per me.
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24-12-2013, 16:42
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#16
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Perchè quello che in effetti stenta a capire la gente è che avendo bloccato la tua crescita naturale, essendoti chiuso, non hai maturato gli strumenti per affrontare un sacco di cose che per gli altri sono scontate e acquisite ormai nella struttura genetica, sei rimasto indietro, sai di difettoso, però non vuol dire non avere delle cose apprezzabili, questo è il grosso errore che si commette, di sminuire questa esperienza fino a darle un valore nullo e anche pensare che non sia possbile porvi rimedio, utlizzarla in maniera positiva.
Io ho una mia convinzione: che l'angoscia e l'ansia entrino in gioco pensantemente (è il disocorso che prima un utente non aveva capito, ma è perchè non mi è facile spiegarlo) nel momento in cui ci si accorge di questo blocco e ciò che la nostra fantasia, la nostra immagine di noi stessi nel presente e nel futuro, si scontra con una realtà traumatica che agisce a livello di paralisi della nostra personalità e finisce per fossilizzarla in una identificazione con una personalità sofferente e malata o di altro genere, ma sempre in contrasto con aspettative e sogni che avevamo.
E una predisposizione perchè l'autostima, il controllo della gestione della tua vita, se non ce l'hai si vede già da bambini, ma è sfortuna che gli eventi traumatici e negativi intervengano in una fase o in un'altra, destino insomma.
Questo genera un senso di colpa che è un segnale di allarme, un tentativo delle mente di indurti alla reazione, ma è anche una meccanica naturale che dovrebbe segnalare un pericolo, per questo è difficile da comprendere, perchè agisce su due livelli, potenzialmente utile alla persona, segnala pericoli inesistenti, elaborati come fantasia, dovuti alla identificazione con un personaggio perseguitato, sfortunato e incompreso.
Non riuscendo ad affrontare queste sensazioni negative (perchè arriva troppo presto, prima di avere il carattere giusto per gestire queste cose) e nemmeno a spiegarle (perchè non razionali), si alimentano nel tempo, si cronicizzano in una fase in cui è necessario più che mai sviluppare una personalità positiva, ottimista e operosa, allora entri in una spirale di sofferenza e di rifiuto di se stessi, direi di odio, di disprezzo.
Il motivo per il quale non dovremmo preoccuparci troppo di come siamo fatti è molto semplice: si tende a traslare fuori di noi ciò che siamo dentro, ora se un persona non ha le tue problematiche, non ha neanche bisogno di una persona vicina che l'aiuti ad affrontarle, o almeno non nelle medesime forme e paradossi, poichè di solito ci si trova tra simili, e le esperienze e la gestione delle stesse sono diverse, ma non del tutto aliene.
Dunque quale problema pratico dovrebbe rappresentare avere per amico, conoscente o anche amante persona con determinate problematiche?
Nessuna, ci sono mille ragioni per le quali questo possa piacere.
Esattamente come voi non vi preoccupate minimamente di come sono fatti gli altri, nessuno ha questa capacità di entrare nella vostra testa e scardinarla, ciò che ci fa stare bene delle persone non sono analisi così profonde delle loro meccaniche, sono sensazioni di pelle, intime, molto naturali ed istintive.
Se c'è un blocco verso questa apertura, questa fiducia irrazionale che è l'empatia, l'amore, queste energie che scorrono tra le persone, non potrete mai sentire che il cuore si libera dall'oppressione dell'angoscia.
Vi difende da pericoli che non esistono, pericoli di essere rifiutati, pericoli di esser dersisi, di essere incompresi.
Come se fosse questo lo scopo nella vita, la reciproca comprensione, un percorso prestabilito di immacolata perfezione, e non un un viaggio compiuto con curiosità verso l'ignoto.
Secondo me va capito che identificarsi con una persona sofferente, non può portare ad altro che sofferenza, è logico che accada, inevitabile.
Probabilmente si attua questa meccanica per non soffrire inizialmente, in una fase in cui si è giovani, in cui è possbile farlo senza che appaia evidente che cosa si ta facendo.
E' per questa spiacevole congettura del destino che si rimane ancorati, nell'abito sbagliato, al momento sbagliato, nel posto sbagliato.
Purtroppo non è qualcosa che funziona, è un errore a cui si deve rimediare.
Si vive la vita di un altra persona, una persona che non siete voi veramente.
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Ultima modifica di ANTIMATERIA; 24-12-2013 a 16:44.
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24-12-2013, 18:44
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#17
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 2,275
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Ippo non ha più risposto, ve ne siete accorti? E ci credo dato la piega che ha preso il suo trhead...
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24-12-2013, 19:21
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#18
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Le persone sono comunque tutte sole, chi soffre lo è di più perché non troverà nessuno che lo comprenda fino in fondo che insieme a lui in simbiosi lo porti lontano dalla sofferenza per creare una duale isola nella quale nascondersi e proteggersi.
Certo per relazionarsi e provare quell'amicizia profonda fatta dalla leggerezza dell'essere, empatia o feeling secondo me bisogna stare decentemente bene. Poi successivamente acquistare una certa consapevolezza e accettazione della nostra fragilità e vacuità.
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24-12-2013, 19:27
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#19
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Quote:
Originariamente inviata da Kody
Ippo non ha più risposto, ve ne siete accorti? E ci credo dato la piega che ha preso il suo trhead...
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Mi associo al commento...
Comunque queste discussioni ti trascinano .. specialmente stasera..
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24-12-2013, 19:55
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#20
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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E' un buon segno se non risponde, vuol dire che sta facendo qualcosa di decente, tipo sesso selvaggio magari.
Il fatto è che anche se trovi questa persona che ti capisce e ti comprende e fai il rapporto di simbiosi non risolvi lo stesso, alla fine è un rimandare anche quello.
Andrebbe fatto un percorso per non avere più paure, angoscia e altro e per certi versi se non sei a fondo non lo fai, avere qualcuno che ti sostiene ti impedisce di vedere come sei messo realmente, cosa che prima o dopo salta fuori lo stesso.
Siccome però quando sei isolato da un pezzo è anche più difficile fare un percorso, l'ideale per me, ma con il senno di poi ci arrivo, è quando trovi una persona giusta, non crogiolarti e fare in ogni caso la tua strada personale.
Queste tappe qui le ho fatte tutte, non ne ho imbroccata una.
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