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04-02-2013, 01:22
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#1
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Principiante
Qui dal: Apr 2011
Messaggi: 26
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In un periodo in cui inizio a prendere coscienza della mia situazione, tutt'altro che positiva poichè sono andato incontro a tre esaurimenti nervosi, con successivi ricoveri, e negli ultimi sei anni ho fatto sei miseri esami all'università.
Non posso fare a meno di rendermi conto di come spesso le figure genitoriali abbiano inciso in negativo sulla mia persona.
Parlo a titolo personale: io mi ritengo una persona vulnerabile (fragile) e sensibile, oltre che profondamente buona, almeno queste sembrerebbero le mie qualità.
Tuttavia sono bloccato emotivamente, e l'ansia si è sempre sostituita alle manifestazioni d'affetto, seppure ho sempre ritenuto le amicizie una delle più belle cose ed ho stimato molto tutti quelli che sono andati avanti con lo spirito di condivisione tipico dell'amicizia fraterna e che si dimostrano affettuosi, cosa sempre più rara.
Ma cosa dire di genitori che l'affetto non sanno nemmeno dove sia di casa?
Come si può pretendere di crescere un figlio impartendo semplicemente rigide norme, senza mostrare un benchè minimo attaccamento, un interesse per le attività del figlio, ricordo che quando giocavo a pallacanestro mia madre si lamentava persino di dovermi accompagnare.
Sono in un periodo difficile, e credo che uscirne da solo sarà complicatissimo, ma mia madre, bipolare anche lei è arrivata al culmine dei comportamenti.
In buona sostanza non mi parla più a causa delle mie problematiche (depressione, inattività), non ha mai fatto gesti di accudimento nei miei confronti dalla nascita dei miei fratelli in poi ha praticamente interrotto il suo dialogo con me, tutta concentrata nelle sue continue lamentele e disapprovazioni.
Oggi mi sento solo come un cane, per di più senza l'aiuto di una famiglia dalla quale mi sento sempre più estraneo.
E voi in che rapposrto siete con i vostri genitori?
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04-02-2013, 01:54
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#2
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Avanzato
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: Provincia di Asti
Messaggi: 448
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Beh hai ragione, anchio con i miei soprattutto cn mio padre ho un rapporto molto superficiale, loro sono all'intica e bigotti (purtroppo anche mia sorella di 30 anni, eterna bambina, insicura, incapace di farsi una vita, imprigionata dalle idee della setta religiosa e cosa più grave nemmeno consapevole della sua situazione e di come sia messa male.... si che vive un disagio ma ha un animo così infantile e condizionato dalla religione che nn riesce a vedersi, confrontarsi cn gli altri e migliorarsi... nn se la sa cavare in niente da sola.... ha un insicurezza ed un infantilità disarmanti) e non posso essere me stesso in casa cn loro, confidarmi come si dovrebbe, affetto.... c'è molta passività.... io vorrei comportarmi diversamente cn loro, ma loro hanno sempre qualcosa da ridìre e nn posso essere me stesso. Non ho il rapporto che dovrei avere... mi sento quasi un estraneo in casa. Purtroppo penso che molto del mio carattere chiuso e ansioso sia dovuto al loro modo di crescermi, pieno di regole, di rigidità, di scarsissima vita sociale.... ci credo che sono venuto chiuso ed insicuro. Il carattere te lo fai dall'infanzia, se hai una famiglia aperta e cresci in mezzo alla gente vieni sù estroverso, se cresci con una famiglia chiusa, all'antica, con poco dialogo e sei sempre solo in casa cn loro, è ovvio che diventi timido ed insicuro fin da piccolo. E' nell'infanzia e adolescenza che si forma il carattere.... è importante almeno esserne consapevoli e cercare di migliorarsi e diventare almeno un po' più aperti.... trovare persone che ti apprezzano x come sei, ti capiscono, cn cui ti puoi confidare, aprire, essere te stesso e stare bene come possono essere una ragazza o un ragazzo a seconda dei casi fa molto bene ed aiuta ad essere più espansivi ed aprirsi. Il problema è che soprattutto x noi timidi è un impresa trovare delle persone così.
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Ultima modifica di Dani93; 04-02-2013 a 01:58.
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04-02-2013, 02:07
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#3
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Principiante
Qui dal: Apr 2011
Messaggi: 26
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Grazie, mi conforta un po' sapere che non sono un caso unico. Spesso sono stato infantile nei miei comportamenti, credevo utopisticamente e un po' ingenuamente che ci avrebbe pensato qualcun'altro, che le cose sarebbero prima o poi cambiate in casa; in fondo trovare la forza di costruire qualcosa è sempre difficile quando poi non sai con chi condividerla, i tuoi famigliari in primis.
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04-02-2013, 02:26
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#4
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Esperto
Qui dal: Oct 2010
Ubicazione: out
Messaggi: 4,345
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quando penso a mia madre penso a una piccola dittatrice fascista,mio padre un poco di buono che non ha saputo tenere insieme una famiglia,per cui mandato a spasso e inesistente come figura paterna.
non credo di poter affermare di aver avuto dei veri e propri genitori,quando una famiglia va a rotoli e ci sono troppi casini,tipo una serie di personaggi con cui dover convivere perchè mia madre quando si disinnamora cambia uomo,finchè poteva,si perde il senso (molti sensi) di crescere un figlio con amore,sicuramente un educatrice lo è stata,a modo suo,un po troppo a modo suo,è questo il problema,crescere figli non è un lavoro,che finito il compito si ha la coscienza in pace e si puo passare a quello che piu piace fare,è anche dimostare interesse,i miei se ne sono sempre sbattuti della mia esistenza,e io ho imparato ben presto a cavarmela da solo,il che ha significato cominciare a ribellarmi alle sue scelte da subito dopo il divorzio,nell'incapacità di far valere la mia opinione di bambino,ad esempio,scappavo di casa per andare a trovare mio papà e non so perchè visto che non si faceva mai sentire,dopo le elementari volevo poter restare a fare le medie al mio quartiere con gli altri amici di infanzia,non sono bastati mille pianti,è stato deciso di mettermi in collegio per tre anni,ma contro la mia volontà,non perchè avevo chissa che problemi a scuola,ma perchè lei non mi voleva in casa,e via cosi,mia nonna scappata in america,mia sorella via all'università,io credo che la timidezza mia sia solo uno dei tanti aspetti e ramificazioni di un problema piu grande e principale che purtroppo troppi sono vittime, solitudine,chiusura,mancanza di affetto,sviluppando aggressività,sfiducia negli altri,timidezza nel momento in cui rompi il guscio e ti apri
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04-02-2013, 03:40
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#5
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Papuasia
Messaggi: 671
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Il titolo esatto di questo topic: le colpe dei genitori ricadono sui propri figli.
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04-02-2013, 17:58
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#6
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Esperto
Qui dal: Jan 2013
Messaggi: 736
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Sicuramente i miei problemi sociali derivano in massima parte da quelli dei miei genitori, coppia di persone davvero alienate e isolate dal mondo oltre che polemiche, vendicative e misantropiche oltre ogni limite.
Per dirvene una che vi renda l'idea di come sono: la mia attuale ragazza, in cinque anni, l'hanno vista UNA volta. Una volta unica, pur abitando ad appena 3 km di distanza da noi. E non l'hanno mai, mai, mai fatta entrare una sola volta in casa.
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04-02-2013, 18:05
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#7
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Banned
Qui dal: Jan 2013
Ubicazione: Nord
Messaggi: 538
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Purtroppo i genitori,molte volte,la maggioranza delle volte,han non poche colpe,nella crescita emotiva della prole,di sicuro c'e una predisposizione individuale al proprio essere.Ma l'ambiente familiare influisce.
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