Ricordo in soggiorno,dopo pranzo,mio padre che incassava questa pila di vinili su una sedia che ancora conservo.Avrò avuto 4-5 anni,ero felice di trovarmi lì,erano le domeniche...quelle che non avrei più ritrovato:
Ricordo quanto sentivo ruvida
la tua mano sulla mia
il giorno del mio matrimonio
e le lacrime piante sulla mia spalla
non potevo squagliarmela
mi sono capitate tante cose
che non riesco a capire
tutto ciò a cui riesco a pensare
è quando a cinque anni ti seguivo sulla spiaggia
calpestando le tue impronte sulla sabbia
cercando di camminare come un uomo
A fianco della nostra Signora delle Rose
abbiamo vissuto all’ombra degli olmi
mi ricordo la mamma che trascinava
me e mia sorella su per la strada fino alla chiesa
ogni volta che sentiva quelle campane per un matrimonio
sembreranno mai più così felici
il bello sposo e la sua sposa
come mentre salgono in quella lunga limousine nera
per il loro viaggio misterioso
beh, stasera tu ti allontani un passo da me
e rimango da solo all’altare
e mentre guardo la mia sposa venire verso di me prego
di avere la forza di camminare come un uomo
Ora gli anni sono passati e sono cresciuto
da quel seme che hai piantato
ma non credevo che ci sarebbero stati così tanti passi
che avrei dovuto imparare a fare da solo
io ero giovane e non sapevo cosa fare
quando vedevo che ti venivano rubati i tuoi passi migliori
ora farò quello che posso
camminerò come un uomo
e continuerò a camminare”.
Mi ritrovo a riascoltare questa canzone,tanti anni sono passati e non so come...ma alla fine riesco,adesso, a capire ciò che mi voleva dire ,mi sembra che tutto stia ritrovando il suo posto:la vita non è un racconto,non ha linearità,non ci sono funzioni o scopi preposti a,tutto si muove in maniera perfettamente circolare,come sempre e per sempre.