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02-12-2014, 19:27
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#61
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Esperto
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,700
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Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
Però se si reputa un modo di pensare arrogante, troverei coerente non usare la stessa arroganza nello sminuirlo affermando che non è "ragionare".
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Questa è una buona osservazione Hai ragione infatti, purtroppo ho ripreso lo stesso carattere sanguigno ed orgoglioso di mio padre e ci sono volte in cui fatico seriamente a tenerlo a freno...nella quotidianità so controllarmi molto bene ma almeno qui (specie considerando che tra i motivi che mi spingono ad utilizzare questo forum c'è quello dell'esigenza di sfogarmi) mi viene da lasciarmi andare maggiormente, anche se non sempre le conseguenze sono felici
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02-12-2014, 19:47
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#62
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 14,188
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Si 7/7
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03-12-2014, 02:10
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#63
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 4,017
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Dipende, questo è un pregiudizio, ovvero il fatto che lo stato delle emozioni dipenda dal tipo di vita che si conduce e dalle soddisfazioni materiali...tra i più famosi motivational speaker c'é persino un tale che è focomelico dalla nascita, un altro che è cresciuto in un orfanotrofio...quanti di noi sono stati così "sfigati"? Direi nessuno, eppure amiamo pensare di remare contro difficoltà materiali insormontabili e che siano queste le sole responsabili del nostro pensare negativamente.
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Non lo so... non penso più neppure che sia una questione di sfiga... ma piuttosto che non ho la più pallida idea di come gli altri riescano a condurre delle vite equilibrate... semplicemente c'è qualcosa che mi sfugge e che per tutti gli altri pare conoscenza comune
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03-12-2014, 02:53
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#64
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Quote:
Originariamente inviata da Demiurgo
Non lo so... non penso più neppure che sia una questione di sfiga... ma piuttosto che non ho la più pallida idea di come gli altri riescano a condurre delle vite equilibrate... semplicemente c'è qualcosa che mi sfugge e che per tutti gli altri pare conoscenza comune
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Già..
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03-12-2014, 03:11
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#65
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
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Quote:
Originariamente inviata da Demiurgo
Non lo so... non penso più neppure che sia una questione di sfiga... ma piuttosto che non ho la più pallida idea di come gli altri riescano a condurre delle vite equilibrate... semplicemente c'è qualcosa che mi sfugge e che per tutti gli altri pare conoscenza comune
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Non c'è niente di più ingiusto della normalità
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03-12-2014, 09:30
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#66
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 3,344
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- La tua impostazione predefinita è che la vita è dura
SI 100%
- Sei convinto che della maggior parte della gente non ci si possa fidare
SI 100%
- Ti concentri su ciò che non va nel mondo, invece che su ciò che va bene.
A VOLTE
- Nel paragonarti agli altri, covi invidia.
NO
- Ti sforzi di tenere tutta la tua vita sotto controllo.
SI 100%
- Guardi al futuro con un misto di preoccupazione e di timore.
SI 100%
- Riempi le tue conversazioni di pettegolezzi e lamentele.
MAI
(a parte che non sono capace di conversare, non lo farei in ogni caso).
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03-12-2014, 10:02
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#67
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Avanzato
Qui dal: Mar 2013
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 346
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Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
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Purtroppo si, 1 e 4.
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03-12-2014, 10:05
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#68
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Intermedio
Qui dal: Nov 2014
Messaggi: 97
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4/7
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03-12-2014, 11:01
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#69
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,892
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in alcuni punti mi ritrovo, in altri no
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05-12-2014, 00:17
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#70
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Dico la mia, senza entrare troppo nel merito dell'articolo che ritengo piuttosto banale e molto simile a tutti i così detti self-help book che in poche e semplici regole (sfruttando l'infelicità stessa di chi li legge) hanno l'assurda pretesa di farti credere (perché crederci è un auto-inganno della mente ) di poter avere la felicità sempre sottomano e in poco tempo senza grandi sforzi (quali invece richiede).
Parto dal presupposto che trovo ridicolo ridurre la felicità (e l'infelicità) soltanto ad uno (proprio) stato mentale.
Questo perché (e mi pare che a riguardo ci siano pochi dubbi) la ricchezza del nostro mondo coincide anche con una crescita esponenziale del disagio psicopatologico. Se il cittadino medio non ha motivi gravi (fame, malattie, carestie, ecc...) esterni che possono alimentare senza via di scampo la propria infelicità il disagio non si dovrebbe avere (visto l'alto tenore di vita) o quantomeno dovrebbe ridursi drasticamente. Purtroppo le cose non mi pare stiano così.
E' inutile negare che le strutture sociali e la sua organizzazione in generale e nei vari ambiti produca disagio e alienazione.
Come ho già scritto altrove (riguardo ad altri contesti ma sempre sociali) il primo passo da fare sarebbe non tanto quello di passare subito all'ottimismo sfrenato, che tanto viene osannato, ma iniziare con l'avere un pensiero critico in generale su ciò che ci riguarda. La critica dovrebbe essere un valore aggiunto che permetta di arrivare a mettere in discussione quei valori e quelle strutture che producono infelicità perché considerate da noi stessi giuste e che facciamo nostre inseguendole fino allo sfinimento.
L'infelicità in questo senso è utile se viene utilizzata per cercare quella "distanza" che ci separa da quello che potremmo essere senza le costrizioni del contesto socioculturale in cui inevitabilmente siamo immersi (senza far finta che questo sia irrilevante).
E nella presa di coscienza dolorosa qualcosa lo di si deve pagare.
Mi sembra inutile ribadire che se la felicità è raggiungibile costerà qualcosa in termini personali (...di infelicità appunto), di sacrificio e di sforzo.
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05-12-2014, 00:42
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#71
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Esperto
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,700
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
Dico la mia, senza entrare troppo nel merito dell'articolo che ritengo piuttosto banale e molto simile a tutti i così detti self-help book che in poche e semplici regole (sfruttando l'infelicità stessa di chi li legge) hanno l'assurda pretesa di farti credere (perché crederci è un auto-inganno della mente ) di poter avere la felicità sempre sottomano e in poco tempo senza grandi sforzi (quali invece richiede).
Parto dal presupposto che trovo ridicolo ridurre la felicità (e l'infelicità) soltanto ad uno (proprio) stato mentale.
Questo perché (e mi pare che a riguardo ci siano pochi dubbi) la ricchezza del nostro mondo coincide anche con una crescita esponenziale del disagio psicopatologico. Se il cittadino medio non ha motivi gravi (fame, malattie, carestie, ecc...) esterni che possono alimentare senza via di scampo la propria infelicità il disagio non si dovrebbe avere (visto l'alto tenore di vita) o quantomeno dovrebbe ridursi drasticamente. Purtroppo le cose non mi pare stiano così.
E' inutile negare che le strutture sociali e la sua organizzazione in generale e nei vari ambiti produca disagio e alienazione.
Come ho già scritto altrove (riguardo ad altri contesti ma sempre sociali) il primo passo da fare sarebbe non tanto quello di passare subito all'ottimismo sfrenato, che tanto viene osannato, ma iniziare con l'avere un pensiero critico in generale su ciò che ci riguarda. La critica dovrebbe essere un valore aggiunto che permetta di arrivare a mettere in discussione quei valori e quelle strutture che producono infelicità perché considerate da noi stessi giuste e che facciamo nostre inseguendole fino allo sfinimento.
L'infelicità in questo senso è utile se viene utilizzata per cercare quella "distanza" che ci separa da quello che potremmo essere senza le costrizioni del contesto socioculturale in cui inevitabilmente siamo immersi (senza far finta che questo sia irrilevante).
E nella presa di coscienza dolorosa qualcosa lo di si deve pagare.
Mi sembra inutile ribadire che se la felicità è raggiungibile costerà qualcosa in termini personali (...di infelicità appunto), di sacrificio e di sforzo.
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Concordo pienamente dalla prima all'ultima sillaba! Complimenti Emil per la capacità di esposizione sintetica e al tempo stesso pregnante
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05-12-2014, 01:39
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#72
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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- La tua impostazione predefinita è che la vita è dura
In generale direi di no, in talune circostanze sì.
- Sei convinto che della maggior parte della gente non ci si possa fidare
Della ggente?
No, in genere mi fido, anche se non di tutti e fino a prova contraria.
E raramente prendo cantonate da questo punto di vista.
- Ti concentri su ciò che non va nel mondo, invece che su ciò che va bene.
Qualche volta.
- Nel paragonarti agli altri, covi invidia.
Ahimè a volte sì, ma cerco di non farmene sopraffare.
- Ti sforzi di tenere tutta la tua vita sotto controllo.
Non troppo direi.
- Guardi al futuro con un misto di preoccupazione e di timore.
Non eccessivamente, salvo in occasioni specifiche.
- Riempi le tue conversazioni di pettegolezzi e lamentele.
Qualche volta.
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Comunque secondo me l'articolo vorrebbe (dovrebbe) far riferimento al concetto di resilienza e non al semplicistico dualismo felicità/infelicità (che è sì una possibile causa di felicità, ma non l'unica). Ma è scritto per la massa e per fare colpo sul lettore, quindi è più semplice usare un concetto come quello di "felicità/infelicità".
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05-12-2014, 14:18
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#73
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Ibiza
Messaggi: 1,080
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- La tua impostazione predefinita è che la vita è dura.
La mia sicuramente lo è. In generale è molto dura per alcuni e meno dura per altri. La condizione iniziale ha la sua importanza. Ritengo infatti che la vita sia come una partita a poker: con una coppia d'assi in mano sarà molto più facile vincere la partita, con una qualunque altra coppia di carte tutto diventerà più complicato.
- Sei convinto che della maggior parte della gente non ci si possa fidare.
Sicuramente ci sono persone degne di stima e fiducia, ma per evitare di correre rischi meglio stare sempre sul chi va là e non fidarsi di nessuno.
- Ti concentri su ciò che non va nel mondo, invece che su ciò che va bene.
Al contrario, mi piacerebbe fossero molte di più le cose che girano per il verso giusto.
- Nel paragonarti agli altri, covi invidia.
Paragonarmi agli altri è uno dei miei "passatempi" preferiti, ma raramente provo invidia.
- Ti sforzi di tenere tutta la tua vita sotto controllo.
Più che altro cerco di evitare che mi sfugga completamente di mano.
- Guardi al futuro con un misto di preoccupazione e di timore.
A volte preoccupazione/timore, a volte indifferenza/menefreghismo.
- Riempi le tue conversazioni di pettegolezzi e lamentele.
Quasi mai, per non parlare del fatto che la mia capacità di conversare lascia molto a desiderare.
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09-09-2016, 22:21
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#74
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Intermedio
Qui dal: Jan 2011
Messaggi: 251
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Ultima modifica di scontenta; 18-09-2016 a 13:17.
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09-09-2016, 23:03
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#75
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Messaggi: 4,730
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1 Si
2 Pure
3 Ovvio
4 Assolutamente
5 Uhmmm, direi di si
6 Ce l'ho
7 Mi manca
La vita fa schifo.
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10-09-2016, 04:54
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#76
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Esperto
Qui dal: Aug 2016
Ubicazione: veneto
Messaggi: 632
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Secondo me sono tutte stronzate.
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10-09-2016, 08:44
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#77
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Esperto
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,439
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Per una....niente en plein. Mannaggia.
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10-09-2016, 11:16
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#78
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Esperto
Qui dal: May 2007
Messaggi: 793
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Aria fritta.
Quando nella tua vita ti capitano tragedie che ti fanno sentire costantemente impotente,quando magari già sei predisposto ad ansia e depressione.
Eccoti il cocktail più esplisivo,che ti da il benservito per tutta la vita.
Sei fottuto,vedi e senti tutta la disillusione più nera.
Altro che storie.
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10-09-2016, 11:19
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#79
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
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il pessimista ha un vantaggio sull'ottimista:
innanzi tutto è più preparato alla sventura quando gli accade e poi se non si realizza questo è un motivo di conforto, una gioia ceh l'ottimista non avrà mai
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