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Vecchio 08-02-2012, 13:25   #1
Principiante
L'avatar di Sand
 

Non starò qui ad educarvi su ciò che la psicoterapia solitamente suggerisce in merito, sui cosiddetti pensieri 'disfunzionali', sul malessere che essi creano e su ciò che impediscono di fare.
La mia riflessione è incentrata su ciò che siete stati finora, e sul fatto che non avreste potuto fare diversamente. Non c'è mai veramente scelta: anche quando sembra che vi sia, anche quando sembra di averli vinti o dominati, in realtà si obbedisce sempre ai nostri impulsi. L'istinto più 'forte' in noi prevale, esso dirige il nostro agire (o non-agire), ma questo non gli impedisce di essere spesso un istinto debole... la vita appare sopportabile nella misura in cui non ci è dato conoscere quale avrà prevalso.

Ciò che rende dubbia e talora difficile da accettare questa semplice verità, è il fatto che la nostra coscienza è - come diceva Nietzsche - una superficie; una superficie limitata, sulla quale affiora solo una frazione del nostro pensiero sotterraneo - noi pensiamo continuamente, anche quando non ne siamo consapevoli - ed è un pensiero sempre diverso, variabile in intensità e, talvolta, persino nelle conclusioni.

Ci vogliono gli occhi dell'amor fati per guardare serenamente al passato senza tormentarsi, per allontanarsene, per far si che non divenga anche il nostro futuro..
Vecchio 08-02-2012, 13:47   #2
Esperto
L'avatar di barclay
 

Generalizzazione: non tutti quelli che frequentano il forum sono prigionieri del rimpianto. Non facciamo come certi psicologi che adattano il paziente alla diagnosi e non viceversa
Vecchio 08-02-2012, 13:55   #3
Esperto
L'avatar di Kitsune
 

L'amor fati per me è una di quelle cose che sei costretto ad adottare, che non sia frutto di una libera autodeterminazione proprio perché ormai il rimpianto ha già plasmato, quindi qualsiasi scelta è comunque marchiata indelebilmente, il futuro è già presente.
Vecchio 08-02-2012, 15:39   #4
Banned
 

Boh.Avevo letto che i soliti americani avevano isolato una molecola, capace di agire sui recettori cerebrali preposti ai ricordi che creano sofferenza. Una
pillola che cancella tutto ciò che fa star male, insomma....Tutti i brutti ricordi
che, purtroppo, influenzano il vissuto presente, le scelte, le speranze....
Poi non se ne è saputo più nulla, di 'sta pillola della felicità....Sarà la solita bufala.
Vecchio 08-02-2012, 15:52   #5
Esperto
L'avatar di JohnReds
 

Non sono d'accordo: gli impulsi ci dominano in modo potente, ma abbiamo, SEMPRE, una possibilità di scelta data dal libero arbitrio. E dobbiamo giocare su questa per pensare agli errori passati ed evitare di ripeterli nuovamente.
Sennò si finisce nell'autogiustificazione dove qualsiasi cosa si fa è imposta dagli eventi ed è sempre colpa degli altri. Anche se appunto uno degli errori che dobbiamo rimpiangere di avere fatto è quello di aver pianto troppo sul latte versato.
Vecchio 08-02-2012, 15:54   #6
Esperto
L'avatar di Myway
 

Quote:
Originariamente inviata da Sand Visualizza il messaggio
Non starò qui ad educarvi su ciò che la psicoterapia solitamente suggerisce in merito, sui cosiddetti pensieri 'disfunzionali', sul malessere che essi creano e su ciò che impediscono di fare.
La mia riflessione è incentrata su ciò che siete stati finora, e sul fatto che non avreste potuto fare diversamente. Non c'è mai veramente scelta: anche quando sembra che vi sia, anche quando sembra di averli vinti o dominati, in realtà si obbedisce sempre ai nostri impulsi. L'istinto più 'forte' in noi prevale, esso dirige il nostro agire (o non-agire), ma questo non gli impedisce di essere spesso un istinto debole... la vita appare sopportabile nella misura in cui non ci è dato conoscere quale avrà prevalso.

Ciò che rende dubbia e talora difficile da accettare questa semplice verità, è il fatto che la nostra coscienza è - come diceva Nietzsche - una superficie; una superficie limitata, sulla quale affiora solo una frazione del nostro pensiero sotterraneo - noi pensiamo continuamente, anche quando non ne siamo consapevoli - ed è un pensiero sempre diverso, variabile in intensità e, talvolta, persino nelle conclusioni.

Ci vogliono gli occhi dell'amor fati per guardare serenamente al passato senza tormentarsi, per allontanarsene, per far si che non divenga anche il nostro futuro..
La situazione che descrivi all'inizio è quella della maggior parte degli uomini, anzi in realtà è pure peggio..ma non è detto che sia una situazione immutabile.
Il passato prima o poi va sistemato, se no il futuro rimarrà sempre condizionato...
Vecchio 08-02-2012, 16:06   #7
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da JohnReds Visualizza il messaggio
Non sono d'accordo: gli impulsi ci dominano in modo potente, ma abbiamo, SEMPRE, una possibilità di scelta data dal libero arbitrio. E dobbiamo giocare su questa per pensare agli errori passati ed evitare di ripeterli nuovamente.
Sennò si finisce nell'autogiustificazione dove qualsiasi cosa si fa è imposta dagli eventi ed è sempre colpa degli altri. Anche se appunto uno degli errori che dobbiamo rimpiangere di avere fatto è quello di aver pianto troppo sul latte versato.
Per me, quello di dominare i propri impulsi, è un impulso come un altro.

Comunque, dal momento che non siamo ancora morti, abbiamo sempre a disposizione tutta una moltitudine di impulsi, in ogni momento.
Tra tutte queste pulsioni, possiamo liberamente scegliere.

Poi uno può anche liberamente scegliere di cedere all'impulso di deresponsabilizzarsi in modo fittizio, dicendo che la vita non è una scelta, che è guidata da impulsi e condizionamenti... e cose del genere...
Vecchio 08-02-2012, 16:25   #8
Esperto
L'avatar di JohnReds
 

Quote:
Originariamente inviata da Quintuplo Visualizza il messaggio
Per me, quello di dominare i propri impulsi, è un impulso come un altro.

Comunque, dal momento che non siamo ancora morti, abbiamo sempre a disposizione tutta una moltitudine di impulsi, in ogni momento.
Tra tutte queste pulsioni, possiamo liberamente scegliere.

Poi uno può anche liberamente scegliere di cedere all'impulso di deresponsabilizzarsi in modo fittizio, dicendo che la vita non è una scelta, che è guidata da impulsi e condizionamenti... e cose del genere...
Bravo, ti sei spiegato meglio di me. Sopratutto l'ultima parte è illuminante.
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