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Vecchio 19-01-2024, 20:34   #41
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L'avatar di cuginosmorfio
 

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Originariamente inviata da Soddisfatto Visualizza il messaggio
Ritirarsi? Lol. Detto da te che hai appena scritto di aver mollato la boxe così come tutti gli altri sport che hai praticato...
Di fatto faccio un ragionamento che in fin dei conti fanno tutti. Se in una cosa proprio non ci si riesce nonostante tutti gli sforzi allora anche basta perché si rischia di non riuscire proprio più a godersela.
il punto principale è : quanti e quali sforzi ho fatto veramente? Quanto ho voluto quella determinata cosa? Oppure ho "preteso" di diventare "bravo" con un po' di esercizio condito con l'illusione di esserci portato aka "il dono"?
Poi va da sé che prima si inizia e celermente si possono raggiungere determinati risultati.
Vecchio 19-01-2024, 20:35   #42
Esperto
L'avatar di Soddisfatto
 

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Originariamente inviata da Varano Visualizza il messaggio
Infatti non ne vado fiero, non mi sembra utile in un forum di fs evidenziare i fallimenti.
Riguardo alla sostanza della questione, è più comune mollare per pigrizia che per inettitudine. C'è chi molla nonostante il talento

Inviato dal mio moto g32 utilizzando Tapatalk
Be', sei tu che mi hai detto che faccio dell' arrendersi la mia morale quando tu per primo hai mollato tutti gli hobbies a cui ti sei dedicato. Non te ne sto facendo né una colpa né tantomeno ti sto puntando il dito contro, ho solo evidenziato quanto tu sia contraddittorio.
Credo che forse pigrizia e inettitudine vadano a braccetto. Se non riesci perdi comunque la voglia.
Vecchio 19-01-2024, 20:37   #43
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L'avatar di pokorny
 

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Originariamente inviata da Hor Visualizza il messaggio
Stephen King sostiene che per diventare uno scrittore in gamba bisogna spenderci ore al giorno, ogni giorno. Non so se abbia ragione, ma è qualcosa che io non ho mai fatto, quindi non potrò comunque mai verificarlo.
E' una costante in tutte le arti, quindi difficile possa essere un luogo comune. Due anni fa ho avuto la ventura di conoscere un genio della musica su FB, che penso avrà un posticino nella futura storia della musica del XXI secolo. Lo dice spesso che fa in modo di non saltare nemmeno un giorno, almeno 30 secondi di musica si impone di scriverli anche se non è ispirata. E' la consuetudine con il "fare" che poi è il terreno su cui cresce la pianta della creatività.

Ma come dicevamo sopra: se personalmente ci metto una settimana per scrivere 30 secondi di musica poi prende il sopravvento lo scoramento cosmico.
Vecchio 19-01-2024, 20:38   #44
Esperto
L'avatar di Soddisfatto
 

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Originariamente inviata da cuginosmorfio Visualizza il messaggio
il punto principale è : quanti e quali sforzi ho fatto veramente? Quanto ho voluto quella determinata cosa? Oppure ho "preteso" di diventare "bravo" con un po' di esercizio condito con l'illusione di esserci portato aka "il dono"?
Be' in due anni di corso immagino che ne abbia fatti di sforzi e, ovviamente, lezione dopo lezione uno si augura di ottenere qualche miglioramento. Poi un conto è esserci portato, un conto è avere un dono. Nel primo caso riesci ad apprendere facilmente le nozioni e a metterle in pratica dopo vari tentativi, nel secondo è riuscirci sin dal primo tentativo.
Vecchio 19-01-2024, 20:38   #45
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

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Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Non mi pare di aspirare all'impossibile ma come sempre non siamo noi a decidere se il dono (o meglio assenza) di talento che abbiamo è sufficiente alle aspirazioni. Nel mio caso sicuramente no. Non esiste una mia esecuzione senza una stecca almeno; al livello basso dell'esecuzione in qualsiasi strumento le stecche sono rarissime, una su 20 incisioni. Io sono spaventosamente al di sotto persino di quello.
Diciamo che in ambito musicale è vero che ci vuole più tecnica, ma in ambito artistico conta più inventarsi qualche cazzata con cui si riesce a far abboccare i critici che diventare bravi come Dalì e simili.
Comunque per emergere e affermarsi ci vogliono certe capacità, ma più che capacità tecniche ci vogliono capacità sociali di alto livello (raccomandazioni, conoscenze e via dicendo), e comunque sempre un bel po' di fortuna.

Ma in ogni caso se si ha a che fare con un hobby uno si deve divertire lui, che sia bravo o meno non conta tantissimo, io non sapevo cantare eppure mi cimentai una volta a far parte di un coro, loro me lo permettevano e a me piaceva cantare, anche se dal mio punto di vista facevo abbastanza schifo .

Se una cosa la fai per divertimento tuo ti senti più libero, almeno per me era così, l'unico problema è se gli altri poi non ti permettono di farle certe cose, ma se ti danno il via libera, sono cavoli loro.

Poi mi viene in mente anche un'altra cosa. Ricordo che a scuola non facevamo mai educazione fisica, nel senso che l'insegnante era latitante, io non sapevo manco chi fosse, mai visto, così noi avendo a disposizione la palestra, qualche palla e un campo con rete, quando dovevamo fare le ultime due o tre ore prima di uscire, giocavamo a palla a volo.
Io ero una super schiappa, ma alla fine ci divertivamo, mica lo facevamo per agonismo, loro mi lasciavano giocare e io mi divertivo a partecipare. Alla fine sempre un po' di movimento facevo e stavo meglio.

Se si crea questa atmosfera qua, a nessuno frega nulla che tu sia bravo o meno, si sta insieme e si condivide qualcosa.

Questa è la cosa che mi piace del dilettantismo, dell'occuparsi di un hobby, viene smontata tutta l'utilità penosa relativa al professionismo, non si è professionisti, non si sta lavorando seriamente, si può cazzeggiare come un bambino che gioca con le macchinine... Dove vanno le macchinine? Da nessuna parte, ma è divertente comunque spostarle inutilmente senza arte nè parte. Quando si ha a che fare con persone che vogliono vincere il mongolino d'oro pure qua, mi iniziano a girare le balle, mi smontano tutta la demenza e libertà della cosa, la fanno diventare identica a un lavoro, ma uno magari ne ha le palle piene del lavoro, pure una cosa che la si fa per svagarsi va trasformata in una cosa simile al lavoro?

Preferisco l'arte spontanea dei bambini rispetto a quella seriosa degli adulti. Quasi tutti i bambini si divertono a disegnare, eppure non sono dei michelangelo in erba. Tracciano linee storte, colorano fuori dai contorni, quattro stacchette e hanno disegnato un cane o un cavallo. E si divertono davvero a farlo a differenza degli adulti che si preoccupano delle loro croste di merda.

Ultima modifica di XL; 19-01-2024 a 21:30.
Ringraziamenti da
pokorny (19-01-2024)
Vecchio 19-01-2024, 20:47   #46
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L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Te li darei pure se tu avessi almeno capito cosa intendevo dire
Ma tu hai capito cosa intendevo io?
Vecchio 19-01-2024, 21:01   #47
Esperto
L'avatar di cuginosmorfio
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Ma tu hai capito cosa intendevo io?
Non essere mai pienamente soddisfatti sarebbe una buona componente -secondo me- caratteriale. Però va unita ad una volontà di "succedere" molto alta, una visione di sé stessi proiettati sempre in avanti verso nuovi avvenimenti.
Vecchio 19-01-2024, 21:02   #48
Esperto
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Ma tu hai capito cosa intendevo io?
Che dissing
Vecchio 19-01-2024, 21:09   #49
Esperto
L'avatar di Xchénnpossoreg?
 

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Originariamente inviata da Soddisfatto Visualizza il messaggio
Concordo alla perfezione. Se non ottieni mai soddisfazioni allora la passione la perdi.
Dipende da cosa intendiamo per "mai".
Due o tre anni non sono "mai".
Un corso di pittura non è "mai".
Vecchio 19-01-2024, 21:45   #50
Esperto
 

Quindi chi ha passione per interessi cosiddetti passivi (lettura, film...) ? Quelli mica prevedono dei risultati. Eppure sono passioni, hobby.
Indi, la passione e l'interesse prescindono dal risultato. E la soddisfazione non é solo e sempre data dal riconoscimento, dal premio.
Come diceva Zoe, se si arriva a darsi un valore a prescindere da quello attribuito, non si dipende dai riconoscimenti.
Che poi.
Un premio o una medaglia o un voto, non danno un valore A TE, ma al compito, alla prestazione.
Lo sapete che a scuola sono sconsigliati da tempo i bravo, bravissimo, che si mettevano una volta, prediligendo i molto bene, benino ecc? Per non fare percepire un giudizio di valore sull'alunno ma sul compito.

Ultima modifica di claire; 19-01-2024 a 21:50.
Vecchio 19-01-2024, 22:07   #51
Esperto
L'avatar di cuginosmorfio
 

Come risultato del leggere un libro o guardare un film dovrebbe esserci più o meno il piacere personale, il gusto, lo svago. Altre forme di "premiarsi".

Guardare o leggere a ripetizione opere che non ci piacciono lo farebbe solo un sadomasochista o qualcuno che è pagato per farlo aka il critico.

Secondo me anche -per dire- incappare in 5-6 film di séguito orrendi, ti fa un po' vacillare e ti pone nell'ottica del dover cercare qualcosa di "bello" (per te) per risollevarti d'animo. Rischi di mettere da parte qualcosa che prima era più centrale.

Ma se il compito l'ho fatto io, come fai a scindere la prestazione da chi l'ha eseguita? O non ho capìto quello che hai scritto.

Ultima modifica di cuginosmorfio; 19-01-2024 a 22:12.
Vecchio 19-01-2024, 22:15   #52
Esperto
L'avatar di froschio
 

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Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Quindi chi ha passione per interessi cosiddetti passivi (lettura, film...) ? Quelli mica prevedono dei risultati. Eppure sono passioni, hobby.
Indi, la passione e l'interesse prescindono dal risultato. E la soddisfazione non é solo e sempre data dal riconoscimento, dal premio.
Come diceva Zoe, se si arriva a darsi un valore a prescindere da quello attribuito, non si dipende dai riconoscimenti.
Che poi.
Un premio o una medaglia o un voto, non danno un valore A TE, ma al compito, alla prestazione.
Lo sapete che a scuola sono sconsigliati da tempo i bravo, bravissimo, che si mettevano una volta, prediligendo i molto bene, benino ecc? Per non fare percepire un giudizio di valore sull'alunno ma sul compito.
Visto che menzioni la scuola, e più ampiamente l'educazione, ecco secondo me l'atteggiamento che descrivi è un'atteggiamento che va impartito e incoraggiato in qualche modo, soprattutto in giovane età. Non solo dalla scuola, ma da tutto l'ambiente sociale di una persona negli anni di formazione. è molto facile perdere incoraggiamento e fiducia in se stessi se invece è la mentalità dei risultati a prevalere.
Vecchio 19-01-2024, 22:18   #53
Esperto
L'avatar di Soddisfatto
 

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Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Quindi chi ha passione per interessi cosiddetti passivi (lettura, film...) ? Quelli mica prevedono dei risultati. Eppure sono passioni, hobby.
Indi, la passione e l'interesse prescindono dal risultato. E la soddisfazione non é solo e sempre data dal riconoscimento, dal premio.
Come diceva Zoe, se si arriva a darsi un valore a prescindere da quello attribuito, non si dipende dai riconoscimenti.
Che poi.
Un premio o una medaglia o un voto, non danno un valore A TE, ma al compito, alla prestazione.
Lo sapete che a scuola sono sconsigliati da tempo i bravo, bravissimo, che si mettevano una volta, prediligendo i molto bene, benino ecc? Per non fare percepire un giudizio di valore sull'alunno ma sul compito.
Si tratta di interessi passivi che male non fanno e anche io ne ho. Ma io facevo riferimento ad interessi e passioni attivi che pratichi anche per avere un appagamento e, perché no, per metterti in gioco e vedere che altre qualità hai.

Per quanto i premi per un'opera letteraria o una prestazione daranno anche valore all'opera o alla prestazione stessa ma chi ci ha messo l'impegno o le qualità è lo scrittore o l'atleta di turno che, se viene premiato, è perché vale, ha delle qualità lui che scrive o che fa una prestazione degna di merito.

Qui però nessuno ha mai parlato di medaglie o premi ma semplicemente di riuscire ad imparare qualcosa di nuovo in ciò che più ci interessa e ci appassiona.
Vecchio 19-01-2024, 22:36   #54
Esperto
L'avatar di pokorny
 

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Originariamente inviata da Soddisfatto Visualizza il messaggio
Qui però nessuno ha mai parlato di medaglie o premi
A questo pongo rimedio io Come qualche volta ho raccontato ho fatto qualche anno di AM, nello specifico la boxe cinese. Con mia assoluta sorpresa dopo un anno che ero iscritto, il maestro mi disse se volevo fare i regionali. E' stata una bella esperienza ma ovviamente persi. Poi ci riprovai l'anno dopo e persi. Arrivò la terza gara e veramente sperai tanto ma tanto almeno di pareggiare. Almeno per vedere che stavo progredendo, non mi aspettavo né potevo vincere. Ma forse pareggiare sì. Sono certo che se avessi almeno pareggiato sarei rimasto almeno altri due anni, prolungando un periodo tra i meno infelici della mia vita. Avrei abbandonato comunque per "mancati risultati" ma intanto sarebbero stati 2-3 anni di sana attività sportiva che invece in quello stesso tempo si è svolta alla mia solita insegna dello svacco fisico.

Ecco, ovviamente persi. E per quello smisi. Mi sorprendo sempre della vulgata secondo cui la competizione - sia pure sublimata nell'arte e incanalata nel successo del pubblico - non abbia grande importanza. Per molte persone è legata all'autostima in modo complesso e sottile e penso che lo spirito dei tempi ci abbia messo il suo: sempre più meno gente compete per attività di complessità sempre maggiore e sempre più più gente non attribuisce valore a cose e atteggiamenti fuori dal proprio mondo. Quando mi sento dire che il vero obiettivo è superare sé stessi mi prende una reazione tra lo sconfortato e l'annoiato. Semplicemente non sempre è vero.
Vecchio 19-01-2024, 22:39   #55
Esperto
 

Si ma ho capito, io dico che passioni e interessi possono prescindere dai risultati, dal voto, eccetera. Possono. La pittura si può praticare a livello amatoriale per conto proprio senza per forza essere dotati. Per il gusto di. Magari se trovi un insegnante o dei colleghi di corso che ti umiliano e/o sei molto sensibile alle critiche ci sta che ti vada in disgrazia il tuo hobby, ma in questi casi è preferibile praticarlo per conto proprio, o in contesti più ludici e meno competitivi.
Esempio.
Prendiamo un 60 enne fuori allenamento a cui piacerebbe molto andare a correre. Può iscriversi a una società di giovani podisti che fanno le gare. O andare a correre da solo. Oppure può optare per la via di mezzo, tipo un gruppo amatoriale dove non ci sono i bravissimi e allenatissimi, ma gente al suo livello che non gareggia. Non è detto che debba per forza rinunciare a quello che gli piace fare.

A meno che quello che gli piace davvero sia più l'ottenere i complimenti e i riconoscimenti, che il gusto del correre di per sé. Lì la cosa si complica.
Vecchio 19-01-2024, 23:31   #56
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L'avatar di Soddisfatto
 

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Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Si ma ho capito, io dico che passioni e interessi possono prescindere dai risultati, dal voto, eccetera. Possono. La pittura si può praticare a livello amatoriale per conto proprio senza per forza essere dotati. Per il gusto di. Magari se trovi un insegnante o dei colleghi di corso che ti umiliano e/o sei molto sensibile alle critiche ci sta che ti vada in disgrazia il tuo hobby, ma in questi casi è preferibile praticarlo per conto proprio, o in contesti più ludici e meno competitivi.
Esempio.
Prendiamo un 60 enne fuori allenamento a cui piacerebbe molto andare a correre. Può iscriversi a una società di giovani podisti che fanno le gare. O andare a correre da solo. Oppure può optare per la via di mezzo, tipo un gruppo amatoriale dove non ci sono i bravissimi e allenatissimi, ma gente al suo livello che non gareggia. Non è detto che debba per forza rinunciare a quello che gli piace fare.

A meno che quello che gli piace davvero sia più l'ottenere i complimenti e i riconoscimenti, che il gusto del correre di per sé. Lì la cosa si complica.
Ed è qui che casca l'asino.
Per esprimermi meglio su come la vedo io porterò due esempi personali riguardanti le mie due principali passioni.

La prima che cito l'ho già riportata in un mio post precedente ed è la scrittura. Qualche mese fa ho scritto un libro e, per il gusto di mettermi in gioco, ho provato a mandarlo a diverse case editrici. Vi sono stati rifiuti ma la risposta positiva è arrivata. A breve verrà pubblicato. Non mi interessa diventare lo Stephen King italiano o un best seller, quello che volevo ottenere l'ho ottenuto. Quante copie venderà? Nessuna? Dieci? Centocinquanta? Mille? Non lo so e non mi interessa. Avrei continuato a scrivere se avessi ricevuto solo risposte negative? Sì. Avrei continuato a provarci con le case editrici? Non lo so, forse sì. Nel mio computer vi sono tantissime storie incompiute che forse ultimerò e forse no, le scrivo solo per dare il via libera alla mia creatività.

Altra mia passione che molti di voi conosceranno è il Krav Maga. Quando ho cominciato sapevo che sarebbe stata dura all'inizio dal momento che non avevo mai praticato sport in vita mia, sapevo che avrei dovuto confrontarmi con gente più esperta di tutte le età. Non nego che ho avuto brevi momenti di sconforto ma son dall'inizio mi ero proposto di praticarlo, non di provarci. Lezione dopo lezione ho imparato e adesso non dico di essere il miglior fighter sulla piazza, non lo sarò mai e non mi interessa, ma so dire la mia. Non sono stati rari i momenti in cui, per esempio ho atterrato o messo in difficoltà alcuni miei compagni di allenamento, uno di questi era un istruttore. Non ho mai preteso di essere io il migliore ma da me stesso ho preteso e tuttora pretendo di migliorare e non rimanere sempre a zero.

Il tutto sta a spiegare che i progressi in qualsivoglia campo servono a capire meglio chi siamo, a comprendere che qualità abbiamo e, perché no, migliorare la nostra autostima sempre, però, accettando i propri limiti. Se non si ottengono mai mi sembra perfettamente normale farsi prendere dallo sconforto.

Ovvio che un vecchio di sessant'anni che non ha mai corso o non corre da tempo non può pretendere di competere con dei giovani podisti, la siamo nell'ambito dell'assurdo. Ed è qui che secondo me pokorny, che io stimo tantissimo, ha sbagliato. Non poteva pretendere risultati eccezionali nelle gare se aveva cominciato da solo un'anno a praticare boxe cinese a più di quarant'anni e a completo digiuno di arti marziali. Aver smesso di praticarle è stato un errore, magari avrebbe potuto smettere con le gare ma perché smettere del tutto?
Vecchio 19-01-2024, 23:38   #57
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Comunque, per rimanere in tema di arte è anche vero che c'è stata gente come Jackson Pollock che ha avuto successo per i "quadri" astratti che di fatto non erano altro che delle linee messe a cavolo su una tela. O Fontana diventato famoso per uno squarcio sulla tela. O Manzoni per aver fatto la cacca in un barattolo. O Duchamp e il suo ces*o. Ma verranno comunque esaltati perché...boh? e non mi interessa saperlo.
Vecchio 19-01-2024, 23:45   #58
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L'avatar di pokorny
 

Certo che avere tre scrittori sul forum e non sapergli dire "complimenti ho letto il tuo libro" è un po' strano. Direi che solo su FS sarebbe potuto accadere.
Ringraziamenti da
Soddisfatto (20-01-2024)
Vecchio 19-01-2024, 23:54   #59
Esperto
L'avatar di cuginosmorfio
 

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Originariamente inviata da Soddisfatto Visualizza il messaggio
Comunque, per rimanere in tema di arte è anche vero che c'è stata gente come Jackson Pollock che ha avuto successo per i "quadri" astratti che di fatto non erano altro che delle linee messe a cavolo su una tela. O Fontana diventato famoso per uno squarcio sulla tela. O Manzoni per aver fatto la cacca in un barattolo. O Duchamp e il suo ces*o. Ma verranno comunque esaltati perché...boh? e non mi interessa saperlo.
Tra l'altro, nei barattoli di Manzoni c'è gesso.
Duchamp prende un oggetto qualsiasi moderno e lo fa diventare "artistico".

Ti potrei rispondere che sono momenti-come altri- da contestualizzare nell'evoluzione storica- ma è pur vero che un'opera artistica dovrebbe piacere o non piacere a gusto proprio e successivamente -se interessa- documentarsi sul perché se ne parli.

In merito a ciò ti propongo di andare a vedere su YouTube la famosa sequenza del film "il mistero Bellavista" dedicato al concetto di arte moderna.
Vecchio 20-01-2024, 00:02   #60
Esperto
L'avatar di Soddisfatto
 

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Originariamente inviata da cuginosmorfio Visualizza il messaggio
Tra l'altro, nei barattoli di Manzoni c'è gesso.
Duchamp prende un oggetto qualsiasi moderno e lo fa diventare "artistico".

Ti potrei rispondere che sono momenti-come altri- da contestualizzare nell'evoluzione storica- ma è pur vero che un'opera artistica dovrebbe piacere o non piacere a gusto proprio e successivamente -se interessa- documentarsi sul perché se ne parli.

In merito a ciò ti propongo di andare a vedere su YouTube la famosa sequenza del film "il mistero Bellavista" dedicato al concetto di arte moderna.
Questo fatto del "contestualizzare" è una scusa a mio parere. Il gesso può essere una materia prima di un'opera d'arte ma non arte stessa. Oppure veramente si vuol dare valore artistico ad un pisciatoio? Ma dai, ma è una follia.
"Contestualizzare" per citare un esempio potrebbe andare bene per movimenti come l'espressionismo di Munch che, in quel caso, rappresentava la realtà come la interpretava lui con delle figure che esprimevano davvero l'inquietudine di cui lui soffriva.
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