Avanzato
Qui dal: Oct 2020
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Salve a tutti.
Vorrei aprire questa discussione per permettere a tutti di esprimere i propri pensieri in libertà, attraverso la scrittura.
Personalmente ho sempre trovato nello scrivere, un buon modo per razionalizzare e sfogare gli istinti e le sensazioni legate alla sfera sessuale, a maggior ragione se inespresse per i più svariati motivi.
Comincio io:
Un ragazzo vagava senza meta,
Viveva un esistenza poco lieta.
Si sentì preda di un vuoto immenso.
Raggiunse un luogo dal profumo d'incenso.
Fu accolto a cuore aperto,
fino a che scorse un fiore nel deserto.
Una bambina con le guance tonde,
dalle belle trecce bionde.
Aveva uno splendido sorriso
in grado di asciugare ogni lacrima sul viso.
Era piena di gioia e di vita,
capace di lenire ogni ferita.
Atti di pura e semplice benevolenza
a cui il ragazzo promise riconoscenza.
Non lo avrebbe mai detto.
Ciò che provò fu Affetto.
Lo scorrere della vita si frammise
e tra loro le strade furono divise.
Gli anni in fretta passarono
e per caso si ritrovarono.
Lei era appena arrivata
La trovò così cambiata.
Aveva occhi calmi e densi,
Sguardi buoni e cenni d'assensi.
Al rivederla fu emozionato
contento di essere tornato.
Gli venne incontro e lo salutò
allargò le mani e lo abbracciò.
Cominciarono a lavorare su cose belle,
attività, cartoni, colori, fogli e cartelle
la guardò sorridere e osservò semiserio,
nella speranza che non uscisse un putiferio.
Ma presto la vita gli avrebbe insegnato una morale,
ogni persona ha un carattere tridimensionale.
Spesso la realtà è più semplice di come appare,
sono le persone stesse a volerla eludere o mitigare,
Il risultato di un situazione assai incredibile
una condizione assolutamente non prevedibile.
Un forte impatto sul ragazzo, di certo peso
non ebbe l'idea di cosa lo avrebbe reso.
Quel ragazzo avrebbe conferito a lei un significato
pari allo spazio nei pensieri che le avrebbe dedicato.
Un rapporto frutto di un comunicare mai chiarito,
di un sentimento tenuto troppo a lungo sopito.
Sarebbe stato colpito e trafitto da quella ragazza
in grado di oltrepassare e rompere la sua corazza
Lasciandolo disteso a terra ed incerto del suo futuro
indifeso, senza scudo, alle prese col suo lato oscuro.
Gli fu chiaro che quello non era un gioco
ma una fiera che saltava nel cerchio di fuoco.
Avrebbe voluto rischiare, pur di creare un legame
affrontando giudizi taglienti come lame.
Vide nella sua figura, una regina tra le dame
la più bella tra le giovani ragazze del reame.
Una pulsione si espanse, pari ad uno sciame
in un oscuro destino, tessitore di buie trame.
Si affacciò all'orizzonte un importante esame
dovette rendere la sua pelle dura come squame.
Un imprevisto destò la vista, si fece nera catrame
lasciandolo in balia di una palude, nel liquame.
Un Mostro risalì dalle profondità dell'abisso
e guardò dentro il ragazzo con sguardo fisso.
Trovò nel giovane uomo la sua nuova dimora:
uno sconosciuto aveva aperto il Vaso di Pandora.
Dal contenuto fuoriuscì in un boato
il Mostro rimasto addormentato.
Sfruttò le debolezze di un abbandonato
le crepe del sentirsi poco apprezzato.
Ebbe la meglio su un essere accecato
in una situazione in cui era poco abituato
dove la ragione andò a ritmo alternato
e si rapportò alla realtà angosciato.
Scorse le insicurezze di un uomo consumato
esposto ai sentimenti, debole e costernato.
Si riversò sullo sconosciuto, con passo accelerato
entrò nella stanza e si scagliò contro di lui, adirato.
Da un bagliore freddo di luce fu attraversato:
il ragazzo non volle permettere di essere controllato.
Concentrò le forze per contenere quel sé indiavolato
e riuscì a richiudere il Mostro nel Vaso, sigillato.
Non potè ingnorare l'antefatto
ormai il dado era tratto.
Una verità lo travolse con paura
lo costrinse ad osservare la sua natura.
La vide ed era diversa, cambiata.
Non più bambina, quasi sbocciata.
Aveva due occhi caldi ed intensi
e fu subito tremor di sensi.
Rimase estasiato, agitato
di fronte al suo corpo aggraziato.
Con le sue braccia intorno al collo,
la sua mente andò fuori controllo.
Cominciò a bramare tante cose belle,
stridore di labbra, calore e respiri sulla pelle.
Chiuse gli occhi e pensò serio:
ciò che provò fu Desiderio.
Percepì che ormai non aveva più potere,
Su pensieri ed istinti difficili da contenere.
Fu travolto da immagini senza pudore,
Il suo cervello iniziò a girare fuori limitatore.
Sperimentò un esplosione di sensi, dall’interno
Una fiamma calda come la bocca dell’inferno.
Terminarono i tempi delle carezze sulle treccine,
Sostituiti da dita su dolci e tenere colline.
Finirono le mani di allungarsi per il girotondo,
avvolgendosi delicatamente ai lati del fondo.
Ricordi di abbracci con la testa sulle spalle,
soppiantati da pensieri sulla tenue e soffice valle.
Tocchi e baci rubati sulla guancia, bianco candore
a cui subentrò lo strofinare dei corpi con ardore.
Nei suoi occhi scorse l’origine di mille malizie
Il frutto proibito nel giardino delle delizie.
Si fermò a riflettere per un momento,
sulle ragioni di quel cambiamento.
Non seppe più cosa pensare
Con due figure da non conciliare.
Mutò completamente il suo umore,
fu la nascita di un conflitto interiore.
Iniziò a porsi molte domande,
sul fatto che fosse troppo grande.
Si chiese come potesse essere accettabile
Da parte di una persona responsabile.
Come avesse fatto a finire ingabbiato
In un dualismo tra presente e passato.
Da un lato l’Affetto per una bambina,
Dall’altro il Desiderio per una ragazza carina.
Ma non poteva permettersi di vacillare,
aveva una missione da completare.
Trovò strana questa alchimia,
credette al seme di una follia.
Un giorno, lei arrivò a sorpresa
e la fiamma della passione fu riaccesa.
Appena la vide varcare la soglia
sentì tremare il corpo come una foglia.
Si sedette accanto a lui con un sorriso.
Era bella come un angelo del paradiso.
L'eternità si espanse in quell'istante
rendendola splendente come il diamante.
Capì che la vita spesso non è ciò che sembra,
e come alcune persone scuotano le membra.
Il ragazzo comprese e si aprì all'accettazione,
alla consapevolezza di una nuova emozione.
Lei fu la ragione del caos nella sua testa
e della quiete accesa, dopo la tempesta.
Si chiese cosa la rendesse importante
e la sua presenza così elettrizzante.
Allo stesso modo, con lei era mansueto
si domandò quale fosse il suo segreto
il perché vederla con sé, lo rendesse felice.
Aveva lasciato in lui un segno, una cicatrice
Un cuore vivo e pulsante coi suoi rintocchi
dove l'essenziale era invisibile agli occhi.
Un brivido a scorrere come ruscello sulla pelle
un esplosione molecolare in un fragore di stelle.
Da quando si erano conosciuti, era cambiato
nei suoi atteggiamenti si ritrovò contagiato.
Gli insegnò che più delle parole, contavano i gesti
e ne uscì un uomo rinnovato, sotto nuove vesti.
Un cervello illuminato da luci adornate
il sogno di una notte di mezza estate.
Abbandonò le sue possenti difese, con fare lento
sembrò una foglia staccata che danzava nel vento
il cui soffio si fece sempre più avvolgente
risvegliando un sentimento puro, latente.
Fu presto accolto tra due braccia impetuose
che lo chiusero nella morsa di mani affettuose,
travolgendo e spezzando le catene della sua gabbia
entro cui aveva riposto tutta la sua rabbia.
Liberato da quel tremendo freddo, gelido
fu raggiunto da un pensiero splendido.
Nei meandri più reconditi del suo Inconscio
trovò la ragione che lo spinse fuori dal guscio,
e realizzò che chiunque abbracciasse,
lei aleggiava insieme a lui, ovunque si fermasse.
Era sempre stata lì, dove l'anima alloggia
nascosta nel profondo, come lacrime nella pioggia.
Capì come nessuno potesse bastare a sé, con umiltà;
di essere umano, non una bestia od una divinità.
Si sentì precipitare, con un piede nella fossa,
era come tutti gli altri: un uomo in carne ed ossa.
Comprese l'importanza di aprirsi a chi segna
e fa ardere l'anima come fuoco sulla legna.
Frantumò quella barriera che lo rese glaciale
per fare spazio ad una persona speciale.
Quella lastra cadde in pezzi e restò senza fiato,
come un bambino alla vista di un cielo stellato.
Fu allora che si mostrò in tutta la sua sensibilità,
figlia di una novità, una nuova vulnerabilità.
La rivide, e le sue labbra restarono serrate, mute,
con l'adrenalina a scorrere sotto la sua cute.
Fu investito da una sensazione micidiale,
Sembrò in preda ad un istinto primordiale.
Giunse per lui, il momento della verità,
affrontare l'ambivalenza tra idea e realtà.
Arrivò alla conclusione di aver capito,
il frutto del suo desiderio proibito.
L'origine di tutta quella angoscia e gelosia,
accompagnata da un vortice di gioia ed euforia.
Il male scatenato dalla sua aggressività,
sintomo di una ritrovata umanità.
Un ancestrale forza nascosta, che niente doma
non fu robot, né macchina, né automa.
La sua aspirazione era una soltanto,
la presenza di quella ragazza accanto.
Ed ora cosa potrà dire a tutta quella gente?
La fissò e una voce tuonò nelle sua mente:
" Problemi... problemi.... problemi.....
……………. …………… …………………........"
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