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Originariamente inviata da Anonymous
la mia paura è che lui non capisca la mia fs o meglio alla lunga non la possa accettare, non posso sempre stare solo con lui una coppia si nutre anche di esperienze fatte in compagnia di altre persone sennò diventa una prigione. per ora io ho paura evito i suoi amici , lui sa qualcosa ma non capisce bene quando avrà capito cosa farà?.Devo sforzarmi per amor suo ma se non ci riesco? Certe situazioni mi mettono in un tale stato che mi viene voglia di rovinare tuto. non voglio mettere a rischio la mia relazione con lui.ma non è una buona soluzione . Avetedelle idee?? Sono stata invitata a un matrimonio di un'amica so già che non ce la farò ad andarci e mi sento un mostro che non sa divertirsi come tutti gli altri.
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Mah, secondo me è impossibile divertirsi ai matrimoni, quindi non è il caso di sentirsi diversi se non si ha nessuna voglia di andarci... io quasi quasi preferirei andare all'ufficio tributi, almeno lì me la sbrigo prima.
Quanto all'essere accettata dal compagno per come si è, questa è una incognita cui sempre andiamo incontro quando instauriamo una relazione che sia qualcosa di più di una avventura... non possiamo sapere se, conoscendosi reciprocamente a fondo, si continuerà ad andarsi bene reciprocamente, anzi... è questa la sfida più grande...
Io ti posso dire per mia esperienza che mi hanno fatto molto bene due relazioni di coppia con persone che, diversamente da me, erano alquanto estroverse... appoggiandomi a loro ho imparato ad affrontare situazioni che prima mi sembravano impossibili... nel primo caso, la storia è finita per motivi che nulla avevano a che fare con la fs, nell'altro caso, la storia è tuttora in corso... e anche senza esprimersi in termini di "fobia", lui ha inquadrato benissimo le mie paure... talvolta mi prende giro mostrandomi come in uno specchio i miei atteggiamenti evitanti, qualche volta mi ha scrollata dall'apatia, spesso mi ha incoraggiata... e credo che tutto questo mi abbia sempre fatto un gran bene... affrontare una storia di coppia significa anche confrontarsi con il diverso da sé, sapersi vedere attraverso gli occhi dell'altro e, in questo modo, guardarsi più obiettivamente.
