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Vecchio 06-07-2017, 23:21   #1
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Parte 1 Ciao a tutti. Continuo a vivermi un dramma quotidiano. Ora sono seguita da una psicoterapeuta di un'associazione che offre percorsi individuali e di gruppo, a tariffe agevolate per andare incontro ai pazienti con problemi economici. Spendo 40 euro a settimana, togliendoli da quel poco che la mia famiglia riesce a passarmi ogni mese. Sono intenzionata a riprendere i farmaci, anche se mi hanno fatto in passato ingrassare 20 chili, anche se ora sono veramente io fisicamente (magra e asciutta) come non lo sono stata per quasi 20 anni (ero gonfia e fortemente sovrappeso), non posso continuare così. Dall'esterno mi fanno capire che qualcosa di serio non quadra e questo qualcosa sfugge al mio controllo. Mi chi guarda dall'esterno mi dice che sono molto agitata, e manifesto ansia e angoscia in maniera evidente. Prendo troppa confidenza con le persone, dicendo molto di me anche ad estranei, quando sono sempre stata per natura una persona riservata fino a qualche anno fa, attacco bottone con tutti, e poi però mi chiudo all'improvviso, risultando strana, tesa, manierata, poco spontanea e adombrandomi. Non riesco più a portare avanti una conversazione rilassata e quelle poche volte che ci riesco, la volta dopo non proferisco parola con la persona con cui ho attaccato bottone la volta prima e che mi aveva preso in simpatia. Spiazzo le persone che alla fine mi trovano sgradevole e sentono qualcosa che non va. Sto diventando sempre più così in tutto. Trovo un lavoro e poi o per una cosa o per un'altra dopo qualche giorno finisce. Faccio amicizia facilmente con le persone, e poi la volta dopo sono di ghiaccio e trasmetto freddezza e stranezza (anche se non voglio consapevolmente). Fisso appuntamenti a cui spesso poi non vado (me ne dimentico oppure li fisso credendoci lì al momento, e poi non credendoci più). Sembra che prendo in giro le persone che non mi danno più credibilità, ma il mio sembra essere un problema che ha a che fare con le emozioni. Probabilmente ne ho scarse e molte sono fasulle, per cui mi inganno da sola ascoltandole e poi il momento dopo aver creato una situazione sull'onda di quelle emozioni provate, non sento più nulla e crolla tutto come un castello di carte (comprese le persone con cui entro in contatto che si sentono prese in giro). Sembra che gioco, ma io ci sto male e questa cosa che ho, questa dinamica relazionale sta diventando sempre più marcata ed evidente. Mi si dice che dovrei aprirmi di più, buttarmi nelle situazioni perchè penso troppo, poi però se lo faccio, mi vien detto che mi comporto insensatamente.
Vecchio 06-07-2017, 23:21   #2
Esperto
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Parte 2 Vi faccio due esempi. Con il tizio (quello apparentemente un pò sadico) di cui ho parlato precedentemente in un altro topic, quello che mi ha cercato, per poi però dirmi cose tristi, e per poi andare con quella e quell'altra a destra e manca, con quel tizio sono stata sempre distaccata, riservata, e spesso mi veniva detto da parte di chi mi conosce che devo concedere più fiducia alle persone, aprirmi un pò. L'ho fatto, mi sono aperta un poco con questo tizio, che sembra però essersi fatto poi alla fine forte e "più figo" sulla mia sfigataggine e godendo di questa donna ragazzina (io) che gli sorride arrossendo, e che una volta gli ha chiesto di uscire (in un momento mio di disperazione totale). Alla fine questo tizio continua a far grandi feste di sera, si prepara a fare viaggi strepitosi per l'estate e di giorno, in questi giorni vede me che faccio la solita vita, sola e senza amici intorno o frequentazioni. Ero troppo chiusa, poi ho concesso fiducia e me la sono presa in quel posto.

Passiamo al secondo esempio, oggi. Mi piace un ragazzo, è il cameriere di un bar dove mi capita di andare quando a pranzo sto fuori. Fanno tavola calda, lui serve ai tavoli, mi è piaciuto sin da subito ed è scattato qualcosa. L'ho visto negli occhi, l'ho sentito parlare, il modo di muoversi, ed è scattato un brivido. Ci sono andata una volta, e ci sono ritornata la seconda e poi la terza. Il pensiero di andare lì mi emozionava molto. Notavo che si emozionava molto anche lui, che mi guardava spesso, che era molto tanto, troppo gentile, con tante accortezze inspiegabili per essere riservate ad una cliente che prende panini da 3.50 e neanche un caffè.

Comincio ad avere quei suoi occhi stampati in testa, mi fa piacere ritornare in quell'angolo ogni volta, sentire quel qualcosa di magico che si crea quando stiamo vicini..non so io l'ho sentito e mi è sembrato proprio di cogliere una scintilla tra di noi, qualcosa.. . Oggi ritorno, stavo molto bene, per strada mi hanno fermato per farmi i complimenti (prima un gruppo di ragazzi di 20 anni poi il collega del mio medico di base che ha detto che sembro un'attrice, poi il barista che mi offre una centrifuga gratis chiedendomi di uscire). Mi sentivo abbastanza sicura sulla base di queste conferme, ma comunque sempre molto fragile, incerta e sofferente dentro di me. Vado in questo bar, lo vedo, ma mantengo un certo distacco, non freddo, ma elegante. Mi siedo, lui si avvicina e mi sembra molto emozionato, mi chiede cosa desidero, ed io gli dico che prendo solo un panino. Mi gira intorno spesso, io sto senza connessione sul cell, cerco di mantenere la calma, anche se la mia mente è bloccata dalla paura, così come il mio corpo. Tento di distendermi, la butto sul sofisticato, mi do un tono e mi muovo e mangio lentamente. Lui ad un certo punto si avvicina e mi chiede di dove sono, dove abito, cosa faccio...cominciamo a parlare, io cerco di amplificare le cose fatte in passato riportandole come se le stessi facendo oggi, cerco di essere positiva e di non far filtrare il mio baratro esistenziale, (anche se una volta ha sentito che parlavo con un'amica la quale mi diceva che era triste che continuassi a ritrovarmi sempre da sola anche al mio compleanno). Parliamo senza problemi, io ho un pò d'ansia, mi sento un pò agitata, ma parlo, e dico quello che penso senza grossi problemi, finchè ad un certo punto sento che sta diventando tutto troppo per me, e mi chiudo, cercando di far passare quella improvvisa stranezza come una voglia di avere un momento per me. Arrivano nel frattempo altri clienti, poi una ragazza molto carina e spigliata, ed io mi agito ancora di più, divento nervosa, frettolosa, mangio l'ultimo pezzo di panino in modo goffo e un pò disperato, arraffo la borsa, poi respiro e cerco di ridarmi di nuovo un contegno. Per passare un altro pò di tempo con lui e concedermi ancora una possibilità, gli chiedo il conto al tavolo senza passare per la cassa. Pago, poi mi alzo e lo saluto con un bel sorriso. Esco e fin qui...è tutto ok, il cuore batte all'impazzata, ma ho fatto tutto sommato una buona figura...e poi, no, non ce la faccio

Dopo 20 minuti passati a camminare nervosamente combattuta tra il seguire l'impulso di tornare indietro e quello di aspettare altri giorni prima di rivederlo...torno indietro dando per una volta la preferenza all'apertura, alla " si vive una volta sola". Ho pensato che se fossi tornata a casa come sempre, senza osare, avrei sprecato un'altra occasione, e che facendo così sbaglio e resto sola. Così sull'onda di queste emozioni forti e un pò confuse (neanche mi trovassi in un film alla Bogart), cammino lontana miglia dal suolo e dalla gente della strada che per un attimo diventa un'inutile comparsa dopo anni in cui è stata l'antagonista numero 1 nella mia storia. In stato febbrile torno al bar e il proprietario vedendomi tornare dopo 20 minuti mi chiede un pò straniato se c'è qualcosa che non va. Io gli sorrido isterica e gli dico " eh..mi sono dimenticata una cosa" ( ci mancava solo che ammiccassi ) Torno dal ragazzo che nel frattempo stava servendo altri clienti, i quali mi vedono avanzare verso il loro tavolo a passi concitati e sonanti, tenendo un foglio enorme di quablock a quadri, tutto stropicciato in un pugno. Lui si volta e con espressione allarmata mi chiede se c'è qualche problema e si scusa con i clienti. Io ormai la cazzata l'avevo fatta, ma non potevo tornare indietro, così cerco di salvarmi in corner vedendo la sua diffidenza (brutto segno), e mi lego a quello che a pranzo mi aveva confessato di saper fare bene: giocare a tennis. Gli dico che ricordandomi di questa cosa detta, pensavo di chiedergli di farmi ripetizioni di tennis, ma lui mi guarda come fossi andata del tutto e vedo che cerca con lo sguardo insistentemente il collega, quasi a chiedergli aiuto. Nota il foglio il mano, ma mi dice per 5 volte di seguito che lavora tantissimo, che sta sempre lì, e lavora anche in un ristorante, non avrebbe il tempo di fare ripetizioni, nè fa ripetizioni. ??? Lo dice e lo ripete attonito, guardandomi come fossi appena uscita da un reparto C. Mi chiede attonito di come mi sia venuta in testa una cosa del genere. Gioca a tennis, ma il fatto che giochi non lo rende un istruttore che fa ripetizioni. Io capisco che sono nei guai, provo imbarazzo e molta vergogna, ma invece di andarmene, continuo per orgoglio. Gli do il biglietto davanti ai clienti con il mio nome ed il cognome (!) e il numero di telefono. Gli dico molto impacciata e fissando un punto non ben identificato nello spazio che mi piacerebbe rivederlo, perchè mi ha dato buoni consigli e che vorrei poterci parlare altre volte. Lo vedevo imbarazzato e soprattutto con l'evidente fastidio stampato in faccia e forse l'odio per aver creato un mostro con la sua gentilezza volta solo a vendere un servizio, ma il fatto che lui sia stato carino e gentile perchè il suo lavoro lo richiede, l'ho capito poi, solo tanto poi, al termine di questa figura di merda apocalittica.

Il mio cognome è raro in zona, penso che mi prenderò una nomina ormai.. Ho chiamato subito la mia amica e gliene ho parlato. Mi ha detto:" vai da uno bravo, davvero, quello che hai fatto è grave, il fatto che tu non ti sia fermato dal farlo ... è grave. Non hai fatto qualcosa di normale, deve aver pensato che sei matta, te lo dico sul serio, non tornarci più e fatti seguire ora, e seriamente. Non è tanto il biglietto che gli hai dato, quanto il fatto che tu abbia mostrato garbo e riservatezza, salutando per poi andartene. La situazione si era conclusa. Avresti semmai dovuto rimandare ad un'altra volta o dargli il biglietto mentre pranzavi. Il fatto che tu durante il pranzo ti sia azzittita, facendo la riservata, andandotene per poi ritornare agitata e cambiata dopo più di 20 minuti con un pezzo di carta in mano da dargli come una bambina davanti a dei clienti, è da pazzi".

Insomma, fino a due ore prima masticavo un senso di perdizione e disperazione incessante, un'ora dopo sorseggiavo vampate di passione rabbrividendo nel mangiare un panino come se stessi facendo intensamente l'amore sotto una cascata di pioggia frizzante, e ora mi trovavo col dito pronto a chiamare il cim della zona. Bò. Sono tornata a casa piangendo a dirotto. Non mi chiamerà mai, però ora sa nome e cognome, ma perchè?! Perchè sono così? perchè lo sono diventata? Una pazza.

Una cosa bella, sono sicura che si stava creando qualcosa di bello, ma forse stravedo, come sempre sono qui ora, chiusa quando vorrei star fuori e vivere. Sono condannata all'esilio, all'emarginazione.. mi sembra a questo punto di non avere più chance. Di sicuro era piacevole ogni tanto stare lì da lui, ora mi sono bruciata.

Ultima modifica di Stella89; 06-07-2017 a 23:43.
Vecchio 06-07-2017, 23:40   #3
Banned
 

Boh, non so se e' grave quello che hai fatto...cioe' non e' neanche cosi' normale ed usuale che il cameriere ti attachhi bottone e indaghi sulla tua vita... ma e' vero che e' lo stesso strano, uscire, tornare, chiedere ripetizioni come fosse la cosa piu' normale del mondo, insistere a dargli il foglio coi dati. Sa di una un po' nei suoi sogni e confusa. Ma puo' essere semplicemente la carenza di vita di mondo piu' l'attrazione che manda in palla.
Vecchio 06-07-2017, 23:44   #4
Banned
 

Alla fine di tutto quello che hai scritto comunque hai fatto qualcosa che richiede un certo coraggio...ovvero presentarti al ragazzo...mica un'azione da nulla...Forse se avessi fatto un gesto un po' meno plateale..consegnandogli il biglietto da visita davanti ai clienti magari avrebbe anche accettato l'invito..ma così lo hai messo in imbarazzo.
Potresti riprovare con altre persone...solo usando maggiore discrezione...magari quando la persona non ha altri attorno...meglio sicuramente tentare che non fare nulla.
Ringraziamenti da
Stella89 (07-07-2017)
Vecchio 06-07-2017, 23:45   #5
Esperto
L'avatar di Ogard
 

Difficile capire bene la situazione solo dal tuo punto di vista ma non credo tu abbia fatto qualcosa di completamente "folle" , mi sembra tanto la solita storia che le ragazze non devono fare il primo passo, boh...
Comunque è chiaro che ci sia qualcosa che sfugge al tuo controllo, anche queste "cotte" mi sembrano un po' affrettate , fanno pensare ad una necessità impellente più che ad un desiderio di avere a fianco qualcuno che ti ami e da amare.
Anche io ho affrontato una terapia simile, non farti ingannare dalla convenienza a me ha aiutato.
Vecchio 06-07-2017, 23:52   #6
Esperto
L'avatar di Stella89
 

Quote:
Originariamente inviata da ila82 Visualizza il messaggio
Sa di una un po' nei suoi sogni e confusa.
Ma puo' essere semplicemente la carenza di vita di mondo piu' l'attrazione che manda in palla.
Hai colto in pieno, la carenza di vita vissuta nel tempo mi ha portato a questo disagio e quando mi piace una persona o mi emoziono, succede la qualunque e quel fragile mio equilibrio interiore si spezza e do di matto, apparendo ed essendo nei miei sogni, aspettative e turbamenti. Non filtro l'emozione, la mente in subbuglio sconfina e viene fuori un disastro ( dal mio punto di vista), mentre gli altri vedono una matta classica..una che non ci sta con la testa. Cavolo se fa male questa cosa, ma mi comporto sempre più così, non è una questione di volontà. Sto perdendo confini, il cervello perde colpi, e la mia labile integrità si sta sfaldando. Devo mettere a tacere aspettative d'amore e di vita. Devo curarmi, come sempre. Medici e pillole, la mia vita sembra costretta in questa direzione.
Vecchio 07-07-2017, 00:14   #7
Esperto
L'avatar di Stella89
 

Comunque ora temo che mi chiuderò ancora più a riccio. Mi sento anormale, com'è brutta questa sensazione di fare cose assurde con il forte impulso di volerle fare, sentendo tanta emozione e convinzione, sentendo l'euforia e l'entusiasmo per poi riprendere il contatto con la realtà capendo che ti muovi in verità come una folle e che gli altri ti vedono così. Che brutta piega ho preso. Ho paura, timore. Medici e medicine..questo solo mi devo aspettare? Devo aspettare di stare meglio? Tutta una vita io aspetto di stare meglio, nel frattempo è arrivata la fine degli anni più giovani e promettenti, è arrivata la solitudine e l'emarginazione per una sensibilità più accennata rispetto agli altri, una bella sensibilità che però non è stata compresa nel tempo dagli altri, e si è fatta arma a doppio taglio dentro me stessa, pronta a ferirmi ogni volta che mi muovo, pronta a farmi apparire una pazza ogni volta che mi esprimo o tento di farlo. Che mi devo aspettare? Altre medicine? Altre elucubranti disquisizioni da parte di volontari caritatevoli o luminari, sul trauma psicologico, sulle sue origini e conseguenze? Altre carezze pelose? Altre proposte volte a inserirmi in ghetti come tutti quei posti e gruppi di gente che sta "male" perchè quella gente è l'unica che ti può capire? Che mi devo aspettare? Al massimo un pò di solidarietà o del mal comune mezzo gaudio che è già qualcosa e poi chissà? Devo aspettarmi altre ferite inferte dal giudizio di tutti i normo integrati intolleranti alle diversità (che loro stessi acuiscono) e che non mi vogliono mai nel "loro villaggio"?

Ultima modifica di Stella89; 07-07-2017 a 00:25.
Vecchio 07-07-2017, 04:51   #8
Esperto
L'avatar di alleny82
 

Ti interessa davvero l'opinioni di persone intolleranti alle diversità?? Chi non tollera la diversità è un razzista e dovresti chiudergli la porta in faccia.
Le persone veramente sensibili non ti prendono per pazza perché sei goffa o sembri "strana" , agitata, timida, "esagerata"... ; una persona veramente sensibile lo capisce che non sei una pazza e che hai problemi di insicurezza e non per questo scappa e ti evita.
Ringraziamenti da
Stella89 (07-07-2017)
Vecchio 07-07-2017, 19:44   #9
Principiante
L'avatar di Kim Tristan
 

Torna dal tizio e dille la verità che sei ancora in tempo.
Una volta sono uscito con una tipa e al primo e ultimo appuntamento ho fatto il matto e questa è scappata ahahaah che bei ricordi
Vecchio 07-07-2017, 21:53   #10
Esperto
 

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Originariamente inviata da Stella89 Visualizza il messaggio
il mio sembra essere un problema che ha a che fare con le emozioni. Probabilmente ne ho scarse e molte sono fasulle
Te l'ha detto la psico?
Vecchio 07-07-2017, 21:55   #11
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Kim Tristan Visualizza il messaggio
dille la verità
E qual è la verità?
Ringraziamenti da
Stella89 (07-07-2017)
Vecchio 07-07-2017, 22:42   #12
Esperto
L'avatar di Stella89
 

Quote:
Originariamente inviata da onisco Visualizza il messaggio
Te l'ha detto la psico?
No, lo penso io.
Vecchio 07-07-2017, 22:55   #13
Esperto
L'avatar di Stella89
 

Quote:
Originariamente inviata da navigoavista Visualizza il messaggio
ben vengano gesti come questi, ce ne fossero di persone così...non ci vedo nulla di male in quello che hai fatto, o tale da farti considerare pazza
In realtà la penso come te. In tutta onestà non mi sono sentita pazza. Agitata ed emozionata sì, un pò folle anche, ma non matta. Eppure anche oggi la mia amica mi ha detto che è molto grave il fatto che io non riconosca di aver fatto qualcosa che non va.. Questo suo giudizio mi mette angoscia, anche perchè al di là del caso in questione, le persone in generale quando mi vedono con il mio modo di fare, si allontanano un pò allertate, o stranite, o sconcertate. Mi viene allora da dubitare di me stessa. Sono al bivio, non so che direzione prendere: essere come sono con tutte le mie emozioni primitive e forse mai educate e addomesticate, o essere come gli altri si aspettano che io debba essere, ma come poi alla fine non riesco ad essere. Sono un concentrato di paura, angoscia, ansia, dovute soprattutto alle alte aspettative che ripongo nella vita, cresciute per reazione di pari passo a tanti di anni passati nella repressione totale di tutta la mia persona. Più soccombevo, più cresceva la sete di vita. Vado in cerca avida, e spesso perdo i filtri come accecata. Una sorta di mostro per gli altri. Mi sento come frankestein in frankestein junior...faccio paura ai più, e posso solo avere la speranza di trovare qualcuno che vedendomi per come sono realmente al di là delle apparenze, mi ami, e trovi alla fine la melodia giusta che plachi la mia ipersensibilità e arresti il mio errare disperato.

Ultima modifica di Stella89; 07-07-2017 a 23:13.
Vecchio 08-07-2017, 01:19   #14
Esperto
 

Stella,ti faccio una domanda:dici sempre che non hai vissuto la giovinezza...come mai?Perchè non hai vissuto le esperienze delle tue coetanee quando eri adolescente?Eri chiusa in casa per timidezza, come molti qui,o c'è altro?
Vecchio 08-07-2017, 12:56   #15
Esperto
L'avatar di Jacksparrow
 

Che posso dirti...è estate e hai l'ormone a mille come molte altre persone.
Alla fine anche tu vorresti una storia, ti manca qualcuno accanto a te e quel cameriere ti ha fatto vedere altro che farfalle nello stomaco.
Se hai questi impulsi da un lato stai molto bene, dall'altro hai uno disturbo dell'umore mi pare di capire misti ad ansia e nevrosi.
Poi non riesci a mantenere il lavoro, o le relazioni sociali...
ti capita di soffrire anche di attacchi di panico?
Mi spiace veramente, anche perché dici di essere molto carina e su questo parti molto avvantaggiata.
Tornando al cameriere, un semplice consiglio: hai semplicemente sbagliato i tempi per dargli il classico biglietto con telefono perché dovevi farlo al tavolo o alla occasione successiva.
Poi la scusa della lezione di tennis, se non è un istruttore è davvero banale....insomma la zappa sui piedi te la sei tirata bene.
Se gli piaci ti chiamerà lui, ma occhio a farti vedere "strana" cioè se non riesci a controllarti non fare azioni di quel tipo, un ragazzo potrebbe anche dar fastidio e allontanarsi.
Vecchio 09-07-2017, 00:27   #16
Esperto
L'avatar di Stella89
 

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Stella,ti faccio una domanda:dici sempre che non hai vissuto la giovinezza...come mai?Perchè non hai vissuto le esperienze delle tue coetanee quando eri adolescente?Eri chiusa in casa per timidezza, come molti qui,o c'è altro?
Ciao Claire. La questione è un pò complessa. Da piccolissima ho subito un forte trauma da trasferimento improvviso e drammatico. I miei mi hanno fatto sentire tutta l'angoscia legata al momento, spiattellandomi in faccia la dura realtà con tutta l'imprevedibilità del caso. Mi sono dovuta far grande trovandomi presto a fare conti con la paura, l'angoscia ed un senso di instabilità generale. Poi ho subito bullismo (più verbale che fisico) sia da parte di bambini della mia classe che da parte di un maestro che mi metteva le mani addosso. Non ho mai avuto solidarietà, sostegno e fiducia da parte dei miei che non mi hanno mai voluto credere, dando sempre ragione a chi mi faceva del male. Da adolescente avevo un brutto rapporto con la mia fisicità, e se pur carina, mi vestivo male e raramente mi guardavo allo specchio prendendo consapevolezza di me e dei miei anni, sempre presa da un'angoscia forte e senso d'ansia. Provavo molto disagio quando arrivava gente in casa a farci visita e quando uscivo, sempre più spesso manifestavo un violento blocco psicomotorio.

Mi sono abituata a mangiare pane e vergogna, pane e umiliazione, pane e frustrazione, pane e paura, ogni giorno. C'è da dire, che nonostante tutto quell'inferno, avevo comunque molta più capacità di stringere e portare avanti relazioni d'amicizia rispetto ad ora. Le amiche del cuore le ho sempre avute fino a che a 20 anni, il blocco psicologico e i problemi dovuti ai traumi subiti hanno cominciato a creare un divario enorme esperienziale tra me e gli altri, anche con le amiche coetanee, che nel frattempo avevano relazioni d'amore, portavano avanti storie, cominciavano ad avere i loro giri, a fare serate e poi l'università, nuovi giri ancora e poi tante si sono sposate, altre hanno fatto carriera.

Nel frattempo dall'adolescenza fino ad ora tutti i miei coetanei conosciuti hanno vissuto i loro anni, soffrendo per amori reali e per lo più corrisposti (non platonici come i miei), affrontando e mantenendo lavori stagionali per cominciare ad avere un pò d'indipendenza, affrontando una quotidianità spensierata ma mai totalmente disimpegnata, andando all'università, seguendo corsi di danza/zumba/ salsa...imparando a portare la macchina su lunghi percorsi, guidando con i fidanzati anche fuori dall'Italia, trovando poi il fidanzato storico, facendo viaggi importanti, professionalizzandosi, conseguendo piccoli fallimenti ma anche importanti e diversi traguardi in campo privato e professionale. Nel frattempo le loro giornate si facevano piene mentre le mie rimanevano vuote e cariche di sofferenza dovuta ad un'incapacità crescente di crearmi qualcosa di mio, di tenere e costruire rapporti per esempio. Ho sempre ascoltato come fossero aliene le mie coetanee 19enni di allora che mi parlavano di queste loro storie importanti, sulle quali lavoravano ogni giorno, sulle liti e i confronti con il partner... io non sono mai riuscita a portare avanti una discussione normale tenendo testa, stando alla pari con il mio interlocutore. Sono sempre stata molto ipersensibile fin da dopo il trauma vissuto da piccola e se prima con me gli interlocutori vincevano facilmente ora non si mettono neanche a parlare con me.

Prima mi ferivano a morte i giudizi, le critiche (c'è da dire che ne ho ricevute molte e pesanti), ora non riesco neanche a trovarmi nella condizione paritaria di confronto con l'altro. Sembro essere diventata la folle bandita dal villaggio e questa cosa mi sta facendo peggiorare moltissimo i sintomi, mi sta facendo alzare le difese fino all'impossibile mettendo a repentaglio anche la mia salute fisica. Il disagio, il divario crescente tra me e gli altri, unitamente ad un senso profondo di insicurezza che maturava sempre di più in me, insieme alla convinzione di non valere e di essere inadeguata sempre..mi ha portato a chiudermi molto in casa dagli 8 anni sino ai 30. Complice l'età non avanzatissima dei miei a quel tempo, riparavo appena potevo sotto la loro "gonna", avendo paura di uscire affrontando un disagio molto spiacevole che nessuno mi aiutava a capire o a gestire. In casa trovavo rifugio, anche se pagavo l'asilo a caro prezzo (per le dinamiche familiari a cui in vari topic qui, ho accennato). Uscivo pochissimo con gli amici di un tempo, e ricordo che loro si lamentavano di questo dicendo che inventavo sempre scuse per rimanere a casa.

Nel frattempo ho conosciuto una psicoterapeuta che mi ha fatto una diagnosi sbagliata, intervenendo terapeuticamente come un cane, portandomi in pratica ad isolarmi da quelle poche amicizie che avevo perchè dovevo pensare solo a guarire, che cosa poi... non si è capito e non l'ha capito neanche più lei. Nel frattempo con la storia della malattia sono volati via tutti i miei 20 anni, passati gran parte a far lavori del cavolo, sfruttata e abbandonata ad un disagio crescente che stava diventando penoso e invalidante. Gli psicoterapeuti non sapendo come gestire un tale livello di ansia (hanno tutti diagnosticato un'ansia patologica altissima), mi hanno dato di tutto a caso per trovare la molecola giusta... ma alla fine l'unico risultato che ho ottenuto è stato di aver perso soldi, energie, speranze, e la mia fisicità, avendo preso 20 chili in più grazie a tutti quei veleni inutili e dannosi. A 30 anni ho cominciato a ribellarmi, a cercare di ritrovare me stessa da sola, non credendo più tanto che gli altri (medici o chicchesìa) mi potessero aiutare. Nel frattempo nonostante vivessi con i miei sempre più anziani, continuavo a rimanere sempre più isolata. Gli altri amici avevano nel frattempo realizzato una parte importante della propria vita ed io rimanevo ingabbiata in un blocco senza nome che nessuno riusciva a rompere in nessun modo, nè a capire.

Ho tentato in questi ultimi 5 anni l'allontanamento dai miei, poi il ritorno, un mordi e fuggi continuo che mi ha stremato, cercando di ritrovare me stessa, dopo tanti anni passati a difendermi da qualcosa di ormai indefinito, tanto era diventato intricato e complesso. L'albero è stato piegato però, non riesco più nonostante innumerevoli sforzi a raddrizzarlo, e così sopravvivo come una quercia storpia ai margini di una foresta rigogliosa ricca di alberi dalla testa alzata verso il cielo che si bevono tutto il sole che c'è, mentre io sembro condannata ad appassire avvolta nell'ala di un'ombra perenne. Le stagioni sono passate e le ho viste trascorrere tutte, ora vedo la foresta rinnovarsi, nuovi alberi dalle giovani foglie crescono rigorosi, mentre io comincio ad abbassare la testa, avendo a che fare con un nuovo ostacolo, la forza di gravità... e punto inevitabilmente verso il suolo, mentre tanti altri nascono puntando al cielo, un cielo che io non ho mai neanche sfiorato, ma ho sempre e solo sognato.

Ultima modifica di Stella89; 09-07-2017 a 00:39.
Vecchio 09-07-2017, 06:24   #17
Banned
 

Secondo me, l'unica cosa che forse avresti potuto evitare è la scusa delle ripetizioni. Non avresti potuto semplicemente dirgli "questo è il mio numero"?

Il resto non mi sembra particolarmente assurdo.

Forse lui non ha capito le tue intenzioni, e ti ha preso alla lettera credendo che il tuo scopo fosse davvero prendere lezioni.
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