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Vecchio 03-07-2012, 00:04   #1
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Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, sono un neo-iscritto e ho deciso di aprire un topic personale dal titolo volutamente contraddittorio (ma neanche troppo secondo il sottoscritto). Ognuno degli utenti del forum ha una propria vicenda personale che non deve essere stata particolarmente positiva. Ho riflettuto sulla frase fatta; la vita deve essere vissuta non programmata. Il sottoscritto è d'accordo solo in parte. Credo che all' inizio una buona programmazione e disciplina siano necessarie e dico come costanza. Voglio dire dal mio punto di vista i disagi sociali sono acquisiti anche se vi può essere una maggiore predisposizione da parte di una persona. Una buona programmazione nei primi anni di vita di una persona secondo me sono la chiave giusta per impedire questo tipo di disagi. Voglio dire la spinta alla socievolezza deve essere aiutata e programmata. Ad esempio Il sottoscritto è cresciuto in un ambiente molto rigido e formale e diciamo pure con persone che sembravano mooolto antiquate rispetto all'epoca in cui ci si trovava. E una caratteistica della mia famiglia era lo scarso dialogo e collaborazione tra i suoi componenti (ognuno per i fatti propri) e sopratutto una paura ossessiva del giudizio della gente su alcuni eventi capitati all'interno della famiglia stessa (ad esempio nemmeno io venivo informato su alcuni eventi per paura che li potessi raccontare a qualche compagno di scuola o qualsiasi altra persona esterna). Poi ad esempio
si pensava quasi esclusivamente al risultato scolastico (il compitino e la lezioncina). Non c'è mai stata una vera io la chiamo "programmazione alla vita sociale" ad esempio un' invito a fare sport sin dai primi anni o magari un attività sociale di gruppo (campi estivi, scout, etc) Quindi famiglia andatasi sfasciando nei suoi componenti, scarso dialogo e collaborazione, tendenza a far sapere all'esterno (ma anche in famiglia) meno possibile degli avvenimenti,
ossessione per la scuola e praticamente nulla programmazione sociale, alla fine hanno reso il sottoscritto uno schizoide molto centrato su se stesso e avulso dalla società esterna. Una piccola programmazione e disciplina per me
è necessaria e una mancanza di essa favorisce comportamenti sia asociali che antisociali. Sono convinto di questo ma gradirei sentire la vostra opinione! Che cosa ne pensate?
Vecchio 03-07-2012, 00:35   #2
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Sono assolutamente d' accordo. Il problema è che genitori che non tengono in considerazione le necessità di socializzazione dei figli nella maggior parte dei casi non sono a loro volta persone socievoli, quindi il tutto è un circolo vizioso da cui il singolo può tentare di tirarsi fuori solo quando è sufficientemente grande e ha i mezzi per allontanarsi dal contesto familiare.

Poi bisogna recuperare un po' di quelle esperienze sociali basilari che non sono state fatte a tempo debito, eliminando gli schemi di pensiero disfunzionali che nel frattempo si sono creati ...

Detto questo, ci sono persone per natura più portate alla socialità e altre meno, anche a prescindere dai contesti in cui hanno vissuto infanzia e gioventù: ma un certo "allenamento" alla socialità stessa è necessario e oserei dire indispensabile. Certo, pure l' approccio opposto ( una socialità forzata eccessiva imposta dai genitori ) può dare come risultato disadattamento e difficoltà varie ...
Vecchio 03-07-2012, 14:53   #3
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io credo che occorra impartire una buona educazione unita ad una buona dose di rispetto durante la crescita dei propri figli.
Educazione e rispetto, pregi che vengono a mancare col crescere, sia perchè il ragazzo/la ragazza inizia a frequentare la scuola e non tutti i coetanei hanno il loro stesso carattere.
E qui possono accadere due cose: il ragazzo/la ragazza si adegua al comportamento dei suoi coetanei, diventando in parte come loro; oppure resteranno talmente sconvolti dal carattere dei loro coetanei che resteranno introversi a lungo.
Io credo che dipenda molto dalla scuola. E' inutile impartire un'educazione esemplare ai propri figli, se poi il luogo che frequenteranno maggiormente nel corso della loro vita è privo di regole...
La scuola è un luogo incivile, gli insegnanti sono degli inetti... non mi stupisco affatto che la maggior parte di noi abbia avuto problemi a scuola
Vecchio 03-07-2012, 15:21   #4
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da Franz86 Visualizza il messaggio
Il problema è che genitori che non tengono in considerazione le necessità di socializzazione dei figli nella maggior parte dei casi non sono a loro volta persone socievoli, quindi il tutto è un circolo vizioso da cui il singolo può tentare di tirarsi fuori solo quando è sufficientemente grande e ha i mezzi per allontanarsi dal contesto familiare.

Poi bisogna recuperare un po' di quelle esperienze sociali basilari che non sono state fatte a tempo debito, eliminando gli schemi di pensiero disfunzionali che nel frattempo si sono creati ...
Uh, la mia storia.
Vecchio 03-07-2012, 15:31   #5
Esperto
L'avatar di berserk
 

Se programmare la vita aiuta a farti passare da una situazione ad un'altra e poi ad un'altra ;allora ben venga:l'immobilità è la condizione della non vita e del non tempo:purtroppo dopo qualche mese di tranquillità mi ritrovo al punto di partenza guardo un film(la mia non vita)seduto su una panca disgraziata e mangio,per giunta, pop-corn guasti.
Vecchio 03-07-2012, 16:41   #6
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Bisogna avere dei genitori con le palle sotto per ritrovarsi ad essere soggetti socialmente adeguati, quando i genitori non sono buoni il più delle volte cresci di merda e accumuli tanti di quei complessi che ci vuole ben più di una vita per rimettere le cose a posto, genitori di merda andate affanculo và!!!
Vecchio 03-07-2012, 19:52   #7
Esperto
L'avatar di barclay
 

Premessa polemica: secondo la TCC, la vita va programmata minuziosamente

Io avevo programmato la mia vita ed ho seguito il programma fino a circa 24 anni, poi mi sono reso conto che il mio programma era evitante
Vecchio 03-07-2012, 20:14   #8
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Io da bambino taciturno e introverso ma molto studioso e "il migliore della classe" come studio mi ero illuso che sarei diventato chissà che cosa. Non mi sono accorto in tempo che quella era già solamente una fantasia schizoide.
In pratica il mondo esterno mi aveva già superato come un treno che ho perso e con il passare degli anni sono diventato consapevole che la vita non è una lezioncina e non serve fare gli ubbidienti con le persone che ti stanno vicino. Mi sa che non mi resta solo che immaginare la vita che non ho vissuto. Provo rabbia, rancore, tristezza e risentimento verso la mia famiglia e verso me stesso per non aver capito in tempo in che pantano mi stavo cacciando!

Ultima modifica di Wolferstein; 03-07-2012 a 20:19.
Vecchio 03-07-2012, 20:29   #9
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penso che io non mi posso permettere di programmare neanche domani
Vecchio 03-07-2012, 21:43   #10
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Quote:
Originariamente inviata da Coprofagus Visualizza il messaggio
Programmare la propria vita costituisce un lavoro prematuro, il quale può essere reso inutile da un qualsiasi cambiamento di variabile. Programmare la propria vita vuol dire soffrire l'effetto di due trappole mentali: anticipazione (si tenta, per l'appunto, di progettare il futuro), fissazione (una volta progettato il futuro non facciamo altro che aspettare che questo avvenga, precludendoci la possibilità di vivere serenamente il presente e rifuggendo dalla grazia di cedere alle variabili della vita, rinunciando di fatto a gustarla appieno nelle sue gioie e nei suoi dolori).
Mi ero espresso male: io non volevo dire TUTTA la vita....volevo dire solo che i primi anni bisognerebbe avere qualcuno con le palle come educatore che ci guidi e che magari ci obblighi a fare delle esperienze formative anche contro la nostra volontà in modo da renderci sempre piu indipendenti. Poi certo la vita ognuno deve costruirsela da se. Non intendevo di certo che ognuno debba sapere cosa farà dalla culla alla tomba. Questo sarebbe veramente terrificante. Volevo dire solo che un buon inizio nella vita è fondamentale..ad esempio per evitare fobie sociali, difficoltà a livello lavorativo, etc.
Vecchio 03-07-2012, 21:57   #11
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Programmazione significa sistemare in un sistema coerente ciò che vuoi fare:allora sì.

Se programmare significa controllare tutto quello che fai no.
Vecchio 03-07-2012, 22:15   #12
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Programmare per me significa semplicemente darsi degli obiettivi da raggiungere e tenersi occupati durante la giornata ma mi riferisco sopratutto agli anni dell' infanzia fino al massimo all' adolescenza. Voglio dire solo questo. avere genitori che ti riempiano la giornata che ti spronino ad esempio a studiare il necessario, a iscriverti a sport, a insegnarti qualche lavoro domestico o manuale, a portarti in giro a conoscere coetanei in modo che tu non debba sviluppare difficoltà sociali..a parlarti di sesso, politica. Ma ho l'ideale della famiglia del mulino bianco? A me sembrerebbero delle situazioni normali......ma forse mi sbaglio!
Vecchio 04-07-2012, 14:57   #13
Esperto
L'avatar di Allocco
 

E' una bella domanda questa.. mi spiace perché sembra che il topic stia morendo..

Tralasciando la mia opinione in merito, la mia esperienza è questa:
Mia madre è ansiosa ed iperprotettiva, ma nonostante questo mi ha sempre lasciato libero di fare quel che volessi, purché dentro casa
Vi sorprende che il risultato* sia un tizio che scrive al pc alle 14:53 del 4 luglio?

*non il solo, fortunatamente..
Vecchio 04-07-2012, 15:06   #14
Esperto
L'avatar di rainbow
 

Anche a me questo topic piace molto...
I miei sono una coppia estremamente chiusa... Mio padre è un vero e proprio fobico (se ho imparato ad esporre le mie idee agli altri è stato proprio perchè mio padre chiedeva che fossi io a parlare con le persone al suo posto) e mia madre è solo timida ma anche estremamente diffidente e intollerante.

Non hanno grandi amici e sia io che mio fratello siamo stati abituati a non avere grandi contatti sociali. Si vergognavano del nostro disordine e non ci facevano portare altri bambini in casa, non si preoccupavano che facessimo amicizia con i bambini delle attività extra-scolastiche e non ci hanno mai aiutato a coltivare amicizie.
D'altra parte mi hanno anche sempre lasciata estremamente libera (dai 15-16 in poi però, quando videro che di uscire non ne avevo nè voglia nè intenzione, perchè da piccola giammai che io scendessi in strada a giocare con gli altri bambini del quartiere )

Per diventare genitori non è obbligatoria nessuna patente, però è strano, perchè guidare il percorso di un bambino è molto più complicato di guidare una macchina!
Vecchio 04-07-2012, 17:50   #15
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Visto che ho aperto il topic vedo di portarlo avanti aggiungendo nuove idee.
In caso di conflitti tra genitori e tra le famiglie dei rispettivi genitori e ancora peggio in caso di separazioni e/o divorzi, il procedimento giusto sarebbe cercare di risolvere i conflitti, trovare un accordo tutti assieme e spiegare tutto subito al figlio. Ho passato gli anni della mia infanzia dai nonni materni (persone mooolto antiquate e con una mentalità ristrettissima) senza sapere neppure ad esempio con chi mia madre abitava, Diciamo una confusione peggiore non poteva esserci una totale mancanza di spiegazioni e sopratutto una totale mancanza di programmazione anzi un atteggiamento a non far sapere nulla all'esterno per paura del giudizio altrui...(la convivenza con un'altra persona dopo il divorzio per persone antiquate era un onta incredibile che doveva essere nascosta a tutti persino al nipote...sapete il rischio che lo dica a qualcuno). Ne ci si poteva mettere d'accordo è ovvio di certo un padre
non puo volere che il figlio vada a casa della ex moglie con un altro uomo (non avrai altro padre oltre a me s'intende) meglio quindi mantenere i conflitti lasciare il bambino da persone con una mentalità ottocentesca e ognuno per i fatti suoi. E qual'è il risultato di tutto ciò: Un perfetto schizoide Devo ammettere che all'inizio non mi sono accorto di nulla, ero già molto "strano" come comportamento e non sapevo niente di queste patologie. Solo durante l'adolescenza mi ero reso conto che qualcosa non andava per nulla ma ormai c'ero già caduto e all' inizio volevo mentire a me stesso la verità non potevo accettarla era troppo disturbante e spaventosa. L'ho dovuta accettare anche se non sono mai riuscito a uscirne veramente fuori nemmeno ora alla mia età. Quindi sono convinto che un minimo di disciplina e d'incoraggiamento all' inizio sia indispensabile! Ora, visto che un mio collega di lavoro ha un figlio di 4 anni, non faccio che chiedergli domande su come sta, come si comporta, etc. Penso che il motivo sia ovvio a tutti!

Ultima modifica di Wolferstein; 04-07-2012 a 18:06.
Vecchio 04-07-2012, 19:15   #16
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Io sono per il non programmare niente e lasciare che tutto vada come va. Secondo me non deve proprio avvenire nessuna educazione al vivere in società. Se uno cresce introverso o timido.. evidentemente avrà delle buone motivazioni per esserlo.
E' sbagliato secondo me crescere una persona cercando di farla diventare il più felice possibile.

Ultima modifica di Halastor; 04-07-2012 a 19:22.
Vecchio 04-07-2012, 19:24   #17
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Quote:
Originariamente inviata da Wolferstein Visualizza il messaggio
In caso di conflitti tra genitori e tra le famiglie dei rispettivi genitori e ancora peggio in caso di separazioni e/o divorzi, il procedimento giusto sarebbe cercare di risolvere i conflitti, trovare un accordo tutti assieme e spiegare tutto subito al figlio.
Sono d' accordissimo. Ma ... chi dovrebbe fare questo?
In certe situazioni ci si finisce in mezzo purtroppo, punto e basta. Poi ci si può rimuginare sopra, ma intanto le si è vissute. Al massimo si può tentare di evitare di riproporle quando e se si avranno dei figli ...

Quote:
Originariamente inviata da rainbow Visualizza il messaggio
... Per diventare genitori non è obbligatoria nessuna patente, però è strano, perchè guidare il percorso di un bambino è molto più complicato di guidare una macchina!


@Halastor ... ma dai!

Ultima modifica di Franz86; 04-07-2012 a 19:28.
Vecchio 04-07-2012, 19:26   #18
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Quote:
Originariamente inviata da Halastor Visualizza il messaggio
Io sono per il non programmare niente e lasciare che tutto vada come va. Secondo me non deve proprio avvenire nessuna educazione al vivere in società. Se uno cresce introverso o timido.. evidentemente avrà delle buone motivazioni per esserlo.
E' sbagliato secondo me crescere una persona cercando di farla diventare il più felice possibile.. secondo me un figlio va buttato nel bel mezzo del mondo, dopodichè avrà le sue reazioni a ciò che gli sta intorno. Positive o negative che siano.
Non bisogna indicargli nessuna strada.. ma dargli gli strumenti per intraprenderla al meglio. Qualsiasi essa sia. Insomma non importa se farà del male o del bene al mondo.. l'importante è che lo faccia a livelli d'eccellenza hahaha

Sto usando esattamente questa tecnica e non funziona un granché.. Ma secondo me ha ragione il creatore del topic, una minima programmazione ci vuole sempre.. Darsi degli obiettivi, trovare degli interessi, vivere dentro la società, stare in mezzo alla gente..
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