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03-03-2016, 17:01
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#1
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Principiante
Qui dal: Jan 2016
Messaggi: 33
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Per me si è appena conclusa la prima sessione di esami del primo anno di università e devo dire che è stata piuttosto stressante ed estenuante. Alla fine sono riuscito a superare tutti gli esami, ma soprattutto per il primo ero sulla soglia di un tracollo psicologico: dopo aver completato lo scritto, sapevo di dover attendere il giorno successivo per conoscere il risultato ed ero sicurissimo del mio fallimento. Ho trascorso quel pomeriggio pensandoci ossessivamente e facendomi le paranoie più improbabili. Invece l'avevo passato. Adesso ho qualche giorno di riposo prima che inizino di nuovo i corsi, ma non avendo nulla di meglio da fare, sono già in ansia.
Volendo estendere il discorso, mi sembra che il concetto stesso della vita racchiuda in sé un tremendo sforzo, una lotta continua contro avversità che potrebbero minacciarti ad ogni angolo. Io non ho particolari ambizioni - mi piacerebbe vivere un'esistenza tranquilla, stabile, con una sensazione di controllo e competenza. Idealmente questo significa che, nella mia vita adulta, io possa prendermi cura di me stesso, avere una casa e magari qualche soldo per togliermi uno sfizio. Già queste condizioni mi farebbero sentire il detentore di un potere inestimabile.
Eppure, la strada per diventare un adulto "funzionante" mi sembra incredibilmente tortuosa, sia per difetti miei che per fattori esterni. Ad esempio qualche settimana fa ho dato un passaggio in auto a un mio amico e poi l'ho riportato a casa la sera; non essendo abituato a guidare di notte, le strade che avevo percorso con relativa tranquillità durante il giorno mi parevano assolutamente aliene. Anche con i fari, non si vedeva NULLA. Mi chiedo le persone come facciano a dare qualcosa come guidare per scontata. Sono sempre stato una persona distratta, con un cattivo senso dell'orientamento. In auto sono in trappola in un mostro velocissimo che non mi lascia modo di ragionare, tra l'altro in mezzo a delle variabili impazzite come gli altri automobilisti. Sorpassi a destra, in corsia di accelerazione, suoni di clacson se non riparti abbastanza in fretta a un semaforo o a uno stop. Chi me lo fa fare?
Ci sarebbe anche da sforzarsi per coltivare relazioni con il prossimo, migliorarsi nell'arte della conversazione, apparire interessanti e vestirsi in modo da esaltare il proprio aspetto esteriore, tutte cose che non mi sono mai riuscite bene e che mi hanno portato a soffrire di quel senso di isolamento e disinteresse verso le persone. Riesco anche a scambiare qualche battuta, parlare di argomenti senza troppo impegno, e ne traggo anche beneficio, ma il punto delle relazioni umane non era di coltivare legami profondi e duraturi? Cosa me ne faccio di una chiacchierata davanti alla macchina del caffè, in fondo?
E cosa accadrà quando andrò a lavorare, semmai riuscirò a trovare lavoro? Diverse volte ho trascorso una giornata nell'ufficio di mio padre, che è impiegato presso un'azienda. Edifici mostruosi, asettici, moltissimi piani, pieni di persone che ignorano la tua stessa esistenza, in cui trascorrere 8 ore al giorno, ogni santo giorno. La cosa che più mi spaventa è sentirmi solo un numero. Anche all'università è così. Tutto quel che ho immaginato di essere, agli occhi dei miei tre professori, è un codice di matricola legato a una leggera sensazione di malcelato schifo. Come se stessi facendo loro perder tempo. Sentirsi ignorante, incompetente, è la peggior tortura per me.
Insomma, quel che ho voluto esprimere con questo muro di testo è che la vita di un essere umano è solo un'accozzaglia di svariati doveri, senza garanzia di una particolare ricompensa se non quella di stare a posto con la propria coscienza; e il peggio è che non c'è una vera e propria alternativa: per quanto io desideri un po' di riposo e pace della mente, quando arrivano non so che farmene, finisco con l'annoiarmi e risprofondare nell'apatia.
Voi cosa ne pensate? Vi capita di sentirvi in questo modo? E cosa fate per rimediare
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03-03-2016, 18:58
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#2
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,470
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Quote:
Originariamente inviata da ScareCrow
Voi cosa ne pensate? Vi capita di sentirvi in questo modo? E cosa fate per rimediare
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Sì, mi capita. Non penso ci sia molto da fare, se non accettare che le cose vanno così. Si può poi scegliere se adattarsi, nella speranza di una sicurezza, o disadattarsi, rinunciandovi e costruendo una vita più a propria misura.
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03-03-2016, 19:05
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#3
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 569
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Che dire, tutto quanto molto giusto. Non saprei controbattere, eppure dovrei.
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Ultima modifica di cancellato16336; 03-03-2016 a 19:19.
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03-03-2016, 20:15
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#4
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Esperto
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Provincia di Milano
Messaggi: 4,734
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mi sembra tutto molto sensato. io i doveri li evado, ma so che non potrò farlo per sempre, non sono figlio di ricchi milionari quindi....
l'alternativa all'assenza di doveri è il troppo tempo libero. che non si può colmare*, e cosi subentra la noia. che è devastante anche quella.
*non si può colmare a meno che non si è Miliardari, da poter fare quello che si vuole tutti i giorni, ma anche qua bisogna sempre lavorare e siamo al punto e a capo.
p.s. infatti una delle mie maggiori idee di vita è questa: godersela tutti i giorni per tutti gli anni della vita senza lavorare e senza doveri. Magari.
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03-03-2016, 20:53
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#5
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Esperto
Qui dal: Oct 2010
Ubicazione: out
Messaggi: 4,339
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no,la vita dovrebbe essere piacere.,.,
e ti spiego il motivo.
trarre piacere da cio che si fa...o almeno questo è uno dei segreti a cui sono arrivato (e sto cazzo)spendendo la bellezza di un milione al tempo in lire,..al tempo alla tua eta su per giu suppongo..(ho letto solo la domanda..non il tuo discorso)(forse perche non traggo piacere dalle persone..e ci sta...quindi le evito...evito pure di ascoltarle e capirle....l'effetto che mi fanno è per la maggior parte,stare male e tirarmi giu,quindi le cerco solamente positive.detto questo...
la mia vita sarebbe basata sui principi del piacere,ma poi,il dovere le responsabilità,me l'hanno fatta andare di traverso...chi dirige le aziende manda avanti il sistema..me ne hanno fatta mangiare(o almeno volevano)mangaiare cosi tanta..che ho sviluppato una forte allergia al dovere.
l'unico dovere che ho ra è il lavoro,perr forza di cose e mantenermi...non ho nessun dovere...se non in parte con i miei,e mio nipote e pochi amici fidati,perche lo sento.
non mi sento di dovere,
ne di dovere qualcosa a qualcuno,perche quello che ho fatto l'ho semprte fatto da solo...e il truccco è quello...trarre piacere...anche nel dovere..
nel senso...in certi lavori mi mi divertivo...lavori pesanti..bon faccio palestra...lavoria contatto con la gente...bon faccio l'animatore...ho sempre trovato il modo di svicolare dal dovere.
il dovere mi rende serio triste,paralizzato mentalmente e programmato sulle cose da fare...e finisco per non gustarmi nemmeno piu un buon piatto di cibo...o la compagnia di una bella donna,o ecc.ecc.
..
quindi non comprendo nemmeno la tua domanda..
io la ribalterei in
ma la vita è soltanto piacere?
no è anche dovere mi dicono...(e anche cresci sempre mi dicono..)(per diventare come a voi?...mah...non so se è un affare... (cio non toglie che i dolori del giovane werther li ho sempre avuti anche io fin da bimbo..)
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Ultima modifica di dentromeashita; 03-03-2016 a 20:58.
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03-03-2016, 21:42
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#6
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Intermedio
Qui dal: Sep 2015
Messaggi: 121
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Do per scontato che è sintomo di frustrazione (o simile) e mi distraggo
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03-03-2016, 21:51
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#7
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 751
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Il segreto è fare per dovere quello che faresti per piacere, ovviamente se per te il piacere è passare il tempo a sorseggiare bibite alcoliche su una spiaggia tropicale la vedo un pò difficile, non sempre si può fare quello che ci piace per lavoro, però puoi in minima parte cercare di trasformere quello che per te è dovere in piacere, per esempio, io sento la necessità costante di migliorare me stessa e il mondo intorno a me, prendo questo come spunto per farmi piacere di più le cose che risultano un pò pesanti come studiare, pensando che studiare arricchisce la mia personalità sono arrivata ad amare lo studio ed ora lo faccio per hobby (ovviamente studi e leggo gli argomenti che mi interessano) oppure che ne so lavorare... lavoro più volentieri se penso che quello che sto facendo è utile agli altri (li fa stare bene, li aiuta, li arricchisce) ecco perchè non potrei mai fare un lavoro in cui magari si devono arrecare seccature alle persone più che benefici come il vigile del traffico per esempio
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03-03-2016, 21:57
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#8
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Banned
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 14,714
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la vita è un insieme di meccanismi prestabiliti, è uno schema da rispettare, è uno status da mostrare agli altri. La vita non ti appartiene mai, nonostante tu sia un essere libero e con libertà di scelta. Fai le cose per compiacere gli altri e per affermarti agli occhi della "società". Eh ovvio, bisogna trovare il modo per vivere la vita come si vuol viverla altrimenti è un ripetersi di azioni senza scopo
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03-03-2016, 22:00
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#9
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Banned
Qui dal: Sep 2011
Messaggi: 2,134
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Probabilmente sì, anzi io sono convinto che la vita adulta sia solo un obbligo, un dovere, e ciò che differenzia gli adulti dai bamboccioni è la capacità di accettarlo. Ho visto le persone che decidono di non crescere, di non responsabilizzarsi, e diventano relitti con la barba bianca.
La vita non è un gioco, non è uno scherzo.
Anche se mi capita spesso che quando sono in transizione tra un cantiere all'altro di guardare il cielo, e di percepirne la profondità, e allora mi guardo intorno e cerco di non pensare che questa è la mia vita, e non ne avrò un'altra. E la sto passando così.
Ho letto un libro che mi ha scosso, "La Lunga Marcia" di King, che parla di un centinaio di ragazzi che si è iscritto in una marcia in un futuro distopico. Devono mantenere un certo passo, e se si fermano per tre secondi per tre volte o fanno cazzate i militari di un cingolato che li segue li fulminano sul posto.
L'unico tra tutti che sopravvive vince tutto ciò che vuole.
La trama mi ha inspirato perchè durante la marcia questi ragazzi cambiano. Invecchiano.
E alla fine mi è rimasta un concetto che un ragazzo spiega al protagonista, quando gli rivela...che in realtà non c'è nessun premio.
Che il premio è la morte, e l'unico bastardo di cui avere pietà è colui che sopravvive alla Lunga Marcia. Solo, unico testimone di tutto l'orrore.
Non è spoiler, questa è solo un'idea che ho avuto.
Quando sono giù penso che arriverà quel momento in cui non dovrò più marciare, subire umiliazioni, sopportare il dolore, e penso, "Devi Solo.Continuare.A.Marciare."
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04-03-2016, 00:49
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#10
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Messaggi: 85
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Sfonda nella musica, diventa un calciatore o fai l'attore, così diventi milionario e fai quello che vuoi nella vita
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04-03-2016, 02:55
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#11
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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(per come sto prendendo il mio lavoro, temo di fare prima o poi la fine del piccolo fornaio...)
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05-03-2016, 00:17
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#12
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,902
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Spesso mi sento cosi ma ci sono anche altri momenti. Vivendo ci sono delle cose oppure delle sensazioni forti dettate dalla quotidianita che quasi quasi ti spingono a reagire , a dare un impatto o a semplicemente lavorare per per una vita piu adatta a noi. Cio pero richiede coraggio, tempo,fallimenti, salti nel buio e ti vien voglia di lasciare perdere
Rimettermi a fantasticare altre storie mi ha fatto venire questi momenti.
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05-03-2016, 08:45
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#13
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,083
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Anch'io ho un senso del dovere terribilmente sviluppato. Il senso del dovere è una voce molto potente in me. Negli ultimi anni ho cercato sempre di più di non ascoltarla e di ascoltare di più il senso del piacere/volere. Secondo me esistono anche questi e si può imparare ad ascoltarli. Penso che non esista alcun dovere oggettivo, cioè non è oggettivamente dimostrabile che un dovere sia giusto, quindi la scelta dei doveri è una scelta libera, una scelta che può essere presa solo dal nostro senso del volere/piacere. Una volta distrutti tutti i doveri che non vogliamo o che non servono ad alcun piacere, è più facile lasciar spazio a ciò che desideriamo. Basta esprimere un desiderio senza ragionare e lasciarsi cercare di realizzarlo. I doveri saranno fondamentali per realizzarlo, ma saranno sempre e solo uno strumento utile per realizzare quel desiderio.
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05-03-2016, 17:17
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#14
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Principiante
Qui dal: Mar 2016
Messaggi: 7
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Secondo me il dovere in un certo senso è necessario nella vita dell'uomo. Per quanto io sia pigro sento comunque un bisogno di fare qualcosa. Facendo un esempio concreto,io l'hanno scorso sono stato bocciato in tutte le materie della sessione,ho passato un mese fermo ed ad un certo punto ho provato noia anche per le cose che mi piace più fare.
In generale penso ci debba essere un equilibrio tra il dovere ed il riposo,se c'è un eccesso di uno dei due ci si sente male. Poi sarà che se si ha una comitiva nelle stesse condizioni si soffre di meno lo star fermi,vedo gente molto più grande di me che non si fa problemi a fare il mantenuto e a passare le giornate a uscire e a divertirsi.
Comunque più che altro per me non è il dovere in se ad essere il problema,è la paura di fallire nel mio dovere,di deludere tutti,e delle conseguenze del mio fallimento...
Ultimamente però sto impiegando una nuova strategia,a volte impiego il mio tempo libero nell'acquisire conoscenze (intese come "skills") che mi possano servire in futuro,è un modo che ho per sentirmi meno in colpa e devo dire che un po' funziona !
Piccolo OT: Strano,io mi sento più tranquillo la notte alla guida,senza traffico e i soliti impazienti che suonano appena parti un nanosecondo più tardi.
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