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08-10-2010, 17:15
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#1
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 20
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Come premesso nel mio messaggio di presentazione sono Lt. Salt e non credo che al mio problema possa essere attaccata l'etichetta "fobia sociale". Spero che raccontando qui la mia storia io possa riuscire a capire qualcosa in più su di me.
Ho un'età compresa fra 20 e 30 anni, vivo insieme alla mia famiglia di origine, ho un lavoro di cui posso ritenermi sostanzialmente soddisfatto, riempio il mio tempo libero principalmente con attività ripetitive e solitarie. Questo è il quadro generale.
Per quanto riguarda il lavoro, non nutro ambizioni di carriera. L'unica cosa che desidero, visto che il lavoro è l'attività che mi tiene impegnato per la maggior parte del tempo in cui sono sveglio, è che risponda ai miei interessi.
Dedico il mio tempo libero principalmente ad attività solitarie. Sembra che sia difficile per me trovare qualcosa che mi "esalti"... vedo le persone entusiasmarsi per tante cose e io credo di non esserne capace. Sicuramente, dato il mio carattere, è vero che in proporzione provo molte meno esperienze rispetto alla media del genere umano: anche solo per ragioni statistiche se provando 100 cose se ne trovano 10 che piacciono, io che nello stesso tempo ne provo 10 ne dovrei trovare 1 sola. Comunque oltre a essere attività solitarie spesso sono anche ripetitive: per fare un esempio chiaro è come se trovassi piacevole ripetere all'infinito la lettura di un testo. L'ultimo aggettivo che aggiungo alle mie attività nel tempo libero è: cicliche.
I miei rapporti interpersonali sono limitati alla sfera lavorativa, ad alcuni amici con i quali a volte esco (in media in 2 o 3 occasioni al mese) oltre che mia famiglia. Preciso di non avere paura o timore a interagire con il prossimo, se va fatto, lo faccio. Posso essere teso per la situazione in cui avviene un incontro, ma non per l'incontro in sé. Il mio rapporto con gli altri può anche essere amichevole ma rimane comunque sempre ad un livello superficiale, almeno da parte mia.
Non ho mai intrattenuto una relazione di tipo sentimentale, né sinceramente credo che riuscirò mai a sentirne davvero il desiderio, anche se non posso fare a meno di domandarmi perché non riesca a sentire le stesse cose che provano gli altri quando desiderano stare insieme ad una ragazza o quando vogliono condividere qualcosa con gli amici. Comunque non sono neanche interessato ad avere relazioni di carattere esclusivamente sessuale.
Ultimamente sto pensando alla possibilità di andare a vivere da solo, ma questa eventualità mi fa pensare al fatto che mi porterebbe a limitare ancora di più i miei rapporti interpersonali (famiglia e amici come scritto sopra). C'è da dire che in passato mi è capitato di preoccuparmi di una futura limitazione dei rapporti interpersonali (penso al periodo che ha preceduto il termine del mio percorso formativo)... sebbene la mia previsione si sia realizzata, devo ammettere che non è stato per me particolarmente traumatico e non ha peggiorato la mia qualità di vita. Comunque l'idea di vivere da solo in un certo senso mi attrae.
Per il momento finisco qui, conscio del fatto che ciò che ho scritto non è e non può essere esaustivo... probabilmente tralascio molte altri aspetti importanti ma ho cercato di schematizzare la mia vita in poche righe. Spero dia un'idea della mia situazione e vi permetta, se lo desiderate, di commentare e consigliare. Grazie.
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Ultima modifica di Lt. Salt; 08-10-2010 a 17:25.
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08-10-2010, 17:36
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#2
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Banned
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 2,171
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Sei una persona a cui piace la solitudine ,io non riesco
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08-10-2010, 17:48
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2009
Ubicazione: Roma
Messaggi: 5,541
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Credo che sei quello che molti utenti desiderano diventare soddisfatto del poco che abbiamo o che ci viene dato.
Ma io nn capisco se quando eri più piccolo desideravi socializzare con gli altri oppure sei stato sempre così.
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08-10-2010, 17:56
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#4
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Tra le nuvole
Messaggi: 1,734
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Quote:
Originariamente inviata da clang hetto
Credo che sei quello che molti utenti desiderano diventare soddisfatto del poco che abbiamo o che ci viene dato.
Ma io nn capisco se quando eri più piccolo desideravi socializzare con gli altri oppure sei stato sempre così.
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Mii clang cambia avatar mi istighi così
scusate se sono off topic :P
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08-10-2010, 17:58
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#5
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: Profondo Sud
Messaggi: 749
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bhè effettivamente hai tralasciato cose molto importanti che aiutino a capire meglio la tua situazione...
perchè ad esempio non hai detto la tua età esatta? cambia molto se sei più vicino ai 20 o più vicino ai 30...
oppure ad esempio conta molto come hai vissuto/sentito il periodo adolescenziale e scolastico, e se ad esempio ti ritieni soddisfatto o no della tua vita così come l'hai descritta... cioè vorresti essere diverso ma non ne sei capace oppure vorresti rimanere così....
oppure ancora come vivi la situazione in famiglia..
per il fatto che non riesci a trovare cose che ti esaltino, questo vale anche in quelle occasioni in cui esci con i tuoi amici?
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08-10-2010, 19:15
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#6
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Intermedio
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 229
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sembri soddisfatto della tua vita.. beato te.. io sto malissimo a vivere così
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Ultima modifica di boom76; 16-10-2010 a 00:52.
Motivo: errore
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08-10-2010, 19:29
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#7
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Banned
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Calabria/Umbria
Messaggi: 1,014
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ho letto coon molto interesse questi tuoi cenni autobiografici. Secondo me, se hai un problema, non è certo riconducibile alla solitudine o la fobia sociale. Per me tu sei ABULICO. Da quello che dici sembra quasi che in te ci sia pochissima spinta motivazionale in tutto quello fai, in tutto ciò che ti riguarda. Vita lavorativa? si, va bene ma non sono interessato ai salti di carriera. Vita sociale? incontri superficiali. Vita sentimentale? Non ne sento il bisogno. Andare a vivere da solo? mi attrae ma mi potrebbe limitare. senza contare poi gli interessi che hai... più che interessi, da come ne parli, sembrerebbero quasi delle stereotipie, ovvero dei comportamenti ripetuti in maniera quasi sistematica e ciclica. insomma per me tu non hai la giusta spinta motivazione, sei appiattito emotivamente, sei apatico. La tua vita manca di stimoli, ma non tanto di stimoli esterni, quanto di stimoli interni, che partono da te, che siano intrinsecamente motivati.
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08-10-2010, 20:20
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#8
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 20
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In effetti ho omesso quasi tutto il passato... nel descrivere la situazione attuale non ho proprio pensato a parlare di ciò che sono stato.
Posso dire che la mia vita sociale è cominciata con le scuole elementari. Sinceramente non sono mai stato particolarmente amante di attività di gruppo, comunque capitava che dei compagni di classe venissero a casa o che io andassi a casa loro (per esempio feste di compleanno). Più o meno lo stesso discorso vale per le scuole medie (forse meno che più) e dalle scuole superiori in avanti (forse più che meno). Diciamo che i rapporti si sviluppavano principalmente nelle ore scolastiche, comunque non ho mai avuto rapporti "camerateschi", bensì basati esclusivamente sulla condivisione di questo o di quell'interesse in comune.
In famiglia vivo tranquillo, nessuno mi fa pressioni di alcun genere.
Invece penso forse di essermi espresso male sul discorso dell'esaltarsi per qualcosa e sugli interessi. Che non ci sia nulla che mi piace fare è falso, ho diversi interessi e attività che mi piace svolgere. Tuttavia vedo che le altre persone vivono una gamma di stati emozionali molto più ampia della mia... la gioia è estremamente più intensa della mia così come lo è la disperazione. La loro gamma delle emozioni è "colorata", la mia è in "toni di grigio". Come scrive TerzaCagna sono "appiattito emotivamente".
Quindi non è che io sia realmente soddisfatto della mia vita... ma così è, diciamo. Io non posso dire di stare male, non sono depresso... riesco a ridere, a scherzare... forse la mia esistenza è pervasa da una specie di malinconia strisciante e dalla sensazione di vedere le cose con una prospettiva diversa da tutti gli altri. Devo dire che a volte mi sembra di essere un alieno per quanto il mio modo di vedere la vita sia diverso da quello degli altri.
Due ultime note. Sono più vicino ai 30 che ai 20 e sul fatto di andare a vivere da solo i miei dubbi stanno su come muterebbero il mio modo di relazionarmi con gli altri.
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08-10-2010, 20:37
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#9
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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Quote:
Originariamente inviata da clang hetto
Credo che sei quello che molti utenti desiderano diventare soddisfatto del poco che abbiamo o che ci viene dato.
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Io no. Credo che la politica dell'accontentarsi serva più che altro agli estroversi per evitare di sentire certi discorsi.
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08-10-2010, 23:19
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#10
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Intermedio
Qui dal: Mar 2009
Messaggi: 181
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Umh...credo che siamo simili.
Che ti posso dire...spesso le persone possono pensare, specie quando da lungo tempo vivono in un certo ordine di idee, che niente possa più sorprenderle o coinvolgerle più di tanto. Il passo successivo è pensare di essere poco emotivi, o psicologiamente incompleti o cose simili.
...potrà anche essere davvero così ma, se si ha il dubbio che possa non esserlo (e penso che valga sempre la pena farselo...) bisognerebbe allora sforzarsi di esplorare meglio la vita. Darle una chance e vedere che succede. E capire poi, dopo, se davvero vivere in un altro modo fa al caso nostro oppure no.
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08-10-2010, 23:54
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#11
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: Profondo Sud
Messaggi: 749
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mmhhhh... interessante...
il consiglio che ti posso dare è quello di provare a "lasciarti andare" di più...
quando ad esempio esci con i tuoi amici (che suppongo non abbiano il tuo stesso modo di esternare le emozioni), prova ad immergerti completamente nell'esperienza che condividi con loro senza inibizioni di alcun tipo... se proprio non ci riesci prova a chiederti il perchè e a rispondere razionalmente...
loro ad esempio che dicono quando notano la tua piattezza emozionale (se la notano)?
e la tua famiglia che dice invece, quando nota la tua piattezza emozionale (se la nota)?
se non la nota nessuno allora vuol dire che ti sforzi di mostrarla, magari fingendo... e questo fa più male che bene, meglio la sincerità... chi ci tiene a te ti capirà e ti accetterà lo stesso.... magari ti aiuterà anche.
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09-10-2010, 13:20
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#12
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 20
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Intanto grazie a tutti quanti per le vostre risposte.
Vorrei precisare qualcosa sul mio carattere. Penso non mi si possa descrivere come una persona triste o sempre neutrale (non sorride né ride mai). Sorrido e rido tranquillamente se è il caso, posso chiacchierare tranquillamente di argomenti che mi interessano così come posso stare in completo silenzio di fronte a discussioni che non mi interessano o alle quali non potrei portare un contributo degno di questo nome (nelle classiche small talk tutti parlano intervenendo spesso anche a sproposito o cercando di deviare il discorso per portarlo su un piano a loro più congeniale... io invece preferisco stare zitto). Tuttavia come già scritto la mia gamma di emozioni ha molti meno picchi... difficile vedermi arrabbiato o entusiasta per qualcosa.
Quindi sia sul lavoro che in famiglia e amici apparentemente penso di sembrare abbastanza normale.
Diciamo che le cose cambiano se si entra su argomenti personali, ossia tutto ciò che riguarda le relazioni interpersonali di amicizia o amore. Quando una persona della mia età non ha una fidanzata né sembra essere interessato a trovarla istintivamente penso venga visto come "strano".
Le persone infatti tendono ad avere interessi e obiettivi sociali e personali abbastanza simili in base all'ambiente e alla propria età. Cose come il desiderio di appartenere ad un gruppo, essere popolari, avere una fidanzata, fare carriera, avere dei figli ecc. Io da questo punto di vista non ho mai avuto desideri analoghi da quelli degli altri, al limite ho desiderato il poter desiderare queste cose.
Sulla piattezza emozionale... nella mia famiglia nessuno mi dice niente, mentre capita che altri parenti e altri nella cerchia delle mie conoscenze magari mi chiedano della mia vita "sociale" (fidanzata, amici...) più o meno direttamente, e io rispondo in genere nicchiando. In effetti non mi va di spiegare le cose come realmente stanno.
Diciamo che la costante nel rapporto degli altri nei miei confronti sia il "lascia stare": provando a valutare razionalmente la situazione mi sembra un comportamento abbastanza logico, visto che se si tenta di gettare l'esca tante volte il pesce non abbocca è meglio lasciarlo nuotare in pace piuttosto che continuare a stuzzicarlo.
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10-10-2010, 21:45
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#13
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: Profondo Sud
Messaggi: 749
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Il consiglio è sempre lo stesso... lasciati andare di più, non perdere occasioni per dimostrare a te stesso che puoi cambiare.
A volte una persona può credere di non avere interesse per qualcosa perchè non ha mai avuto l'occasione di sperimentare quel qualcosa, allora si finisce per convincersi di non desiderarlo... diventa una sorta di abitudine/dipendenza alla piattezza emotiva (ed è dura uscirne)
Ti capisco, perchè a volte anche io posso sembrare "piatto", mentre in realtà il mio desiderio di emozioni vere grida nel mio profondo.
L'importante è approfittare delle situazioni che si presentano per "allenare" le proprie emozioni, col tempo secondo me ritorneranno spontaneamente.
Altra cosa importante per me è la fiducia negli amici, infatti secondo me gli amici sono le persone ideali con le quali sviluppare e sperimentare le proprie emozioni... e sono quelli che ti possono aiutare di più, la famiglia in quanto direttamente coinvolta emotivamente con te difficilmente ti potrà aiutare... (ecco perchè non ricevi pressioni di alcun tipo in famiglia, forse perchè non sanno cosa fare per aiutarti, o non possono proprio aiutarti)
perchè non provi ad "abboccare" quando ti viene gettata l'esca?
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11-10-2010, 15:20
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#14
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 20
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Trovo il tuo ragionamento sensato dep, ma si può imparare ad avere emozioni e desideri di relazioni interpersonali?
Abboccare all'esca non è così semplice, tralasciando la famiglia, tralasciando gli amici con i quali mi capita di uscire anche se di rado (comunque non si arriva su discorsi "impegnati"), rimarrebbero solamente i colleghi di lavoro. Ammesso poi che l'esca arrivi, cosa dovrei dire, le stesse cose che ho scritto qui? Di quanto io sia alieno rispetto al resto degli esseri umani?
Scrivi che anche tu puoi sembrare "piatto", ma in realtà desideri fortemente emozioni vere... quindi immagino che tu soffra per ciò che non hai. Chiaramente io non ti conosco e quindi non posso parlare nello specifico, ma leggo di discussioni sul tono "che tristezza stare a casa il sabato sera" "vorrei trovare una ragazza ma non ci riesco"... voglio dire, io sinceramente non saprei neanche cosa scrivere in discussioni del genere, né saprei lamentarmi per la mia condizione.
Comunque se abboccare all'esca significa ciò che ho scritto sopra, potrei anche provarci... al limite verrò visto come una persona ancora più strana di quanto io non sia già!
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11-10-2010, 16:39
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#15
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: Profondo Sud
Messaggi: 749
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Secondo me si, si può imparare a desiderare emozioni e relazioni.. l'importante è non negarsi le occasioni in cui si può tentare di allenare le emozioni e i desideri.
Hai detto bene di me, io soffro per ciò che non ho e desidero fortemente emozioni vere... questo però perchè conosco ed ho sperimentato in passato queste emozioni (anche se per poco tempo), non si può soffrire per qualcosa che non si conosce...
Magari tu (sto solo ipotizzando, correggimi se sbaglio) hai avuto in passato poche o pochissime occasioni di sperimentare il desiderio di emozioni e di relazioni, ed quindi questo desiderio si è solo assopito, ma potrebbe benissimo tornare a galla se si sfruttano a dovere le occasioni...
è importante ovviamente, nel caso si percepisse un emozione, esternarla e non tenerla dentro, anche se si potrebbe passare per "strani" ed anche se non ci viene proprio naturale farlo.
Certo, tutto quello che sto dicendo è più facile a dirsi che a farsi, ma ripeto l'importante è non negarsi le occasioni per farlo.
Hai detto che con i tuoi amici non si arriva mai a discorsi "impegnati", perchè?
Per colpa loro, tua o di entrambi? Nel caso in cui si arrivasse a discorsi impegnati, tu saresti ben disponibile e parleresti ascoltando anche le loro eventuali critiche (non sarebbero fine a se stesse, ma con l'intento di aiutarti, se sono amici sinceri) oppure ti chiuderesti in te stesso?
Poi ancora, perchè uscite di rado? Tu li contatti di rado? Loro ti contattano di rado?
Nel caso non si fosse capito io considero fondamentali gli amici , specie quando si vuole tentare di uscire da una brutta situazione o anche solo cambiare il modo di concepire il mondo.
In famiglia non ho mai avuto grandi stimoli di cambiamento (critiche fine a se stesse a dozzine), mentre dagli amici ne avuti abbastanza (anche se in passato di più).
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13-10-2010, 15:39
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#16
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 20
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Con il gruppo di amici che frequento condivido alcuni interessi, quindi ci incontriamo principalmente per questa ragione.
Comunque, se si capita in un discorso impegnato (anzi: non mi sembra corretto parlare di "impegnato" bensì di "personale"), io sinceramente non so che contributo apportare alla discussione. Esplicito meglio il concetto: se qualcuno parla di questa o quella festa, o evento sociale, oppure di famiglia, figli... io non sono utile alla conversazione. È un po' come se un appassionato di cinema neorealista decidesse di parlarti dei film di Rossellini a te che guardi solamente b-movie d'azione di produzione americana. Forse è un po' forzato come paragone, ma è così che mi sento.
Correggimi se sbaglio: in base a tutta una serie di caratteristiche (età, sesso, estrazione sociale ...) le persone tendono ad avere una serie di interessi comuni. Per me sembra che ciò non valga, quindi è come se fossi sempre circondato da persone che mi parlano di cinema neorealista a me che non solo non ho mai visto un film di quel genere, ma non vado al cinema e non ho la televisione!
Comunque se dovesse venir fuori, in qualsiasi ambito, una discussione su di me, ascolterei e valuterei le critiche... tuttavia, sai, in genere il tipo di opinione che ci si può fare su di me è: 1) è pigro (limitatamente alla vita sociale però) 2) è timido 3) è gay 4) è un serial killer. Il dare spiegazioni si limita a introdurre la quinta possibilità 5) ha qualche disturbo mentale. Diciamo che il tipo di reazioni che ho visto sono state critiche alla pigrizia con sprone a vivere maggiormente la socialità, perché è impossibile che non mi interessi (anzi, al limite sarebbe come nella favola dell'uva e della volpe, con me nella parte della volpe). Vabbè, capisco che non è facile capire, visto che non ci riesco neanche io.
Per quanto riguarda invece la scarsità di occasioni per provare il desiderio di emozioni o relazioni interpersonali non credo che quanto hai scritto si applichi a me. Voglio dire, le emozioni sono una parte inscindibile della vita di una persona, quindi nel bene o nel male è impossibile non provarle. Ciò che varia è l'intensità... certo... ma di fronte a uno stimolo anche io provo emozioni, anche se magari non le esterno in maniera plateale (ma comunque io sono e rimango un introverso, su questo non ci piove) e non le vivo con la stessa intensità di molte altre persone.
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13-10-2010, 18:12
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#17
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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Io non conosco l'OP, per cui posso fare solo vaghe congetture forse completamente errate. Però mi ronza nella testa la parola "Asperger"...
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14-10-2010, 00:39
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#18
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: Profondo Sud
Messaggi: 749
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Capisco....
Come tu stesso hai detto con i tuoi amici condividi degli interessi comuni, nel caso ci fossero delle eventuali discussioni su questi interessi comuni tu potresti essere utile alla conversazione, no? (sono anche i tuoi interessi comuni)
Quindi non è sempre come se fossi circondato "da persone che ti parlano di cinema neorealista", giusto?
Tu non puoi essere utile alle conversazioni che trattano argomenti con cui non hai avuto a che fare (feste, eventi sociali, figli), però nel caso in cui ti troeresti ad avere a che fare con queste cose, tu non te le negheresti giusto?
Il punto è che noi siamo come dei contenitori, dobbiamo essere riempiti di emozioni e desideri per poter vivere felicemente, e per farlo dobbiamo per forza vivere delle esperienze che ce li facciano sperimentare...
E nella storia del genere umano, con chi è sempre stato possibile (nel bene e nel male) fare tali esperienze? Con gli amici, e con un eventuale relazione sentimentale... se tu nel profondo (profondissimo) non desiderassi queste cose, non saresti qui o sbaglio?
Qui dentro c'è gente che ha problemi ad avere amici, ad avere la relazione sentimentale, alcuni il lavoro, altri la combinazione di tutte queste cose... ma una cosa ci accomuna tutti, il desiderio di averle queste cose.
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15-10-2010, 19:15
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#19
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 20
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@ Who_by_fire: Ignoro cosa significhi OP, comunque leggendo la descrizione dell'Asperger posso dire di non ritrovarmici.
@ dep: In realtà a me non piacciono cose come eventi sociali o feste, né sento il desiderio di avere una famiglia né tantomeno dei figli. Quindi le negherei... sono cose che non mi stimolano. Se poi c'è da andare ad un evento sociale per un motivo inderogabile... lo si fa, ci mancherebbe... ciò non toglie che si tratta di un'attività che non mi stimola. Un po' come vedere una partita di uno sport che non ti piace.
Ciò che tu scrivi è vero... una cosa vi (mio malgrado!) accomuna tutti, il desiderio di avere una vita normale... io mi fermo "al livello prima", al pensare che sarebbe bello poter desiderare le cose che tutti desiderano.
In effetti le differenze fra la mia condizione e quella di cui leggo in molte discussioni stanno proprio nel fatto che io non soffro per ciò che non ho (è vero che varia da persona a persona, ma ho letto discussioni piene di sofferenza...) e che non ne sento davvero la mancanza, anche se mi chiedo il perché di tutto ciò. Il risultato comunque è che sicuramente io non raggiungerò mai le cose che desiderate "voi", né probabilmente mi troverò nella vostra condizione, mentre molti di voi rimarranno nella loro condizione e altri la miglioreranno.
Boh comunque, al di là di possibili definizioni (fobia sociale, schizoide, asperger...) all'interno della quale si può rinchiudere la personalità, mi sembra di essere un caso più unico che raro.
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16-10-2010, 01:02
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#20
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: Profondo Sud
Messaggi: 749
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Tralasciando la famiglia e i figli (che sono cose che vengono solo dopo che si ottiene una relazione seria e duratura, in questo caso nemmeno io soffro per tali cose non avendo la più pallida idea di come ci si possa sentire), ma per quanto riguarda gli eventi sociali (o feste), stai dicendo che nel caso i tuoi amici tentassero di coinvolgerti ad eventi sociali tu rinunceresti solo perchè non ti stimolano?
Secondo me ti faresti più male che bene agendo così, perchè non puoi mai sapere cosa accadrà in quel determinato evento sociale, magari le cose potrebbero andare in maniera completamente diversa rispetto a quello che tu avevi previsto, magari potresti riscoprire emozioni che pensavi non ti stimolassero e invece ti stimolano eccome... la vita riserva sempre delle sorprese.
Se davvero non provi fobia o ansia per queste cose (ma solo mancanza di stimolo) allora a maggior ragione non ti dovresti negare tali esperienze, perchè nel peggiore dei casi ti annoieresti (non è la fine del mondo), ma nel migliore dei casi potresti rimanere piacevolmente sorpreso... non vuoi dare una chance alla vita?
Poi c'è da dire che l'essere umano per sua natura è un animale sociale, brama almeno un pò di socialità nella sua vita (non può vivere una vita felice senza almeno un pò di socialità , sicuro che nel tuo caso sia solo "mancanza di stimolo" e non piuttosto rassegnazione a permanere in questo stato?
Magari il tuo subconscio trova più comodo pensarla così piuttosto che farsi carico di responsabilità e forza di volontà necessari per affrontare il cambiamento... riflettici un pò sù.
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Ultima modifica di dep; 17-10-2010 a 01:15.
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