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07-10-2008, 11:00
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#1
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Esperto
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 859
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quest'anno tutto il mio passato si è ripresentato...
quelli con cui avevo stretto amicizia durante gli anni del liceo,
quelle altre persone che adoravo,
i miei compagni delle elementari (!)
amici "virtuali",
un ex datore di lavoro (!)
due ex
tutte persone che avevo abbandonato, platealmente o meno, "per il loro bene" (in realtà non sapendomi adeguare alla loro - normale - vita)
... si sono riproposti con lettere, telefonate, mandandomi messaggi attraverso altre persone o intercettandomi sul bus... non so nemmeno come possano ricordarsi di me dopo anni, con la vita piena che hanno...
e soprattutto non so come dirgli che sono tornata al punto in cui ero quando avevo rinunciato a loro...
sono stanca... scusate lo sfogo, so che non dovrei lamentarmi per queste cose.
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07-10-2008, 12:16
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#2
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,411
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Ti capisco, anch'io sto vivendo una cosa simile, anche se sono ancora all'inizio e un pochino me la sono andata a cercare. La parte difficile è ammettere quanto si sia rimasti fermi nel frattempo. A qualcuno che ti vede da fuori i cambiamenti interni puoi provare a spiegarli, ma hai sempre quella sensazione che non ti credano e/o ti considerino un mezzo fallito/perditempo.
Alla fine pensino ciò che vogliono, io sono come sono e sono l'unico che sa come stanno davvero le cose. Gli altri si basano su supposizioni, proiezioni e approssimazioni.
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07-10-2008, 12:46
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 859
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Il fatto è che, a parte questo periodo di stallo totale, qualcosa ho fatto tra lavoro, l'entrata all'università, i viaggi, ma... alla fine non mi sento ancora pronta...
a un paio di persone ho parlato della psicoterapia e delle altre cose che ho da fare per cambiare, ma non me la sento di dirlo a tutti. Così li ignoro e mi sembra di perderli una seconda volta e già la prima è stata durissima, abbandonare degli amici fa così male, perché in teoria sono rapporti che potrebbero durare anche tutta una vita
e poi tutti nell'arco di quest'anno (bisesto)...
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07-10-2008, 12:53
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#4
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Principiante
Qui dal: Oct 2008
Ubicazione: Bari
Messaggi: 30
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Quote:
Originariamente inviata da bardamu
La parte difficile è ammettere quanto si sia rimasti fermi nel frattempo. A qualcuno che ti vede da fuori i cambiamenti interni puoi provare a spiegarli, ma hai sempre quella sensazione che non ti credano e/o ti considerino un mezzo fallito/perditempo.
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Concordo, la sensazione assurda è che gli altri diano per scontato che tu intanto abbia fatto chissà che, e invece magari stai come prima, o anche peggio. Quello del confronto (volontario o no) con le persone del passato è uno dei momenti in cui provo più vergogna per me stesso.
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07-10-2008, 13:54
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#5
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Esperto
Qui dal: Jun 2008
Ubicazione: Nessun Dove (prov. Modena)
Messaggi: 1,308
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per sfortuna (fortuna),
nessuno mi aspetta e nessuno mi cerca...
mi piace sentirmi "uccel di bosco."
proprio come ho detto a una collega sta mattina: "Non manco a nessuno."
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07-10-2008, 14:52
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#6
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Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 87
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il fatidico e tu che mi dici che mi racconti di bello?hihihihihi
che ti devo dire ho fatto qualche orgia e un po di sesso a tre
auauau
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07-10-2008, 14:56
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
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In questi casi l'importante è chiedersi cosa si voleva fare per se stessi,se si sono raggiunti degli obbiettivi prefissati e non cosa si è fatto per reggere il confronto con gli altri.
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07-10-2008, 19:18
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#8
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Intermedio
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 125
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Quote:
Originariamente inviata da gattasilvestra
Il fatto è che, a parte questo periodo di stallo totale, qualcosa ho fatto tra lavoro, l'entrata all'università, i viaggi, ma... alla fine non mi sento ancora pronta...
a un paio di persone ho parlato della psicoterapia e delle altre cose che ho da fare per cambiare, ma non me la sento di dirlo a tutti.
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Non devi sentire il dovere di dirlo a tutti, se hai lo stimolo e il bisogno di aprirti con qualcuno di loro va bene, nel caso contrario non credo debba forzarti. Penso che un errore che si commette facilmente in momenti come questo, è quello di identificarsi completamente con il dolore, la confusione e il senso di inadeguatezza, pensando di non avere nient’altro da offrire agli altri. Parlare con qualcuno “di fiducia” va bene, ma iniziare a spiegare indistintamente a tutti certe cose credo che non faccia altro che aumentare il peso di questa identificazione, oltre ad essere una fatica inutile, in molti casi (dovresti essere tu a giudicare quali).
Io poi non lo so esattamente, perchè con le persone veramente importanti (pochissime!) non ho mai interrotto completamente i rapporti. Mi sono un po’ nascosta, quello sì, ho diminuito la frequenza dei contatti, e non ho quasi mai avuto bisogno di spiegare nulla, proprio perché non c’è mai stato un periodo di totale scomparsa e molte cose erano già sotto i loro occhi. Per mia fortuna in alcuni casi ci si capisce pure senza parole. E poi quando è arrivato il momento di parlarne, se è arrivato, è stata una cosa spontanea e naturale.
Paradossalmente il problema ce l’ho piuttosto con tutti gli altri, le cosiddette conoscenze mordi e fuggi o comunque mai approfondite, in quel caso davvero il rivedersi può diventare un incubo per me. Ma ultimamente nemmeno più di tanto, mi sto esercitando nell’arte del glissare e parlare d’altro (del resto anche io qualcos’altro ho fatto, e qualcosa in generale di cui discutere si trova sempre).
Quote:
Originariamente inviata da gattasilvestra
Così li ignoro e mi sembra di perderli una seconda volta e già la prima è stata durissima, abbandonare degli amici fa così male, perché in teoria sono rapporti che potrebbero durare anche tutta una vita
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Se non te la senti di parlare di certe cose non devi ignorali o peggio ancora, mentire. Se c’è un interesse reale verso queste persone, troverai il modo di dimostrarglielo attraverso altro. Va bene stare focalizzati sui propri problemi per cercare di risolverli, ma è anche importante ricordarsi che non possono e non devono diventare l’unica cosa che ci descrive.
E poi rapporti sono fatti di quotidianità e frequentazione più o meno intensa, è vero, ma è vero anche che possono sopravvivere benissimo ad un periodo di allontanamento. Non è necessario condividere ogni cosa in ogni momento, e un amico è anche chi sa aspettare, senza pretendere spiegazioni, e senza soprattutto prendere sul personale l’eventuale distacco.
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08-10-2008, 15:28
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 859
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grazie per le risposte, anche se il mio primo post era una vera lagna!
Quote:
Originariamente inviata da caffeineaddicted
un amico è anche chi sa aspettare, senza pretendere spiegazioni, e senza soprattutto prendere sul personale l’eventuale distacco.
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Infatti "grazie" a questi ritorni mi sono resa conto di avere, negli anni, abbandonato dei veri amici... che dire, lo prenderò come un ulteriore stimolo per riprendermi e imparare a vivere dei rapporti sereni col resto del mondo.
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08-10-2008, 20:55
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#10
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Esperto
Qui dal: Dec 2005
Messaggi: 5,048
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Anche io vivo una cosa simile.
Mi sono ritirato dalla vita dei miei amici x anni e anni.
Ora ultimamente per varie vicissitudini ho avuto occasione di reincontrarli....niente salti di gioia e nessuna lacrima eh, ho fatto finta di niente e li ho salutati come si saluta un conoscente, come se avessi una vita normale fatta di altri amici.....non so se loro pensano questo o pensano che sono solo come un cane ma questo poco importa.
Non saranno amici, gli amici sono pochissimi.....ma ho visto dei bravi ragazzi che alla fine non sono dispiaciuti della mia presenza con i quali posso avere un buon rapporto.
Tra poco andro in vacanza con amici che ho abbandonato, forse sarò massacrato di domande, forse criticato, forse se ne fregheranno....ma non è il momento di farsi le seghe mentali! E' un occasione da cogliere al volo per riallacciare i rapporti!
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08-10-2008, 21:48
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#11
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Principiante
Qui dal: Oct 2008
Ubicazione: Sardegna
Messaggi: 79
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ho vissuto alla stregua del conte di montecristo per oltre cinque anni..
rifiuto assoluto di dover tornare a fare i conti con quanti la fuori sembravano essere di guardia ad aspettarmi....dietro i loro fottuti cespugli, le orecchie tese nel tentativo di percepire ogni minimo rumore, i fucili ben spianati, pronti a vomitare sul mio corpo afflitto il loro diluvio di fuoco...
al solo rappresentarmi il brulicare delle anime la fuori un moto d'angoscia mi percorreva le viscere materializzandosi in un soffoccante nodo alla gola...
i fantasmi del passato mi davano la caccia, il mio universo era un immaginario concentrazionario, il sospetto del giudizio sociale determinava una sensazione opressiva e claustrofobica.....
oggi continuo a far fatica, tuttavia l'intruglio chimico che ingurgito quotidianamente, mi concede l'illusione che l'incubo altro non fosse che un castello di carta, un mito kafkiano che proiettava la sua ombra nefasta sul mio animo debole, erano pale immaginarie contro le quali, agghiacciato dal terrore com'ero, neanche riuscivo a mulinare le braccia alla rinfusa come un donchisciotte qualsiasi....
ora provo ad assaggiare nuovamente la vita, chissà che questa volta abbia un pochettino di gusto...
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09-10-2008, 00:36
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#12
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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