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Originariamente inviata da bukowskiii
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Ma questo non è che ci voleva la palla di cristallo per capirlo, che le relazioni si instaurano in base ad interessi reciproci.
Il problema di fondo è che comunque manca qualcosa e questa consapevolezza non colma questa mancanza, la verità non aiuta a colmarla davvero.
Puoi conoscere perfettamente tutto e pensare comunque "non mi sta bene".
Questa opposizione basilare la conoscenza non la fa sparire mai.
Puoi essere consapevole di come il mondo è e di come vorresti che sia e queste due cose restano inconciliabili anche se le conosci a menadito entrambe.
Per questo per me la pratica della consapevolezza ha qualcosa di fallace a monte, la consapevolezza un conflitto basilare come questo non può farlo sparire davvero.
Qua più che capire bisogna solo forzare una delle due cose ad allinearsi all'altra perché il conflitto svanisca ma se la forza per forzare questo allineamento non c'è, il conflitto resta e basta.
Permane.
Essere consapevoli che un male è permanente, non lo rende di certo un bene.
Questa è la mia conclusione, e per me getta a mare molta di questa roba spirituale dove ci si illude che si possa aggiustare qualcosa che è rotto a monte.
La consapevolezza a cui bisogna arrivare è che non solo non ci sono amici, non ci sono manco maestri che questo male lo allevino e possano alleviarlo davvero.
C'è una mancanza e la consapevolezza che questa mancanza è incolmabile con queste cose qua.
La mancanza non la si riesce mai a fare svanire davvero, ogni parte dell'universo viene incastrata dalle altre ed esiste nel conflitto contro queste altre parti, e non nell'armonia e nella cooperazione con queste, l'armonia che vorrebbe ogni singola parte non c'è e quindi ogni parte non può che vivere con le altre nella disarmonia relativa.
Un pianeta gira attorno all'altro non perché "vuole starci" ma perché l'altro impedisce a questo di allontanarsi trascinando l'altro come "vorrebbe", e qualcosa di analogo succede in ogni punto, la volontà non collima con le forze che la deviano e la piegano.
Ogni parte tende a qualcosa di diverso e fa pressioni per questo, ma è deviata dalle forze che esercitano le altre per andare altrove, e così il movimento complessivo non riesce ad andare mai dove vorrebbero le singole parti (e si vedrebbe dove vorrebbe andare ognuna se le si liberasse dal giogo delle forze altrui) ma altrove.
Le pratiche che suggeriscono ci sia armonia o conciliazione sono quelle più inconsapevoli, il male e l'inconciliazione restano sempre, e nessuna saggezza può liberarci, solo la non esistenza libera dal giogo e dal vincolo, finché esisti queste forze restano in piedi e osservarle non le fa svanire.