Vendetta no, non ci riesco, nemmeno se l'occasione mi si presenta su un vassoio d'argento.
Semplicemente perché non la desidero, anche se ho ancora una bassa considerazione dell'altro.
La vendetta è una soddisfazione a metà, perché non ripara il male subito: quello te lo tieni e la vendetta non lo lava.
La reazione immediata, direi di sì, quella ci può stare. Perchè io sono molto paziente e sopporto molto, e il provocarore-cretino si sente al sicuro e si fa sempre più audace. I provocatori vanno avanti in una relativa impunità, solo perché quasi tutti gli altri cercano di evitare il confronto. Perciò sfidano tutto e tutti, credendosi invulnerabili. Essi conducono una vita sempre a rischio e ogni tanto prendono una dura botta, perché il mondo già non è facile per gli onesti, figuriamoci per loro...
Non c'è bisogno di desiderare vendetta, perché i bulli ci pensano da soli a mettersi nei guai, solo che non vengono certo a raccontarti le loro sconfitte, ma piuttosto menano vanto per le loro "imprese" e per le loro "conquiste".
Sono beffardi, sprezzanti: ridono dei difetti, anche più piccoli degli altri e non vedono i loro grossi difetti fisici e mentali. Ma vogliono coprirli. Se però glieli fai presente, li mandi in crisi.
Non cercano amore da parte degli altri, ma ammirazione per le loro gesta, col risultato che non sono né amati, né ammirati.
Vogliono fare la parte degli eroi negativi.