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Vecchio 06-07-2009, 11:47   #1
Esperto
 

Ultimamente mi succede spesso di pensare a tutta la mia (breve) vita, dal giorno in cui sono uscito urlante dalla pancia di mia madre ad ora, agonizzante sotto una valanga di ricordi colorati. Spesso mi sento in colpa verso mebambino, verso quello che ero prima, quello che sono stato prima di star male, prima che tutto prendesse la piega di un brutto sogno. Nonostante tutto se penso alla mia vita fino ad ora, mi ritengo soddisfatto; ma c'è qualcosa che non riesco davvero a capire.

Non riesco a formulare una visione lucida ed obiettiva della mia esperienza in questo posto, non riesco a mettere a fuoco l'insieme, e quando mi ci immergo finisco sempre a roteare attorno a pensieri filosfeggianti, che non entrano nel merito e girano all'infinito, senza alcuna conclusione.
Insomma, a volte non riesco a vedere la mia vita dall'esterno, altre divento spettatore incapace di opinione, incapace di formarsi in una visione globale (che mi aiuterebbe a capire molte cose); ci sono periodi così intensi che sembrano dilatarsi, ed altri restringersi, quale peso attribuire? Come capire se stessi rapportandosi alla propria esperienza nell'insieme? Come capirla? E' per tutti così inafferrabile?
Vecchio 06-07-2009, 12:38   #2
Esperto
L'avatar di BadDream
 

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Spesso mi sento in colpa verso mebambino, verso quello che ero prima, quello che sono stato prima di star male, prima che tutto prendesse la piega di un brutto sogno. Nonostante tutto se penso alla mia vita fino ad ora, mi ritengo soddisfatto; ma c'è qualcosa che non riesco davvero a capire
Forse è il più grande quote da quando sono sul forum. Cristo, se è vero. E' proprio così. Assolutamente idem.
Vecchio 06-07-2009, 16:25   #3
Esperto
L'avatar di trademarko
 

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Originariamente inviata da morningsheep Visualizza il messaggio
Ultimamente mi succede spesso di pensare a tutta la mia (breve) vita, dal giorno in cui sono uscito urlante dalla pancia di mia madre ad ora, agonizzante sotto una valanga di ricordi colorati. Spesso mi sento in colpa verso mebambino, verso quello che ero prima, quello che sono stato prima di star male, prima che tutto prendesse la piega di un brutto sogno. Nonostante tutto se penso alla mia vita fino ad ora, mi ritengo soddisfatto; ma c'è qualcosa che non riesco davvero a capire.

Non riesco a formulare una visione lucida ed obiettiva della mia esperienza in questo posto, non riesco a mettere a fuoco l'insieme, e quando mi ci immergo finisco sempre a roteare attorno a pensieri filosfeggianti, che non entrano nel merito e girano all'infinito, senza alcuna conclusione.
Insomma, a volte non riesco a vedere la mia vita dall'esterno, altre divento spettatore incapace di opinione, incapace di formarsi in una visione globale (che mi aiuterebbe a capire molte cose); ci sono periodi così intensi che sembrano dilatarsi, ed altri restringersi, quale peso attribuire? Come capire se stessi rapportandosi alla propria esperienza nell'insieme? Come capirla? E' per tutti così inafferrabile?
Filosofeggiavo anche io. Ricordo ancora le mie prime discussioni di maggio in questo forum, mi chiedevo del senso della vita ed altro. Mi succedeva quando non vivevo, quando non mi buttavo nel fare esperienza perchè avevo il terrore di non essere in grado di fare niente. Poi, pian piano, non so per quale ragione, ma ho "iniziato ad iniziare" cioè mi sono avvicinato pian piano alla mia vita e mi sto riscoprendo totalmente diverso da quello conosciuto per 34 anni.
Penso che fino a poco tempo fa ho vissuto con delle convinzioni su di me. Pensavo di essere così, colà ecc. Sto iniziando a fare esperienza con le mie paura e mi è venuto spontaneamente. Non so come mai ma ho iniziato ad accettarmi, ad accogliermi così come sono, a volermi bene. Sono stato sicuramente aiutato da alcune sedute (psicoterapeuta, psichiatra) e ne sono orgoglioso. Ho cambiato concezione : il mio senso della vita è viverla, avere interessi, amare. Tutto serve : esperienza negative, positive, interessanti, inutili, tutto.
E' da lunedì scorso che mi sento in questo modo e sono veramente contento, ma è una felicità pacata e concreta. Un saluto a tutti.
Vecchio 06-07-2009, 17:02   #4
Esperto
L'avatar di ramo
 

Quando ci si sente infelici, le cose perdono di significato, si percepisce il non-senso della realtà e ci sentiamo angosciati. La mente allora reagisce cercando di ricomporre i tasselli dell'esistenza cercando ragioni e significati, nella vana costruzione di un'armonia razionale che concili la nostra identità col mondo.
Io credo che perchè tutto abbia un senso, dobbiamo sentirci bene appagando i nostri desideri,solo allora la realtà acquista significato.
Mi sembra di conoscere la realtà solo quando mi sento ''felice''. Si potrebbe dire che la realtà ha senso solo quando ci si sente appagati. Allora tutto si vede in maniera più semplice e funzionale alla nostre esigenze,diamo significato alle cose che ci fanno stare bene e a quelle che ci fanno stare male: in questo modo il senso delle cose si riduce a un mero rapporto piacere/dolore,e non abbiamo bisogno di andare otre.
Se invece proviamo solo sofferenza allora succede quello che ho detto prima,perchè non sappiamo più codificare la realtà. Magari si vagheggia verso l'infinito a cercare il SENSO, e si scopre amaramente che la ragione non può comprendere la totalità dell'essere(sempre che esista).

Per anni ogni giorno ho riempito la mia mente con queste domande,ma è da un po' che ho capito che questi pensieri sono un circolo vizioso,non portano da nessuna parte e non fanno altro che peggiorare le cose.

L'unico consiglio che ti do,è di non pensare a queste cose. Cerca solo di guarire/migliorare in tutti i modi possibili,e una volta che inizierai a sentire il piacere,la vita ti apparirà come una città con una sola strada da percorrere,dritta e senza incertezze.
Vecchio 06-07-2009, 23:06   #5
Esperto
 

Effettivamente credo anche io che queste domande siano figlie di un periodo sedentario, che quando ti immergi nella vita perdono di spessore, però, boh, mi incuriosisce sapere se qualcuno riesce a percepire il tempo che ha alle spalle come un insieme, che, seppur eterogeneo, risulti limpido e comprensibile.
Vecchio 06-07-2009, 23:08   #6
Esperto
L'avatar di ramo
 

No,personalmente ho pochissimi ricordi del mio passato.Credo di aver rimosso tutto.
Vecchio 06-07-2009, 23:23   #7
Avanzato
L'avatar di Bianca
 

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Originariamente inviata da morningsheep Visualizza il messaggio
Spesso mi sento in colpa verso mebambino, verso quello che ero prima, quello che sono stato prima di star male, prima che tutto prendesse la piega di un brutto sogno.
si capita anche a me, forse è per questo che sogno sempre bambini...? però il più delle volte provo un senso di rabbia e rimpianto indistinto, che solo in parte è rivolto a me, e quindi può essere definito senso di colpa.

Quote:
Originariamente inviata da morningsheep Visualizza il messaggio
Non riesco a formulare una visione lucida ed obiettiva della mia esperienza in questo posto, non riesco a mettere a fuoco l'insieme, e quando mi ci immergo finisco sempre a roteare attorno a pensieri filosfeggianti, che non entrano nel merito e girano all'infinito, senza alcuna conclusione.
Insomma, a volte non riesco a vedere la mia vita dall'esterno, altre divento spettatore incapace di opinione, incapace di formarsi in una visione globale (che mi aiuterebbe a capire molte cose); ci sono periodi così intensi che sembrano dilatarsi, ed altri restringersi, quale peso attribuire? Come capire se stessi rapportandosi alla propria esperienza nell'insieme? Come capirla? E' per tutti così inafferrabile?
Io a volte riesco anche a formulare delle teorie apparentemente razionali e sensate nell'analisi della mia vita e del mio passato, ma ogni volta che mi sembra di aver capito qualcosa, crolla di nuovo tutto, come un castello di carte, non ha senso niente, è troppo complicato e fa anche male.
Ma serve davvero? è necessario? perchè io mi sento come se volessi correre, e andare avanti, e scappare, non analizzare e guardare indietro.
Però forse, una cosa che potrebbe essere utile è cercare di scrivere le cose. Magari riscrivendo più volte in momenti diversi quelle fasi della vita che risultano più sfocate, o quelle che sembrano più importanti...
Vecchio 06-07-2009, 23:37   #8
Esperto
 

Io la sento come una cosa necessaria, però forse è meglio correre, a star fermi c'è davvero pericolo che riemerga tutto, che si crei una gran confusione; però anche quando vai veloce, prima o poi dovrai fermarti, codificare e aggregare al passato e se il passato non sta assieme, ammassando senza sistemare, rischi che crolli davvero tutto. Boh.
Vecchio 07-07-2009, 11:17   #9
Esperto
 

Io voglio sapere chi sono, chi sono stato, voglio costruire qualcosa di solido riguardo al mio passato. Senza metabolizzare l'esperienza (nella sua globalit&#224 è difficile superare i traumi ed esternare quei sentimenti che sono rimasti intrappolati nel nostro inconscio. Sarebbe bello che qualcuno proiettasse un film di tutti questi anni, sarebbe bello poterlo guardare e piangere per tutto il tempo, e poi, una volta finita la pellicola alzarsi con lo stomaco e la testa molto più leggeri.
Vecchio 07-07-2009, 11:30   #10
Banned
 

Io credo di vedere ora il mio passato in modo del tutto razionale e oggettivo come non mai. Non mi sento in colpa verso me bambino, ma piuttosto verso me adolescente. Ad ogni modo è vero, fa male guardare il passato, e il passato mi opprime. Ma è utile credo, indispensabile per trovare un compromesso con la vita di oggi e di domani.
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