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Vecchio 02-11-2013, 06:44   #1
Esperto
 

Lo so, il titolo sembra pretestuoso, e un po' lo è...Tuttavia desidero condividere qualche riflessione personale sulla nostra condizione, che in questa notte d'insonnia mi sembra particolarmente brutta...Facebook mi mette tristezza...Ho passato una decina di minuti a sbirciare il profilo di un mio conoscente prima amico della mia età, ventidue anni, che veniva a scuola con me quando facevo l'ITIS. Ha una figlia e una compagna e questo mi deprime moltissimo sapete...Occorre capire che cosa c'è dietro questo nostro isolamento...Abbiamo evitato certe situazioni così tante volte che ora nella nostra ristretta visione del mondo ci paiono quasi insormontabili, come se non ne potessimo realmente venir fuori...Ma venir fuori si può vero? Sappiamo che tutta la vita e la realtà è in continuo cambiamento, anche noi stessi siamo in continuo cambiamento e secondo me è sbagliato etichettarsi una volta per tutte pensando di non poter cambiare mai...Cambiare si può, ma come?! Non mi sto riferendo a una qualche teoria astratta che supporti un cambiamento da afferrare come oggetto, né a qualche tecnica particolare...Mi riferisco all'esperienza...Immaginiamo che io sia nervoso all'idea di andare a una festa, che sento come minacciosa, però ci vado e, incredibilmente, mi trovo benissimo e mi diverto; non solo, incontro anche una ragazza con la quale fisso un appuntamento...E' questo genere di esperienza che provoca il cambiamento, quasi fosse una sorta di apertura del cuore verso la vita che prima rifiutava...Io sono in questa situazione, ma non vorrei esserci...Non solo, non dovrei esserci...Il mio problema è stato che in adolescenza non avevo cognizione di stare creando questa situazione...Quindi come uscirne? Io abito in una cittadina dove tutti conoscono tutti, e dove pochi ragazzi mi conoscono dato che io ho sempre cercato di instaurare dei rapporti esclusivi con i miei amici, al di fuori dei gruppi; e questo è stato il grosso errore...Riflettiamo su questo: la nostra sociofobia non si basa su una caratteristica che esiste dentro di noi a priori, magari radicata nell'anima, che non esiste; è una gabbia che noi ci siamo costruiti sin dall'adolescenza e dalla quale adesso non riusciamo ad uscire perché ci mancano le occasioni...Noi chiamiamo sociofobia la nostra mancanza di occasioni...Perché, se ci pensate bene, cosa fare per uscire da questa situazione? Gli unici amici che ho non fanno parte di nessun gruppo, l'unico gruppo con il quale ho qualche contatto dall'interno è un gruppo già formato, esclusivo, cameratesco, che si basa sullo stare in un solo posto a parlare di macchine, che non sono esattamente la mia passione...Il problema è che noi ci siamo adattati a questa situazione...Ci siamo arresi troppo presto e adesso le opportunità di cambiare vita, di uscire davvero da questa modalità esistenziale di isolamento relazionale sono scarsissime, perché non è facile conoscere gente così dal nulla, partendo semplicemente da zero...Anche un estroverso avrebbe qualche problema ad uscire la fuori, avvicinarsi ad un tavolo di un pub pieno di gente che non conosce e dire: <<Ciao IO..>>, sarebbe imbarazzante per tutti, e noi dovremmo fare questo per uscire da questa situazione, ma questo non lo faremo mai perché è come spostare un macigno gigantesco, e nel frattempo continueremo a raccontarcela, immaginando un domani in cui saremo liberi dal nostro problema, perché domani, promesso, noi agiremo, e cambieremo tutto...Stiamo andando verso sempre una maggiore difficoltà e quel che è peggio non so cosa fare per scendere da questo treno che viaggia nel buio della solitudine...Eppure io non sarei una persona depressa...Amo stare in vita, la vita è un grande dono...Mi serve solamente qualcosa che mi accenda, un cambiamento, ma così non c'è modo di fare niente, come si fa...Non posso mica contattare su fb vecchi conoscenti che non sento da 7 anni, mi direbbero CHE VUOI? E allora cosa fare concretamente per cambiare? Aspettare forse? E nel frattempo spendo le mie giornate in lunghe passeggiate solitarie senza scopo ne meta, guardo la gente che mi scorre intorno cercando nei loro occhi una scintilla di un qualcosa che non mi so spiegare, forse una parte di me, perché voglio cambiare, voglio sentire la mia vita viva mentre la vivo...Ma come fare quando non si ha nessuna risorsa da poter sfruttare? Questa è la nostra tragedia...Vorremmo cambiare, ma non possiamo...Non perché in noi c'è qualcosa che non vada, possiamo cambiare il nostro punto di vista sul mondo e i nostri pensieri...Ma quello che cambia con fatica è il mondo esterno, le circostanze nelle quali viviamo tutti i giorni...
Vecchio 02-11-2013, 11:41   #2
Esperto
L'avatar di Novak
 

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Originariamente inviata da mike21 Visualizza il messaggio
Immaginiamo che io sia nervoso all'idea di andare a una festa, che sento come minacciosa, però ci vado e, incredibilmente, mi trovo benissimo e mi diverto; non solo, incontro anche una ragazza con la quale fisso un appuntamento...E' questo genere di esperienza che provoca il cambiamento, quasi fosse una sorta di apertura del cuore verso la vita che prima rifiutava
Personalmente riterrei un cambiamente dovuto a un "colpo di fortuna" pericoloso ed effimero.
Se 2 anni fa, prima di qualsiasi terapia, avessi magicamente incontrato la gente o addirittura la persona giusta, sono sicuro che sarei messo complessivamente peggio di adesso.
Le persone spesso vanno e vengono, come avrei reagito all'abbandono? Ai conflitti? Di merda.

Meglio costruirsi con le lacrime e il sudore delle solide basi che anche se all'inizio non daranno tutti i frutti sperati (non si fraintenda, il cambiamento si sente eccome, solo che per aver successo in certi settori (amore) serve un pizzico, per usare un eufemismo, di testardaggine e fortuna in più) ma un giorno, chissà, forse pagheranno.
Io la penso così.

Non ho capito se ti trovi nella situazione di cui parlavi, non è mia intenzione scoraggiarti. Tra l'altro avere un appuntamento è sempre un qualcosa in più, non in meno, solo che uno che c'ha i problemi dovrebbe comunque lavorare su sè stesso anche se gli capita un colpo di fortuna, non sperare che quest'ultimo gli risolva a vita anni ti disturbo evitante, fobia, timidezza.
Vecchio 02-11-2013, 17:59   #3
Esperto
L'avatar di stupido
 

una volta che sei fuori, sei fuori.
io ad esempio come potrei ritrovare i miei amici che non vedo da quasi 10 anni e tornare e fare finta di niente?cioè anche se volessi?il treno è passato. tragedia è la parola giusta e la vera tragedia sai qualè? la mancanza di esperienza che non abbiamo fatto.a 18 si fa quella cosa a 20 altre ecc.. , lascia stare il non avere nessuno adesso, ma il non aver fatto nessuna attività sociale per anni!questa è la vera tragedia!
Vecchio 03-11-2013, 06:13   #4
Esperto
 

Grazie delle risposte...Ho fatto bene ad aprire questo argomento...Io con quel gruppo di quel mio ex amico di cui vi ho già parlato non esco più...Parlavo, ho parlato, ma il fatto è che parlavano di cose, di esperienze in cui io non ero presente, e sentivo la solita sensazione di esclusione sociale, quella che non ti fa vedere l'ora di andartene, magari a fare una delle tue passeggiate solitarie...Tra un po' dovrei cominciare un corso di pasticcieria...Chissà...Magari qualcosa cambia...Ha ragione chi ha detto che è questione di treni da prendere...Però sapete, allora era così noioso e stancante starmene con quel gruppo di amici che poi ho abbandonato, e che però hanno trovato una fidanzata perché erano in gruppo...Comunque sapete che se riesco a venir fuori da questa situazione vi dico che non mi isolerò mai più...Costruirei giorno dopo giorno, sviluppando la socialità che è conforme al mio carattere...Un ristretto, selezionato gruppo di amici con il quale mi piace tanto stare...E' possibile? Secondo voi entro un anno la nostra vita sarà cambiata?
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