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Vecchio 27-10-2018, 00:16   #21
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
I bar sono come le persone, non sono tutti uguali.
In base alla mia esperienza in relazione alla tipologia di locali "bar" io suggerirei un evitamento parziale di bar specifici, soprattutto perché di bar ce ne sono a bizzeffe e si può fare in questo ambito ristretto qua, non diventa disfunzionale.
bar non ne frequento praticamente mai, al massimo passo a prendere un gelato in posti dove si può fare semplicemente quello senza dover preoccuparsi troppo dell'apparire; locali giovanili zero, non saprei neanche con chi andarci. Ma all'evitamento ai bar non a prova di fobico si può fare qualche eccezione: un ottimo arancino siciliano con "crosta" spessa e ripieno di riso giallissimo, cuore di funghi porcini e formaggio filante direi che giustifica l'eccezione.

Quote:
Se un ambiente non ci dà nulla in termini di benessere perché frequentarlo?
seguendo questa filosofia io non so più dove stare

Ultima modifica di alien boy; 27-10-2018 a 00:20.
Vecchio 27-10-2018, 00:32   #22
Esperto
L'avatar di Keith
 

la timidezza e la paura del giudizio sono solo due dei tanti percorsi tortuosi da attraversare, poi c'è tutto il resto. non ci provo neanche più a migliorarmi, aggiusti una cosa e si apre una falla in un'altra.
ormai è così. anzi più uno cerca di migliorare e più è pateticamente destinato a crollare sempre più giù. meglio non violentarsi troppo e accettarsi, a malincuore per quel poco che si è.
Vecchio 27-10-2018, 09:45   #23
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Secondo me la timidezza è affrontabile. Bisogna solo fare esercizio e imparare dagli altri. Il che non significa scimmiottare il maschio o la donna alpha di turno... e neanche armarsi di sola arroganza, come spesso fanno tanti apparentemente "sicuri di se". Basta modellare il proprio comportamento affinché i tratti più disfunzionali emergano ma senza interferire nella relazione.
Vecchio 27-10-2018, 13:15   #24
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La timidezza nasce dal pensiero di essere inferiori
Vecchio 27-10-2018, 13:33   #25
Esperto
L'avatar di ansiolino
 

ho notato anche io questa cosa, infatti le poche volte che mi vedo bene non sono timido o comunque non tanto da non alzare nemmeno lo sguardo
Vecchio 27-10-2018, 16:03   #26
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Bel topic. E bell'analisi. E no, non credo sia tutto nella tua testa.

Sentirsi a proprio agio, questo è il fine. Certe volte non posso nemmeno stare in fila alla cassa, o camminare per strada, con tutti quegli sguardi.
Ringraziamenti da
alien boy (27-10-2018), pollyjean (29-10-2018)
Vecchio 27-10-2018, 16:38   #27
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da alien boy Visualizza il messaggio
seguendo questa filosofia io non so più dove stare
Mi dispiace che pensi questo, non so io ho trovato anche gestori solidali, addirittura protettivi nei confronti di certe persone quando altri clienti si sono dimostrati intolleranti.
In generale non penso sia vero che proprio tutti ti guardano dall'alto in basso sperando di non vederti più entrare nel loro locale, però sono esperienze mie.

Mi viene in mente questo episodio risalente a molti anni fa, lo racconto, poi vedete voi.

C'era una persona che avevo conosciuto al cim della mia zona affetta da una certa forma di disturbo compulsivo abbastanza invalidante, spesso questa persona non riusciva a trattenere delle risate nervose anche in assenza di battute.

Spesso andavamo insieme agli altri in una rosticceria storica del posto là intorno prima di tornare a casa (frequentavo un gruppo di arteterapia dove c'era anche lui).

La signora al banco è sempre stata molto gentile con noi, ci ha sempre trattati normalmente come tutti gli altri clienti, perciò ci fermavamo spesso lì.

Una volta comunque capitò che un certo tipo presente nel locale cercò di mettersi a canzonare questo mio conoscente, ora non ricordo più di preciso cosa disse, in ogni caso la signora vide tutto e praticamente buttò fuori l'altro avventore dal locale dopo averlo rimproverato aspramente.

Io quando capitano queste cose non sono tanto capace di rispondere in modo adeguato (non possiedo buoni sistemi di autodifesa), ci pensò la signora al bancone in quella situazione.

Ora si dirà che le persone più giovani non si comporterebbero mai così, ma in generale non è vero.
Anche le persone più giovani son tutte diverse, noi non possiamo saperlo ma magari qualcuna ha un fratello (uno zio, un amico ecc. ecc.) impacciato proprio come noi al quale è affezionata, ed in base a questo già magari non ci vede più come alieni, ma con simpatia.

Probabilmente è vero che ambienti più accoglienti ce ne sono di meno, ma non trovo sia vero che non esistano proprio (almeno in questi ambiti qua).

Ultima modifica di XL; 27-10-2018 a 17:24.
Ringraziamenti da
Noriko (28-10-2018)
Vecchio 27-10-2018, 23:14   #28
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Originariamente inviata da VG1983 Visualizza il messaggio
Secondo me la timidezza è affrontabile. Bisogna solo fare esercizio e imparare dagli altri. Il che non significa scimmiottare il maschio o la donna alpha di turno... e neanche armarsi di sola arroganza, come spesso fanno tanti apparentemente "sicuri di se". Basta modellare il proprio comportamento affinché i tratti più disfunzionali emergano ma senza interferire nella relazione.
... che si può affrontare, è un approccio fattibile; cioè io non penserei con l'obiettivo di abbatterla definitivamente, che è al di fuori della mia portata, ma di vedere volta per volta come non permetterle di rovinare tutto.
In che senso dici 'affinché i tratti più disfunzionali emergano'?

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Mi dispiace che pensi questo, non so io ho trovato anche gestori solidali, addirittura protettivi nei confronti di certe persone quando altri clienti si sono dimostrati intolleranti.
In generale non penso sia vero che proprio tutti ti guardano dall'alto in basso sperando di non vederti più entrare nel loro locale, però sono esperienze mie.
no aspetta, non ci siamo capiti, in effetti sono stato vago in quella risposta; intendevo che non riesco ad adattarmi in generale negli ambienti in cui mi trovo, non che abbia problemi particolari con il personale o i clienti dei bar o locali simili in generale: se capita, entro, scelgo, pago e porto via.
Non riesco a inserirmi stabilmente in nessun contesto e alla fine finisco o per isolarmi e/o per studiare un modo per cambiare aria.

Ultima modifica di alien boy; 27-10-2018 a 23:17.
Vecchio 27-10-2018, 23:29   #29
Esperto
L'avatar di Ogard
 

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Originariamente inviata da ricotta27 Visualizza il messaggio
La timidezza nasce dal pensiero di essere inferiori
Credo sia più complicato di così o meglio, il sentirsi inferiori nasce dalla timidezza e non viceversa.

I timidi sono sempre esistiti ma nella società di oggi sono solo zavorra. Se fai corsi sull'automiglioramento o ti informi su come fare un bel colloquio ti ritroverai solo gente che tratta la timidezza come fosse una malattia, quando è solo un modo di essere.
Si è timidi > si scopre che non sei ritenuto "normale" > ti senti inferiore > stai male> ti chiudi ancora di più > ricomincia da capo.
Ringraziamenti da
Masterplan92 (28-10-2018)
Vecchio 28-10-2018, 01:20   #30
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da alien boy Visualizza il messaggio
no aspetta, non ci siamo capiti, in effetti sono stato vago in quella risposta; intendevo che non riesco ad adattarmi in generale negli ambienti in cui mi trovo, non che abbia problemi particolari con il personale o i clienti dei bar o locali simili in generale: se capita, entro, scelgo, pago e porto via.
Non riesco a inserirmi stabilmente in nessun contesto e alla fine finisco o per isolarmi e/o per studiare un modo per cambiare aria.
Quello che volevo mettere in evidenza non era il fatto che qualcuno creasse problemi, ma il fatto che il gestore in questo caso si è comportato in modo molto accogliente, addirittura protettivo.
Dalla tua descrizione è emerso che hai percepito un atteggiamento un po' negativo da parte di una persona che lavorava nel locale.
Se il problema è questo, penso che sia risolvibile cambiando ambiente, se il problema invece consiste nel fatto che vorresti interagire e non riesci a scambiare alcuna battuta, è più difficile da risolvere perché non penso che dipenda soltanto dall'atteggiamento dell'altra persona.
Se provi ad andare più volte in un posto dove non ci sono persone come la persona che hai incontrato (che già ti hanno un po' escluso a monte) quasi sempre chi lavora là cercherà di avviare una conversazione, ti farà qualche domanda ecc. ecc.
Se vede però che a te non va (o almeno così afferra se non interagisci) magari poi non insiste immaginando che sei un tipo più introverso.
Dipende anche poi da cosa vuoi fare tu, se ti va di interagire interagisci, se non ti va nessuno inizia a giudicarti male secondo me in certi ambienti più tranquilli, ci puoi tornare non è che ti tolgono il saluto.

Ultima modifica di XL; 28-10-2018 a 01:32.
Vecchio 28-10-2018, 12:53   #31
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Originariamente inviata da alien boy Visualizza il messaggio
Dopo una certa età il comportamento ha le radici profonde, è diventato un tutt'uno con la persona nel suo insieme, e inoltre anche chi ti conosce non si aspetta certo grandi cambiamenti da parte tua, che a volte significa che neanche li accoglierebbe bene. È un casino: tu vorresti sembrare meno 'sfigato' per andare incontro a un maggior riconoscimento e accettazione (quando invece poi alcuni si sono assefuatti e adattati di più al tuo essere 'sfigato') e allo stesso tempo non vorresti dare soddisfazioni a chi pensi che non ti accetti e vorresti perciò mantenerti uguale laddove credi che gli altri ti giudicano; ma in fondo in diversi aspetti neanche riusciresti a essere diverso, non ti riconosceresti neanche più e finiresti anche per disprezzarti, seppur per una motivazione diversa (quanto scritto vale per me). Perciò secondo me non dipende molto dal ragionarci (perchè, intendo, c'è questo casino emotivo che ti disarma), io ci ho pensato molto provando diverse prospettive e più ci penso più finisco per ingarbugliarmi.
Sono d'accordo solo in parte.
Chiaramente parlo della mia esperienza, che non vuole essere un "siccome è valido per me, funzionerà così per tutti" ci mancherebbe.

Nel mio caso, sono molto più tranquilla, razionale e ragionevole adesso rispetto a quando ero più giovane. A 20-25 anni non capivo un cazzo, ero rigida, troppo emotiva e avevo una marea di convinzioni errate, in giovane età il disturbo è lì in tutto il suo splendore, complice l'energia dei 20 anni, ci sono casi in cui il problema regredisce col passare degli anni. Cosa che ho riscontrato anche nelle mie amicizie, anche se c'è da dire che tutti i miei amici sono in terapia da anni, quindi hanno anche un percorso alle spalle.

Vero che la gente intorno a noi si abitua ad alcuni atteggiamenti, e poi resta spiazzata di fronte al cambiamento. Ma lì io direi anche sticazzi, io ho deciso di cambiare e provare a migliorare alcun cose, non per dimostrare qualcosa agli altri o per farmi accettare, ma solo ed esclusivamente perchè stavo male io e non volevo più soffrire.

Vero anche che puoi essere confuso e non riconoscerti più, falso che inizieresti a disprezzarti. Quando stai meglio, sei sorpreso che certe cose non ti agganciano più come un tempo, che gestisci le situazioni in modo migliore e più equilibrato, ma non c'è disprezzo verso se stessi (non mi hanno fatto il lavaggio del cervello, non ho cambiato la mia personalità, ho solo smussato rigidità e difficoltà) anzi, ti riscopri in modo nuovo.

Quote:
C'è pure da dire che emozioni e pensieri sono concetti molto prossimi. Immaginiamo che uno veda un'altra persona tentare un'aggressione nei suoi confronti; avrà paura (emozione), evidentemente causata da un pensiero di quello che potrebbe succedergli; ma è poi quella paura che sarà l'elemento determinante per far pensare agli eventuali rischi che corre quando incontrerà di nuovo quella persona. Il pensiero fa sicuramente la sua parte durante tutto il percorso, le emozioni spesso sono quelle che hanno scatenato l'esordio di problemi, sono state attivate in modo diretto da un evento e ogni volta che c'è qualcosa che ricordi quell'evento vengono richiamate.
Sulla frase evidenziata non sono d'accordo.
Tendenzialmente funziona così: una persona viene aggredita da un'altra, metti per strada, da uno sconosciuto. Questo trauma causerà un terrore cieco ogni volta che avrà a che fare con una persona che non conosce (tutti indistintamente, non solo rivedendo quella persona che gli ha causato il trauma, che sarebbe pure normale) è così che inizia il problema ed è quello il motivo per cui quando si fa terapia si sviscera il passato. Il lavoro è razionalizzare il pensiero e capire che quel trauma viene da un fatto e/o persona specifica, e che avere paura di tutti a prescindere non è funzionale, causa chiusura e sofferenza e rovina la vita alla vittima, che da quel giorno in poi non vive più.
Magari avrà sempre un po' di sfiducia verso gli estranei, anche una volta risolto ed elaborato il trauma (che lascia comunque un segno, come una cicatrice, non puoi rimuoverlo del tutto), ma un conto è tenersi un po' a distanza, un altro è chiudersi in casa e non voler più avere a che fare con gli altri.
Vecchio 28-10-2018, 18:37   #32
Esperto
L'avatar di Noriko
 

Situazione, emozione, pensiero.
Mi da l'idea che funziona così.

La paura è un istinto innato non nasce dall'esperienza. Quando incontri lo sconosciuto per strada istintivamente ti ritrai anche se ha buone intenzioni.
Nasce così un pensiero di difesa che se è eccessivo anche in situazioni positive diventa patologico.

Credo eh..
Vecchio 28-10-2018, 19:18   #33
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Quote:
Originariamente inviata da Noriko Visualizza il messaggio
Situazione, emozione, pensiero.
Mi da l'idea che funziona così.

La paura è un istinto innato non nasce dall'esperienza. Quando incontri lo sconosciuto per strada istintivamente ti ritrai anche se ha buone intenzioni.
Nasce così un pensiero di difesa che se è eccessivo anche in situazioni positive diventa patologico.

Credo eh..
No aspè.
La paura è un'emozione primaria che esiste negli animali e nei bambini solo quando c'è un effettivo pericolo davanti a loro.
L'ansia è un'emozione secondaria, evoluzione della paura, che sviluppa l'uomo e nasce per esperienze negative pregresse.
L'ansia ce l'hai prima che si verifichi un certo evento, che ti fa paura per tutti i pensieri che colleghi alla situazione.
E il pensiero disfunzionale è la causa di tutte le emozioni ad esso collegate, che sia paura, rabbia, tristezza, etc.
Ringraziamenti da
tersite (29-10-2018)
Vecchio 28-10-2018, 19:27   #34
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Ci ho rinunciato..ci sono nato e me la tengo
Vecchio 28-10-2018, 20:57   #35
Esperto
L'avatar di Noriko
 

Quote:
Originariamente inviata da Stregatta13 Visualizza il messaggio
No aspè.
La paura è un'emozione primaria che esiste negli animali e nei bambini solo quando c'è un effettivo pericolo davanti a loro.
L'ansia è un'emozione secondaria, evoluzione della paura, che sviluppa l'uomo e nasce per esperienze negative pregresse.
L'ansia ce l'hai prima che si verifichi un certo evento, che ti fa paura per tutti i pensieri che colleghi alla situazione.
E il pensiero disfunzionale è la causa di tutte le emozioni ad esso collegate, che sia paura, rabbia, tristezza, etc.
Non credo che sia così anche se gli psicologi cognitivi affermano questo.

Penso che l'ansia si sviluppi anche in situazioni non collegate all'evento e che l'evento è una scusa per far scaturire l'ansia che squilibri chimici, caratteriali etc la fanno nascere. Poi subito subentra il pensiero e il suo rimuginare.

Poi non so …
Vecchio 29-10-2018, 13:27   #36
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Quote:
Originariamente inviata da Hazel Grace Visualizza il messaggio
questa cosa mi succede ogni volta, ed è umiliante perché succede nonostante io provi in tutti i modi a mimetizzarmi con gli altri.. io provo a sembrare normale, a fingere e a parlare usando lo stile degli altri, a usare un tono di voce che magari sia di una persona sicura di se e appunto normale come loro.. ma in realtà mi pare che loro appartengono a una specie e io a un'altra e quindi non posso ingannarli a lungo..
tipico ! Ma è una sensazione che esiste solo nella tua testa, magari gli altri a te manco ci pensano , manco ti vedono 'strana' però coi tuoi dubbi puoi alimentare questa cosa , sii te stessa e proponiti agli altri come sei e vedrai che il mondo non è così prevenuto nei tuoi confronti
parlo per esperienza diretta ...
Vecchio 29-10-2018, 13:41   #37
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Io non ci so stare in mezzo alla gente..
Ringraziamenti da
bukowskiii (29-10-2018)
Vecchio 29-10-2018, 20:11   #38
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Quote:
Originariamente inviata da Stregatta13 Visualizza il messaggio
No aspè.
La paura è un'emozione primaria che esiste negli animali e nei bambini solo quando c'è un effettivo pericolo davanti a loro.
L'ansia è un'emozione secondaria, evoluzione della paura, che sviluppa l'uomo e nasce per esperienze negative pregresse.
L'ansia ce l'hai prima che si verifichi un certo evento, che ti fa paura per tutti i pensieri che colleghi alla situazione.
E il pensiero disfunzionale è la causa di tutte le emozioni ad esso collegate, che sia paura, rabbia, tristezza, etc.
esatto!
Dovrei ripetermi e dire che è tutto nella ns. testa , l'ansia è una difesa sì ma INATTUALE, magari ci riporta alla infanzia e al rivivere certe situazioni che ormai non esistono più, il guaio è che a volte (per non dire sempre) ne siamo pure consapevoli ma non sappiamo staccarci da simili sensazioni
Vecchio 29-10-2018, 20:31   #39
Esperto
L'avatar di Noriko
 

Quote:
Originariamente inviata da tersite Visualizza il messaggio
esatto!
Dovrei ripetermi e dire che è tutto nella ns. testa , l'ansia è una difesa sì ma INATTUALE, magari ci riporta alla infanzia e al rivivere certe situazioni che ormai non esistono più, il guaio è che a volte (per non dire sempre) ne siamo pure consapevoli ma non sappiamo staccarci da simili sensazioni
Come spiegate allora l'ansia generalizzata che è quell'ansia senza particolare evento specifico ma è un temere un po' tutto.

L'ansia è quasi normale in certe situazioni ma poi diventa patologica e da questa che nasce il pensiero disfunzionale.

Troppo psicologismo secondo me

… è un cercare un confronto, non è certo uno scontro..
Vecchio 30-10-2018, 01:45   #40
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Quote:
Originariamente inviata da Noriko Visualizza il messaggio
Troppo psicologismo secondo me

… è un cercare un confronto, non è certo uno scontro..
Certo, tranquilla.

Non sono molto ferrata sulla chimica, quindi non saprei, ma penso dipenda anche dalla diagnosi di base.
Mentre nel disturbo della personalità influiscono predisposizione del soggetto e ambiente, quindi situazioni traumatiche che portano ad un comportamento non funzionale nella vita quotidiana (questo non vuol dire che non esista uno scompenso chimico, ma magari è più controllabile?), nel disturbo dell'umore, non dovrebbero esserci collegamenti di questo tipo. O meglio, mi è capitato di sentire persone parlare di diagnosi di disturbo dell'umore quando al cambio dell'umore appunto, non corrisponde nessun pensiero disfunzionale, quindi probabilmente una questione più chimica che altro.

Io con la terapia psicologica e la razionalizzazione del pensiero sono cambiata tantissimo e la cosa è costante nel tempo, non mi riconosco più in tanti pensieri che prima erano la norma, mentre con i farmaci non ho risolto niente, o molto poco. E vedo che è una costante anche nelle mie amicizie che sono in terapia, associano sempre dei pensieri e dei traumi a ciò che vivono ora.

Però ecco, più che parlare della mia esperienza non posso fare.
Ringraziamenti da
Noriko (30-10-2018)
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