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Vecchio 30-04-2014, 01:19   #1
Esperto
L'avatar di alessietto
 

Riflessione al volo su 2 giorni travagliati e un pò di letture che ho fatto ultimamente (The Hero dell'autrice di The Secret in primis).

Fondamentalmente la timidezza in tutti gli ambiti è un assenza di coraggio nel fare qualcosa che in fondo si vorrebbe fare ma per il proprio carattere o le proprie paure non viene naturale fare.

La parola coraggio, che deriva da cuore, e di fatto proviene dal cuore.
Quando si va avanti nonostante una paura, il coraggio emerge dal nostro cuore, cioè acquisiamo coraggio. Non è il contrario: non bisogna acquisire coraggio prima di fare l'azione che temiamo, ma è proprio eseguendo l'azione che acquisiamo coraggio, arrivando magari a considerare cose che prima erano spaventose assolutamente innocue.

In linea di massima, io pensavo di essere coraggioso invece ero solo overpreparato in alcuni ambiti e incosciente in altri.

Ieri invece sono stato veramente coraggioso, secondo la definizione del libro del termine, e il risultato è stato disastroso.

In definitiva: in teoria non esiste paura che non possa essere battuta, nel mio caso (e forse anche in altri), certe volte è meglio rimandare la giornata da leoni a data di destinarsi/mai, e risparmiarsi sofferenze inutili

Saluti,
vado a dormire e domani parto per l'estremo nord. Non metaforicamente
Vecchio 30-04-2014, 22:16   #2
Principiante
L'avatar di Inerba
 

Un aggiunta ai tuoi studi:
Leggendo un libro sul linguaggio corporeo "Perche mentiamo con gli occhi e ci vergognamo con i piedi" si parla della sudorazione come una delle manifestazioni esterne della timidezza, il libro parla di sudorazione alle mani, ma almeno nel mio caso è centrata alla fronte, il libro lo tratta come istinto di autoconservazione, sappiamo o per lo meno intuiamo che ciò che ci accingiamo a fare può recarci danno, e quindi subentra l'istinto di "combatti o fuggi" (magari nella nostra mente sembra più semplice la 2° scelta) questo fa passare il sangue dall'epidemide ad uno stato sottostante il derma, e quindi verso i muscoli, causando un calo di temperatura corporea e il "sudare freddo".

Una piccola esperienza di oggi:

Dovevo presentarmi per iscrivermi ad un corso, sia nel viaggio d'andata e in sala d'attesa ho dovuto combattere contro l'ansia, per fortuna con il receptionist c'è stata breve conversazione, incentrata sul compilare il modulo, lo fatto parlare per la maggior parte dell'interazione ed ho cercato di concentrarmi sull'ascolto, su ciò che mi diceva; mi sono accorto quando è finito tutto che non solo non provavo più ansia, ma ero in uno stato rilassato, c'è l'avevo fatta a superare quella "sfida", che pur senza pericoli, (se non la paura di fare brutte figure o una pessima impressione), mi sembrava difficile, e dovevo tirare fuori il coraggio.

Forse posso ampliare la tua visione: sembra che in ognuno di noi esista una specie di contenitore di coraggio, più ti esponi fuori dalla tua zona di comfort, (cioè più fai cose in cui ti serve coraggio), e ne esci vincente, più aggiungerai al tuo contenitore coraggio di fare altro con un intensità più o meno grande; ma se ne esci male, come nel tuo caso l'effetto è l'opposto.

Guardandomi nel passato, parte della mia timidezza, o perdità di coraggio, l'ho ampliata tramite eventi negativi
Es.provi a socializzare e vieni respinto, a volte anche male
ci riprovi (magari con sforzo) o stessa sorte, o l'indifferenza
Stai per i cavoli tuoi e ti vengono a cercare per "darti noie"
Ti cimenti in una prova/sport/esercizi di scuole ed hai scarsi risultati, commetti errori, fallisci
la lista è lunga...rientra tutto ciò che è compreso nei termini "sbaglio, errore, fallimento"
Questi eventi sottraggono coraggio al tuo contenitore, generano in te l'abitudine ad evitare determinate cose, fino ad arrivare a temerle, di per sè possono essere cose stupide da temere, ma anchè se lo pensi percepisci che possono arrecarti danno.
cambiando il termine coraggio con capacità di successo e come se valutassimo noi stessi in base alla differenza tra successi ed insuccessi nel caso peggiore valutiamo solo insuccessi.

Un tempo per tirare fuori il coraggio si usavano metodi di impatto come "navi scuola" o "l'arruolamento esercito", tralasciando il primo che se imposto poteva peggiorare la situazione, per il secondo lessi da un libro "il Vin di Carlo" che nell'esercito (americano) non ti è dato il tempo per avere paura perchè è presente un sergente che ti incita a mille; un'altro insegnamento del libro è "bisogna fare prima la cosa di cui si ha paura e poi affrontare la paura stessa" ovvero ragionare con la paura solo dopo l'azione, a posteriori.
Nel bodybuilding e nel pugilato, si incità l'atleta ad andare oltre, di trasformare ansia e paura in euforia.

Ora non dico che per vincere la timidezza l'unico metodo è quello di arruolarsi (azione divenuta impossibile nel nostro paese), ne tantomeno affitareun "incitatore personale", ma quello di fare ciò che nella nostra timidezza è dura da affrontare perchè non c'è in noi abbastanza coraggio, uscire dalla zona comfort.
L'ho fatto ultimamente, prendere un treno affollato, andare in una grande città, passeggiare e chiedere informazioni a persone dell'altro sesso.
La 1°volta ero nel panico mentale, e mi si ripercuoteva sul fisico, tremori, farfalle allo stomaco, ansia incontrollabile, tutto me stesso mi stava portando verso il fallimento, ho resistito, non brillantemente ma sono sopravvissuto.
La 2° avevo più coraggio (perchè mi ero autoconvinto che tutti gli eventi dell'uscita precedente sommati mi avevano regalato un'esperienza positiva, un successo) la situazione era molto più sotto controlo, non completamente, ma al 50%, e sono sopravvissuto ancora
La 3° ero solo al 30%...

Però ripensandoci, non sento di avere più coraggio, ma meno paura, meno timore, forse il contenitore non esiste

A questo punto mi ricordo la favoletta in cui il leone e l'uomo di latta andarono dal mago di oz per ottenere il coraggio ed un cuore, nel percorso l'uomo di latta dimostro di avere un cuore ed il leone il coraggio.

Forse posso fare ciò che per me necessità di coraggio, perche in realtà come per il leone è già in me, ma se non seguo un determinato percorso che mi permetta di dimostrarlo, allora sarà sempre presente il filtro della timidezza, come mancanza di coraggio nella mia mente.

Che confusione, mi sono perso nei miei pensieri...ho scritto a vanvera? ho avuto un'illuminazione?
Vecchio 04-05-2014, 19:34   #3
Esperto
L'avatar di alessietto
 

Quote:
Originariamente inviata da Inerba Visualizza il messaggio

A questo punto mi ricordo la favoletta in cui il leone e l'uomo di latta andarono dal mago di oz per ottenere il coraggio ed un cuore, nel percorso l'uomo di latta dimostro di avere un cuore ed il leone il coraggio.

Forse posso fare ciò che per me necessità di coraggio, perche in realtà come per il leone è già in me, ma se non seguo un determinato percorso che mi permetta di dimostrarlo, allora sarà sempre presente il filtro della timidezza, come mancanza di coraggio nella mia mente.

Che confusione, mi sono perso nei miei pensieri...ho scritto a vanvera? ho avuto un'illuminazione?
Vero, conoscevo la storia del Mago di Oz, ma me l'ero dimenticata, è la stessa cosa, uno dimostra di avere una cosa che credeva di non avere.

E no, non penso tu abbia scritto a vanvera, anzi sono cose che condivido. Ti ho risposto solo oggi perchè sono stato fuori
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