Essere diplomatici nel carattere non aiuta: lo svantaggio si intuisce soprattutto nelle situazioni lavorative. Oggi ascoltavo un collega sacramentare contro un cliente durante un'accesa conversazione telefonica. Finita la telefonata il suddetto collega si avvicina agli altri e inizia a raccontare la sua versione dei fatti con un fare a metà tra l'idrofobo e il posseduto. Gli altri gli hanno dato corda lanciandosi a loro volta in una serie di improperi alla volta del cliente di cui sopra. Io, estraneo a tutto e a tutti, non ho potuto fare a meno di notare come questo genere di situazioni tengano alta la tensione nella gente e di conseguenza lo stimolo a cimentarsi nelle difficoltà e nel confronto.
Io che al contrario sono nato diplomatico, non provo stimoli particolari per questi momenti di conflittualità, tendo sempre ad appianare ogni malinteso, ho sempre in mano l'idrante della persuasione per spegnere qualsiasi focolaio di tensione al suo primo apparire. Il risultato è che al lavoro sono spesso scambiato per un alieno che trama oscuri complotti ai danni altrui. Il non volermi mai esporre al litigio e alla baruffa è doppiamente controproducente: da una parte allenta la tensione al minimo immaginabile causandomi i noti attacchi di sonnolenza, dall'altra mi fa risultare antipatico in quanto poco partecipe, l'infiltrato di calimeriana memoria, per intenderci.
Ma questo è un problema che può presentarsi anche in ambiti extraprofessionale anche se non è mia intenzione sviscerare ulteriormente il tema.
In ogni caso l'assunto globale è il seguente: essere persone incazzose e inclini al litigio, aiuta nella sopportazione delle situazioni più stressanti? Le rende addirittura appetibili? Non so perché ma io ho questa impressione.