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Vecchio 13-09-2013, 15:43   #1
Esperto
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Dopo un po' di tempo trascorso su questo forum, e visto che ora non sto più lavorando, ho deciso di cominciare a scrivere la mia storia. Sono stato molto indeciso se farlo o no perché non sapevo se ero pronto a riaffrontare alcuni fantasmi del passato. Ma dopo l'ultima seduta con la mia psicoterapeuta ho capito che le cose stanno veramente cambiando, almeno sotto certi aspetti.
Un altro motivo di indecisione dipendeva dal fatto che non sapevo come cominciare. Ora lo so. Comincerò dal presente, probabilmente il momento più sereno dall'ultimo mio crollo che risale a circa tre anni fa. Ho pensato di fare così: i titoli saranni ispirati a Scrubs e per i nomi mi ispirerò al "Signor G" di Gaber, saranno tutti "signore/a/ina" seguiti dall'iniziale. La mia rimarrà fittizia!
Vediamo fin dove riuscirò ad arrivare.

"Il mio punto della situazione"

Il Signor A pensa: "Le cose... potrebbero andar peggio".
Da quell'assurdo viaggio nella città di V che lo condusse davanti a quel baratro da cui non si fa più ritorno, sono passati tre lunghi anni.
Qualcuno dice che una volta che hai toccato il fondo non puoi far altro che risalire: forse è così, A non ne è poi tanto sicuro, perché è convinto che sotto un fondo ce ne può essere benissimo un altro. Nonostante tutto fino ad oggi, anche se è scivolato più di una volta, il Signor A non è più caduto. La sua mente è più leggera, riesce a soddisfarsi con bisogni più semplici di quelli di un tempo, si sente un po' più forte, ha un minimo di autostima in più che gli deriva da tutti quegli anni passati a piangere, a tagliarsi, a disperarsi... a perdersi in quel vortice oscuro chiamato depressione.
I problemi ci sono sempre: ma quelli, da quanto ha capito il Signor A, non se ne vanno. L'unica cosa che può fare è affrontarli quando si presentano. Adesso per esempio un vero lavoro con un contratto è la sua maggiore preoccupazione e sembra essere un vero e proprio miraggio da raggiungere. Eppure continua a spedire curriculum e a controllare i siti del lavoro ogni giorno. Perché, e su questo c'è davvero poco da fare, ruota tutto attorno ai soldi. E' l'aspetto materiale della vita: li puoi anche odiare per quello che rappresentano, ma non puoi farne a meno per vivere.
E così spera sempre che arrivi quella telefonata o quella mail di interessamento per un colloquio, ma fino ad ora non è andata affatto bene.
Il Signor A sa che la sua età ha grande rilevanza in questo aspetto: i suoi trentatré anni pesano sul suo curriculum. Ma ancora non si arrende: potrà cominciare a farlo quando finirà i soldi che ha da parte. Non un patrimonio, ma una piccola somma di sicurezza per affrontare quelle poche spese che gli si presentano.
Distolto per un momento dalle sue riflessioni, A si accorge della presenza di qualcuno vicino a lui, il Signor D, l'uomo delle domande, che spesso e volentieri l'ha giudicato o gli ha sottolineato fasi spiacevoli della sua vita: sempre osservatore, sempre giudice, sempre pronto a demoralizzarlo per la più piccola sciocchezza.
Osservandolo attentamente, D gli chiede incuriosito: "Quali sono gli eventi che più ti hanno cambiato in quest'ultimo periodo per condurti a questa parvenza di serenità?"
Il Signor A risponde: "Le prime tre cose che mi vengono in mente: la morte del mio cane, la palestra, e il tanto deprecato sesso a pagamento".
Il Signor D: "Ora però me le devi anche spiegare, soprattutto l'ultima che non mi convince affatto".
Il Signor A comincia: "Quando morì il mio cane, il mondo mi crollò addosso per l'ennesima volta, e quella volta fu un po' più pesante. Non riuscivo a muovermi in tutto quel dolore. Solo chi vive nella solitudine, può capire quanto sia fondamentale trovare un altro essere vivente che tiene a te e che è stato lì in qualunque momento della tua vita senza mai giudicarti, tenendo a te in un modo che agli esseri umani raramente riesce.
Non sono mai stato bravo con le parole e mi riesce difficile trasmettere l'importanza che ha avuto nella mia vita, quindi per farti capire userò quelle di un film:
"Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati,un bastone marcio per lui è sufficiente.
A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido..se gli dai il tuo cuore, lui ti darà il suo..
Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone ti fanno sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire..straordinario?"
Per me avere un cane è stato tutto questo e anche di più. Le mie ultime lacrime risalgono proprio alla sua morte: ho capito che la prossima volta, se mai ce ne sarebbe stata una, che avessi pianto sarebbe stato per qualcosa o qualcuno per cui ne sarebbe valsa davvero la pena".
D prontamente risponde: "A molti sembrerebbe patetico un atteggiamento simile verso un essere che neanche parla".
Il Signor A ha ormai imparato ad ignorare certe frecciatine, perché sa che l'unico scopo di D è umiliarlo per farlo sentire peggio. Fortunatamente quei tempi sono passati.
Davanti a quel silenzio il Signor D un po' deluso lo incitò a continuare.
Il Signor A riprese: "La palestra ha portato una consapevolezza, seppur minima, del mio fisico. Ora almeno non mi sento più come un Uomo Elefante. Prima non avevo neanche il coraggio di guardarmi allo specchio, sentendomi sempre inferiore, data la mia costituzione non proprio alla Vin Diesel. Ma non è stato solo quello.
Nonostante i "miei silenzi" conditi solo da buona educazione, il fatto di aver continuato ad andarci in maniera continuativa, oltre a farmi conoscere qualche persona nuova, mi ha anche permesso semplicemente di parlare del più e del meno: qualche volta di pallone, altre delle radio della mia città dati interessi musicali comuni con altri, delle donne, o anche semplicemente del tempo. E ora per me è diventato molto importante perché mi rendo conto che oltre ad rinforzare il fisico, in qualche modo sono riuscito a rinforzare anche la mente".
Il Signor D riprende con lo stesso tono accusatorio: "Ma tanto anche qui hai avuto problemi con le donne vero? anche se sei più "forte" come dici?"
Il Signor A per nulla intomirito risponde: "Certo che li ho avuti. Chi come me viene da quella marea di esperienze negative col gentil sesso, è difficile che riesca in così poco tempo a superare tutte le barriere mentali che si è costruito. Ma almeno stavolta sono corso ai ripari: tanto per cominciare non mi sono esposto come in passato perché come ho già detto qui mi trovo bene e quindi i miei problemi sono rimasti nei miei pensieri, e poi anche se l'ho detto a pochi probabilmente si è sparsa la voce della mia passione per "le donne allegre", cosa che sicuramente farà terra bruciata intorno a me, salvaguardandomi la palestra".
Il Signor D: "Così arriviamo all'ultimo punto: le put..."
Il Signor A, sentendosi offeso, lo ferma: "Chiamale professioniste, escort, come ti pare, ma non le offendere. Io preferisco "Bocca di rosa" come la canzone di De André".
Il Signor D, spazientito: "Vada per professioniste, ti va bene? Non ti senti in colpa per quello che fai? Credi che una cosa simile possa aiutarti nei tuoi rapporti (che non ci sono) con le donne? O di poter andare sempre avanti così?".
Il Signor A: "Tanto per cominciare è stata una decisione a lungo tempo rimandata e ponderata, con qualche disappunto aggiungo col senno di poi.
Di sensi di colpa finora non ne ho: adesso internet da la possibilità di trovare chi lo fa per piacere e non per costrizione, evitando accuratamente avventure stradali. Ho cominciato cercando qualcuno un bel po' più grande di me per andare sul sicuro e la mia esperienza è stata sicuramente positiva. Poi certo porta via soldi, ma eventuali appuntamenti non li porterebbero via? Almeno così ho la possibilità di fare quelle esperienze sessuali che non ci sono state dall'adolescenza fino ai ventisette anni, quando ho avuto la mia sola ragazza.
Il fatto di aver imparato a non giudicare gli altri in base ai loro lavori e/o comportamenti mi ha aiutato (cosa che però mi riesce difficile con altri tipi di persone): ecco perché mi piace come descrive questo mondo De André. Un qualcosa che in molti giudicano, in pochi conoscono e in molti condannano per semplice perbenismo. Le donne e le due trans che ho incontrato mi hanno regalato un'ora di finto amore, di illusione se preferisci, non mi hanno umiliato né giudicato: paradossalmente posso dire che la sincerità ha giocato un gran ruolo. Nessun giro di parole, nessun falso interesse per cose che all'inizio si ignorano e poi danno fastidio: semplicemente la chiarezza di dire "se mi dai i soldi, io te la do". Può apparire come un discorso crudo, ma lo apprezzo, c'è poco da fare. Questa trasparenza non l'ho mai incontrata nelle donne che hanno incrociato la mia vita. Forse perché cercavo qualcosa in cui ora non credo più: l'amore. Ormai mi sembra una parola vuota, adatta solo per poeti, scrittori e cantanti. Felice di essere smentito, ma su questo mi sento come San Tommaso: se non vedo non credo".
Il Signor D rimane interdetto, vorrebbe giudicare, vorrebbe dire tante cose, ma capisce che non servirebbe a niente.
Il Signor A si accorge che D lentamente svanisce, lasciandolo nuovamente solo con le sue riflessioni.
C'è voluto tanto tempo per arrivare dove si trova ora, molti compromessi, ci sono ancora altre cose da rimettere a posto: un nuovo inizio, forse?
sarebbe comunque un inizio, pensa tra sé e sé il Signor A.
Vecchio 13-09-2013, 15:47   #2
Esperto
 

mi piaci come scrivi. Il Signor D è' un tuo parente?
Vecchio 13-09-2013, 16:22   #3
Esperto
L'avatar di AloneInTheDARK
 

Ho letto tutto... e l'ho trovato interessante. Complimenti... dai che stai trovando la tua strada per uscirne.
Vecchio 13-09-2013, 16:25   #4
Banned
 

tl'dr
Vecchio 13-09-2013, 16:33   #5
Esperto
L'avatar di Artyom
 

Quote:
Originariamente inviata da Melvin II Visualizza il messaggio
mi piaci come scrivi. Il Signor D è' un tuo parente?
Grazie. No, è (spero "era") uno degli aspetti peggiori di me.
Vecchio 13-09-2013, 16:56   #6
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Artyom Visualizza il messaggio
Grazie. No, è (spero "era") uno degli aspetti peggiori di me.
Posso chiederti quale è il disturbo per cui ti curi?
Comunque raccontarsi, credimi, aiuta molto.
Io da gennaio ho aperto un blog.
Ho liberato la mente da molti fantasmi.
Vecchio 13-09-2013, 17:14   #7
Esperto
L'avatar di Artyom
 

Disturbo borderline e depressione.
Vecchio 13-09-2013, 17:18   #8
Esperto
 

grazie per la risposta. continua a scrivere.
Vecchio 11-12-2013, 13:46   #9
Esperto
L'avatar di Artyom
 

"La mia ricaduta"

Il Signor A è a terra, in ginocchio, sfinito, dolorante, con ferite su tutto il corpo. Si guarda intorno... c'è solo oscurità intorno a lui. Si chiede: "E' successo veramente? non stavo risalendo? come ho fatto a ritrovarmi un'altra volta qui?".
Si accorge di una presenza vicino a lui. Non ho bisogno di alzare gli occhi per sapere chi è.
Il Signor D si avvicina: è tronfio, sprezzante, la consapevolezza di aver vinto di nuovo e di aver ridotto uno straccio il signor A lo rende ancor più sicuro di sé e della sua vittoria. Forse la migliore di tutte proprio perché arrivata così inaspettata. Le parole neanche gli servono. Gli basta osservare i frutti del suo operato.
Il Signor A ripensa agli ultimi mesi. La caduta è stata così repentina e rovinosa...
Ripensa all'ultimo tratto della caduta, la più rovinosa, la più dolorosa: era nella sua stanza, c'era una musica struggente, e lui aveva cominciato a realizzare tutto quello che di negativo era successo fino a quel momento. Tutte le cose andate storte negli ultimi tempi, lo spettro della solitudine riapparso più forte che mai... era come essere tornati indietro nel tempo. Quello è stato il colpo che l'ha fatto precipitare. Davvero le cose erano cambiate? e allora perché si stava ponendo ancora le stesse domande? perché aveva lasciato il suo demone libero ancora una volta? perché era ancora solo? non doveva solo divertirsi? cos'era cambiato? Tutto? Niente?
Aveva preso un taglierino... dopo così tanto tempo... averlo nella mano era quasi confortante... si ricordava tutti i tagli del passato e di come curarli era come lenire un po' l'anima. Ma non poteva. Come spiegare quei tagli nella palestra in cui andava? E allora nella sua mente qualcosa era scattato.
Comincia a piangere dalla disperazione... e dopo un po' la rabbia si fa strada in mezzo a quelle lacrime e si sfoga dando pugni al materasso. Quella rabbia che negli ultimi tempi lo ha letteralmente trasformato: l'ha reso un vulcano sempre sul punto di eruttare... ogni giorno è stato solo un tentativo di sopprimerla. Non sempre ci è riuscito. Prima si è ferito le mani non avendole protette, poi ne ha pagato il prezzo la sua schiena.
Quando finisce il suo sfogo, nella sua mente lo scenario diventa chiaro. Lentamente si dirige a letto. Pensa che dovrebbe rimanere solo abbastanza... e poi se chiudesse anche a chiave la porta... ci sarebbe ancora più tempo.
Lentamente comincia a togliersi la felpa, poi la maglietta, e rimane a torso nudo. L'unico pensiero chiaro è tagliarsi le vene. Non riesce a pensare al fatto che ci sia già passato, che abbia realizzato di non poter fare nulla fino a quando i suoi genitori sono ancora in vita. Pensa solo a provare quello scenario, a cercare di renderlo reale nella sua testa.
Si mette seduto sul letto a gambe incrociate, le lacrime scorrono sul suo viso segnato dal dolore e dalla rabbia, appoggia il taglierino sul polso... e poi chiude gli occhi. Immagina di lasciarlo scorrere, di sentire il calore del sangue inondargli la mano.
Passa la lama nell'altra mano e compie lo stesso rituale.
Abbandona il taglierino vicino al suo corpo... si sdraia coprendosi, pensando che così non si vedrebbe il sangue. La sua testa si appoggia sul cuscino e la sua mente continua a ripercorrere gli eventi che l'hanno portato a quel punto.
Realtà e immaginazione si fondono... non riesce più a distinguere l'una o l'altra... L'unica cosa che vorrebbe sarebbe smettere di stare male. Chiudendo gli occhi finirebbe tutto.
Ma poi l'immaginazione vince sulla realtà: "vede" i suoi genitori che tentano di aprire la porta, capiscono che c'è qualcosa che non va. Sua madre inizia a sentirsi male, suo padre continua a chiamarlo per nome tentando di aprire la porta invano. Quella scena lo riporta nel mondo reale. Ancora una volta capisce che non può fare nulla. Non può essere fonte di tale dolore per le persone che lo hanno messo al mondo, che lo hanno tenuto in braccio, che lo hanno amato più della loro stessa vita.
Apre gli occhi, abbassa lo sguardo, rendendosi conto che ha spinto talmente forte la lama da aver lasciato un taglietto.
Rimette il taglierino nel cassetto e poi rimane in piedi, quasi in trance. Continua a piangere.
E poi cade senza fermarsi più.
Il Signor D si avvicina, lo prende per un braccio e finalmente parla: "Sappi questo. Qualunque cosa farai, ovunque andrai, io sarò lì con te. Potrai solo accettarmi perché io non ti lascerò mai" Comincia a stringere nel modo più doloroso possibile, costringendolo ad alzare lo sguardo e a fissarlo negli occhi. Il Signor A mugugna, tenta di resistere, ma non ha le forze per fare nulla se non diventare una marionetta ai comandi del Signor D.
"Ho vinto. Di nuovo. Ricordalo sempre. Io sono la parte peggiore di te." continua "Io sono Te. Tu sei Me. Non potrai mai cambiare questo. Mai".
Il Signor D svanisce.
Il Signor A sente delle urla in quel luogo fatto solo di oscurità e silenzio.
Qualche istante dopo capisce che è lui ad urlare.
E sa che nessuno lo potrà mai sentire.
Vecchio 01-03-2015, 01:35   #10
Esperto
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