Principiante
Qui dal: May 2017
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Tanto non dormo, quindi scrivo qualcosa.
Non c'è fondamentalmente niente che mi va bene, nulla. Si vive se ha senso farlo, se si sta abbastanza bene e si vede la vita come lo spazio in cui dispiegare la propria progettualità; se la vita si riduce ad essere solo dolore, solo nausea e schifo di ogni cosa, non è più vita ma è una tortura alla quale ci si sottopone insensatamente.
Le cose che non mi vanno bene hanno tendenzialmente tutte a che fare con gli altri e i rapporti con gli altri. Non ho relazioni sociali, non ne ho mai avute, avevo un brutto carattere e sono rimasto tagliato fuori dal mondo. Succede.
E poi, soprattutto, ed è una cosa che mi ferisce l'anima e solo Dio sa quanto, non ho mai avuto una ragazza, l'amore, tutte quelle cose lì.
Da un po' di tempo mi sono convinto, forse molto stupidamente, non lo so, che senza questa cosa la mia vita non è una cosa degna di essere vissuta. Vedo in giro che tutti gli altri hanno quello che io non ho, e non ne capisco le ragioni profonde.
Potrebbe darsi che sia perché effettivamente non ho mai avuto amici, non ho mai avuto una cerchia sociale, non ho mai conosciuto nessuno - né ragazzi né ragazze. In queste condizioni è un po' difficile fare ogni cosa.
Però ultimamente sono OSSESSIONATO dall'idea che forse non è tutto e solo questo, che forse c'è altro.
Sono mesi che mi guardo continuamente la faccia allo specchio - di certo non sono bello, ma sono così brutto? Non lo so, non ho mai avuto feedback -, sono mesi che leggo continuamente di queste cose su internet, proprio come un'ossessione o una mania sorda a ogni richiamo alla ragionevolezza. E non ne posso più, non ne posso più di bel faccino e di bel portafoglino e dello status e del vestirsi bene e di ogni cosa, non ne posso più di tutte le cose che dovrei essere e non sono, non ne posso più di niente. Voglio davvero solo morire.
Ovviamente non parlo mai di tutto questo con anima viva IRL, perché nonostante tutto ho ancora una dignità da qualche parte. E anche online e nascosto da folte coltri di anonimato spesso non riesco a parlare di queste cose, tanto mi frena questo naturale istinto a volersi bene e a rispettarsi - parlare di me in questi termini e pensarmi come l'anima disperata che sono mi infastidisce tantissimo. Ma ogni tanto devo pur farlo, sennò non vivo.
Quando capita che mi sfogo circa queste cose online, generalmente riporto risposte che in fondo mi straziano ancora di più.
Le donne non capiscono, ed è logico che sia così. Il mondo funziona in un certo modo ed è evidente e naturale che sia così, non ha senso neanche dire niente a proposito - chi di voi, per quanto si dà da fare, può aggiungere un'ora alla vostra vita mortale? Le leggi naturali funzionano in un certo modo e non ha veramente senso mettersi a discutere di questo, se sia o no ingiusto che gli uomini debbano vivere la vita in un modo, e con una serie di difficoltà, e le donne in un altro; sarebbe come pretendere di voler cambiare con le chiacchiere le leggi immutabili della fisica, come il moto di un grave che cade. Funziona così e basta.
E quindi le donne non possono capire, perché a parte rare eccezioni non sanno cosa significa superare i vent'anni senza aver mai avuto una relazione, sentirsi addosso uno stigma nell'anima che brucia di virilità offesa, la sensazione terribile di vedersi offesi e rifiutati dal mondo mentre ad altri - più o meno arbitrariamente - viene concessa ogni cosa.
Le donne non conoscono questo, che essere amati è come l'acqua e il sole per ogni fiore, anche il fiore più bello, che se non viene curato sfiorisce e si piega sullo stelo stanco e rattrappito. Non è una loro colpa e io non me la prendo con nessuno: le cose stanno così e basta.
E quindi, le poche volte che ho parlato a donne - sempre online e sempre anonimamente, ca va sans dire - di queste cose e di queste che a me sembrano questioni fondamentali, di vita e di morte, nel migliore dei casi ho ricevuto reazioni di incredulità - in fondo non devo dare a queste cose tutta questa importanza, eccetera (ma chi dice questo non sa cosa significa una vita a cui è precluso l'amore) - e nei casi rimanenti commenti sulla mia presunta infantilità, perché in fondo sono un uomo e mi dispero come un bambino per cose del genere. E forse è proprio così e non sono altro che un infante che grida e strepita, ma voi non sapete e non conoscete il tormento che piaga il dentro della mia anima, perché siete donne e cose del genere non vi sono capitate.
E io mi guardo e ho perso la fiducia in ogni cosa. Mi sento vuoto e inutile, mi copro gli occhi con le mani e mi chiedo cosa mi trattiene ancora qui. Forse è la speranza: ma non sono che uno, come ce ne sono anche altri, senza valore alcuno. Cosa sono? Una cosa che pensa, che vede che sente che medita e che piange disperata. Null'altro. Cosa ho da offrire al mondo e alle donne? Mi osservo, indago fra le mie pieghe e non trovo niente. E quindi mi torna tutto, mi sembra assolutamente logico che sia tutto come sia, che ci sia chi ha tanto e io invece non abbia nulla, perché se ci penso credo anch'io che questo sia quello che mi spetta.
Non ho problemi di autostima: è che non vedo come potrei piacere a una donna, e immagino che le cose non cambieranno da qui fino a quando non arriverà il tanto chiamato momento in cui scioglierò lo spirito nelle mani di Qualcuno.
E quindi davvero, più ci penso e più non trovo un motivo per rimanere qui e combattere in questa vita. Sono specialmente ferito dall'ingiustizia del mondo: perché non siamo tutti uguali? Vedo attorno a me che qualcuno prospera e vive vite piene, e non vedo meriti nelle loro anime, e poi vedo tanti altri - fra cui me - condannati al nulla al pianto e al dolore. Ripeto che razionalmente riesco a capire ogni cosa: c'è chi ha molto da offrire alle donne, e chi invece no; e quindi tutto torna.
Ma d'altro canto c'è in noi, e soprattutto in me, una voce che urla e che chiama giustizia e che non capisce perché questo accade. Il mondo mi sembra ingiusto, profondamente ingiusto; e siccome non credo in un Dio che ha gettato le fondamenta del mondo e che persegue imperscrutabili progetti; e siccome per me ogni cosa avviene e si esaurisce qui, l'ingiustizia del mondo è semplicemente un dato da accettare.
Ma io non lo voglio accettare, io non ci sto. Non voglio vivere una vita indegna, non voglio vivere e morire solo e senza conoscere l'amore, non starò qui a studiare, crearmi una professionalità e poi lavorare - per cosa? Per pagare coi soldi delle mie tasse le vite degne e spensierate degli altri e dei loro figli, mentre io sono un paria che va avanti e non sa neanche perché.
No, l'unica cosa che posso fare - siccome il mondo è questo e non cambierà, e a me non riserva altro che tormento e dolore - è lasciare tutto e volare via, altrove. È l'unica vera scelta che mi rimane.
Non ne posso più dei giorni che trascorro tutti preso dai pensieri che mi tormentano, dalle ossessioni che non mi lasciano pace. Accendo la televisione e vedo quel programma del pomeriggio dove le persone si conoscono e stanno insieme, e mi sembra che loro siano invitati ad un banchetto al quale io non posso prendere parte, e sto male; vado in giro e vedo le coppie che si tengono teneramente per mano, e sto male; vedo la primavera che risorge e le foglie che cadono dagli alberi, il sole che scalda la natura, sento che il tempo sta passando e ormai è tutto perduto - tutto, anche le ingenue speranze di un tempo lontano.
E io sono questa cosa inutile che urla il suo dolore e che è ormai conscia del suo scarso valore, e del destino atroce che lo attende. L'aria della notte è silenziosa e dolce, e la luna è così bella e piena stasera. Pare un ponte verso l'altrove e verso mondi ignoti - forse è il richiamo di un mondo più felice, più giusto, dove il brillìo che ho negli occhi non sarà di solo pianto ma anche di gioia. La vita che ogni tanto sogno nelle notti più serene, una corsa su un prato con gli amici e una ragazza dagli occhi dolci che mi guarda; e il perdersi insieme in questa antica meravigliosa favola vana.
Non sono un pazzo e neanche ho le idee confuse; in me è tutto chiaro, terribile e chiaro. Non ho spazi di manovra, e le cose non cambieranno. Perché vivo? Cosa vivo a fare? Cosa mi trattiene qui? Questo è il senso della domanda.
Post Scriptum: ho scritto tanto, a volte mi capita, in fondo avevo voglia solo di scaricare qualcosa che avevo addosso - come capita a tanti. Non credo che nessuno leggerà questa specie di delirio, e va benissimo così.
Se ho sbagliato sezione o ho infranto qualche regola fate pure quello che si deve fare - spostate il thread, ammonitemi, bannatemi o sputatemi addosso - tanto ormai.
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