"Lo stesso succede spesso sul lavoro: dal momento che spesso il lavoratore e’ inamovibile, la piccola societa’ obbligatoria che si crea portera’ ad un qualche equilibrio per il quale le persone attorno “sanno che sei fatto cosi”. Il nostro italiano medio arrivera’ all’era adulta pensando di non dover “limare” gli spigoli del PROPRIO carattere, in quanto per un qualche motivo l’ambiente circostante e’ tenuto ad accettare e sopportare: semmai, il fascista e’ quello che ad un certo punto dice “levati dal cazzo”."
Insomma, questo è abbastanza comune, molte persone pretendono che siano gli altri a cambiare il proprio carattere per adattarsi al loro senza farsi la minima autocritica o un minimo sforzo per andare incontro a chi ha un carattere "diverso", perché sono abituate a essere tollerate e quindi deducono che il loro carattere e i loro comportamenti vadano bene a prescindere.
Questa cosa del "sopportalo, è fatto così" me lo sono sentita dire io un sacco di volte nei confronti di persone che pur con mille difetti caratteriali rispettavano i requisiti della socialità, ovvero: chiacchierare, condividere i fatti propri (e altrui), mostrare sicurezza, ecc. Queste persone sono in grado di interagire solo con chi ha le loro stesse skills sociali e un carattere simile al loro, cosa che imho rende asociali loro, ma vabbè, siccome costituiscono la maggioranza sono gli altri a doversi adattare a loro, prendendoli "così come sono". Da questo articolo tra le righe, secondo me, si può leggere che in realtà ci sarebbe bisogno di una maggiore educazione sociale tra le persone.
Molti non hanno una reale capacità di interagire in maniera sana e corretta con gli altri, infatti la finzione nei contesti sociali impera sovrana, poiché non sono mai realmente posti nella condizione di dover rivedere e smussare lati del proprio carattere per andare incontro agli altri, non sono abituati ad adeguare il loro registro linguistico in base al carattere (non al ruolo) della persona con cui interagiscono, insomma non sono realmente "attive" nell'interazione sociale. Paradossalmente si potrebbe dire che i timidi/fobici rivestono un ruolo molto più attivo, in quanto fanno un lavoro per e non si limitano ad aspettarsi che. Più o meno.
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