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Vecchio 12-11-2023, 16:02   #1
un_lettore
Guest
 

Un saluto a tutti ... Buona Domenica, se possibile!

In primavera compirò 53 anni, ben portati dice qualcuno, perché in fondo un pò tutti restano sorpresi dopo avermi visto, dicono che ne dimostro (addirittura ...) anche meno di 40.

Anche sul posto di lavoro, è quasi esilarante vedere che una mia interlocutrice (generalmente ho a che fare con Donne) genericamente parlando mi dice: "eehhh non sai quanti anni ho io" come per dire "tu sei più piccolo" e puntualmente restano interdette quando capiscono che sono circa un loro coetaneo se non addirittura più grande.

Tutta questa tiritera per arrivare al punto: si sono giovanile, sorridente, gentile (me lo dicono tutti), cortese, calmo, foriero di consigli per chi ne ha bisogno, ma nella mia interiorità mi sento tutt'altro. Se fuori c'è un mare calmo, poco mosso, brezza leggera, dentro è un urlare di vento, una sofferenza continua o quasi, devo sempre fare appello a tutta la mia capacità di sopportazione per arrivare al venerdì e dire "ah finalmente è finita".

Sarà che faccio un lavoro che un tempo mi piaceva pure, oggi mi dà la nausea, pertanto la mia non è una percorrenza settimanale in vista del weekend, ma un trascinamento, una salita come dicevo in un altro thread, che conduce sempre a stanchezza, noia, una sottile disperazione e ultimamente, diciamo da qualche anno, a manifestazioni psicosomatiche che io proprio non avevo in gioventù.

Sudorazione eccessiva (senza arrivare all'iperidrosi), a volte giramenti di testa, brividi, necessità di andare frequentemente in bagno per fare pipì e anche con una certa sollecitudine, mal di schiena e dolori vari.

A volte mi domando, ma è l'età oppure si tratta in fondo di un linguaggio psicosomatico e basta, di un sistema corpo mente che non sa più a quale santo votarsi.
In questi giorni il mal di schiena mi opprime, e guarda caso in relazione ad una estrazione dentaria e ad altre analisi fastidiose a cui ho pensato per giorni, fino al giorno fatidico. Si vede che dopo aver superato la cosa, dovevo comunque pagare pegno per tutti quei giorni di pressione, a cui si aggiunge il lavoro di cui parlavo prima e altre magagne di fondo.

Chi mi dice: Ah ma non sapevo avessi oltre 50 anni, con il faccino delicato e gli occhi buoni, come mi diceva una (che sono un buono è vero) immaginerà mai che mi sento un novantenne logorato da attacchi da ogni direzione? Penso di no, perché nulla traspare, a parte il solito sorriso e la disponibilità.

Mi ricordo che qualcuno di voi disse una volta qualcosa (Forse Barracrudo, o Varano) che posso "certificare" perché dopo che la lessi andai a cercare nella mia vita, e dissi a me stesso: ha ragione, è vero, è proprio così:

il lottare continuamente non ti fortifica, anche se la sfanghi ogni volta, perché io in fondo ho sempre affrontato e vinto sulle difficoltà.

Ti logora soltanto. E' verissimo.

Non diventi un soldato più sicuro di te stesso. Sei solo più stanco, ma - appunto - come disse qualcuno di voi, il termine corretto è proprio lo.go.ra.to

Se avete da commentare, e magari raccontare le vostre difficoltà psicosomatiche, ovviamente leggerò volentieri come faccio da anni.

Estraneo
Vecchio 12-11-2023, 19:28   #2
Esperto
L'avatar di NatoMorto
 

È l ansia che si somatizzare nel corpo... Io l ho da sempre... Tranquillo non è un problema fisico... Evidentemente sei saturo della tua situazione lavorativa e ogni sforzo che fai è superiore a quello che puoi dare... Bisogna vedere se è solo relativa al lavoro che svolgi e in questo caso dovresti "solo" cambiare lavoro...se invece la causa è endogena organica una volta cambiato lavoro dopo tot tempo si ripresenterebbe il problema... Comunque pipi frequente è sudorazione immotivata sono i classici sintomi di un ansia che può essere passeggera o perenne...
Vecchio 12-11-2023, 21:06   #3
un_lettore
Guest
 

Heilà ...

Grazie per queste risposte ... NatoMorto, Hitomi, e chi altri di cui non leggo il nick. Non essendo iscritto non posso quotare direttamente.

Comunque, il bello è che io non ero così, almeno non avevo i problemi che sopporto oggi. Quando avevo la metà dei miei anni e andavo all'università, un momento prima di affrontare un esame orale davanti a decine di colleghi studenti mi poteva battere forte il cuore, oggi invece mi scappa di andare in bagno, e devo pure sbrigarmi.

Se la lettura psicosomatica è corretta (schema di attacco/fuga) io in pratica scapperei da una certa situazione, ma non posso farlo, e quindi devo sopportare un altro genere di sfogo.
Il peggioramento è cominciato negli anni della disoccupazione. Prima, quando ancora studiavo, ero molto più sereno.
E' come se un serbatoio di angoscia fosse rimasto, in modo simile ad acqua in un angolo all'ombra e umido non si asciuga mai.
Dico questo perché mi illudevo di potermi rasserenare una volta trovato lavoro. Invece è accaduto che l'angosci precedente si è riciclata nella situazione successiva, pertanto se prima mi preoccupavo di non lavorare, poi ho cominciato a preoccuparmi del lavoro, delle sue assurdità, dei colleghi da sopportare, delle cose storte, del traffico e di quant'altro.

Mi sa che aveva ragione una mia collega di qualche tempo fa, che mi diceva, essendo anche lei affranta per il fatto di sopportare problemi comuni: non c'è salvezza.

Come smentirla?
Vecchio 12-11-2023, 22:01   #4
Esperto
L'avatar di Maffo
 

Anch'io somatizzavo, quando ero con persone che mi davano fastidio mi veniva un forte prurito alle gambe che poi grattavo con un coltello fino a sanguinare.

Invece prima di un evento che mi procurava ansia avevo sempre problemi di diarrea, che si risolvevano dopo esser andato al bagno 5 volte in un giorno.

Comunque meglio somatizzare e sfogarsi che impazzire del tutto.
Vecchio 12-11-2023, 22:08   #5
Esperto
L'avatar di Xchénnpossoreg?
 

L'ansia - a volte - si affeziona a noi e non vuole proprio lasciarci in pace.
Cambiano i contesti, i problemi, le persone eppure questa inquietudine continua ad accompagnarci.
Probabilmente diventa una sorta di abitudine, una risposta involontaria ormai consolidata e appresa. E per tanti versi va a braccetto con lo stress.. da un lato lo genera e dall'altro lo conferma insistentemente.

I problemi descritti mi fanno pensare a una forma di somatizzazione, l'ansia da questo punto di vista è cintura nera degli affanni. Se posso, in passato hai sofferto anche di attacchi di panico? Sudorazione, brividi e giramenti di testa mi portano a valutare questa ipotesi.
Vecchio 12-11-2023, 23:44   #6
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Hitomi Visualizza il messaggio
Grazie per questa discussione
Ecco questo non lo avevo letto, ma davvero condivido in tutto. Incredibile a volte come si possano percepire le stesse difficoltà. Esco da giorni di esasperazione. Esternamente tutti pensano che sono una donna forte, così dicono, che dimostro molto meno come età, con energie inesauribili, ma non sanno cosa c'è dentro e quanto mi cosa ogni passo. Soprattutto penso che se in questi giorni al mio posto ci fosse stata una persona normale sarebbe stato tutt'altro. Una persona normale dopo tanto lavoro, al momento della presentazione al pubblico dovrebbe splendere, non nascondersi dentro ad un buco pur di non farsi vedere. Evitamenti, nascondimenti, ansia, paura, tagliare a corto ogni discorso, tremare al pubblico, somatizzare a livello gastrico e a livello esocrino... Non solo costa fingersi normali, ma neanche rende, alla fine traspare sempre che sei un disadattato fuori posto.
Ringraziamenti da
Hitomi (12-11-2023)
Vecchio 12-11-2023, 23:48   #7
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da un_lettore Visualizza il messaggio
Un saluto a tutti ... Buona Domenica, se possibile!

In primavera compirò 53 anni, ben portati dice qualcuno, perché in fondo un pò tutti restano sorpresi dopo avermi visto, dicono che ne dimostro (addirittura ...) anche meno di 40.

Anche sul posto di lavoro, è quasi esilarante vedere che una mia interlocutrice (generalmente ho a che fare con Donne) genericamente parlando mi dice: "eehhh non sai quanti anni ho io" come per dire "tu sei più piccolo" e puntualmente restano interdette quando capiscono che sono circa un loro coetaneo se non addirittura più grande.

Tutta questa tiritera per arrivare al punto: si sono giovanile, sorridente, gentile (me lo dicono tutti), cortese, calmo, foriero di consigli per chi ne ha bisogno, ma nella mia interiorità mi sento tutt'altro. Se fuori c'è un mare calmo, poco mosso, brezza leggera, dentro è un urlare di vento, una sofferenza continua o quasi, devo sempre fare appello a tutta la mia capacità di sopportazione per arrivare al venerdì e dire "ah finalmente è finita".

Sarà che faccio un lavoro che un tempo mi piaceva pure, oggi mi dà la nausea, pertanto la mia non è una percorrenza settimanale in vista del weekend, ma un trascinamento, una salita come dicevo in un altro thread, che conduce sempre a stanchezza, noia, una sottile disperazione e ultimamente, diciamo da qualche anno, a manifestazioni psicosomatiche che io proprio non avevo in gioventù.

Sudorazione eccessiva (senza arrivare all'iperidrosi), a volte giramenti di testa, brividi, necessità di andare frequentemente in bagno per fare pipì e anche con una certa sollecitudine, mal di schiena e dolori vari.

A volte mi domando, ma è l'età oppure si tratta in fondo di un linguaggio psicosomatico e basta, di un sistema corpo mente che non sa più a quale santo votarsi.
In questi giorni il mal di schiena mi opprime, e guarda caso in relazione ad una estrazione dentaria e ad altre analisi fastidiose a cui ho pensato per giorni, fino al giorno fatidico. Si vede che dopo aver superato la cosa, dovevo comunque pagare pegno per tutti quei giorni di pressione, a cui si aggiunge il lavoro di cui parlavo prima e altre magagne di fondo.

Chi mi dice: Ah ma non sapevo avessi oltre 50 anni, con il faccino delicato e gli occhi buoni, come mi diceva una (che sono un buono è vero) immaginerà mai che mi sento un novantenne logorato da attacchi da ogni direzione? Penso di no, perché nulla traspare, a parte il solito sorriso e la disponibilità.

Mi ricordo che qualcuno di voi disse una volta qualcosa (Forse Barracrudo, o Varano) che posso "certificare" perché dopo che la lessi andai a cercare nella mia vita, e dissi a me stesso: ha ragione, è vero, è proprio così:

il lottare continuamente non ti fortifica, anche se la sfanghi ogni volta, perché io in fondo ho sempre affrontato e vinto sulle difficoltà.

Ti logora soltanto. E' verissimo.

Non diventi un soldato più sicuro di te stesso. Sei solo più stanco, ma - appunto - come disse qualcuno di voi, il termine corretto è proprio lo.go.ra.to

Se avete da commentare, e magari raccontare le vostre difficoltà psicosomatiche, ovviamente leggerò volentieri come faccio da anni.

Estraneo
Estraneo neanche ti si può ringraziare che l'opzione non funziona se non ti iscrivi.
Vecchio 12-11-2023, 23:51   #8
Non registrato
Guest
 

Xchénnpossoreg? ...

No, attacchi di panico no, anche se soltanto una volta, mi trovavo in un centro commerciale della capitale, ho avuto qualcosa che potrebbe somigliare ad un attacco di panico, era la cosiddetta sindrome vagale, ossia una ipersensibilità del nervo vago che, soprattutto in situazioni di disagio emotivo, spinge al rilascio di adrenalina e alla successiva accelerazione del cuore, che comincia a battere all' impazzata, con successiva sudorazione e ansia.

E' una delle cose che mi caratterizzano, infatti ho imparato a non chiudere le spalle e a fare attenzione quando mi piego, perché certi gesti favoriscono l'eccitazione del nervo vago e la sua escalation.

Quindi devo risponderti di no, tutto sommato.

Non essendo sposato né fidanzato, contrariamente agli anni della mia giovinezza, vivo una condizione di solitudine che molti di voi conoscono benissimo ma che per me è innaturale.
Al lavoro sono ben inserito, rido e scherzo, non ho problemi a chiacchierare con una donna o a rompere il ghiaccio (anche perché, alla mia età ...) ma è il contesto generale che, arricchendosi di contenuti psicosomatici ha finito con l'essere ancora più amaro.

Vivo in una città che odio (chiedete a Keith e Pokorny cosa ne pensano) sostanzialmente abbandonata a sé stessa e da tempo (pare che Milano ci stia raggiungendo rapidamente, andiamo proprio bene), faccio un lavoro che, come ho detto, non incontra più la mia persona, con i suoi ritmi e le sue assurdità, e per quanto sia benvoluto e cercato (sul lavoro intendo) sono io a non trovarmi a mio agio.

In fondo potrei definire me stesso come un pacifico disadattato: trovo assurdo vedere la fila delle macchine al weekend che si accalcano per ficcarsi nel solito centro commerciale quando io nemmeno se mi pagassero passerei un sabato e domenica in quel modo, dopo aver sopportato gente e traffico per cinque giorni.
Guardo le persone impazzire per le partite di calcio quando a me non importa un fico secco, trovo superficiali molte cose che caratterizzano il nostro vivere, e finisco per sentirmi alieno in quella che dovrebbe essere la mia città.
Insomma cerco di stare in equilibrio fra questo e altro, come nel mare pieno di rifiuti dove ti tocca stare a galla, ma alla fine brividi, sudore e quant'altro, cara Xchénnpossoreg mi fanno capire che non esiste quella armonia, quel compromesso, che ti aiuta ad andare avanti, se non a caro prezzo.

E vabbé ...
Vecchio 13-11-2023, 00:20   #9
Non registrato
Guest
 

Grazie Amym ...

In questi anni mi sento estraneo un pò dappertutto, quindi da estraneo scrivo pure su questo forum di cui sono un lettore da molto molto tempo.

Dove non mi sento estraneo è in un posto di montagna che frequento e dove passo le ferie estive, tra odore del bosco e il vento tra le foglie di faggi che stanno lì da decenni. Dove il tipico odore dei passaggi di mucche, pecore e cavalli ti rimanda ad un tempo lontano e più semplice, più povero ma più felice.

Lontano dal rumore della città e delle sue follie. Ecco dove non mi sento fuori posto, Amym.

Estraneo
Vecchio 13-11-2023, 00:33   #10
Non registrato
Guest
 

Rileggevo cosa hai scritto in risposta ad Hitomi, Amym.

Io vedo due problemi, di fondo.

Da una parte c'è il nostro modo di essere, qualunque esso sia, ma in ogni caso non realmente funzionale alla situazione.

Dall'altra parte c'è proprio la situazione da cui si vorrebbe fuggire perché quel modo di essere è questo che provoca, ciò a cui vorrebbe spingere.

Il punto è che non possiamo fuggire. Se io fossi libero di comportarmi avrei mandato a quel paese il mio ambiente di lavoro, mi sarei voltato di spalle e avrei chiuso la porta senza sbatterla.

Forse tu avresti fatto qualcosa del genere, oppure avresti modificato qualcosa nella dinamica generale per renderla più "ritagliata" sulle tue esigenze.

Quindi il problema qual'è ... è la situazione oppure il fatto che ci sentiamo costretti a sopportarla? In condizioni di libertà, quando non ti piace una cosa la eviti. Non vuoi mangiare un certo piatto, non lo cucini oppure dici alla persona che ami che non ti piace (traduzione alla romana: magnatelo te!). Non vuoi andare a fare shopping in quel posto di merda ... Non ci vai!

Non ti piace il tuo lavoro, magari pubblico e statale con stipendio più o meno sicuro che solo un pazzo rifiuterebbe di questi tempi. Che cosa si fa? Si sopporta, ma non è gratis, c'è un'anima che urla, un sorriso che si spegne, una emotività che prende la sua direzione, e così via.

A quasi 53 anni, quello che desidero a 'sto punto è che questi anni passino in fretta, così me ne vado in pensione e passo un bel pò di tempo nei pressi della mia casa in montagna. E tanti saluti.

Ciao Amym ...

Estraneo
Vecchio 13-11-2023, 00:44   #11
Banned
 

Ma la domanda è: a te il tuo lavoro piace? Oppure ti ha solo snervato definitivamente e neanche ti piace più? Perché 53 non sono poi tanti prima che passano. A me il mio prende tantissimo, il problema è "solo" la gente... Quindi sopporto, non so per quanto reggero' però.
Vecchio 13-11-2023, 00:54   #12
un_lettore
Guest
 

Amym ... Riprendo le tue parole:

Mi ha snervato definitivamente e non mi piace più.

Estraneo
Vecchio 13-11-2023, 13:05   #13
Esperto
L'avatar di NatoMorto
 

Quote:
Originariamente inviata da Maffo Visualizza il messaggio
Anch'io somatizzavo, quando ero con persone che mi davano fastidio mi veniva un forte prurito alle gambe che poi grattavo con un coltello fino a sanguinare.

Invece prima di un evento che mi procurava ansia avevo sempre problemi di diarrea, che si risolvevano dopo esser andato al bagno 5 volte in un giorno.

Comunque meglio somatizzare e sfogarsi che impazzire del tutto.
Comunque meglio somatizzare e sfogarsi che impazzire del tutto.
Vero... Altrimenti il cervello si sovraccarica... Probabilmente quelli che si tagliano o suicidano non somatizzano spontaneamente... È una mia teoria.
Ringraziamenti da
Maffo (13-11-2023)
Vecchio 13-11-2023, 14:07   #14
Esperto
 

Non ho capito nulla
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