...e insomma, domani c'è questa mostra, in un posto vicino a dove sto io, circa mezz'ora di treno di distanza, forse anche meno, e mi interessa, mi piacerebbe andarci, è tanto che so che la tengono, domani sarà l'ultimo giorno, ma... non avendo contatti umani dovrei andarci senza compagnia, e qui scattano i problemi...
1) Perché ad andarci lo stesso, senza compagnia, so già che la sera, tornando a casa col treno, nel buio di questo primo autunno, cadrei preda della Malinconia che mi avvolgerebbe sussurrando: "Vedi? La tua è solo e sempre resterà una vita di solitudine! Non c'è speranza, non c'è rimedio! Tanto valeva che te ne stessi a casa!"
2) Mentre, se rinunciassi rimanendo hikikomoricamente nella mia stanzetta, sorgerebbero mesti pensieri a rinfacciarmi la mia
viltà, l'ennesima occasione persa per fare almeno un po' di movimento, per
uscire, vedere qualcosa di interessante e che mi piace, che m'interessa.
Così stanno le cose.
Tanto so già che domani non uscirò, rimarrò nella
comfort zone di casa mia e tanti saluti alla mostra...
Perché ho scritto tutto ciò? Forse solo per sfogo. O per dar mostra pubblica di un ennesimo fallimento (sì, può sembrare eccessivo definire tale quella che alla fine è una stupidaggine, una piccola cosa, ma io tutto ciò lo vivo come un fallimento, un piccolo fallimento che unendosi ai tanti suoi fratelli genera un unico, grande, gigantesco fallimento).