Sono stato cornificato o qualcosa di simile...
Quando l'ho saputo ero così arrabbiato che ero convinto che la mia ragazza avesse chiuso definitivamente con me.
Ho raccontato tutto a mio fratello, alla sua ragazza e al fidanzato della sorella della mia ragazza.
Poi è passato un po' di tempo, ho fatto pace con lei (anche se non è più come prima), ci sono tornato un po' per convenienza, un po' per affezione, ma direi, soprattutto per convenienza, sono un ex sociofobico, ho da poco finito la terapia perchè ero affetto da disturbo evitante di personalità e cose varie...
Ho trovato questa ragazza, un po' strana, un po' infantile, non molto intelligente... Ma sono stato anni chiuso in casa e con lei ho vissuto per la prima volta la mia vita. Per me trovare un'altra ragazza è difficilissimo, com'è stato difficile trovare lei dopo anni e anni di rifiuti e voltafaccia con ragazze conosciute in chat, perchè solo in chat sono capace di conoscere le ragazze.
Vallo a dire a chi mi giudica ora.
Vallo a dire a mio fratello che ha vissuto questa situazione come se il "cornuto" fosse lui in prima persona. L'ha incontrata per caso e l'ha salutata con un freddo ciao, senza rivolgerle la parola. (Perchè la mia ragazza "è scema", la sua "è matura"). Ha dimenticato i giorni in cui la sua ex sputava veleno sulla mia famiglia ed io sempre a salvare la faccia e a fare buon viso a cattivo gioco, perchè alla fine era sempre la sua ragazza.
Vallo a dire alla sua ragazza che non ha mai avuto in simpatia la mia ragazza.
Vallo a dire al mio amico che prima mi esortava a perdonarla e poi mi ha detto che lui non avrebbe fatto quello che ho fatto io e l'avrebbe mandata a quel paese.
Quando vivevo segregato in casa, quando non uscivo il sabato sera, un periodo che equivale al totale della mia vita, fatta di ANNI, meno gli ultimi cinque mesi; allora chi soffriva era il sottoscritto, non vivere la mia vita per tutti questi anni è stato un delitto, ma il morto nessuno lo piangeva allora!
Adesso, invece, tutti a giudicare, prima parlando, poi in silenzio.
La miglior parola è quella che non si dice, devo imparare a controllarmi, a non raccontare in giro i fatti miei.