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Vecchio 24-07-2008, 12:30   #1
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L'avatar di RagazzoStrano
 

Ciao a tutti, ero solito postare nel forum di fobia sociale di leonardo.it se lo conoscevate, ma ora è chiuso e da tanto tempo non scambio opinioni con nessuno. Questa è la mia storia:

Ora ho 22 anni e da quando ne ho 17 ho iniziato a "smettere lentamente di vivere". A scatenare il tutto eventi incomprensibili dove iniziavo a tremare senza motivo, palpitazioni al cuore, sudorazione immotivata e senso di svenimento. Succedeva ogni volta che cenavo con qualcuno, ogni volta che uscivo insieme a qualcuno. Con il tempo mi spaventai così tanto da smettere completamente di uscire e mi ritirai in camera mia. La mia vita era casa-scuola. Ero ancora ingenuo, non sapevo cosa avessi e non ho fatto nulla per tornare in carreggiata. Passano gli anni e la mia vita va sempre nel senso opposto di quello che vorrei: mi tiro indietro dalle vacanze puntualmente il giorno della partenza, rifiuto sistematicamente di andare a cena fuori, non me la sento di andare nemmeno a casa di un amico per parlare del piu' e del meno. Sono molto infelice ed i miei rapporti sociali sono limitati a me, me e me. Ho troppa paura per tentare qualcosa. Arriva però un punto dove mi stanco e voglio capirci di piu'. Trovo in internet tante persone con i miei problemi e do un nome alla mia fobia. Provo cazzatine come i fiori di bach, sperando in un miracoloso miglioramento..ma niente: appena entro in zone affollate mi manca il respiro, mi sento additato, debole, imprigionato, costretto e fuggo via. Talvolta sono riuscito a farmi forza e superare i momenti piu' duri, magari sfidando me stesso e facendo cose che normalmente avrei evitato...e magari riuscivo pure...ma la mente ricordava solo le cose peggiori dell'evento e non quelle positive così che invece di migliorare la mia paura si rafforzava anche se di fatto progredivo nella sua lotta. Provo l'autoipnosi e non trovando la mia risposta chiedo aiuto ad un terapeuta amico che si propone di aiutarmi gratis. Ci credo e mi faccio forza, ma il tempo passa e questo amico non trova mai un secondo per me, come se la mia situazione fosse felice. Dopo mesi di rifiuti mi sento una pezza, è il momento piu' triste della mia vita: non ho il coraggio di andare da uno psicologo, i miei genitori mi additano come pazzo, i miei nonni come handicappato, i miei amici come "strano". Nessuno mi stima, io mi stimo ancora meno. Passo una settimana orribile in casa dove ho davvero visto la fine del tunnel; piu' volte mi sono trovato a stringere le chiavi dell'auto sul ciglio della porta per andare a finire il tutto nel modo piu' veloce possibile. Vivere o morire, davvero, non mi avrebbe fatto esattamente nessuna differenza perchè la vita com'era era paragonabile a quella di un morto e la mia poca fiducia e autostima mi impedivano di provare oltre quello che "sapevo di poter osare". In quella settimana prendo la decisione definitiva: "da oggi stesso tu inizierai a fare tutto quello che vorrai e se non lo farai per paura di qualcosa allora non varrà nemmeno la pena di continuare, sai come puoi finire tutto". Ero molto deciso, l'unico modo per smuovermi era "vivo o morto". Non avevo niente (zero di zero) da perdere e da lì ho iniziato a fare cose impensabili. Seppur terrorizzato dalla cosa, mi sono trasferito a vivere da mio padre a milano, 270km da casa. I primi giorni sono davvero difficili: sono in un posto che non ho mai visto, con persone con cui non ho un gran rapporto...ma voglio continuare. Pian piano mi adatto a cenare con loro, mi adatto a prendere qualcosina al supermercato, mi adatto a fare un giretto in bicicletta in centro. Mi sento diverso e noto di avere meno attacchi di panico, meno problemi...come se il corpo qui non avesse "memorie negative" e reagisse secondo le sue regole attuali, non con i "ricordi brutti di esperienze vissute in questo e quel posto". Questo mi aiuta tantissimo tanto da spingermi a fare l'impensabile: prendere la metro a milano. Giro per milano da solo per qualche oretta e sono allibito: posso farlo. Dopo pochi giorni decido di tornare a casa mia. NON devo fermarmi, devo continuare a spingere finchè il cervello è malleabile perchè se aspetto so già a cosa vado incontro: al ritorno velocissimo alla situazione di partenza, come se tutte le cose belle che ho fatto siano state solo "fortuite". Decido di fare un viaggio in treno e la cosa mi spaventa ma stavolta sono coraggioso, VOGLIO farcela. Parto da casa, prendo i biglietti per un viaggetto da quaranta minuti e parto. Ansia, la sento. Cerco di far tornare tutto nella norma con le tecniche di respirazione e tutto va liscio. La giornata è stata ottima e la mia felicità nel notare di poter fare anche questa cosa (il treno mi ha sempre terrorizzato come tutte le situazioni in cui mi sento "in trappola") mi ha rafforzato ancora di piu'. Ci sono ancora cose che non ho tentato però..ma ora cavolo mi sento una roccia, sono davvero forte. Il giorno dopo decido di andare al cinema con amici, altra cosa che evitavo da mesi e mesi. Tutto perfetto anche lì. Passa il tempo e continuo a fare cose che prima non facevo, gli attacchi sono spariti del tutto, ogni tanto qualche botta d'ansia e fatica nel respirare, ma tutto ok, sono cose che ormai controllo.

Ho perso 6 anni attorno a questa fobia, circa dai 16 ai 22. Ecco come farei per sconfiggerla se dovessi partire da domani (questo è come farei io, magari non funziona con tutti!).

1-autostima. Si parte da qui. C'è da vivere con altre persone per raggiungere un livello "normale" di autostima, non leggerlo dai libri. Persone di tutti i tipi anche nonni o zii, basta che ti mettano in situazioni dove dovrai decidere qualcosa, dovrai fare qualcosa anche se semplicissimo.
2-prendere realtà del mondo circostante. Io ad esempio pensavo che "il mondo fosse cattivo e meschino". Invece ora noto che la maggiorparte delle persone è socievole e non mi feriscono senza motivo. Fate qualcosa nel sociale come andare al parco con il fratellino se ce l'avete oppure andare a trovare qualcuno di caro spesso. Dovete entrare in contatto, anche indiretto, con tante tipologie di persone per realizzare davvero come "la gente è".
3-conoscere le proprie paure precise, i sintomi e cercare di capire come limitare il malessere. Io ad esempio non riuscivo a mangiare nulla in presenza di altre persone (anche famigliari). Il sintomo era: "gola chiusa". La mia soluzione personale è: "sgranocchiare qualcosa di facile facile come un grissino fino a che la sensazione scompare", ma ognuno magari può trovare la sua. Ad esempio quando andavo al supermercato mi mancava il respiro quando avevo il carrello pieno di cose e dovevo ancora andare alla cassa ed attendere un tempo indeterminato. Stavo malissimo sentivo di svenire ogni volta. Sintomi: salivazione elevatissima, mancanza di aria. La mia soluzione è stata utilizzare le tecniche del respiro controllato (5 secondi inspirazione, 3 fermo, 5 espirazione lenta finchè senti "le stelline") e questa cosa mi ha praticamente salvato tantissime volte perchè se si entra in panico si sovralimenta il cervello di ossigeno e certe zone non funzionano piu' come di norma: bisogna controllare il respiro per permettere al cervello di lavorare correttamente.
4-buttarsi in una condizione estrema che si teme assolutamente e da cui non si vede uscita. Nel mio caso era andare a vivere da mio padre, ma può essere anche un altro evento, l'importante è che spaventi e che ci si resti finchè si impara a superarlo (NON basta una sera, in quel caso sarà solo un trauma gratuito che incamerete, deve essere un'esperienza lunga, qualcosa oltre le 24 ore dove vi testerete per quello che davvero potete). Spesso mi sono trovato a fare esperienze "dure" però di durata lampo (3-4 ore)..ma non serviva a niente: partivo super spaventato, stavo puntualmente male, dopo 2 orette tornavo nella norma ma ero comunque scosso; tornavo a casa e giuravo su Dio di non voler mai piu' tentare l'esperienza. Servono esperienze lunghe per capirsi, perchè si tratta di questo.
5-il cervello ora è piu' "elastico". Non c'è da perdere un secondo, ma buttarsi subito in altre situazioni "dubbie". Non importa come andranno, bisogna partire e farle convinti. Ovvio, bisogna avere a fianco persone che possono capirvi nel caso qualcosa andasse male e magari vi prende un attacco di panico brutto. Può succedere, ma perdersi d'animo non serve, bisogna solo riprovare, da come ho vissuto io è tutta questione di esperienza del mondo ed esperienza con sè stessi.

Scusate se ho scritto tanto, ma ho letto tante delle vostre storie e sono sicuro che una in piu' possa solo servire a chi, come me, era ad un passo dal non esserci piu' per scrivere queste parole inaspettate.

Ciao, non perdetevi mai d'animo!
Vecchio 24-07-2008, 12:44   #2
Banned
 

sembra un manuale pratico per sconfiggere la fobia sociale e affini.sicuramente piu valido di tanti perchè e maturato da esperienze di vita vera.penso che se qualcuno avrà in mente di seguire i tuoi validi consigli, cmnq non sbaglierà piu di tanto.anche se ovviamente la diversità di ogni persona e la diversità di sintomi e modo di viverla .cambia.alla fine si và a finire tutti piu o meno nella stessa direnzione per uscirne.

io non avevo una fobia sociale grave come la tua, con sintomi quali salivazione , tremori ecc ecc al massimo diventavo paonazzo e tremavo solo in certe situazioni veramente pesanti.ma piu o meno ho fatto come te per superare certe cose.fare appositamente quello che ti fà paura .(anche una piccola paura, non c'è bisogno di uccidersi :lol: )per sempio io entravo in pub o bar pieni di gente, finchè con l'abitudine non provo piu nessuna emozione negativa.e poi costanza nell allenamento, cercare di non fermarsi mai troppo.insomma , alla fine o fatto un percorso simile al tuo .ma lo vissuto meno duramente , perchè avevo una fobia piu leggera.e quindi ho sofferto di meno.e saltato parecchie tappe.ciao.
Vecchio 24-07-2008, 14:40   #3
lev
Principiante
L'avatar di lev
 

Una bella testimonianza che sicuramente può essere d'aiuto a tanti (a me per esempio).
Ogni tanto in effetti ho pensato che per guarire ci sia bisogno anche un po' di farsi violenza cioè di resistere, resistere, resistere, alla voglia di scappare ed evitare.
Però credo che sia altrettanto fondamentale non solo l'agire ma anche l'iniziare a pensare in maniera diversa.
Vecchio 24-07-2008, 22:09   #4
Esperto
L'avatar di giordano
 

davvero molto utile ..ottimo manuale che raccoglie consigli che tutti noi conosciamo ma che nn riusciamo ad applicare
l'imperativo è uno solo: MASSACRARE le PROPRIE PAURE ....e la fatica è tanta perchè devi buttarti e ributtarti senza mai cedere per desensibilizzare se stessi da tutte quelle situazioni che ci sembrano insormontabili e che nn affrontandole diventano sempre + grandi
Vecchio 27-07-2008, 19:30   #5
Intermedio
L'avatar di fuxxia82
 

Quote:
Originariamente inviata da giordano
davvero molto utile ..ottimo manuale che raccoglie consigli che tutti noi conosciamo ma che nn riusciamo ad applicare
l'imperativo è uno solo: MASSACRARE le PROPRIE PAURE ....e la fatica è tanta perchè devi buttarti e ributtarti senza mai cedere per desensibilizzare se stessi da tutte quelle situazioni che ci sembrano insormontabili e che nn affrontandole diventano sempre + grandi
è una citazione?
no perchè c'è questa bella canzone...

Vecchio 27-07-2008, 19:44   #6
Banned
 

Appena ho visto la lunghezza m'è presa l'ansia .
Scherzi a parte, ora lo stampo e me lo leggo più tardi.
Grazie find'ora del contributo.
Vecchio 27-07-2008, 22:54   #7
Esperto
L'avatar di giordano
 

Quote:
Originariamente inviata da fuxxia82

è una citazione?
no perchè c'è questa bella canzone...

http://it.youtube.com/watch?v=RsS-yV-_d-8
Brava!!
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