Salve a tutti, sono una ragazza di 24 anni, come dal titolo "ex fobica" (anche se non sono mai stata da uno specialista), forse non ancora completamente guarita dato altri atteggiamenti "strani", che però non rientrano nella cosiddetta "fobia sociale". Mi spiego meglio.
La mia storia in principio è abbastanza simile a quella di molti altri che ho potuto leggere qui.
Figlia unica, infanzia si può dire felice, brava e bella bambina che faceva amicizia facilmente, genitori presenti e affettuosi, temperamento piuttosto estroverso, vivace e curioso.
I drammi cominciano a scuola, soprattutto alla scuola media (e dove sennò?), ma qualche cenno di disagio c'era già alle elementari, con la complicità nefasta anche dei miei che se da un lato erano bravi genitori, dall'altro mi hanno causato parecchie turbe mentali come poi scriverò. Premetto che i miei genitori non sono della città in cui sono cresciuta e vivo attualmente, ma vengono da un'altra regione, per cui hanno fatto tutto da soli per crescermi, senza l'aiuto di parenti. In pratica durante il periodo scolastico si sono intrecciate queste due problematiche: da un lato compagni di classe/insegnanti e dall'altro i miei. A 11 anni ebbi uno sviluppo precoce, che all'epoca mi rese oggettivamente bruttina e dissimile dalle mie compagne dell'epoca che erano tutte sullo stesso stampo, piccole, glabre e coi bei faccini. Cominciarono le prese in giro ma soprattutto le esclusioni. Ero esclusa da tutti, mi trattavano da appestata e il mio rendimento cominció ad abbassarsi. All'epoca poi, circa 10 anni fa, non si parlava ancora molto di bullismo o di problematiche scolastiche. I professori ovviamente dicevano che la causa ero "io": troppo timida e introversa, e i miei genitori se ne convinsero abbastanza. A casa dicevano che dovevo essere meno "selettiva" con le amicizie (perché in pratica parlavo si e no solo con un paio che non mi trattavano come gli altri), e dall'altro però non facevano in modo che crescesse in me un' "anima sociale". Per esempio mi facevano declinare ogni invito alle feste, perché mia madre diceva che si rompeva a dover comprare regali ogni volta (e ci può pure stare, ma non puoi sempre ragionare così quando hai un figlio), che poi avrei dovuto farle anche io ma noi non avevamo lo spazio, insomma varie paranoie che ha sempre avuto in merito alla casa, al lato economico (ma non abbiamo mai avuto alcun problema economico), etc etc. Insomma io persi tutte, e dico tutte le feste, dalle elementari alle medie, e anche questo era causa di ulteriori sfottò. Inoltre all'epoca c'era il periodo del catechismo, ogni tanto facevano delle giornate per socializzare tra ragazzini ma anche per le famiglie, ma io andai solo una volta, perché mio padre si scocciava di accompagnarmi, diceva che non gli piacevano gli ambienti della chiesa etc etc. Ok, anche a me non è mai fregato nulla, il problema è che la "chiesa" era un pretesto, un pretesto per socializzare, a cui ho dovuto ben presto rinunciare. Insomma per i miei non contava l'aspetto "sociale", come se un bambino crescesse a sé stante o sviluppasse dalla sera alla mattina la capacità di stare con gli altri pur non standoci.
Quindi bullismo+genitori paranoici/asociali (non hanno mai avuto amicizie qui, sempre limitati solo a rapporti lavorativi)+assenza in città di qualsiasi parente con cui relazionarmi, mi hanno portato a diventare un'adolescente molto chiusa, timida, ma più che timida fobica, come voi. Dai 14 ai 18 anni, pur essendo migliorata molto esteticamente, non riuscivo a fare cose normali che fanno gli adolescenti. Avevo una marea di blocchi dal punto di vista verbale/relazionale. A scuola non parlavo quasi con nessuno, ma proprio nel senso che non spiccicavo parola, come se non mi uscissero. Temevo gli altri, il loro giudizio, ma al tempo stesso li schifavo. Cominciai anche ad avere problemi d'identità di genere, ancora traumatizzata dalle derisioni per il mio aspetto alle medie e per le ragazzine (parlo di 12 enni!) che dicevano "quella un ragazzo? Aspetta e spera". Cominciai a schifare soprattutto le femmine per il loro essere oche e troiette in cerca di attenzioni. Per un anno, verso i 15-16 mi tagliai i capelli corti e mi vestivo da maschio. In seguito quando assunsi un atteggiamento più femminile verso i 17, qualche ragazzo interessato a me c'era, ma molti erano respinti dal mio carattere, mi prendevano (ed ero) asociale, stramba, "quella che non parla" e così via. Mi ero creata un mondo fatto solo al mio interno, fatto di musica e libri soprattutto. Non avevo amici, non avevo amiche, non sapevo stare con gli altri. Ricordo che mi facevo pena da sola per quel cellulare che non suonava mai, a parte i miei. I professori ovviamente, dall'alto della loro intelligenza, scaricavano sempre la colpa su di me. Mai ad interrogarsi se c'era qualcosa di profondo, se c'erano disagi. No, ero semplicemente un'asociale timida insulsa ai loro occhi.
Fui bocciata 2 volte, ma un anno riuscii a recuperarlo. Mio padre soprattutto pensava fosse solo colpa mia e della mia testa bacata. Cominciai a sentirmi "la pecora" nera anche rispetto al resto della mia famiglia che non vedevo quasi mai, ma in cui tutti eccellevano coi voti. Ovviamente la causa fu del fatto che il mio malessere a scuola si ripercuoteva sui libri e lo studio, perché la mia intelligenza era vivissima.
E veniamo ai giorni nostri, anzi a circa 4 anni fa. Conobbi un ragazzo su internet, ci piacciamo e ci mettiamo insieme. Non so come ma con lui riesco ad essere davvero me stessa, la ragazza dolce e sensibile che sono ma al tempo stesso VIVA, che parla, che fa. A lui nascosi, e nascondo tutt'ora, parte del mio passato un po' per vergogna forse è un po' perché temo sempre di parlarne. Non so bene perché con lui tutto sia stato diverso, forse il mio temperamento di base misto ad ormoni che hanno fatto la loro (e menomale), fatto sta che questo ha determinato fin da subito un legame forte con lui, e lui con me (la sua famiglia molto problematica ma a differenza mia lui con molti amici e adolescenza normale). Tuttavia i problemi non finiscono. I primi due anni di rapporto storia a distanza, la sua famiglia che rompe le palle e si intromette, cercano di farci lasciare intuendo in me delle "problematicità" a livello caratteriale, che emergevano abbastanza con loro anche se non ai livelli di un tempo. Il fratello di lui e la fidanzata, 8 anni più grandi di me, cercano in tutti i modi di far emergere il peggio di me, mi calunniano, si prendono gioco di me (anche se io inizialmente mi comportavo in maniera educata), si intromettono a più non posso in un periodo in cui io e lui litigavamo spesso per incomprensioni, madre di lui che non capisce nulla, ferma alla quinta elementare, alterna personalità diverse con me, mi dice che io sono la causa per esempio che il figlio fa cose negative. Comincia ad emergere in me il lato "border". Comincio ad avere forti sbalzi d'umore, ad essere impulsiva, ad essere tragica (e forse comica) in certe esternazioni. Con gli altri comincio a superare timidezza e company, diventando abbastanza "normale" dal punto di vista relazionale. Ah ho dimenticato di dire che nel frattempo mi iscrivo e faccio l'università.
Il tutto culmina a metà del 2014 in cui, in un momento di raptus a casa di lui che dovevo tornare nella mia città ed ero stufa della sua famiglia, prendo un elettrodomestico e lo sfascio letteralmente contro il cesso del bagno, rischiando di fargli prendere fuoco (al water e mezzo bagno intendo).
Da lì, paradossalmente, l'ascesa.
Gli ultimi due anni mi sono completamente trasformata. Rinata.
A parte che lui si trasferisce nella mia città, quindi migliora molto il nostro rapporto, riduco a zero tutti i miei tarli mentali di un tempo. Niente timore di giudizi, niente vergogna (più o meno). Anzi sono diventata una ragazza molto forte, coraggiosa, carattere dominante, pur mantenendo una buona dose di sensibilità e dolcezza che mi hanno sempre caratterizzata. Chi mi vede dall'esterno, a meno che non sia un mago, non potrebbe immaginare i miei trascorsi. I ragazzi mi desiderano e a volte mi temono anche. Ma non sono una che se la tira, o un'oca, altrimenti non sarei qua.
La cosa che più mi da soddisfazione è avere il completo controllo di me stessa, il poter essere tutto ciò che voglio quando voglio. Posso essere la più dolce e la più malvagia. Ecco adesso il mio problema è "contenermi". Contenere tutto ciò che sta debordando fuori come un fiume in piena. Anni e anni di silenzio, umiliazioni, pure calunnie. È come se tutto d'un tratto la mia mente avesse percepito l'Ingiustizia di tutto ciò. Tuttavia fondamentalmente credo anche di essere riuscita a trovare un certo equilibrio in generale. Quando mi va, con le persone che mi vanno, so come comportarmi e relazionarmi e sembro perfetta. Altre volte la compagnia altrui la detesto, anche di gente che mi cerca e mi considera amica (nel frattempo ho un po' di giri), a volte mi annoio con gli altri e declino le uscite.
Ogni tanto ho ancora esplosioni di pianto ripensando a certe cose quando sto da sola e qualche strana ossessione, forse dovuta ad anni di "colpevolizzazioni".
Spero di non aver annoiato nessuno, ammesso che siate riusciti a leggere tutto. Sono qui perché la Fobia Sociale, e la timidezza, e la solitudine hanno fatto parte di me per tanto tempo e tutt'ora "bussano alla porta", e fanno male. Ma anche per portare la mia testimonianza che si può cambiare, io credo anche da un giorno all'altro.