Salve a tutti, sono nuovo!
Allora, innanzitutto mi presento: sono un ragazzo di 18 ipertimido e riservato. Sono da sempre stato così, anche se quando ero più piccolo avevo molti meno problemi a relazionarmi con le persone: ad esempio all’asilo e alle elementari ero come tutti gli altri, con la differenza che venivo spesso definito “un bambino riservato e riflessivo che preferiva attività autonome anziché attività ludico-ricreative che implicassero il coinvolgimento con gli altri” (spesso infatti passavo ore da solo la mattina all’asilo a fare puzzles o a leggere un libro durante le ore libere alle elementari), tuttavia avevo il mio gruppetto di amici con cui mi ritrovavo il pomeriggio e con cui avevo una relazione attiva, e, in linea con i rapporti sociali che possono esserci a quella tenera età, potevo definirmi normale. Dalle medie tutto è cambiato: prima di tutto mi sono ritrovato in una classe di persone con un carattere o con interessi diametralmente opposti ai miei e mi sono isolato da tutto e da tutti, chiudendomi sempre più in me stesso e facendo affiorare sempre di più la mia crescente timidezza. Sono rimasto tre anni solo, subendo anche spesso episodi di bullismo (per me i tre anni delle medie sono stati i peggiori in assoluto!!!); l’unica cosa che mi faceva andare avanti era la speranza di una nuova vita con l’inizio delle superiori. Iniziato il liceo con la timidezza alle stelle non sono riuscito a legare con nessuno e, non so per quale grottesco e assurdo meccanismo del mio cervello, ero quasi contento di ciò (!): ho passato 4 anni da solo, nella totale solitudine, senza uscire, passando fuori casa soltanto le sei ore di orario scolastico fuori casa, sabati e domeniche davanti al PC ed intere estati chiuso in casa. Tutto il tempo e le energie le spendevo nello studio, tanto che ero diventato quello che viene volgarmente definito un “secchione”, senza curarmi minimamente neanche di me stesso sia sul piano psicologico che fisico: lo stare sempre fermo in casa senza fare niente mi aveva portato anche ad un accumulo di massa grassa spropositata, arrivando a pesare quasi 100kg. Poi l’anno scorso, non so di preciso per quale motivo (ma forse il mio subconscio lo sa), durante le vacanze di Pasqua mi sono svegliato: mi sono accorto di quanto tempo avessi perso, del fatto che ero solo come un cane, che stavo perdendo i miei anni migliori e mi sono quindi deciso a dare una scrollata ala mia vita! Innanzitutto ho dato un cambio deciso al mio look modernizzandomi e dicendo addio a quel taglio anni ’60 stile Austin Power e mi sono messo a dieta: dai 100 kg di maggio dell’anno scorso sono passato ai 68 kg di oggi. Tuttavia l’abito non fa il monaco (e poi comunque anche se sono cambiato esteriormente con resto sempre un cesso
, sono bruttissimo!!): infatti, anche se ho cercato di pormi in modo diverso con gli altri, e quindi provando ad inserirmi in veri gruppi (magari anche con la speranza di poter trovare una ragazza, che non ho mai avuto (devo ancora dare il primo bacio!) e di cominciare ad uscire il sabato sera e la domenica), non ce l’ho fatta, sia soprattutto per cause interne, che ora vi esporrò, sia anche per cause esterne: difatti alla mia età i gruppi si sono già formati e non è facile entrare a farne parte. Le cause interne a cui vi avevo accennato sono queste: la mia eccessiva timidezza e una sospetta fobia sociale, mista ad inettitudine; difatti i miei compagni di classe, notato il mio drastico cambiamento, mi hanno invitato con loro ad uscire il pomeriggio o ad andare qualche volta in discoteca, o a dei compleanni o a delle cene, ma io, appena arrivo al raggiungimento dell’obiettivo (rappresentato dall’invito ad uscire), vengo pervaso da una fortissima irrequietudine ed ansia che mi spinge a negare l’invito, vanificando i miei sforzi precedenti per farmi accettare. Compiendo un apparente volo pindarico vi voglio parlare del mio nick: Alfonso Nitti. Non l’ho scelto a caso, difatti si tratta del nome del personaggio di “Una vita” di Svevo, con cui mi rispecchio per l’inettitudine: egli, ad un passo dal successo e dalla realizzazione, lo rifugge. Questo è quello che in pratica succede anche a me: vorrei con tutto me stesso uscire con gli altri ed avere una vita sociale, ma appena mi si presenta l’occasione, io la rinnego o ne fuggo via, per poi pentirmene (quindi quando mi invitano io trovo sempre una scusa per non andare con chi mi ha invitato). Questa mia inettitudine mi ha portato anche ad un notevole abbassamento di livello del rendimento scolastico: sono passato dagli otto/nove dell’anno scorso ai cinque/sei di quest’anno, senza contare che ho anche due insufficienze gravi (a matematica e fisica); mi stà passando sempre di più la voglia di studiare proprio ora che sono all’ultimo anno e avrò la maturità :? :?
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Aggiungo infine che il mio cambiamento dell’anno scorso ha interessato anche la sfera comportamentale: sono passato praticamente dall’integrità stoica di un ragazzo che non beveva o fumava ad uno che è (anzi era, perché ora – almeno per ora- ho smesso) passato all’alcol per risolvere i propri problemi.
Da stettembre mi sono iscritto anche in palestra, ma anche lì non sono stato capace di allacciare nuove amicizie a causa della mia timidezza.
P.S.: scusate il lungo e contortossimo discorso prolisso e ridondante, frutto delle elucubrazioni malate di un diciottenne.