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Vecchio 14-02-2019, 16:49   #1
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L'avatar di Paolo Zam
 

Ciao a tutti, mi chiamo Paolo ho 44 anni e abito in lombardia.
Vivo da 15 anni con la mia famiglia composta da moglie e due figli (approfondirò questo aspetto se me lo chiederete).
Dopo anni di letture passive e riflessive sul sito ho deciso di registrarmi e " forse " diventare anche parte attiva di questo forum.
Fin dall'infanzia e poi in adolescenza, da figlio unico, ho alternato spesso momenti di disagio sociale e relazionale.
Fatti che, crescendo mi hanno portato a pensare di essere davvero molto distante dalle cose che definiamo "normali ".
Quando dico normali forse impropiamente lo accosto a tutto ciò che l'adolescenza e la gioventù porta con sè, grandi momenti di aggregazione sociale, partecipazione attiva ai momenti
che solo la gioventù ti offre senza pretendere troppo, naturalezza, leggerezza, primi amori, incoscienza e molto altro.
A soli 13/14 anni (non esisteva internet e varie) nel mio escludermi dai contesti sociali, non possedevo ancora una visione di me chiara e confonedevo
semplice timidezza per ben altro che poi nel tempo si sarebbe rilevata.
Infatti non comprendendo ancora la natura dei miei problemi legati alla sfera sociale, qualsiasi considerazione su di me cominciai a condividerla con pochi
ristretti " amici " che ben presto mi allontanarono o forse trovarono semplicemente meno piacevole la mia compagnia.
Rimasi completamente solo .. Ed era un periodo importante. Cominciai i cinque anni di studi della maturità venendo bocciato alcune volte.
Furono anni difficili, anni in cui sperimentavo da giovanotto cosa volesse dire allontanarsi dal paesello, prendere un treno, recarmi in città e poi a piedi
fino all'isituto, circondato da centinaia di altri studenti e pendolari.
Era di fatto per me una piccola rivoluzione. Non ci ero abituato. Figuratevi, abituato a vivere nell'affetto dei miei nonni e nelle frequentazioni
di coetanei del paese ...
Ho trascurato un aspetto, scrivevo molto, scrivevo racconti sui quaderni, riempendoli fino a farmi una collana di scritture personali dove approfondivo
la vita reale attraverso la scrittura.
Fantascienza, horror e romanzi di avventure ... Ciò che vivevo nella mia immaginazione e ciò che non riuscivo a vivere nella vita reale finiva sui quaderni a righe
delle scuole medie ed elementari.
Ovviamente quei quaderni li leggevo solo io. Un bel giorno mia madre si accorse di questa cosa e ingenuamente (durante il periodo natalizio durante una tombolata
che tutt'ora odio) d'avanti agli altri parenti (nonni zii e cugini ) pensò di rendermi merito di questa cosa esibendola a sorpresa di fronte ai commensali.
Inutile dirvi e non scherzo che, non scrissi più, bruciai letteralmente quei quaderni e quel natale ricordandolo come fosse oggi andai sul lettone dei miei
nonni e non volli più vedere nessuno ( e presi anche le botte).
Ho voluto inserirvi questa piccola cronaca ormai risalente a più di trent'anni non perchè sia l'unica ma sicuramente una di molte fra le più significative.
Dai 15 ai 20 anni potrei raccontervene davvero molte, mi limiterò a dirvi che furono gli anni più inquietanti e il preludio a quello che sarei divenuto in seguito.
I voti insufficienti non erano legati alla mia mancanze scolastiche erano semplicemente la conseguenza di altro.
Sono sempre stato appassionato di informatica non trascurando anche le materie umanistiche ma era ben altro a tenermi distante dagli obiettivi, ovvero, il vivere
l'istituto e le sue dinamiche in modo assolutamente innaturale. Mettere la maschera ogni giorno costa fatica e spesso neanche basta, specie quando
compagni di classe e affini cominciano a percepire la tua natura "troppo dichiaratamente sensibile".
Sto scrivendo d'impulso e sono certo che perdonerete qualche mia sgrammaticatura, per quanti di voi sono arrivati a leggermi fin qui nella speranza di un epilogo
positivo sono convinto che deluderò molti voi.
Come dicevo dai 15 ai 20 pur viendo un inferno, includendovi anche il servizio di leva militare obbligatorio ho vissuto un pò più consapevole della mia natura
aliena, evitante, disturbata e incapace di adottare schemi di relazione sociale normo sterotipata.
Sicuramente oggi guardando indietro capisco come fossi ingenuo di fronte a certe situazioni, vivevo male ma in fondo tutto passava e il mio rifugio sicuro dal
mondo (casa) giovinezza e qualche amichetto discontinuo ce li avevo, in fondo perchè preoccuparsi.
La vita in fondo, quella dei grandi, quella del lavoro e dei doveri doveva ancora cominciare seriamente.
Avevo avuto comunque alcune esperienze di lavoro, sia fisico che impiegatizio. Mai senza maschera e mai senza strascichi psicologici.
Ecco che nasce la necessità di abbandonare la casa dei genitori, complice anche una loro imminente separazione (poi si ricongiungeranno verso i miei 32 anni).
Dopo un paio di anni duri, anche dal punto di vista economico, vivendo con mia madre, ho cominciato a guardare diversamente le cose.
Trovo un lavoro nel settore più vicino ai miei studi, comincio ad essere indipendente e girare tutta Italia da solo in macchina per svolgere questo lavoro.
Non c'erano ancora i tom tom o gli smartphone moderni quindi cartine stradali per raggiungere le destinazioni.
Mi sto rendendo conto che sta diventando un poema omerico ... Vado un pò più spedito.
Capisco che il mondo non mi accetterà per quello che sono o meglio per come sono, che devo smetterla di riporre fiducia nel prossimo sperando che mi comprenda e
che devo cominciare a costruire una maschera più sicura e magari anche un vestito su misura, che possa andar bene a me per darmi sicurezza ed essere
anche un'arma di difesa verso quel mondo che mi aveva sempre fatto soffrire.
Non ho mai avuto molta stima di me sia di fisico che di aspetto ma a detta altrui proprio schifo non facevo, c'era qualcosa comunque da cambiare.
Che mi rendesse più sicuro di me, più pronto, più vincente, più interessante.
Mi prese quella voglia, forse tipica di quell'età di riprendermi in mano, in fondo un lavoro lo avevo e professionalmente qualcosa valevo.
Comincia dapprima a destrutturarmi ... Poi gradualmente a modificare parti di me. Come ? Mangiando e vomitando ... Arrivando a pesare 69 Kg per 1.86 di altezza.
Facendo sport (da solo) tipo jogging fino a fare 40 km a settimana in 3 giorni, lampade, vestiti ecc ecc
Fu così che costruii un super io che non aveva paura di niente e di nessuno e credetemi, pareva proprio che qualsiasi cosa mi riuscisse, fino ai 35 anni è funzionato.
Poi qualcuno mi ha spiegato cosa era successo ... Ero passato dall'altra parte quasi senza rendermene conto. Qui mettiamoci disturbi alimentari
aggressività stati allucinogeni dovuti a scompensi elletrolitici del vomito e molte altre cosette.
Ero io Dio e non scherzo ! Questo mi aiutava da un lato e mi uccideva dall'altro (ma guai a dirmelo).
Ero sempre io, senza perdere la mia grande sensibilità non avvertivo più i disagi che il mondo mi faceva provare, anzi, sapevo come contrattaccare e questo
mi rendeva ancor più sicuro di me.
In quel periodo ho conosciuto molte persone (che oggi ho perso, tranne la mia compagna) che non avrebbero mai e poi mai immaginato come fossi pochi anni prima e mai
si sarebbero immaginati la metà dei problemi che avevo.
Finii per essere proprio (quasi) padrone della mia esistenza. Andai a vivere da solo quando i miei cominciarono a riavvicinarsi, quella casa divenne anche
sede delle mie attività professionali e cominciai a lavorare con p.iva da piccolo imprenditore.
Fu tutto la naturale conseguenza di ciò che ero, dal tipo di vita, al tipo di lavoro, al fatto che avevo pochissimi momenti di subordinazione umani e professionali.
Entrò qualche soldino, erano anche molti quelli che uscivano, non solo per affitti e cibo (spendevo 4 volte quello che spende una famiglia media in un mese), in molti
cercavano la mia compagnia (e io stupidamente mi prendevo qualche rivincita sociale).
Conobbi quella che oggi è la persona con la quale vivo e con la quale ebbi 2 figli senza trascurare alcuni anni di fidanzamento con persone che però
non mi davano emozioni, in fondo, non conoscevo bene neanche l'amore (a parte qualche cottina scolastica) e con queste persone mi rendevo conto
che se c'erano o non c'erano era la stessa cosa.
Conobbi Paola (nome di fantasia) che arrivava da una esperienza tragica e fallimentare, me ne invaghii e crebbe in me la convinzione che quel
sentimento fosse per la prima volta l'amore tanto decantato.
Come feci a relazionarmi con lei e varie ? Semplice c'era il mio super io che me lo consentiva e onestamente trascurai di dirle con chi si era messa o meglio
trascurai (volontariamente) di offrirle la parte più vera di me ( i miei problemi).
Lei i suoi me li trasmise e gradualmente mi aprii e vennero fuori tutti gli scheletri ormai ammuffiti nell'armadio.
Decidemmo di cominciare a vivere insieme e per me fu l'ennesima rivoluzione. L'amore mi permise di sostenermi in questo periodo di vita
insieme molto difficile.
Ero abituato a vivere in funzione di me. Le dinamiche del tempo e degli spazi erano fin a quel punto state solo in funzione di me.
Vecchio 14-02-2019, 17:03   #2
Intermedio
L'avatar di Paolo Zam
 

...
Ero abituato a vivere in funzione di me. Le dinamiche del tempo e degli spazi erano fin a quel punto state solo in funzione di me.
Dormivo poco, quindi, se mi svegliavo alle 3 di notte, accendevo la tv, uscivo in piena notte aprendere un caffè in autostrada, lavoravo e quant'altro.
Mai andato a cercare avventure erotiche o storie in tutta la mia vita, mai stato coinvolto più di tanto da pornografia o facili avventure.
Le mie erano essenzialmente stravaganze di cui andare fiero, di cui sentirmi superiore.
Attenzione, sto omettendo davvero molti episodi che meriterebbero menzione ma alcune cose è opportuno non ometterle.
Ora offrivo a lei i miei difetti e continuava a esserci ancora abbandonante (super io) da consentirmi un buon compromesso con la vita sociale
e coniugale.
Lei aveva dei disturbi alimentari e in fondo anche scarsa stima di se, raccontandomi parecchi aneddoti della propria esistenza, tali da spingermi
a raccontarle in buona parte anche i miei.
Fu da quel momento che, cominciai a staccare la spina col mio io (che forse mi avrebbe condotto alla morte).
Smisi di fare sport, di vomitare, cominciai a pensare in 2, ripresi a fumare e mi ILLUSI ... Che tutto era finito ! L'amore di una persona mi
avrebbe guarito, che la ns famiglia sarebbe stata il nostro rifugio e unico mondo, che certi problemi di fobia sociale, eritrofobia, disturbi evitanti,
dismorfofobia e depressione sarebbero scomparsi nel NULLA ...
MI SBAGLIAVO DI GROSSO !!!!

Se volete sorbirvi anche la seconda parte mi farebbe piacere sentirvelo dire o meglio vedervelo scrivere, non per presunzione o per tirarmela ma perchè
propria ora rileggendo il tutto ho desiderato cancellare ma non lo faccio ...

saluto tutti
Vecchio 15-02-2019, 12:18   #3
Super Moderator
L'avatar di Loner
 

Benvenuto nel forum, Paolo
La presentazione è molto completa, se vuoi puoi parlarne approfonditamente, inserendo l'eventuale seconda parte, aprendo una nuova discussione in Storie Personali.
Ti auguro buona permanenza nel forum.

In quanto nuovo utente, ti invito a leggere
Ringraziamenti da
Paolo Zam (16-02-2019)
Vecchio 16-02-2019, 14:54   #4
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

benvenuto
Ringraziamenti da
Paolo Zam (17-02-2019)
Vecchio 17-02-2019, 20:25   #5
Kmp
Principiante
L'avatar di Kmp
 

Io la seconda parte la leggo volentieri se arriva
Benvenuto
Ringraziamenti da
Paolo Zam (17-02-2019)
Vecchio 17-02-2019, 22:14   #6
Intermedio
L'avatar di Paolo Zam
 

SECONDA PARTE ...

Fu così che decisi per la prima volta di fidarmi e affidarmi completamente a quell'unica persona che aveva manifestato il desiderio di vivere con me e "forse" accettarmi per come ero.
Lei aveva già un figlio e usciva da una precedente relazione e non fu davvero facile ... Forse quel grande trasporto mi fece vedere solo il lato positivo e sottovalutai sicuramente la situazione.
Ben presto ci ritrovammo in 3 sotto un tetto e cominciò la ns stravagante convivenza.
Quel bambino ora è maggiorenne e vive ancora con noi, ma dopo pochi mesi lo sentivo mio in modo possessivo ( forse anche compulsivo ) MIO, il padre naturale sembrava dimenticarsene o meglio ostacolò non poco la ns convivenza e l'armonia familiare.
Io vivevo sostanzialmente i problemi legati a queste cose e cercavo di mantenere in tutti i modi lavoro e professione, ma qualcosa stava già cambiando.
Lei si accorse dei miei modi " auto medicali " per sostenermi, vomitando, corse e quei pochi legami con gli altri.
Divenne a sua volta possessiva e sospettosa e finimmo per chiuderci nel ns mondo chiudendo tutti la fuori.
Ma con il lavoro non si può e non si può nemmeno dimenticarsi di noi stessi, avevo fatto tanta fatica per trovare uno pseudo equilibrio ...
La famiglia di lei mi tenne in disparte per un bel pò di tempo, sembrava vergognarsi del ns gesto e non volevano saperne, anzi, pareva proprio che lei sarebbe stata meglio da sola in una casa. Non le offrirono ospitalità in casa propria. Io cominciai a perdere mese per mese i miei punti di riferimento, retrocedevo ... perdevo posizioni ... e mi rendevo conto che forse qualcosa non andava. Non per i sentimenti che provavo ma perchè per il "bene" altrui stavo mettendo in secondo piano me e tutto quello che avevo creato.

Diventare papà da un giorno all'altro, andare insieme a fare la spesa, ai giardinetti, compleanni e tutto quello che in passato avevo fatto solo con i miei genitori (x poi andare a vivere da solo) mi fece scattare molte cose che ancora oggi non so spiegarmi.

Decidemmo per quanto possibile di isolarci, un pò per proteggerci, un pò per evitare malumori e per moltissima non curanza degli aspetti che invece tengono in piedi una famiglia.

Io ormai ero già cambiato e non tardarono ad arrivare le prime manifestazioni di fobia sociale, eritrofobia e vari disturbi aggressivi per le cose che erano ritornate prepotentemente nella mia vita.

Furono travisate da subito !!!! Se arrossivo e se diventavo paonazzo e sudavo era perchè erp in difetto, perchè avevo parlato con altre donne, perchè mentivo ecc ecc

Se volevo evitare la gente (specie i suo parenti) era perchè li odiavo ...
Accadeva che ero anche costretto a dimostrare sempre scientificamente che si sbagliava e provavo a spiegare il mio disagio.

Fu li ... che feci la prima grande scoperta. Lei non era affatto come pensavo !

... continua ...
Vecchio 17-02-2019, 23:33   #7
Esperto
L'avatar di Keith
 

Benvenuto

Dai dai continua che mi sta piacendo il racconto
Ringraziamenti da
Paolo Zam (18-02-2019)
Vecchio 21-02-2019, 19:37   #8
Esperto
L'avatar di Sickle
 

Vecchio 04-03-2019, 18:08   #9
Intermedio
L'avatar di Paolo Zam
 

TERZA PARTE ( credo l'ultima)

Avevo tanto desiderato avere una famiglia normale e magari speciale, qualcosa da condividere (magari di speciale) qualcuno da amare che mi dimenticai del mio grande problema.

O meglio mi dimenticai proprio di me stesso, tutta quella fatica fatta per restare in equilibrio.
Fu così che coinvolsi la mia lei nel mio lavoro e anche da questa esperienza capii ben presto che era sbagliato, ci controllavamo a vicenda ognuno con le proprie insicurezze e secondo me nessuno dei due rendeva sicuro l'altro/a.

Non fu assolutamente vivere le grandi contraddizioni del mio lato oscuro (che era diventato sempre meno oscuro), ma come vuoi famiglia e figli ? E le vacanze ? Le festività ? I compleanni ? Le cene ? La vita sociale ? I parenti ? e tutto ciò che ben potreste immaginare.

Partirono liti casalinghe e sermoni su questi alti e bassi e io mi sentivo sempre più solo e incasinato.
O non ero in grado di trasmettere davvero il mio disagio oppure non c'era la giusta comprensione e sensibilità.
Ci chiudevamo spesso in casa ... Lavoro a parte, che essendo autonomo ci consentiva elasticità.

(ora mi fumo una siga ... ) ma starò facendo bene a fare sta cronaca ? Alla faccia della privacy ...
Ringraziamenti da
Fiore Di Loto (04-03-2019), Keith (04-03-2019)
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