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Vecchio 13-05-2012, 02:04   #1
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Noto con stupore le somiglianze tra me ed Odisseo. Egli cercò per 10 anni la via di casa, alla fine la trovò dopo infinite peripezie. Io cerco da una vita qualche rifugio sicuro, un posto al riparo dalle intemperie atmosferiche che aleggiano, quotidianamente, sulla mia esistenza e che la tallonano incessantemente.
"Questa è Itaca, l'ho trovata, l'ho trovata! Riconosco la vecchia via, è la strada giusta". E poi puntualmente vengo sballottato in un mare in tempesta, ritrovandomi peggio di come stavo prima.
Ogni volta mi sembra di scorgere, all'orizzonte, la strada giusta, una via di sbocco che mi possa portar via dalle onde che s'infrangono sulla mia barca, che affossano la mia vita. E ogni volta, col senno di poi, mi rendo conto di essermi illuso ancora. Ancora una volta in mare aperto, niente terra ferma. Non la petrosa Itaca, solo acqua salata e tanta tempesta. Solitudine, perdizione: condanna peggiore non esiste. E' difficile accettare che la tua vita non ti appartiene, che sei nelle mani di qualcos'altro. Che non sei padrone di nulla, se non delle tue illusioni.
E mentre vengo scosso dalle onde, mentre la mia barca è nelle mani del caos più totale, ripenso a tutto quel che ho fatto, tutto quel che mi è successo. A tutto quel che credevo mio, o quasi, e che invece apparteneva ad altri.
Le attenzioni che sognavo vivono nella realtà di altri.
Vento, tempesta, solitudine, disperazione, illusione: queste cinque sorelle sono le mie dame, che mi accompagneranno fino alla fine dei miei giorni.
Niente sole, solo ombra e pioggia.
Ondeggiante tra le onde, abbandonato in mezzo a così tanta gente. Possibile che nessuno si accorga che vado a largo? Che la corrente mi sta trascinando via?
Se ne accorgeranno quando ormai sarò troppo lontano per essere raggiunto. Quando sarò un puntino all'orizzonte e loro si domanderanno: "Cos'è quel puntino, laggiù?". Non sapranno rispondere a tale quesito. Ma io, nel pieno della mia solitudine, riuscirò ad udire queste parole e urlerò a con tutto me stesso, con le forze rimastemi: "Ecco, io sono colui che avete eternamente respinto. Colui che cercava riparo e riposo, ma che invece ha trovato solo delusione e fallimento. Alla fine ho capito questo: è meglio il mare in tempesta, anche la più burrascosa, che la vostra compagnia. Almeno la tempesta mi scuote, mi trascina verso sé, ma non m'inganna. Voi mi avete sempre allontanato, sempre emarginato".
Io rimarrò sempre quel puntino all'orizzonte. La tempesta mi avvinghia con le sue braccia, io accolgo il verdetto del destino e accetto in silenzio.
Mi si conceda però di rannicchiarmi, di raccogliermi prima della fine. E di pensare a tutto quel che potevo avere e non ho avuto.
"Chi era costui?". No, non è questa la domanda. Questo non è il pensiero giusto. Io non merito domande.
Ho cercato Itaca, non l'ho trovata. Ho tentato e ritentato, non ce l'ho fatta.
Tiro i remi in barca, ormai sono stanco. C'è chi dice: "E' presto per mollare, il tuo tempo deve ancora venire!". Io dico che il tempo è relativo. Che quando uno si sente morto dentro, è inutile lanciargli la prospettiva di una nuova vita. Rimarrà sempre un morto.
Morire non vuol dire per forza smettere di respirare. Vuol dire anche sentirsi vuoti, soli, scaduti. Persi, andati, fottuti.
Io sono morto, un morto non può resuscitare. Non può tornare a vivere. Prendete una rosa, la più bella che abbiate mai visto, e coglietela. Godrete della sua bellezza per qualche settimana, ma poi si appassirà. Morirà anche lei. E non potrete chiederle di tornare indietro, di tornare fresca e profumata. Resterà spenta, fin quando comincerà a perdere i petali.
Anche io ormai ho perso i miei petali. Ogni volta che ho sbagliato, che credevo di trovare Itaca e non l'ho trovata, ho perso una parte di me stesso, un petalo. E' così.
Caldo, freddo, non sento più nulla. Non distinguo l'atmosfera che mi circonda. Confondo il giorno con la notte, l'oscurità è la mia luce. Forse nel sonno troverò la via.
E quando troverete petali di rosa in giro, lungo il vostro cammino, allora direte: "Ecco, qui è passato Odisseo!". Questo è il pensiero giusto.
Vecchio 13-05-2012, 15:13   #2
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Vecchio 13-05-2012, 15:40   #3
Intermedio
L'avatar di someday
 

http://est.economia.unisi.it/arts2012/itaca.pdf

E' sempre un po' più in là..
Vecchio 13-05-2012, 16:00   #4
Principiante
L'avatar di Denethor
 

Mi hai commosso.
Vecchio 14-05-2012, 00:44   #5
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Quote:
Originariamente inviata da Denethor Visualizza il messaggio
Mi hai commosso.
.... grazie
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