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27-01-2016, 17:35
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#1
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nella mia testa, e occasionalmente nel mondo reale.
Messaggi: 2,679
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Ciao! Mi spiego...
Non parlo di crescita nel senso di sviluppo del corpo, invecchiamento, ecc... ovvio.
Intendo la capacità di affrontare la vita come adulti. Di prendersi responsabilità, di lavorare, di rinunciare a tempo libero...
Io ho finito gli studi e ora dovrei cercarmi un lavoro. Non riesco a farlo.
Non voglio, farlo.
È come se avessi il cervello spento.
Come se il mio corpo non mi lasciasse il permesso di organizzarmi un futuro.
Più ci ragiono, più mi rendo conto che non sono pronta a diventare adulta.
Non sono pronta ad alzarmi tutte le mattine alla stessa ora, per fare un lavoro routinario, nello stesso posto, vedendo le stesse facce...
Non so nemmeno cosa voglio fare veramente.
È come se avessi 2 parti del cervello che litigano. Una che mi dice "muoviti, cercati un lavoro, guadagna qualche soldo!"... l'altra che dice "non cascarci, se ti infili in quella vita non ne esci più".
Come quando studiavo, che non facevo mai nulla perché dovevo studiare e non studiavo perché pensavo a quello che volevo fare.
Resto ferma, impotente, a lasciare scorrere le giornate.
E mi chiedo quando ancora rimarrò influenzata da quello che mi manca.
Praticamente ho perso l'adolescenza e quelli che dovevano essere gli anni più belli della mia vita sono stati miseri.
Credo che questo stia contribuendo pesantemente a bloccarmi dall'andare avanti nella vita.
Continuo a sentirmi piccola e pronta per niente.
Tra questo, tutti i miei blocchi e le mie paure... non faccio niente per progredire.
Come si esce da questo tunnel di apatia?
Come si accetta il fatto che il tempo andato perso non tornerà indietro?
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Ultima modifica di Jupiter; 27-01-2016 a 17:38.
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27-01-2016, 17:51
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#2
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,976
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Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
Non so nemmeno cosa voglio fare veramente.
È come se avessi 2 parti del cervello che litigano. Una che mi dice "muoviti, cercati un lavoro, guadagna qualche soldo!"... l'altra che dice "non cascarci, se ti infili in quella vita non ne esci più".
E mi chiedo quando ancora rimarrò influenzata da quello che mi manca.
Praticamente ho perso l'adolescenza e quelli che dovevano essere gli anni più belli della mia vita sono stati miseri.
Credo che questo stia contribuendo pesantemente a bloccarmi dall'andare avanti nella vita.
Continuo a sentirmi piccola e pronta per niente.
Tra questo, tutti i miei blocchi e le mie paure... non faccio niente per progredire.
Come si esce da questo tunnel di apatia?
Come si accetta il fatto che il tempo andato perso non tornerà indietro?
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Credo che la prima frase della parte che ho quotato sia un punto cruciale,se sapessi ciò che vuoi con certezza avresti già una marcia in più.
Anche io sento che i buchi di crescita dell'adolescenza (16-20 anni) mi stanno creando un sacco di problemi e di insicurezze.
Mi sento come te: piccolo e pronto a niente(e ho trent'anni).
Dobbiamo provare a correggerci a piccoli passi. Magari facendoci aiutare.
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27-01-2016, 17:58
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#3
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nella mia testa, e occasionalmente nel mondo reale.
Messaggi: 2,679
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Quote:
Originariamente inviata da Semifobico
Dobbiamo provare a correggerci a piccoli passi. Magari facendoci aiutare.
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Pensare a quello che voglio fare veramente mi mette davanti al futuro. E quindi il mio cervello lo rifiuta e siamo sempre punto e a capo.
Penso che tu abbia ragione, solo che, chi ce l'ha la forza di fare quei piccoli passi?
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27-01-2016, 18:07
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#4
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Italia
Messaggi: 320
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Innanzitutto bisogna smuoversi dalla situazione in cui ci si trova, qualsiasi cosa va bene, inizia con qualche lavoretto, qualche esperienza con la certezza in testa, che sia temporaneo e che puoi cambiare o smettere in ogni momento, magari cambia anche zona, poi tutto il resto va da se, se troverai, e te lo auguro, un lavoro che ti rende felice è fatta................muoviti subito però.
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27-01-2016, 18:45
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#5
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 3,338
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Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
Penso che tu abbia ragione, solo che, chi ce l'ha la forza di fare quei piccoli passi?
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Solo tu puoi trovare quella forza dentro di te... gli altri possono darti indicazioni, suggerimenti, aiuti più o meno diretti... ma poi sei tu che devi reagire e fare il resto del lavoro, nessuno può farlo al posto tuo anche volendo.
Io la forza per reagire o sbloccarmi da certe situazioni, l'ho trovata ad esempio solo dopo aver raggiunto un certo "limite" di sofferenza o sopportazione interiore (che è soggettivo), la classica goccia che fa traboccare il vaso,... oppure quando mi sono reso conto di essere con le spalle al muro, di non avere più scuse, alternative o scappatoie per rimandare quello che invece dovevo ormai affrontare , senza se e senza ma.
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27-01-2016, 18:53
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#6
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,492
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In genere si, la rallenta di molto e lascia buchi vuoti che rischiano di rendere instabile la struttura...
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27-01-2016, 20:21
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#7
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 483
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La mancanza di esperienze è negativa e basta, sarà dura come cosa ma vuol dire essere più vicini ai vegetali che non alle persone.
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27-01-2016, 21:43
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#8
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,210
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Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
Ciao! Mi spiego...
Non parlo di crescita nel senso di sviluppo del corpo, invecchiamento, ecc... ovvio.
Intendo la capacità di affrontare la vita come adulti. Di prendersi responsabilità, di lavorare, di rinunciare a tempo libero...
Io ho finito gli studi e ora dovrei cercarmi un lavoro. Non riesco a farlo.
Non voglio, farlo.
È come se avessi il cervello spento.
Come se il mio corpo non mi lasciasse il permesso di organizzarmi un futuro.
Più ci ragiono, più mi rendo conto che non sono pronta a diventare adulta.
Non sono pronta ad alzarmi tutte le mattine alla stessa ora, per fare un lavoro routinario, nello stesso posto, vedendo le stesse facce...
Non so nemmeno cosa voglio fare veramente.
È come se avessi 2 parti del cervello che litigano. Una che mi dice "muoviti, cercati un lavoro, guadagna qualche soldo!"... l'altra che dice "non cascarci, se ti infili in quella vita non ne esci più".
Come quando studiavo, che non facevo mai nulla perché dovevo studiare e non studiavo perché pensavo a quello che volevo fare.
Resto ferma, impotente, a lasciare scorrere le giornate.
E mi chiedo quando ancora rimarrò influenzata da quello che mi manca.
Praticamente ho perso l'adolescenza e quelli che dovevano essere gli anni più belli della mia vita sono stati miseri.
Credo che questo stia contribuendo pesantemente a bloccarmi dall'andare avanti nella vita.
Continuo a sentirmi piccola e pronta per niente.
Tra questo, tutti i miei blocchi e le mie paure... non faccio niente per progredire.
Come si esce da questo tunnel di apatia?
Come si accetta il fatto che il tempo andato perso non tornerà indietro?
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non devi pensarci (che frase imbarazzante detta da un fobico ._.), ti butti in acqua, annaspi e poi nuoti, magari non in bello stile, un pò a "cagnolino" ma stai a galla, anche con dei "buchi" di esperienza si possono comunque realizzare cose importanti
so che non è facile, figurati, per molti aspetti sono simile alla tua descrizione, però bisogna selezionare perlomeno gli aspetti "vitali" (ad esempio il lavoro) e tra mille patimenti buttarsi a bomba nella piscina della vita ._.
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27-01-2016, 21:56
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#9
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,589
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Vediamo cosa posso dire.
Ovviamente questo topic è praticamente IL topic per me. Cioè nella mia vita questo tipo di problema ha sempre imperversato.
Anzitutto, è quasi impossibile capire quello che si vuol fare nella vita. Personalmente, per come sono io, sarebbe sbagliato dirsi "prima decido cosa fare, e poi inizio". Io ho 28 anni e non ho ancora deciso né capito nulla. Mi sono dato mille scuse nel corso degli anni per dire "aspettiamo e poi vediamo". E' il momento di iniziare a fare qualcosa e lasciare che siano i fatti ad aiutarmi a decidere.
Inseguire la decisione perfetta vuol dire non decidere mai.
Un concetto importante è che lavorare e vivere non sono due cose incompatibili. ANZI, quando si va avanti negli anni e non si lavora, QUELLO diventa il problema che ti impedisce di vivere.
A meno che uno non faccia un lavoro massacrante da 12 ore al giorno più weekend, il lavoro ti lascia tempo libero e i fine settimana dove ti puoi dedicare alle attività che vuoi, e nel frattempo hai qualcosa nel conto in banca e soprattutto la serenità di essere una persona indipendente e che sta costruendo qualcosa nella propria vita. Sono queste le cose che ti permettono di vivere meglio e con più entusiasmo, anche se 8 ore se ne vanno per il lavoro.
Provo a buttar lì un'altra riflessione, che certamente vale per me, non so per altri.
Tutti quei discorsi tipo "non sono pronto a iniziare la vita da adulto" sono spesso manifestazioni della paura tipica dell'evitante di iniziare, appunto, la vita da adulto. Quelle che Muttley chiama coping strategies. Io ho paura di lavorare, quindi mi dico che non sono pronto e che non è il momento. Ho paura di avere relazioni, quindi mi dico che non sono pronto e che non è il momento. E così via per qualsiasi cosa.
Detto tutto questo, è comunque vero che in alcuni casi ci sta pure il ragionamento "non sono pronto".
Ci sono stati obiettivamente dei momenti in cui una pausa di riflessione è stata necessaria, uno di questi è stato dopo la laurea, momenti nei quali se avessi lavorato sarebbe stato peggio.
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27-01-2016, 22:58
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#10
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Esperto
Qui dal: Dec 2010
Ubicazione: Provincia di Roma
Messaggi: 582
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Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
Non so nemmeno cosa voglio fare veramente...
Come quando studiavo, che non facevo mai nulla perché dovevo studiare e non studiavo perché pensavo a quello che volevo fare.
Resto ferma, impotente, a lasciare scorrere le giornate...
Come si esce da questo tunnel di apatia?
Come si accetta il fatto che il tempo andato perso non tornerà indietro?
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Sono d'accordo con Semifobico. Devi chiederti esattamente cosa vuoi fare nella vita. Forse detta così è troppo generica. Prova a chiederti "Cosa mi renderebbe felice?" Se la pensi in termini di felicità ti sarà più facile capire cosa vuoi, appunto perchè la vedi in termini piacevoli.
Non devi vedere gli ultimi anni come tempo perso, hai completato gli studi, quindi sei riuscita ad iniziare una cosa importate e portarla a termine, cerca di pensare a questa cosa, che è una cosa molto positiva
Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Vediamo cosa posso dire.
Un concetto importante è che lavorare e vivere non sono due cose incompatibili. ANZI, quando si va avanti negli anni e non si lavora, QUELLO diventa il problema che ti impedisce di vivere...
Io ho paura di lavorare, quindi mi dico che non sono pronto e che non è il momento. Ho paura di avere relazioni, quindi mi dico che non sono pronto e che non è il momento. E così via per qualsiasi cosa...
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Esattamente, hai centrato il punto. Non solo lavorare e vivere non sono due cose incompatibili, ma per me "vivere" da un senso al "lavorare" e viceversa. E' molto molto difficile (ma non impossibile ovviamente) realizzarsi solo nel lavoro senza badare agli affetti.
Sulla storia di "non è il momento" sono sempre d'accordo, bisogna capire che spesso è la paura a farci evitare le opportunità (io ne fui un maestro )
Ringrazio Jupiter per la discussione, spero che possa trovare aiuto e risposte alle sue domande.
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27-01-2016, 22:59
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#11
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Banned
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 14,714
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si esce dal tunnel di apatia soltanto provando a fare le cose, poi vedo che qua molta gente a quasi 30 anni non sa cosa fare della propria vita, forse non tutti hanno questa fortuna di avere identità e obiettivi definiti, forse abbiamo obiettivi diversi lontano dal lavoro e dalla carriera. Magari bisogna fare un po' di strada ancora per capire cosa volere dalla vita, però intanto prova a fare qualcosa, anche qualcosa di piccolo ma che sia una cosa che ti porta oltre la zona confort, devi iniziare a conoscere la vita e fare esperienze di vita.
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27-01-2016, 23:10
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#12
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,973
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Il rovescio della medaglia di tutto questo, che tralaltro stò tastando con mano, è che il buttarsi nel mondo del lavoro, la maggior parte delle volte porta benefici psico/fisici, apre altre porte per nuovi ambiti lavorativi e sgretola piano piano la paura di lavorare fianco a fianco con persone nuove e costanti per molti anni, ma...Quando migliori e ti senti "sicuro" sotto il profilo lavorativo il tuo cervello ha bisogno di qualcos'altro, e quindi di ambiti sociali di sfogo e non di solo lavoro.
Ma purtroppo non avendo esperienza in campo esclusivamente sociale e di scazzo per aver saltato gli anni migliori per imparare al meglio, siamo punto e a capo. Inoltre a pesare è la ridottissima capacità di tempo x farlo, anche le minime cose.
Quando ci si decide a fare qualcosa di piccolo e il cervello ce lo "consente", ci si rende conto che è tardi e già ora di alzarsi x andare al lavoro...
Prima non hai socialità e non hai il lavoro... Poi ottieni il lavoro e qualche spunto x socializzare, ma non hai il tempo per farlo...bella inc***ta
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27-01-2016, 23:57
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#13
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 560
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Sì, ti do ragione, risponderei in maniera affermativa alla tua domanda. Quando hai esperienze cresci e riesci a fare tesoro di qualunque cosa, senza esse rimani sempre nel tuo guscio e non vivi la vita nella sua essenza. Io per esempio sto facendo un tirocinio obbligatorio che prima maledicevo, ma nel quale mi sto trovando tutto sommato bene, poiché sto capendo come stare in un contesto lavorativo e sto interagendo di più con le persone. Questo mi aiuterà anche in futuro quando dovrò approcciarmi al mondo del lavoro, e senza il tirocinio avrei avuto le tue stesse paure.
Le ho anche ora, ma probabilmente avrò alle spalle qualcosina dal quale "prendere spunto" per il mio futuro professionale e lavorativo.
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