Quando avevo circa 8 anni, mia sorella di pochi anni più piccola di me, gravemente malata fin dalla nascita fu sottoposta ad un delicato intervento chirurgico, tutt'altro che definitivo......quando circa sei mesi dopo uscì dall'ospedale, i miei genitori erano consapevoli del verdetto dei medici: 10/12 anni di vita al massimo.....
Tornai a casa verso la fine di maggio....dopo essere rimasta per tutto tempo dai miei zii e dai nonni.
Mio padre aveva cominciato già allora a mostrare i primi sintomi di quella malattia che molti anni più tardi lo avrebbe condotto alla pazzia e alla morte.....e comunque a parte questo, nonostante i suoi lati positivi, era una persona fragile che nn aveva mai accettato la malattia di mia sorella e il fatto che dovesse morire; per questo nn la andava mai a trovare in ospedale.....(vi lascio immaginare la rabbia di mia madre nei suoi confronti)...e comunque nn era certamente la persona incline ad ascoltare e capire i problemi degli altri....
Mia madre, nonstante fosse una persona forte, per certi altri aspetti era talmente tanto tesa e sottopressione che probabilmente era ancora più fuori di testa di mio padre.
La scuola era ormai al termine e nonostante tutto all'epoca pensavo solo alle vacanze e a tutti i giochi che avrei potuto fare con i miei numerosi amici.
In realtà quell'estate fu un vero incubo....i litigi erano all'ordine del giorno, e anche quando nn si litigava, la tensione tra di noi era talmente tanto alta che la si poteva perfino respirare.
Litigavamo sempre fra di noi, fra tutti noi.......
Nn racconterò i dettagli....perchè sarebbe troppo lungo e difficile da spiegare.....in poche parole, mia madre si era messa in testa che io avrei dovuto fare da "baby sitter" a mia sorella.....(che per i medici doveva evitare assolutamente di arrabbiarsi o sforzarsi).
Sfortunatamente, io nn andavo molto daccordo con lei....la trovavo antipatica e noiosa (era sempre stata molto viziata e in più probabilmente all'epoca ero ancora gelosa, visto che le attenzioni di tutti erano sempre state per lei) e in più dove abitavo c'erano tantissimi bambini della mia età con cui avevo fatto amicizia e tantissimo spazio in cui poter giocare.
Ovviamente, l'idea di rinunciare a tutto questo per stare a farle compagnia tutto il tempo, mi suonava semplicemte assurda, mentre comandare a bacchetta uno squadrone che a volte contava fino a 20 bambini tutti più o meno miei coetanei affinchè si adeguassero a fare ciò che mia sorella voleva, era nn solo assurdo, ma anche impossibile da realizzare.....almeno per me.
....Vorrei ricordare che all'epoca avevo appena compiuto 9 anni....
Eppure per mia madre questo era suonato insopportabile.
Così oltre ai normali e quotidiani litigi famigliari, si aggiungevano le sue aggressioni giornaliere nei miei confronti.
Accadeva almeno due volte al giorno che venissi aggredita e malmenata con una violenza sconcertante per motivi a dir poco assurdi.....perchè giocavo a nascondino o a pallone con gli amici, perchè nella piscinetta
gonfiabile dei miei vicini ci divertivamo a schizzarci l'uno con l'altro, perchè andavamo sugli schettini o in bicicletta.....o semplicemente perchè parlavo con un amico/a senza coinvolgere lei.
Più passava il tempo e più sentivo di odiare sia lei che i miei genitori....tuttavia il peggio doveva ancora accadere.
Era la fine dell'estate, la gatta dei miei vicini aveva partorito 4 splendidi micini e io e la mia migliore amica lo avevamo scoperto.
La cosa ci aveva mandato in euforia, entrambe adoravamo i gatti e i micini in particolare, ma eravamo entrambe consapevli che la cosa avrebbe dovuto restare nascosta almeno per un mese, se il padre della mia amica ne fosse venuto a conoscenza, con ogni probabilità avrebbe affogato i gattini e questo volevamo assoutamente evitarlo.
Decidemmo così di tenere la notizia nascosta a tutti e istituimmo fra di noi "la posta segreta"....(in pratica dei bigliettini dove, parlavamo dei micini....di come crescevano, di come li avremmo chiamati ecc...)....
Lo so che per degli adulti...i gatti sono gatti.....ma per noi bambine....consideravamo quel segreto molto importante e per qualche giorno io e lei eravamo rimaste più appartate del solito dagli altri del gruppo, compresa mia sorella, che nn aveva preso bene la cosa.
Così accadde che un pomeriggio io e la mia amica quando ci appartammo un poco dagli altri per scambiarci i bigliettini e parlare un pò "dei nostri affari" mia sorella ci segui e pretese ad ogni costo di essere informata su ciò di cui stavamo discutendo.
Ovviamente la risposta fu un secco no e lei se la prese particolarmente e così andò come suo solito a chiamare mia madre piangendo...che arrivò subito infuriata come un toro.
Sapevo di nn aver fatto niente di male e così al suo invito ad entrare subito in casa gli risposi secca e convinta di no.
Lei provò ad insistere, insultandomi e picchiandomi di fronte a tutti, ma io resistetti e gli dissi che nn sarei rientrata in casa perchè nn avevo fatto niente.
Così lei anzichè desistere mi afferrò per i capelli e mi trascinò urlandomi e tirandomi calci e sberle fino in casa dicendomi poi di non uscire e di restare con mia sorella.
Rimasi in casa per circa un'ora......senza però degnare mia sorella di un solo sguardo...e poi alla fine decisi di uscire nuovamente...disubbedendo.
Mia sorella ovviamente era corsa immendiatamente giù a far la spia a mia madre che nemmeno cinque minuti più tardi era già fuori a recuperarmi.....sempre alla stessa maniera.....e come al solito io scappai per la seconda e la terza volta.....
Verso sera lei era di umore nero e mio padre che nn si era minimamente posto il problema e seguiva sempre la corrente era dalla sua parte.
A tavola mi dissero che ero una stupida e una schifosa, che pensavo solo agli altri anzichè salvaguardare gli interessi della famiglia, che dovevo aiutare mia sorella e che i miei amici erano tutti cattivi, che i loro genitori li montavano per farmi fare cose contro di lei e che nn dovevo assolutamente credergli......e tutte queste idiozie......
Io invece ero inviperita....inferocita....e nn credevo a una sola delle loro parole e nn volevo cedere per nessun motivo.....
Così....nn ricordo bene come.....finì in camera mia, tenuta alzata di circa trenta centimetri da terra da mio padre che mi aveva preso per il colletto e mi sbatteva in contiuazione con la schiena e la testa contro il muro, aizzato da mia madre, mentre in coro mi urlavano "hai capito....che devi stare con tua sorella e nn con gli altri...devi sta-re-con-tua-so-rel-la" e ad ogni sillaba di quelle frase mi ributtavano contro il muro.
........La smisero solo quando ormai intontita e dolorante promisi che nn avrei mai più rivisto i miei amici e sarei stata solo con lei.
Allora mio padre mollò la presa e insieme sia lui che mia madre si congratularono con me per aver capito la lezione.
Neanche mezz'ora più tardi mio padre scese fuori e si mise a parlare col vicino.....io ero li con lui, quando si mise a dire con naturalezza al vicino che lui montava i suoi figli contro mia sorella, poi aveva aggiunto con aria soddisfatta che adesso mi aveva istruito a dovere e che quindi nn avrei più giocato con loro e sarei stata sempre con lei.....
Alcuni miei amici erano di la dalla rete che stavano ascoltando tutto....
"Nn è così" mi aveva domandato addirittura ad un certo punto.
Ma nn avevo risposto.....
"Allora vuoi rispondere" mi aveva ridomandato con aria più severa, senza ottenere risposta.
Tentò altre volte, ma più me lo chiedeva e più mi sentivo arrabbiata.
NN avevo potuto difendermi in casa....
Una bambina contro due adulti, nn è che ha molte probabilità, ma adesso c'era solo lui e di fronte proprio sulla rete divisoria era poggiata una catena.
D'un tratto la afferrai e con tutta la forza che avevo glie la diedi sulle gambe...proprio di fronte a tutti.
Ovviamente presi altre botte e nomi e fui riportata immediatamente di sopra......
Per tre giorni nn uscì più di casa...nn facevo altro che piangere, rifiutavo di parlare con chiunque e perfino di mangiare o bere.
Mia madre, alla fine del terzo giorno, tornata un poco in se, mi si avvicinò:
"Ti voglio bene.....e nn posso vederti sempre così triste, per questo ti lascio uscire a giocare".
Mi aveva detto con tono materno, quasi dispiaciuto.......
..........Più di tutto credo che mi fece male quel "Ti voglio bene"..........
Anch'io glie ne volevo, ma più di tutto in quel momento mi sentivo addosso una rabbia e una ferocia inimmaginabile.
Lo so.....era successo tante volte che venissi picchiata e sgridata anche ingiustamente.....ma quella sera era stato diverso.
Ciliegina sulla torta quando tornai a parlare con la mia amica scoprì che i micini erano morti.
......Dichiarai guerra a mia sorella.....
Lo so...un termine del genere può far ridere...specie se si sta parlando di bambini, ma io ero realmente intenzionata, costi quel che costi ad ottenere "la parità" e la "libertà".....nn mi faceva più paura niente.
Lo stesso giorno mia madre e mio padre dovettero intervenire perchè dopo che lei aveva avanzato qualche richiesta, anzichè assecondarla avevo afferrato il primo oggetto che mi era capitato fra le mani (un retino) e l'avevo rincorsa cercando di colpirla, mentre lei scappava piangendo.
Il giorno successivo il litigio si era espanso anche ai bambini del vicinato che nn ne potevano più nemmeno loro.....
E così dalle parole eravamo passati al lancio di piccoli sassi, divenuti man mano sempre più grandi.
Quando poi infine passammo a lanciarci martelli i miei genitori, vedendo che qualsiasi rimprovero o punizione nn sortiva più nessun effetto e comprendendo che il gioco si stava facendo molto pericoloso "concessero la parità".
.........All'epoca pensai che questo fosse sufficiente, che l'incubo di quei giorni fosse finito per sempre.......
In realtà l'incubo iniziava proprio ora.
Mia madre, che nn si era messa in dubbio per un solo secondo e che in più era un tipo piuttosto caratteriale e soggetta a momenti d'ira aveva "dimenticato rapidissimamamente ciò che mi aveva fatto...o catalogato i fatti come normale amministrazione"......ciò che nn aveva dimenticato era invece la mia furia e il mio odio.
Io ero disposta ad uccidere......nn lo dico così per dire......dopo quella sera.....io ero disposta ad uccidere
e lo avrei fatto se tutto questo fosse durato anche solo qualche giorno in più.......
Anzi, nn so come feci a trattenermi così tanto, specie quando i miei ricominciavano a picchiarmi insultarmi e farmi qei discorsi assurdi.
Ricordo un pranzo a tavola...in cui si stava mangiando la carne e perciò avevo tra le mani un coltello piuttosto tagliente e appuntito....lo strinsi fino farmi diventare le mani bianche..........
Nn so cosa mi trattenne.....ad ogni modo, vedendomi particolarmente convinta e sulle mie...per fortuna i miei genitori desistettero presto.....un altro minuto e gli sarei saltata addosso per ucciderli.....forse nn ci sarei riuscita.......forse li avrei solo feriti, o mi avrebbero fermato anche prima......ma l'intento era quello......e se anche mia madre nn aveva pienamente realizzato questo, nn poteva nn aver avvertito tutto il mio odio.
Eppure proprio ciò per cui si sentiva indignata fini quasi con l'uccidemi.
Rapidamente persi l'interesse per qualsiasi cosa e persi ogni amico/a e ogni contatto con gli altri, dentro di me sentivo un vuoto pauroso crescere.
Qualla rabbia si stava letteralmente divorando ogni parte di me e mi impediva perfino di concentrarmi in una qualsiasi attività.
In terza elementare ero una delle più brave della classe, ero aperta, solare, vivace ed ero amica più o meno con tutti.
Per tre anni di seguito invece rischiai di essere bocciata.
Il nuovo maestro.....nn mi conosceva e così mi aveva preso per una scansafatiche o per una persona un pò tarda che aveva bisogno di essere svegliata, e così nn faceva altro che richiamarmi, rimproverarmi e a volte perfino prendermi in giro di fronte ala classe.
A casa nn andava meglio, mia madre, nn faceva altro che rimproverarmi per i brutti voti.....
Aveva senz'altro avvertito quell'odio, senza domandarsi nemmeno un secondo il motivo della sua origine, per cui mi aveva rapidamente catalogato come una bambina cattiva e per lo più scansafatiche.
Persi ogni libertà....passavo interi pomeriggi a piangere nascosta, le chiavi della cameretta erano sequestrate e se mi scopriva piangere, lei si metteva a ridere o peggio mi denigrava di fronte ad altri, mio padre era sempre più fuori di testa......
Ovviamente se mettevo il broncio e a lei nn piaceva pensava bene di cancellarmelo con quattro schiaffoni ben piazzati e se notava in casa un qualche comportamento anomalo che lasciasse trasparire anche solo in parte ciò che mi stesse accadendo, nn esitava a darmi della mica normale e matta "come mio padre".
Nn voleva che mostrassi alcun problema e nemmeno che "parlassi male" di ciò che avveniva in casa.
Ricordo ancora le botte che presi una volta per aver scritto in un tema di ciò che accadeva....
Daltronde io alla fine mi ritrovai così sola da avere solo lei.
La odiavo se solo mi accarezzava, o mi riservava qualche gesto d'affetto provavo un enorme fastidio.....odiavo chiunque provasse a dimostrarmi affetto o amicizia.....e anche ora è così.....ma era l'unico contatto umano che mi restava.
Così.....lo so.....qualcuno lo giudicherà pazzesco........nn dissi niente per vent'anni e feci di tutto per dargli l'impressione che tutto andasse bene.....
Tornai perfino a reimpegnarmi negli studi.......nonostante ora mi costassero molta più fatica e mi laureai con un bel voto.
Per evitare che nelle pagelle scrivessero che la mia socializzazioe con i compagni era scarsa o praticamente inesistente, durante gli intervalli facevo di tutto per evitare gli insegnanti, oppure quando ne vedevo uno
fingevo di essere impegnata in una qualsiasi attività, oppure inventavo una qualche domanda da porgere a un compagno.
Verso i vent'anni tentai il suicidio per la prima volta.
Dopo uno dei litigi furibondi avuti con mia madre miancciai di gettarmi dalla finestra....(per mia sorella ora c'era una cura, ma doveva essere sottoposta ad un altro delicato intervento chirurgico dagli esiti più che incerti)......
La situazione nn era poi molto diversa da quella di circa dieci anni prima, con l'unica differenza che mio padre ora mostrava in pieno tutti i sintomi di quello che un'anno più tardi un neuropsichiatra che lo visitò definì ingiustamente schizzofrenia.....(visto che in realtà scoprimmo molto più tardi che si trattava di un tumore, sviluppatosi nell'area frontale destra del cervello....quella del ragionamento....ma ormai era troppo tardi).
Accennai a mia madre qualcosa di ciò che era avvenuto più di dieci anni prima, ma lei era nuovamente tesa e nervosa come allora.
Mi rispose seccatamente che avrei dovuto vergognarmi, che c'era mia sorella che poteva morire, che nn aveva fatto niente.....praticamente mi impedì di parlare.
Poi si mise a fare un lungo discorso che propro nn ricordo e che nn ascoltai per la gran parte.
Dentro pensavo solamente di farla finita.....fu li che avvenne il primo cambiamento...probabilmente l'unico.
Era marzo e faceva ancora un pò freddino, c'era appena stato un temporale, ma ora era finito e al tramonto i raggi del sole inondavano il cielo di una luce meravigliosa.
Era così affascinante quella visione.......il mondo mi era parso per un attimo così immenso.....da far apparire mia madre così misera e piccola e buia, da cancellare in un solo istante tutto quell'odio e quel rancore.
No...nn la perdonai.....semplicemente la compatii.....
Scesi dal davanzale, decisa a lasciarmi il passato alle spalle e riprendere a vivere.
Che idiozia.....pensare di cancellare dieci anni di inferno con un semplice colpo di spugna.
Da allora sono passati altri dieci anni....
In tutto questo tempo nn mi ha lasciato nemmeno per un istante il terrore atavico verso chiunque provi a volermi bene o semplicemente mi mostri un pò di simpatia o affetto.
Tutt'oggi, detesto qualsiasi gesto d'affetto compiuto nei miei confronti.....nn tollero e mal sopporto perfino quel bacio formale sulla guancia che si da fra parenti e amici per salutarsi.
Peggio ancora è che "nn avendo praticamente vissuto per più di dieci anni" restando praticamente sospesa in una specie di limbo (in pratica parte della mia infanzia, tutta l'adolescenza e parte della mia prima giovinezza) nn ho idea di come rapportarmi con le persone adulte.
Nn ho i loro interessi, nn comprendo i loro comportamenti, nn capisco mai che si aspettino da me e il terrore sempre fisso di essere nuovamente ferita mi rende tesa e nervosa come una corda di violino.....
Le uniche persone con cui riesco a legare e che riesco a comprendere in un modo che lascia addirittura allibito il più degli individui sono i bambini.
Con loro......nn ho bisogno di spiegazioni.....so esattamente cosa devo fare....specie se come purtroppo al giorno d'oggi capita sempre più spesso...si portano dentro delle ferite profonde.
"E' stato dio a mandarti da lei" mi ha addirittura detto quest'anno un mio collega dopo aver visto il modo in cui avevo saputo "tirar su" e ridare fiducia a una ragazzina che avevo seguito.
Anche se più che rincuorarmi quel commento ha sollevato solo dubbi e perplessità.
Avevo nove anni quando dopo quella violenza assurda ho smesso praticamente di vivere....ne avevo venti quando in un qualche modo "mi ero risvegliata", scoprendo con orrore che tutti erano cresciuti e cambiati tranne me.
Per circa dieci anni ho provato a cambiare ed adeguarmi anch'io, facendo solo degli enormi buchi nell'acqua e uscendo da ogni nuova esperienza sempre più depressa e demoralizzata.
E' vero, saper comprendere i bambini ed essere in grado di aiutarli nn è una cosa malvagia; ma sempre più spesso mi capita di avere dei dubbi e perplessità su questa mia strana capacità.
E se fossi io a sfruttare loro?
Se la persona che realmente vorrei aiutare fosse semplicemnte me stessa....
E se nonostante tutto parte del mio dolore venisse trasmesso a loro....
Nn ho nessun diritto di pretendere da loro calore umano, il mio è solo un lavoro.
Io li posso aiutare, ma nn posso chiedere niente in cambio....per cui alla fine resto sempre dannatamente sola.
E poi ci sono i dubbi e sospetti che ho sempre paura di sollevare....certo, il mio aspetto da ragazzina (nonostante la mia età, dimostro si e no 16/18 anni....alcuni mi scambiano addirittura per una studente delle medie.....), fa si che gli estranei giustifichino questa mia stravagante affinità, con la mia giovane età....
Chi invece sa che in realtà ho trent'anni e mi conosce almeno in parte, se proprio nn si insospettisce, giudica la cosa per lo meno strana.
Quei pochi che mi dicono che sono molto fortunata ad essere ancora così giovanile e vivace alla ma età....mi verrebbe voglia di fulminarli all'istante.
Dieci anni persi nel vuoto, la sofferenza di una bambina sola, ferita e mai aiutata, una vita senza più affetti, l'impossibilità di avere amici, una famiglia, dei figli, tre suicidi tentati, una madre che adesso....visto che le cose "vanno un pò meglio" è disposta ad ascoltarti un pò di più, mache poi lo fa solo per paura che ci riprovi e con amici e parenti dice semplicemnte che sono matta e depressa oppure viziata, mentre se insisto nn esita a dire che sono cattiva, che sono veramente cattiva e poi aggiunge ogni altro genere di ingiurie.........
Se solo chi dicesse queste idiozie conoscesse il vero prezzo da pagare per essere un eterno Peter Pan....
......Scusate lo sfogo.......
Ad ogni modo, ciò che ho raccontato qui è tutto vero.....anche se nn sono molto brava a raccontare....