|
04-10-2008, 19:00
|
#1
|
Intermedio
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 212
|
Sono giunto ad una conclusione (probabilmente parziale), che è la seguente: il vero problema che sta a monte della nostra condizione è la Debolezza della Volontà. La questione potrebbe essere affrontata sia dal punto di vista filosofico (la debolezza della volontà come indice della Natura Umana "decaduta" o come innata incapacità di scelta) che da un punto di vista "pratico-comportamentale". Credo abbia per noi la priorità il secondo punto.
Cosa intendo con debolezza della Volontà? La nostra incapacità di prendere una decisione,la nostra incapacità nel dire "Sì,è ciò che voglio", la nostra apatia che ci corrode dall'interno e che pure ci sembra si auto-giustifichi.
Tutti gli altri ci sembrano molto più determinati e ben inseriti nel Mondo,noi invece siamo sempre alle prese con una Volontà che vorrebbe ma si sente perennemente inadeguata. Come uscire da un simile labirinto?
|
|
04-10-2008, 19:07
|
#2
|
Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
|
Oh oh fabiofilosofo, senza stare a filosofeggiare troppo basta semplicemente dire che i timidi/fobici sono ipersensibili, e la grande sensibilità al "dolore" unita a un passato di doloro prolungato fiaccano anche il più grande degli stoici...
Si diventa deboli, apatici, fragili...anche se devo dire per quanto mi riguarda sono molto forte in certi ambiti e debolissimo in altri.
La cosa peggiore, secondo me, oltre alla debolezza è la sensazione d'immobilismo...
|
|
04-10-2008, 19:30
|
#3
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 367
|
è quello che dico io...il timido/sociofobico in parte è più sensibile, in parte è meno determinato.
Un esempio? ora non prendiamo i ragazzi di oggi rudi...
prendiamo un ragazzo o meglio una ragazza qualunque nella norma...che parla...ride e scherza...
provala a fissare negli occhi x 15 secondi (anche se dentro il cuore ti parte). Si sentirà in un disagio incredibile....cambierà direzione del suo sguardo e si innervosirà un po'....eppure non è sociofobica...e nemmeno timidissima.
|
|
04-10-2008, 20:49
|
#4
|
Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,411
|
Alla base c'è l'ipersensibilità verso il giudizio altrui, la paura di non essere accettati e di venire rifiutati. A seconda del grado di autostima può esserci un bisogno di perfezione più o meno grande, che spinge a crearsi un'immagine di sé che non corrisponde a verità e a fare di tutto perchè quest'immagine non venga scalfita. Ci si illude di essere perfetti e si evita qualsiasi situazione che possa mostrarci la nostra imperfezione, si evita di giocare per paura di perdere e ci si illude di vincere con sogni, fantasie e mille giustificazioni razionali. Si oggettivizzano i propri limiti, rendendoli assoluti, per eliminare il senso di colpa e accrescere il proprio senso di stoicità.
Anche tu, hai utilizzato un gergo tecnico non necessario per dare una patina d'illusione all'immagine perfetta che hai di te stesso. Ti vuoi staccare anche linguisticamente dai tuoi interlocutori, quasi non ti volessi mischiare, ma in fondo è solo paura di partecipare al gioco.
La vera vittoria è capire e introiettare il fatto che il giudizio degli altri (intesi come individui qualsiasi, non come persone che stimiamo o amiamo) conta davvero poco.
La volontà può essere anche fortissima, ma se trova dall'altra parte la paura a farle resistenza, la nostra vita sarà sempre una lotta contro noi stessi. Bisogna eliminare la paura.
|
|
04-10-2008, 20:56
|
#5
|
Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
|
Bardamu santo subito!
|
|
04-10-2008, 22:34
|
#6
|
Intermedio
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 212
|
Sono d'accordo,ma non sull' "immagine perfetta che ho di me stesso". E' vero invece il contrario,io ho un'immagine di me imperfetta dal punto di vista "sentimentale", per non dire miserrima. Il giudizio altrui? Sicuramente influenza e condiziona la mia volontà, ma dipende anche dai contesti..
Eliminare la paura? Beh,citando Hobbes si potrebbe dire (vado a memoria): "Il mio gemello è la paura"
|
|
04-10-2008, 22:55
|
#7
|
Avanzato
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 332
|
Debolezza di volontà? Beh credo che siamo fuori strada. :roll:
La mia teoria è la seguente: una serie di esperienze negative (ad esempio violenze fisiche o psichiche) che l'individuo ha vissuto hanno intaccato profondamente l'autostima dello stesso.
Un sociofobico ha sempre una bassa stima di sè.
Di conseguenza se l'individuo non crede in sè, nelle proprie capacità, ha serie difficoltà ad agire e a raggiungere i propri obbiettivi.
Occorre quindi qualcosa/qualcuno che risollevi la sua autostima.
E' assolutamente fuorviante credere che noi siamo razionalmente e completamente padroni del nostro modo di agire, delle nostre scelte. Molti dei nostri comportamenti sono determinati in base alla nostra natura e soprattutto dalle nostre personali esperienze di vita.
Ciao :wink:
|
|
04-10-2008, 23:04
|
#8
|
Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: My HoMe
Messaggi: 2,194
|
La volontà....mmmm :?
Credo non sia principalmente un problema di volontà...prendo il mio esempio perchè è l'unico che ho: io ne ho di volontà e a volte faccio anche figuraccie e appaio molto contraddittoria perchè di volontà ne ho fin troppa....
non mi interessa un tubazzo fare brutte figure, mi interessa solo agire.....fare qualcosa....essere attiva e non passiva e mi sforzo in questa direzione...
credo che il problema non sia quello della volontà, ci sono molti fobici che hanno volontà da vendere (prendete Cali) ma che comunque non sono riusciti ad uscire da questo circolo vizioso....
Per risolvere il problema è vero che bisogna bombardarlo dalle fondamenta, ma quali sono queste fondamenta :?:
Un fobico, anche se molto volenteroso si troverà sempre in imbarazzo in presenza di molta gente od oltrepassando un bar pieno di gente.....che cosa fa scattare questi meccanismi?
si potrebbe trattare di autodifesa? Mettersi in guardia contro qualcosa? Percepire un pericolo? Ma che pericolo e cosa causa questo stato di allarme? Queste sono le domande a cui si dovrebbe rispondere per ricercare una via di uscita....
se non si conosce il proprio nemico,, come si pretende di combatterlo? :?
Bho, forse sarà il nostro cervello troppo contorto......forse nel momento in cui siamo divenuti fobici ha ricevuto come uno strappo muscolare da cui poi non si è mai ripreso del tutto.... :lol:
|
|
04-10-2008, 23:36
|
#9
|
Avanzato
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: Modena
Messaggi: 308
|
Non credo che la violenza subita crei timidezza. Anzi, secondo me crea persone altrettanto violente...basta leggere le biografie dei criminali per scoprire che tipo di atrocità hanno subito da bambini...
Piuttosto il nostro problema nasce da genitori iperprotettivi che ci hanno impedito di fare esperienze facendoci credere che siamo assolutamente incapaci. Certo hanno agito pensando di aiutarci, senza rendersi conto che facendo le cose al nostro posto ci umiliavano. Era come se ci dicessero: "lo faccio io perchè tu non vali niente"
A questo punto non ci rimane altro che essere una sorta di genitori di noi stessi, facendo quello che loro non hanno fatto per noi...
Non è semplice da spiegare. Ad esempio quando ho paura ad entrare in un negozio e chiedere un paio di scarpe penso: cosa direi ad un figlio con questo problema? " Lascia stare, non sei capace? "NOOOO, questo non è essere buoni genitori...
Gli direi: "quelle scarpe ti servono?allora smettila di fare il bambino, tira fuori le p... ed entra"
Volete sapere se funziona? Provate :twisted:
|
|
04-10-2008, 23:48
|
#10
|
Esperto
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 987
|
credo che la mancanza di volontà non sia solo dei very fobic, ma che nel loro caso sia deleteria
occhio che c'è una bella differenza tra evitare una paura e non avere volontà
la volontà non basta per vincere la paura
è però vero che ci sono molti very che non hanno volonta nel fare altre attività, ma non solo chi è giustificato dalla depressione, proprio chi invece ha dei problemi che però gli prendono la mente impedendo di fare il resto
cioè a volte sembra una scusa per non fare, perchè non tutti hanno l'ansia generalizzata
c'è chi è fermo e si è ancorato da un pezzo, chi rimurgina tutto il giorno, cerca spiegazioni e non agisce
action ragazzi, potrete anche guarire dalla fobia tra 10 anni, ma ritrovarvi lo stesso nella cacca
formicate gente, formicate
|
|
05-10-2008, 12:48
|
#11
|
Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,411
|
Quote:
Originariamente inviata da Fabiofilosofo
Sono d'accordo,ma non sull' "immagine perfetta che ho di me stesso". E' vero invece il contrario,io ho un'immagine di me imperfetta dal punto di vista "sentimentale", per non dire miserrima. Il giudizio altrui? Sicuramente influenza e condiziona la mia volontà, ma dipende anche dai contesti..
Eliminare la paura? Beh,citando Hobbes si potrebbe dire (vado a memoria): "Il mio gemello è la paura"
|
L'immagine perfetta che ci si crea di sé è illusoria, spesso effettivamente incompleta. Ci sono fobici che hanno un'autostima bassa e altri che ce l'hanno piuttosto alta, ma quasi sempre si tratta di stime di sé che non corrispondono alla realtà, perchè non basate sull'esperienza e su una reale conoscenza di sé. Alla base c'è comunque la paura di vedere la propria immagine scalfita nella propria perfezione (in caso di autostima alta) o confermata nella propria imperfezione (autostima bassa). Dietro a queste conferme negative c'è comunque sempre e solo la paura di non venire accettati e di venire rifiutati. Questo simboleggia il giudizio altrui, al quale diamo eccessiva importanza: il rifiuto.
Quello che manca ad un fobico/timido/introverso è la conoscenza di certe parti di sé, quelle parti che non sono mai state scoperte e messe alla prova. Spesso e volentieri si tratta proprio della parte sentimentale, perchè è quella legata alle emozioni, che non può essere sperimentata se non tramite l'esperienza diretta.
Le informazioni le puoi acquisire anche in completa solitudine, le emozioni no, quelle per sperimentarle bisogna viverle. Dal punto di vista del sentire, ci conosciamo molto meno di quanto crediamo: razionalizziamo le emozioni che non abbiamo mai provato e le traduciamo in conoscenza, trascurando il fatto che provare un'emozione e descriverla razionalmente a sé stessi sono due cose completamente diverse.
Queste mie idee valgono per un certo tipo di meccanismo, comune a molti fobici che ho conosciuto qui. Ci sono altre situazioni in cui la bassa autostima, certi traumi subiti o certe patologie associate come la depressione, l'eritrofobia o altre fobie circoscritte giocano ruoli di primo piano, ma alla fine le parti in gioco sono sempre le stesse: il valore dato al giudizio degli altri in primis, poi l'autostima, la non conoscenza della propria parte emotiva, la razionalizzazione che prende il sopravvento, i meccanismi difensivi fatti di auto-illusioni ecc.
|
|
|
|