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Vecchio 30-09-2008, 21:42   #1
Esperto
 

di Alphonse Daudet

Al Signor Pierre Gringoire, poeta lirico di Parigi.


Sarai sempre il solito, il mio povero Gringoire!

Come!Ti offrono un posto di cronista in un buon quotidiano di Parigi e hai la spudoratezza di rifiutare...Ma guardami, sfortunato ragazzo! Guarda questo farsetto bucato, queste scarpe disfatte, questa faccia magra che grida fame. Ecco dove ti ha tuttavia portato questa tua passione per le belle rime!...Non hai vergogna!

Diventa cronista,imbecille!Diventa cronista! Guadagnerai profunatamente dei belli scudi, avrai il tuo coperto presso Brébant e potrai farti vedere il giorno delle “prime” con una piuma nuova sul tuo fermaglio..
No?Non vuoi...?Pretendi voler restare libero fino alla fine...Bene,ascolta un po' la storia del Signor Seguin. Vedrai cosa si guadagna a voler essere libero.

Il Signor Seguin non aveva mai avuto fortuna con le sue capre.
Le perdeva tutte nel medesimo modo: di mattina, rompevano le loro corde, se ne andavano nella montagna, e lì su il lupo le mangiava. Né le carezze del loro padrone, né la paura del lupo, niente le fermava. Erano, a quanto sembra, delle capre indipendenti, che volevano ad ogni costo l'aria pura e la libertà.
Il bravo Signor Seguin che non capiva nulla del carattere delle sue bestie, era costernato. Diceva:
– E' finita, da me le capre si annoiano , non ne avrò mai più una.
Tuttavia non si scoraggiava, e, dopo avere perso sei capre nello stesso modo, ne comprò una settima; solo che, questa volta, ebbe il buon senso di prenderla molto giovane, in modo che si abituasse a rimanere con lui.
Ah!Gringoire come era bella, la capretta del Signor Seguin!Come era bella con i suoi occhi dolci, la sua barbetta da sotto-ufficiale,i suoi zoccoli neri e lucicanti,le sue corna zebrate e i suoi lunghi peli bianchi che li facevano da pellanda!Era tanto carina quanto il capretto d'Esmeralda, te lo ricordi Gringoire?-e poi, docile, accarezzante,lasciandosi mungere senza muoversi, senza mettere il suo piede nella scodella. Insomma un amore di capretta...

Il Signor Seguin aveva dietro casa sua un recinto di biancospini.E' lì che rinchiuso la nuova ospite.
L'attaccò ad un palo, nel posto più bello del prato,avendo cura di lasciarle molta corda, e ogni tanto, veniva a vedere se stava bene.
La capretta era molto felice e brucava l'erba così volentieri che il Signor Seguin ne era felice.

– Finalmente, pensava il povero uomo, eccone una che non si annoierà con me!

Il Signor Seguin si sbagliava, la sua capra si annoiò.
Un giorno, disse a se stessa guardando la montagna:

– Come si starebbe bene lì sopra! Quanto sarebbe piacevole sgambettare nella brughiera, senza questa maledetta corda che mi scortica il collo!...Buono per l'asino o per il bue di brucare in un recinto!...Le capre,hanno bisogno di più spazio.

Da quel momento, l'erba del recinto le apparve scialba.
Le venne a noia.Dimagrì, il suo latte scarseggiò. Faceva pena a vederla tirare tutto il giorno la sua corda, la testa girata verso la Montagna, le narici aperte, facendo Mè!...tristemente.

Il Signor Seguin si rendeva conto che la sua capra aveva qualcosa ,ma non sapeva cosa fosse...Una mattina, quando finì di mungerla, la capra si girò verso di lui e gli disse nel suo dialetto:
– Ascoltate Signor Seguin, muoio di noia da voi, lasciatemi andare nella montagna.
– Ah!Dio mio!...Anche lei!gridò il Signor Seguin stupefato, e di colpo lasciò cadere la sua scodella; sedendosi nell'erba vicino alla sua capra esclamò:
– Come , Blanquette, vuoi lasciarmi!

E Blanquette rispose:

– Si, Signor Seguin.
– Ti manca l'erba qui?
– Oh!No!Signor Seguin.
– E' troppo stretta la corda, vuoi che l'allenti?
– No, non vale la pena,Signor Seguin.
– Allora di cosa hai bisogno?Cosa vuoi?
– Voglio andare sulla Montagna,Signor Seguin.
– Ma, disgraziata, non sai che c'è il lupo...Cosa farai quando arriverà?
– Gli darò dei colpi di corna,Signor Seguin.
– Al lupo non importano le tue corna.Mi ha mangiato delle capre con delle corna più forti delle tue...Ti ricordi, la povera Renaude che si trovava qui l'anno scorso?..Ha lottato tutta la notte con il lupo...poi alla mattina,il lupo l'ha divorata.
– Peccato,povera Renaude!...Non fa nulla ,Signor Seguin,lasciatemi andare sulla montagna.
– Bontà divina!...disse il Signor Seguin;cosa succede alle mie capre?Eccone un'altra che il lupo si mangierà...Ah questo no!...Ti salverò comunque, birichina! E per evitare che rompi la corda, ti chiuderò nella stalla e ci rimarrai per sempre.

Così,il Signor Seguin portò la capra nella stalla completamente buia e chiuse la porta a doppia mandata.
Ma sfortunatamente aveva dimenticato di chiudere la finestra e appena andato via, la piccola scappò...Ridi Gringoire? Lo so che sei dalla parte delle capre contro il buon Signor Seguin...Ma vediamo se riderai ancora più tardi.
Quando la capra bianca arrivò sulla montagna, fu un vero incanto. I vecchi pini non avevano mai visto qualcosa di così bello.Fu ricevuta come una piccola regina.I castagni si abassavano fino a terra per accarezzarla con la punta dei loro rami.Le ginestre d'oro si aprivano al suo passaggio,e profumavano a lungo.Tutta la montagna le fece festa.

Pensi Gringoire come era felice la nostra capretta!
Niente corda,niente palo...nulla che l'impediva di sgambettare, di brucare a volontà...
La capra bianca , mezza ubriaca,si allungava con le gambe in aria e si arrotolava lungo i pendii, mischiata alle foglie cadute e alle castagne...poi di colpo si rialzava sulle sue zampe.Hop!eccola partita,le testa bassa, attraverso le macchie e le brughiere, prima su un picco,poi in fondo ad un burrone, in alto, in basso ovunque...Sembrava che ci fossero dieci capre del Signor Seguin sulla montagna.Non aveva paura di nulla Blanquette. Saltava in un colpo i grandi torrenti che la infangavano al suo passaggio...

Insomma ,fu una bellissima giornata per la capra del Signor Seguin.Verso mezza giornata s'imbattè in una truppa di camosci che stavano mangiando una lambrusca.Il nostro piccolo corridore fece sensazione...Si dice anche,ma questo deve rimanere tra di noi Gringoire,che un giovane camoscio, con il pelo nero,ebbe la fortuna di piacere a Blanquette. I due innamorati si persero nei boschi per più di due ore, e se vuoi sapere cosa si dissero,va a chiederlo alle fonti chiacchieroni che scorrono invisibili lungo il muschio.
All'improviso il vento divenne freschino.La montagna divenne viola;era notte.

– Già!disse la capretta;si fermò come stupita.
Giù i campi erano sommersi dalla nebbia.Il recinto del Signor Seguin era scomparso e si vedeva solo il fumo che usciva dal tetto della casetta...All'improvviso sussultò...
Poi fu un urlo nella montagna:
– Hu!Hu!
Pensò al lupo;tutto il giorno non ci aveva pensato per nulla...Suonò anche una tromba lontano nella valle.Era il buon Signor Seguin che faceva un ultimo sforzo per farla tornare.
– Hu!Hu! Faceva il lupo.
– Torna!Torna!urlava la tromba.
Blanquette ebbe voglia di tornare;ma ricordandosi del palo,la corda,la siepe del recinto,pensò che adesso non poteva più fare quella vita,che fosse meglio rimanere.
La tromba smise di suonare...
La capra sentì dietro di lei un rumore di foglie.
Girandosi vide nell'ombra due orecchie corte,dritte,con degli occhi luccicanti.Era il lupo.
Enorme,immobile,seduto all'indietro,era lì che fissava la capra bianca e che la mangiava con gli occhi.Il lupo non aveva fretta; si mise a ridere con cattiveria.
– Ah!Ah!la piccola capra del Signor Seguin!passò la sua grossa lingua rossa sulle labbra.
– Blanquette si sentì persa...Si ricordò la storia della vecchia Renaude che aveva lottata tutta la notte prima di essere divorata;si disse che forse era meglio lasciarsi divorare subito;poi cambiando idea,si mise in guardia,la testa bassa e la corna puntata,come una brava capra del Signor Seguin...Non che avesse la speranza di uccidere il lupo,ma solo per vedere se poteva resistere più a lungo della Renaude..
– Il mostro si avvicinò,e le piccole corna iniziarono la loro danza.
– Ah!la brava capretta,come caricava con il cuore in mano!più di dieci volte,non mento Gringoire, costrinse il lupo ad indietreggiare per riprendere il fiato.Negli intervalli della lotta,la golosa brucava in fretta un po' della sua cara erba;poi tornava alla carica,la bocca piena...Questo durò tutta la notte. Di tanto in tanto la capra del Signor Seguin guardava le stelle danzare nel cielo chiaro e diceva dentro di sé:
– Oh!speriamo di reggere fino all'alba...
Una dopo l'altra,le stelle si spensero.Blanquette radoppiò i colpi di corna,il lupo le dentate...
Una luce apparve all'orizzonte...il canto rauco del gallo salì da una cascina.
– Finalmente!dise la povera capra,che aspettava solo l'alba per morire;si allungò per terra nella sua bella pelliccia bianca macchiata di sangue...
Allora il lupo si gettò sulla capretta e la divorò.
Addio Gringoire!
Vecchio 02-10-2008, 11:02   #2
Principiante
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Il lupo conosce la capretta, ma la capretta non conosce il lupo
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