liuk76

Per certi versi piacevole, per altri no.

A livello di amicizie e situazioni sociali, discretamente piacevole: uscivo nei weekend con amici e mi sentivo affiatato e legato, talvolta anche nei pomeriggi, anche se ho scontato una scarsa varietà di esperienze sociali legata a limiti imposti dai genitori, ad un'eccessiva fissazione con l'informatica (il classico nerd) che mi ha portato a disinteressarmi un po' del resto.
Inoltre ero un po' preso per il cu*o e discriminato da qualcuno per via del mio abbigliamento ed atteggiamento da sfigato, derivante dalla mia totale noncuranza per l'apparenza unitamente al non mettermi minimamente in discussione da questo punto di vista.

A livello emotivo e umorale devo dire che nel complesso stavo bene.

Invece a livello sessuale e sentimentale è stata caratterizzata dal vuoto quasi assoluto: a parte una microcotta non concretizzatasi in nulla, nessuna mi ha mai considerato e non ho mai avuto occasioni e contatti sessuali, eccetto un episodio isolato a 13 anni (palpate senza che finisse in sesso).

Fortunatamente a 19 anni ho avuto la mia prima esperienza sentimentale e sessuale ma, onestamente, la ritengo una mancanza il non aver avuto esperienze sessuali/sentimentali dai 14 ai 18.

Mancanza perché a quell'età, solitamente, si è pieni di energie ed il corpo ha una certa tonicità e "bellezza" che si perde lasciata l'adolescenza ma anche perché, a meno di situazioni particolari, si è così spensierati da poterlo fare molto spesso (luoghi permettendo).
Inoltre la freschezza mentale consente di sperimentare con uno spirito diverso da quello che si può avere a 20, 30 o 40 anni.

Ciò nonostante, vivo in piena serenità questo gap adolescenziale. Ne parlo solo per la discussione in sé.

GiuseppeSport

Ero incosciente riguardo all'importanza della fase di vita che stavo vivendo,non mi interessava nulla di quello succedeva intorno a me,avevo pochi interessi per la maggioranza infantili,se non volevo uscire o quando non avevo scuola mi stava bene starmi nel mio rifugio(casa).Avevo una grande paura di affrontare la vita adulta ossia tutto quello che riguardava la vita sociale(come una fidanzata) e il lavoro.Mi ritenevo troppo piccolo per avere una ragazza per questo manco ci pensavo figuriamoci se avessi avuto la malizia o la maturità di provarci con qualcuna.Non volevo crescere mi piaceva e mi faceva comodo essere e vivere come un ragazzino.Ho subito atti di bullismo che mi hanno causato anche l'isolamento ma all'epoca ritenevo tutto normale perchè pensavo che tra ragazzi di quell'età era giusto che accadessero determinate cose per questo motivo non ci ho dato importanza e non mi sono mai ribellato.Inoltre ero chiuso e mi vergognavo di parlare di me non sopportavo di raccontare a qualcuno che avessi subito dei maltrattamenti perchè avevo una considerazione di me troppo alta e non avrei mai accettato di riconoscere a me stesso e agli altri di essere fragile e vittima,ma nei fatti lo ero.Superata la maturità un bel giorno intorno ai 20/21 anni mi ero reso conto di essere diventato grande,fisicamente ma non affatto mentalmente.Oramai era troppo tardi non potevo più tornare indietro e recuperare il tempo perduto e non potevo nello stesso tempo far contenti tutti quelli che nutrivano delle aspettative su di me come in miei genitori.A quel punto mi sono fermato e ho intrapreso un cammino difficile ossia un viaggio interiore per capire cosa succedeva e di cosa soffrivo.Alla fine dopo molti anni sono venuto a conoscenza del male che mi affiggeva e che mi affligge tutt'ora. Oggi continuo a combattere e continuo a seguire quel cammino con la speranza di riuscire a guarire e di diventare un uomo.Una parola per descrivere la mia adolescenza?triste.

y

Mah, la mia non è stata decisamente un granché. Comunque l'ho rimossa. Non mi ricordo quasi niente. :|

Leggevo su un libro recentemente che (almeno secondo quel punto di vista) l'adolescenza può considerarsi terminata quando mettendo al mondo dei figli si sancisce il passaggio dal ruolo di figli a quello di genitori, passando in un certo senso dall'altra parte della barricata, diciamo così.

Kid Omega

Orribile....in 2 parole,la mia adolescenza é stata segnata dalla paura e dalla violenza.

Gladius

Dai 15 ai 16 direi isolato.
Dai 17 ai 19 depresso, dormivo tutto il giorno, non nutrivo interesse per nulla se non per il karate era l'unica cosa che mi faceva stare bene...
Le giornate in cui non dormivo mi rembicillivo delle ore davanti i videogame, non avevo amici...
Il bullismo l'ho subivo dalle elementari... nonostante facessi karate sapevo che reagire ad un bullo significava stenderlo definitivamente altrimenti eri finito per cui ho sempre subito....
Anch'io non ero cosciente della mia vita e della psiche delle persone che mi stavano attorno tant'è che sembrava vivessi in mondo furoi da quello reale...
La colpa è in parte mia? ma direi di più dei miei genitori i quali non si son sprecati a curarmi e a seguirmi nella crescita, tutt'ora ho solo il minimo rapporto con i miei genitori, faccio fatica chiamarli papà e mamma è una cosa che non riesco fare... inoltre mi addolora ammetterlo ma mi arrecano imbarazzo.

La mia adolescenza è stata sprecata.

a.a.a

Non è stata molta bella dai 12 fino a 17 era meglio,da 18 in poi molto peggio.

cancellato8041

fino ai 16-17 anni è stata un vero tormento
solo, zero amici, zero vita sociale, ero preso di mira a scuola (in particolare dai compagni di classe) e segnata dall'apatia...

dai 17 sono migliorato molto in questo senso, anche se a ripensarci mi viene il magone

Claudio93

Secondo me dura fino a circa 24 anni, io ne ho 19.
Io l' ho trascorsa in una profonda monotonia e solitudine (continua così), fino ai 15 anni non mi ero mai innamorato veramente. Certe volte penso che preferirei una vita più stupida e serena, che triste e sensibile, ma in fondo non è vero.

Pablo's way

tra i 12 e i 16 ricordo con piacere lunghe estati di gioco e di continue scoperte, gli amici che mi passavano a chiamare alle 14:30 dopo la scuola per andare a giocare a pallone, si pensava solo a giocare, sempre all'aria aperta. L'altro sesso diventava sempre più importante man mano che il tempo passava, ma eravamo sempre un po' bambini e le esperienze erano poche, spesso si viveva dei racconti dei ragazzi più grandi.

Verso i 16-18 cambiò un po' tutto, e quest'ultimo aspetto crebbe di importanza fino a riempire le giornate, e tutto diventò più complesso e più amaro per chi come me, non aveva il dono di piacere alle ragazze.
Ricordo il brivido delle prime serate fuori fino a tardi, il sabato si faceva a gara per conquistarsi il posto nelle macchine dei ragazzi più grandi per farsi portare in discoteca, gli anni felici stavano ormai finendo, la magia del gioco lasciò spazio alla competizione e alla voglia di sentirsi più grandi, più forti, più considerati, la voglia di piacere alle ragazze.....
Quest'ultima fase la definirei per me la fase del disincanto, quando cominci a vedere le cose che non vanno, le piccole ingiustizie, le difficoltà di crescere, le prime amare sconfitte...

dentromeashita

tardoadolescenziale,protratta oltre i 20,con uno strano sbattimento interno ultimo,tra il dover crescere in questo sistema di merda,o mandare tutto a fanculo.sono ancora qui.

matthew

Non esiste un eta`precisa,e`quanto piu`uno stato mentale.
Ti accorgi di averla passata quando realizzi che tante cose che provavi/pensavi prima in modo naturale ora non lo sono piu`.