Non so che scrivere nella presentazione..
farò l'egoista e userò questo spazio per vomitare tutto ciò che ho passato nella mia vita.
Ho 30 anni. Fin da piccola seguita dai servizi sociali per colpa di mia madre. Madre con forte depressione con stati allucinatori/persecutori. A 6 anni finita in ospedale perchè mia madre si era affidata ad un mago milanese che le aveva detto che IO ero la causa delle energie negative in casa sua (e per farsi dire questo, le ha spillato un milione e mezzo di lire. Grazie mago di meNTa). La soluzione? tenermi una settimana senza cibo. Al 5° giorno sono stata ricoverata in pediatria di urgenza, e mia mamma ricoverata in psichiatria con TSO. Ricordo quasi niente della mia infanzia. Ma quello lo ricordo benissimo. Ricordo il corridoio di notte dell'ospedale, mentre venivo portata in stanza. Ricordo i test dello psicologo il giorno dopo mentre mi faceva disegnare. Ricordo mia mamma che veniva portata via tra le urla di mio padre che diceva che lei non aveva nulla.
Il resto della mia infanzia è passato tra gite al pronto soccorso per le botte, le richieste di affidamento dei parenti (sempre ritirate all'ultimo per le minacce di mio padre ai loro figli), le volte in cui tornavo a casa e trovavo lo zaino fuori casa e sapevo già che dovevo andare a vivere da mia nonna.
Non ho potuto studiare per il diploma che volevo. Ho fatto un diploma nel sociale, ho iniziato a lavorare, ottenendo ottimi risultati. Ma non ero comunque felice. C'erano sempre i problemi con i miei genitori.
Visite dallo psicologo una volta a settimana, massimo ogni due. Diagnosi: iperattività, incapacità a gestire le emozioni, stati depressivi.
Tra alti e bassi trovo un uomo che mi ama e che decide che vedermi vivere tra la mia auto e le notti da mia nonna non è vita. Andiamo a vivere assieme. Sembrava andare tutto bene.
Poi nel giro di 8 mesi perdo tutti e tre i nonni che avevo, compresa la nonna che mi ha cresciuta. Alla sua morte è scoppiato tutto. Ho iniziato a soffrire di DAP. Ricomincio con psichiatra che mi imbottisce di farmaci e divento un vegetale. Mio marito decide che non mi può vedere così. Mi trova un gruppo di mutuoaiuto alla LIDAP. Persone stupende che mi aiutano ad uscire, smettendo di prendere i farmaci. Con i mesi gli attacchi di panico diminuiscono. Diagnosi: DAP e ansia da separazione.
Gli attacchi di panico spariscono. Grazie alla mia forza di volontà e all'aiuto del gruppo e di mio marito.
Finchè un giorno, per gravi problemi pregressi, mio marito sparisce. Denuncia dai carabinieri per scomparsa, lui che invia un sms dicendo che la fa finita. Riusciamo a convincerlo a non farlo e torna. Lo aiuterò a superare tutto, ma alla fine questa cosa mi lascerà un'insicurezza enorme, ansie, fobie e atteggiamenti paranoici.
Lui supera tutto, torna a vivere felice avendo risolto il suo problema. Io no.
IO resto nel limbo.
Passeranno gli anni. Tra alti e bassi. Tra momenti in cui non voglio vedere nessuno e anche alzarmi è uno sforzo enorme e momenti in cui mi sento bene.
Arrivarono grossi problemi nel matrimonio, che ci hanno allontanato, e poi riavvicinato. Una bambina (oggi treenne), che al momento è l'unico motivo per cui non l'ho fatta finita.
Ma negli ultimi tempi, penso sempre più spesso di lasciare questo mondo. E dopo l'ennesimo problema, so anche come fare. L'unica cosa che mi ferma, è il sorriso di mia figlia. Finchè sarà un'arma abbastanza forte, lotterò. O almeno ci provo.
Ma non è vita.
scusate lo sfogo.
