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15-09-2015, 22:53
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#1
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Principiante
Qui dal: Dec 2014
Messaggi: 6
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Per anni la mia risposta al pericolo è stata la paralisi.Totale o quasi.
E il pericolo si presentava spesso,e quando non c'era era lo stesso ovunque,perchè
ero in attesa che si ripresentasse.
In quei momenti non avevo i pensieri che mi tuonavano in testa.
Invece, come incapace di pensare,i pensieri morivano sul nascere.
L'unica vera risposta era una risposta fisiologica.
Come avere di fronte un burattino muto,che si irrigidisce improvvisamente,suda,arrossisce,si aggrappa
alla solidità del banco.
Una mano aggrappata al banco e l'altra a sorreggere la testa e a nascondere il volto.
Odiavo stare nei banchi d'avanti perchè il pericolo e la vergogna potevano giungere
improvvisamente e ovunque dallo spazio infinito dietro di me e in tutte le infinite
forme e possibilità,realistiche o meno,che si accavallavano nella mente dei
mie compagni o nelle mie.
Ancora adesso mi chiedo come e perchè reagissi(o meglio non reagissi) così al pericolo.
Era come se il mio corpo reagisse prima della mia mente.
Il mio corpo paralizzato e cos' la mia testa.
Ho passato anni in cui il mio cervello era costantemente in questo stato di allerta permanente.
E il mio cervello consumava tutta l'energia per adempiere al meglio a questo scopo.
Cosi non c'era nessuna possibilità di concentrarsi su altro,o meglio rilassarsi.
Dal periodo in cui ho incominciato le scuole medie ho avuto sempre presente,la persona,il bambino
che ero fino a poco tempo fa,e quello che stavo diventando.
Mi sono sempre chiesto come la mia famiglia non fosse li ad accorgersene,e perchè mia mamma non mi prendesse
improvvisamente per le braccia e scuotendole improvvisamente non mi uralsse:"rivoglio il mio bambino!,rivoglio il mio bambino!"
"dov'è finito"?e così facendo ridasse vita a quel burattino che ero diventato.
Ma ho sempre taciuto.In casa.In classe.
A distanza di tempo ho provato un rabbia enorme contro di me(e non solo) per aver permesso a me stesso di passare in questo modo
tante ore di tanti giorni di tanti anni, che dovrebbero essere i più spensierati.
C'é un video musicale che riesce in parte a descrivere come mi sono sentito.
Soprattutto in passato mi è capitato di invidiare il protagonista,sia per la sua scelta radicale,ma soprattutto di invidiarlo per la sorta di vendetta e rinvincita che io vedo implicita nel modo in cui ha compiuto questa scelta.
Dentro di me vive ancora Jeremy.Ed é una parte di me stesso insoddisfatta che a volte torna a chiedere la sua vendetta.
https://www.youtube.com/watch?v=MS91knuzoOA
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15-09-2015, 23:05
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#2
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,986
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Quote:
Originariamente inviata da Slint
A distanza di tempo ho provato un rabbia enorme contro di me(e non solo) per aver permesso a me stesso di passare in questo modo
tante ore di tanti giorni di tanti anni, che dovrebbero essere i più spensierati.
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Molto probabilmente è una rabbia "positiva". E' la tua creatività del pensiero, la voglia di esprimere il tuo essere che vuole venire fuori.
Anche a me capitava una cosa del genere. La reazione non'era quella dell'immobilizzazione, ma i pensieri erano quelli.
La paura di stare ai primi banchi poi...non solo per il motivo del rischio a, ma cmq cercavo sempre di arrivare prima degli altri per imboscarmi dietro.
Solo che dietro c'erano anche i rompic*****i.
Allora finivo in mezzo...scelta peggiore, ero al centro dell'attenzione della classe, e non solo.
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15-09-2015, 23:05
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 13,555
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Ho letto tutto, grazie
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16-09-2015, 06:15
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#4
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,021
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Posso solo dirti che ti capisco essendo passato anch'io per una situazione simile e vivendone tutt'ora i frutti. I segni che ho avuto non si rimargineranno mai, e non mi hanno privato soltanto della spensieratezza e la libertá negli anni più belli della vita ma anche della prospettiva di un futuro migliore. Il fatto che lo studio non mi dispiacesse e mi allontanai da scuola solo per il bullismo è una cosa che non mi perdono, così come non mi perdono di non aver mai detto ai miei familiari ciò che provavo. Complimenti per i riferimenti alla canzone e al video dei PJ, ci sono tanti Jeremy che vivevano col banco (e il cervello) rivolto nell'altro senso rispetto alla classe, per fortuna molti sono anche riusciti a sopravvivere, e chissá, forse si vendicheranno in un altro modo.
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16-09-2015, 08:30
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#5
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 437
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Grazie mille, mi sono riconosciuta in toto, soprattutto nello stato di allerta costante che brucia ogni energia e non lascia posto a nient altro. Grazie.
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17-09-2015, 00:15
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#6
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Principiante
Qui dal: Dec 2014
Messaggi: 6
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Intanto vi ringrazio per i ringraziamenti.
A boo89,cercando di avvicinarmi il più possibile ad una lista di motivi validi:
1) La campanella é suonata per l'ultima volta.La scuola è finita e con lei una parte del fardello.
2) La musica.
3) Alcuni risultati positivi ottenuti che hanno scalfito un pò la convinzione opprimente di non poter fare nulla di buono e la sensazione di ineluttabilità.
4) Una crescente dose di coraggio alimentata da una rabbia oceanica.(Una rabbia difficile da gestire che mi ha anche consumato).
5) Un po di fortuna(poca)
6) Un pizzico di boh.
Non saprei cosa altro aggiungere.
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18-09-2015, 14:39
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#7
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Principiante
Qui dal: Dec 2014
Messaggi: 6
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Roberto97 mi dispiace che hai dovuto abbandonare la scuola perchè l'ambiente era diventato insopportabile.Ti capisco.
Quel che ti posso suggerire è,se ne hai la possibilità,di completare il liceo da privatista anche se non so come funzioni la cosa.
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