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Vecchio 09-01-2014, 13:56   #1
Esperto
 

Gli anni spezzati è una miniserie televisiva italiana composta da sei puntate e diretta da Graziano Diana.
La serie è trasmessa in prima visione su Rai 1.
La fiction deve essere considerata una forma d’ Arte, almeno per me
La fiction è anche cultura oltre che intrattenimento
Queste mie affermazioni, vi chiederete se possono essere applicate alla fiction di casa nostra.
E’ un bel quesito, vi confesso.
Ogni fiction fa caso a sé.
Tra martedì ed ieri sera su Rai uno sono andate in onda le prime due puntate della serie “Anni Spezzati” che punta a raccontare alla “grande massa” i tormentati e sanguinosi Anni 70 in Italia
Progetto ambizioso di Mamma Rai.
Sono stati scelti attori “di grido” come protagonisti delle tre storie:Solfrizzi, Preziosi, Boni
Le prime due puntate hanno raccontato la figura del Commissario Luigi Calabresi interpretato da Emilio Solfrizzi, assassinato da Lotta Continua, al culmine di una micidiale campagna d’odio, scatenata dal giornale d’estrema sinistra dopo il suicidio”sospetto”” dell’anarchico Pinelli avvenuto in questura durante un drammatico interrogatorio.
L’Auditel ha premiato la Rai e la performance di Solfrizzi.
La critica e il pubblico sui social network si sono divisi.
La fiction di “divulgazione” è sempre la più complicata.
La sceneggiatura è la base di questo tipo di progetto.
Anni Spezzati non convince fino in fondo, perché la scrittura è timorosa.
Gli sceneggiatori si sono limitati al compitino. Non hanno dato profondità ai personaggi e la descrizione del clima dell’epoca è troppo superficiale.
Solfrizzi impersona anche con discreta intensità Calabresi, ma rimane un’interpretazione di maniera.
Il resto del cast appare sottotono e non all’altezza del compito.
Anni Spezzati ha comunque un merito, racconta la nostra storia, anche se con molti limiti.
E’ doveroso che i giovani d’oggi conoscano Luigi Calabresi, un servitore dello Stato, barbaramente assassinato.
Nel 2004 il Presidente Ciampi consegnò alla vedova Calabresi, la Medaglia d’oro al Merito Civile.
Anni Spezzati, non è una fiction memorabile, ma va comunque vista, se vogliamo comprendere fino in fondo, quali e quanti “Cattivi Maestri” abbiano avuto e sperare che gli anni futuri, non siano più “Spezzati”.
Vecchio 09-01-2014, 21:05   #2
Esperto
L'avatar di Noriko
 

Non ho visto la puntata "Anni Spezzati" ma ne ho sentito parlare ...

E non so dare di conseguenza un giudizio personale su questa trasmissione, a parte questo su certi temi preferisco documentarmi sulle varie e diverse fonti.
Vecchio 10-01-2014, 14:32   #3
Esperto
 

Fai bene a documentarti, ma magari uno sguardo lo darei lunedi prox.
Giusto per farti un idea
Vecchio 22-01-2014, 13:37   #4
Esperto
 

Il tredicesimo apostolo è una serie televisiva italiana prodotta dalla Taoude di Pietro Valsecchi nel 2011.
La prima serie è stata trasmessa su Canale 5, con ottimi ascolti, nel Gennaio del 2012.
Il tredicesimo apostolo è la risposta italiana a X-Files, con una spruzzata di Angeli e Demoni di browniana memoria.
Gli interpreti della serie sono: Claudio Gioè e Claudia Pandolfi.
Il primo è Padre Antinori, incaricato dal Vaticano d’indagare sui casi paranormali o “presunti” miracoli che avvengono nel nostro Paese.
La seconda è la Dott.ssa Claudia Munari, psicologa atea, che affianca Antinori nei vari casi.
La regia è affidata ad Alexis Sweet, acclamato dalla critica per R.I.S Delitti Imperfetti.
La prima serie ha avuto successo per gli innovativi temi trattati da una TV generalista in prima serata, una regia d’avanguardia e una recitazione degna di menzione.
Non poteva mancare, ovviamente, la storia d’amore “impossibile” tra Antinori e Munari, che ha tenuto incollato lo spettatore fino alla fine.
Tutti questi ingredienti hanno portato a una seconda stagione. C’era grande attesa da parte del pubblico, dopo la conclusione”aperta” della prima.
Gli sceneggiatori nella seconda stagione, hanno deciso per un balzo temporale di un anno, piuttosto che riprendere da dove avevamo lasciato il protagonista.
La scelta non è risultata azzeccata.
Lunedì è andata in onda la prima puntata. Lo spettatore fa fatica ad entrare nel ritmo del racconto.
Gioè e Pandolfi si trovano insieme dopo 25 minuti di puntata, dopo che ci è stato raccontato cosa è accaduto ai due nell’ultimo anno
Il “feeling” intenso e spontaneo della prima serie, nella seconda appare”caricaturale”
La sceneggiatura è caotica e frammentaria.
I dialoghi non convincono.
La regia non sempre è all’altezza.
Insomma è stata una falsa partenza, anche certificata dai dati Auditel.
Il 13 apostolo resta nel panorama della fiction italiana una ventata di freschezza e novità, ma ci auguriamo che “la sbornia” della prima serie non abbia fatto perdere il tocco al team di Valsecchi.
La controprova sarà Lunedì prossimo. Incrociamo le dita.
Vecchio 04-02-2014, 17:03   #5
Esperto
 

Braccialetti Rossi è una miniserie TV italiana diretta da Giacomo Campiotti, tratta da un format spagnolo
Va in onda su Rai Uno ogni domenica sera dal 26 Gennaio, con crescente consenso di pubblico specialmente sui social network.
Ambientato in un’ ospedale pugliese, i protagonisti della storia non sono né medici né infermieri, ma pazienti, tutti giovanissimi, uniti nella sfortuna, ma pronti a darsi una mano l’uno con l’altro.
La voce che ci accompagna nelle vicende del gruppo, è quella di Rocco, sfortunato bambino in coma.
Basterebbe solo questo per sottolineare “la diversità” di questa fiction.
Rai Uno per una volta ha buttato il cuore oltre l’ostacolo e ha rischiato scegliendo attori “quasi” sconosciuti, ma di talento.
Tra i ragazzi spicca, Aurora Ruffini, per la convincente interpretazione della ragazza anoressica
Gli attori” big”(Carlotta Natoli, Laura Chiatti, Giorgio Colangeli)hanno ruoli di secondo piano o se vogliamo dire di contorno rispetto ai protagonisti
Braccialetti Rossi racconta come questi ragazzi affrontino la quotidianità con coraggio , consapevolezza ed allegria, nonostante la malattia.
Il linguaggio usato dagli sceneggiatori è semplice ed chiaro.
E’ una fiction indirizzata ad un target giovanile, ma merita d’essere vista anche dagli adulti
L’Auditel, al momento, sta premiando la scommessa della Rai.
Ospedale, cancro, anoressia sono temi che generalmente la fiction italica rifiuta.
Braccialetti Rossi rompe questi tabù con delicatezza ed efficacia.
La colonna sonora , molto bella, è stata realizzata da alcuni importanti cantanti:Laura Pausini, Emma, Vasco e Francesco Facchinetti.
C’era il rischio di sconfinare nel buonismo e nella retorica melensa, ma i protagonisti sono riusciti ad essere credibili.
L’augurio che Braccialetti Rossi posso aprire la strada ad altre fiction “diverse”
Gli autori e gli attori ci sono, basta solo il coraggio di crederci.
La fiction non è solo un Medico in Famiglia o Don Matteo, ora possiamo dirlo oltre che pensarlo.
Vecchio 12-02-2014, 15:40   #6
Esperto
 

Boss in Incognito è un programma televisivo,ideato e prodotto dall’ Endemol, che va in onda su Rai 2 dallo scorso 27 Gennaio, condotto da Costantino della Gherardesca.
Il format può essere considerato l’antitesi di The Apprentice, il fortunato programma condotto da Flavio Briatore su Sky Uno.
Se in The Apprentice, i concorrenti sgomitano per avere il consenso finale del “Boss”Briatore per ottenere un importante posto di lavoro, sottoponendosi a dure prove di selezione, in Boss in Incognito, il protagonista è, invece, l’imprenditore stesso che decide di mettersi “incognito” nella sua azienda per scoprirne le eventuali“magagne”.
Il Boss, sotto mentite spoglie, per una settimana ha la possibilità di conoscere gli altri impiegati e le loro vite ed “assaporare” la dura realtà lavorativa.
Con la scusa di un reportage, le telecamere seguono il “Boss” nel suo lavoro.
Alla fine della settimana, il Boss convoca nel suo ufficio i vari impiegati per premiare i meritevoli, svelando la sua vera identità .
Costantino della Gheradesca è la convincente ed ironica voce narrante del programma.
Gheradesca è molto cresciuto “artisticamente” dalle prime apparizioni televisive con Chiambretti.
Segue il Boss con partecipazione ed entusiasmo.
E’ una presenza discreta, mai invadente.
Il programma è divertente, a tratti volutamente commovente.
Lo spettatore partecipa con trasporto alle vicende del Boss e alle reazioni stupite degli impiegati, una volta scoperto “l’inganno”.
Gli autori hanno, forse, solo il demerito di perdere un po’ di autenticità e di scivolare nella “fiction” nei colloqui finali tra Boss ed impiegato.
La regia si mostra all’altezza del programma.
Boss in incognito è un programma diverso e per certi aspetti innovativi.
Un evento da registrare per la nostra televisione generalista.
Se Briatore ci insegna come fare impresa, Boss in incognito ci spiega come fare impresa anche con il cuore.
Boss in incognito,ogni lunedì sera su Rai 2.


Sconosciuti va in onda ogni sera alle 20 su Rai 3.
Partito in sordina, il programma nel corso delle settimane ha conquistato le simpatie del pubblico.
Il titolo del programma è di per sé chiaro.
In ogni puntata viene raccontata la storia del protagonista o di una coppia qualunque.
Storie, in apparenza “normali”, ma che in realtà hanno qualcosa di straordinario.
Spesso il destino ha messo il protagonista in una situazione complicata o drammatica, dalla quale sarà capace d’uscire e d’avere la forza per ricominciare.
Sconosciuti usa un linguaggio semplice, ma allo stesso tempo suggestivo ed evocativo.
Gli autori, ovviamente, mettono al centro la storia e ne esaltano le pecurialità.
Un difetto del programma, probabilmente, è un livello di buonismo, a volte, stucchevole.
Resta comunque un programma che regala una boccata di positività allo spettatore, dopo una giornata magari sofferta e complicata.
Un merito non da poco, per una TV spesso volgare ed aggressiva.
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