Ho capito, infine, che nella vita niente ha senso. Il lavoro è una cazzata, l' amore è una cazzata, i bambini, i soldi... tutte cazzate. Quello che tutti fanno è andare avanti, osceni, non forza, solo piccoli trucchi, e tanta autoindulgenza, e tanta tanta voglia di marcire, vecchi, grassi, inutili scurregge, stupide martuffie parlano con orgoglio dei nipotini capo di bomba.
Io riesco a vedere solo una cosa per cui valga la pena vivere: l' intensità, l' intensità che viene dalla consapevolezza di essere oltre, e a livello quotidiano dalla poesia e dalla musica, dai romanzi e dal cinema.
E perchè l' intensità sia nobilitata, è necessario esprimere forza, sempre forza, mai abbassare la guardia. Forza utile nella necessità di fare ciò che si deve fare per essere uomini, anche lavorare, ma con la consapevolezza della profonda inutilità di ciò. E forza inutile: privarsi di tutto, rifugiarsi nell' anoressia fisica e mentale, rinunciare alle sciocchezze di calcio, politica, cibo, divertimenti, massacrarsi di allenamento e dieta, essere duri. DURI!.
Affrontare la vita come una guerra, cercare il dolore, perchè il dolore giustifica e aiuta nella ricerca dell' intensità. Avere una ragazza, ma solo per andarci a letto: non esiste l' amore, e in mancanza di un partner è necessario rispettare l' astinenza sessuale più completa, cosicchè il sesso sia elargizione, non piacere dato a riceverne, baratto squallido di animali. E invece con gli amici bisogna essere aperti e sereni, bisogna tenerli al riparo: come camerati che fumano una sigaretta e scherzano e vivono un po' nel fango della trincea, prima e dopo la battaglia.
Questo in sostanza penso: nella vita conta solo l' intensità, ma per giustificarla bisogna esercitare la forza, in tutte le sue dimensioni. E camminare senza cercare la felicità, che non esiste, ma andando anzi a stanare il dolore. Camminare elegiaci fino allo stremo delle forze, non lasciarsi mai marcire.