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Vecchio 15-04-2008, 00:40   #1
Principiante
L'avatar di Nicolaus
 

Mi sono presentato qualche oretta fa sul forum e vi ho fornito un impressione generale.. adesso tenterò di essere più preciso possibile: si dice che sfogarsi faccia sempre bene.

Procedendo con ordine, partendo dal principio naturalmente.
Dall'asilo: ricordo ben poco anche perché non è che lo abbia frequentato per molto tempo..mi è difficile capire se risalgono qui i miei problemi, perché ricordo distintamente che al tempo che fu giravano nella stessa "classe" degli individui, forse amici della maestra o che altro ne so.
Erano piuttosto grandicelli (avevano 15 anni.. ma è tutto così distorto e non ricordo bene..non posso ricordarlo) rispetto a me e tutt'ora mi chiedo chi cazzo fossero.. adoravano prendersi "cura" dei piccoletti , tanto che una volta mi misero alle strette, e piansi molte volte.
Forse è proprio x questo che smisi di frequentare l'asilo , perché ricordo anche di aver insistito molto sul fatto di lasciarlo senza però essere troppo preciso (piuttosto vago a dire il vero) con i miei.
Qui avevo 3 amici che ricordo benissimo e tutt'ora rimpiango quest''ideale di amicizia tanto pura e tanto ingenua. (in senso positivo)

Quando incomincia l'elementari iniziarono ulteriori problemi, l'idea non mi allettava: immagino a seguito delle esperienze precedenti e della perdita di questa amicizia. (ma del resto a chi piace andare a scuola? così inizialmente parve ai miei..).
Da qui cominciai a trovare una figura piuttosto ricorrente all'interno della mia vita che per comodità chiamerò "Virgilio", in virtù del fatto che per me questa figura (sempre presente e sempre diversa) era una figura di riferimento in tutto e per tutto benché non fossi in grado di emularla a dovere e dimostravo alle volte disagio.

La seguivo sempre e mi accordavo sempre con lui, ma io a questo non diedi importanza , non troppa almeno.
Non uscivo nemmeno in 5 elementare, ero già molto timido, seppur con caratteristiche meno accentuate.. in un certo senso potevo considerarmi anche simpatico per alcuni versi all'interno di quel contesto infantile e lo facevano anche gli altri. :roll:
Cosa successe in seguito? semplice.
Arrivarono le medie e subito "mostrai" il mio carattere suscettibile e infantile per certi versi.
Qui cominciai a dare più peso alla cosa ma non avevo ancora una certa coscienza di me.. e del Virgilio stavolta qui rappresentato da una figura socievole ma incarnante i peggiori difetti del mondo e nonostante ciò aveva amici.. e immagino che sia stato per avermi preso in giro in alcuni momenti in cui lo facevano gli altri: cosa di cui mi accorsi più tardi era la sua conformità agli altri.. non esisteva una persona diversa e se esisteva era "frocio" o "stupido" per lui.
Tentai di fare mia questa filosofia, alle volte mi accusai, condannai la natura ingrata (come fanno molti nei momenti disperati) e per fortuna non riuscì ad accettarla.
Ritornando a questo Virgilio, in seguito compresi che era una persona torturata ben più di quanto volesse lasciare intendere e che si faceva dominare dalla paura di essere il prossimo emargino, il target.. il "fesso" se volete.
Ma per ora questo non lo sapevo e mi abbandonavo a lui sperando che facendo il lecchino ( si avete capito bene.. e me ne faccio schifo.. se potessi avrei preferito immergermi nella merda) avrei raggiunto "un qualcosa" che poi decisi di chiamare rispetto..
Questo mio adorato mentore crebbe più sicuro ( o così si mostrava) e al contempo circondato da più amici a differenza di me che invece mi chiudevo in una meditazione autodistruttiva quanto vana dal momento che persino quando uscivo con lui non perdeva occasione per sottolineare i miei difetti.

Bene, crebbi infelice, e arrivai al liceo ed ottenni un altro Virgilio, stavolta il migliore che mi sia capitato.
Più sensibile, più amico e più in avanti smisi di considerarlo tale.. divenne un amico e basta sopratutto perché poi laciò la scuola e lo incontrai poche volte.
Ed è proprio qui che mi resi conto, di tante cose, di TUTTE QUESTE COSE che siano esse sbagliate o giuste sono comunque frutto di lunghi anni di riflessioni, annientamenti interiori, risollevamenti e quanto altro.

Al contrario dei miei coetanei, di amici ne ho ben pochi.. a dire il vero li posso contare sulle dita di una mano.
Così quando esco non solo mi sento insicuro, alle volte osservato e schernito (classico attegiamento da sociofobico e di questo ne sono sicuro.. eppure non sono così lontano dalla realtà come potrebbe sembrare).
A questi momenti se ne alternano altri più diretti dove vedo che la mia timidezza, la mia introversione , ma più di tutte La mia mancanza di carattere mi penalizzò a livello sociale e scolastico.. sopratutto quando si tratta di esprimere mie opinioni riguardo a qualcosa, il più delle volte tremo , arrosisco, chino il capo, distolgo lo sguardo, sudo e quando la situazione si fa esasperante a causa di qualcosa o di un altra scoppiavo.
Piangevo... e molte volte anche sfociando in atti violenti alle volte..ma non dissi niente ai miei, che anche se vedevano poche volte non fecero molto.

E giù di lì a considerarmi un pazzo.. o un bambino malcompreso e fu da lì che non mi considerarono più loro pari, prendomi come un idiota..
Io voglio rispetto per quanto possa sembrare strano.. lo ambisco ma non ci riesco, tutti i tentativi falliti dal momento che nessuno mi prende sul serio.

Anche in amore non sono fortunato ( + in generale lo avrete notato che nn sono fortunato :P) .
Le ragazze , come i ragazzi, non mi prendono in considerazione sul serio..
Ultimamente mi proponevo il suicidio, ma ringraziando Dio, sono dotato se non altro di una buona intelligenza.. e sapevo che non sarebbe valso a nulla tentarlo, sarebbe stato buttare la mia vita , arrendermi davanti a tutto.

Sono stato anche ostinato, per fini sbagliati, e malleabili quando invece si richiedeva fermezza..
Non mi sento accompiuto

Nemmeno in famiglia mio padre stimolava la conversazione, Io SO che anche lui è timido quanto e più di me. Si rifugia anche lui, e io faccio finta di non vedere.. perché.. ognuno come si sà è un po un immago dei proprio genitori.

Io non voglio sentirmi così , voglio combattere.. ma solo se ho la possibilità di modificare qualcosa, non voglio picchiare qualcuno o insultarne altri.. mi renderebbe più triste e farebbe di me un ipocrita!

Si dice anche che ammettere il problema sia il primo passo verso la guarigione: e io l'ammetto, sono introverso, sociofobico (con le ragazze arrosisco di brutto, il triplo di quello che succede con i miei compagni).
Comportamento passeggero? oppure devo ricorrere alle cure e alle terapie?



grazie x aver letto.. notte
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