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27-11-2019, 23:56
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#21
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Principiante
Qui dal: Jun 2009
Messaggi: 95
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Quote:
Originariamente inviata da Annie
Sono stata per diverso tempo in una realtà aziendale molto grande, full time, e anche in realtà più piccole.
Io non ci vedo niente di difficile a cercare di mantenere la riservatezza della vita privata; cosa peraltro tendo a fare con parenti e conoscenti. Non c'è bisogno che parli della tua famiglia, di cosa hai fatto ogni weekend, con chi o se esci la sera, o ricevere telefonate private con gli altri che ascoltano, o raccontare di un problema familiare, o fare pettegolezzi sugli altri colleghi. Posso parlare di una serie che ho visto, di un posto che visitato, parlare dei miei gusti musicali o delle cose che mi piacerebbe fare o vedere. Puoi benissimo mantenere rapporti cordiali e amichevoli e rimanere sul vago quando vuoi evitare certi argomenti, facendo capire che non ne vuoi parlare, a meno che non ti venga fatto il terzo grado. Certo, un minimo di rapporti li devi tenere.
Inoltre nell'ultimo lavoro avevo la fortuna di lavorare vicino casa, quindi tornare a casa per pranzo, e con questa scusa evitavo la pausa pranzo. Inoltre in ufficio eravamo solo il mio superiore e io.
Poi stavo facendo un ragionamento soggettivo: so benissimo che tra le soft skills richieste ci sono la socializzazione, la sempreverde capacità di lavorare sul gruppo e le buone capacità relazionali. E sono consapevole che io stessa sono carente da questo punto di vista, e che probabilmente una persona che non parla di sé può essere vista come snob e stare antipatica, perché si percepisce che vuole mantenere la distanza. Stavo parlando di un mio limite di aprirmi con persone che sono colleghi, e di come cerco di conciliare la mia riservatezza con l'obbligo di condividere otto ore e più della giornata con altre persone, che spesso io avverto come costrizione.
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Forse perché sembri comunque una persona "normale", solo un po' introversa ma diciamo innocua, a posto mentalmente, matura.
A me invece, già dal primo giorno di lavoro, a dirmi "Ma non hai amici o qualche compagnia con cui uscire? Alla tua età sarebbe normale..", chiesto così, dal nulla, senza conoscermi o altro.
Quindi purtroppo proprio fisicamente e come comportamento si vede già come sono.. e non riesco più di tanto a mascherarlo.
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01-12-2019, 20:35
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#22
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Principiante
Qui dal: Jul 2019
Messaggi: 10
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I colleghi non sono amici, almeno non inizialmente.
Il fatto che per loro sei riservato e asociale non dovrebbe pesarti come quando a pensarlo sono gli amici o i parenti.
Sarà il tempo ad aiutarti a selezionare i colleghi con cui potrai aprirti, ma senza fretta e soltanto se e quando sarai tu a volerlo: come ha già scritto qualcuno, al lavoro il tuo obiettivo principale è soddisfare le richieste dei superiori, il resto non è necessario. Eccetto ovviamente quei casi in cui la socializzazione è richiesta proprio dal datore come parte importante del processo (ad esempio, nei gruppi di lavoro in aziende più "smart" o cose simili): qui la soluzione è cercare di non aprirsi troppo, e se la situazione diventa insostenibile, ci sono sempre le dimissioni. Non essere compatibili con l'ambiente di lavoro, mi sembra un motivo sufficientemente ragionevole per rinunciare ad esso.
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Ultima modifica di Lampadina; 01-12-2019 a 20:37.
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01-12-2019, 22:01
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#23
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Banned
Qui dal: Apr 2019
Messaggi: 888
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Quote:
Originariamente inviata da pokorny
Perché per i giapponesi e in parte i coreani, il lavoro sconfina nella religione e casca a pera con il loro modo di sentire per cui l'individuo ha senso solo in un gruppo. Anzitutto l'aspetto meramente utilitario per il datore di lavoro: è chiaro che un gruppo di lavoro in cui ci siano anche relazioni personali in quel tipo di contesti funziona meglio. E poi è un modo "simpatico" per tenere le persone sotto controllo, non nel senso di spiarle, ma di inquadrarle. Tutto il tessuto sociale spinge volutamente nella direzione che nessuno possa isolarsi o sviluppare un senso individualista della vita, cosa che a un europeo farebbe giustamente orrore (pesa parecchio anche ai giapponesi, non è che siano stupidi) ma che per loro è fondamentale. Vi lascio immaginare per la stragran parte di questo forum, penso sia una vita da incubo.
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Ma infatti poi il Giappone non è la patria degli hikikomori? Se il tessuto sociale spinge volutamente nella direzione che nessuno possa isolarsi o sviluppare un senso individualista della vita, ecco allora che per reazione sbucano fuori centinaia di migliaia di individui che fanno proprio questo.
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02-12-2019, 09:06
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#24
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,082
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ah boh, io dopo 16 anni di lavoro ancora non l'ho capito come si fa..
non fidarsi di nessuno è la regola base. la mia unica certezza.
un'altra quasi sempre valida, ma lì dipende dalla persone, è di non provarci mai con colleghe/i.
non che devi essere chiuso agli approcci, se ci provano loro va bene, ma valuta che sia una cosa concreta, poche chiacchiere, si esce e poi valuti. Io personalmente sarei cmq per l'evitare storie sul lavoro. Se qualcosa va male diventa tutto di dominio pubblico. Te lo dice uno che a fronte di due rifiuti, con relative perculate, si è rovinato la vita.
Per il resto.. tu dici che non ti interessa socializzare con loro.. non che hai ansia.. beh, se non ti interessa non andare. Dopo un po' cominceranno a non chiedertelo più. Io però proverei almeno una volta, hai visto mai che ti ci diverti.
Sulla tua vita privata non dire molto. Non essere troppo chiuso, ma non dire molto. Di che sei single, nel week-end esci con gli amici e fai sport. Se ti chiedono di ex-ragazze di che ne hai avuta una o due tempo fa. Una a distanza e un'altra più nelle vicinanze ma non nella zona del lavoro ,così non sono rintracciabili. La cronologia te la inventi e se ti chiedono foto digli che le avevi sul cell ma si sono cancellate.
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Ultima modifica di Keith; 02-12-2019 a 09:14.
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