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10-03-2018, 16:04
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#1
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 4,900
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Quando si può dire che una vita è finita? E che cosa è vita?
Il concetto stesso di vita è un qualcosa di indefinito se non ci si limita a racchiuderlo in un arco temporale, quello tra la nascita e la morte.
Ma che cosa si può definire veramente vita, che cosa è vivere? La risposta non c'è lo so, o meglio non è unica e basta farsi un giro qua dentro per capirlo.
Ho provato a darmela questa risposta, a dare la mia versione, ma non ci riesco.
In certi momenti l'idea di non riuscire più a mantenermi, di non poter più pensare ad un amore, alla possibilità di dedicarmi a qualcuno, la paura di pesare sulle spalle dei cari e tanti altre cose, mi fanno pensare a qualcosa che è finito, che va avanti perché non c'è altro da fare che aspettare e resistere.
In altri momenti invece penso che vivere sia anche solamente piccole cose, qualcosa di buono da mangiare, rannicchiarsi tra le coperte, passeggiare con il sole in viso, parlare con qualcuno.... E' vita anche questo penso in quei momenti, sentirsi, percepirsi attraverso le piccole cose, i gesti apparentemente scontati, una piccola sensazione, una semplice esperienza.
Sono molto confuso riguardo a come affrontare il futuro, perché non riesco a capire se è "vivere" quello che mi aspetta, a volte penso di sì, altre che sia solo resistenza.
Sono pensieri in libertà questi, scritti di getto, quindi un po' confusi e strampalati, ma tra gente un po' strana come me so che parranno meno strambi. Magari a qualcuno vien voglia di rifletterci un po' e dare la sua versione, qualcosa che riguarda voi ovviamente, non me, non è un topic "personale".
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10-03-2018, 17:02
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#2
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,470
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Sto vivendo gli stessi tuoi dubbi.
Direi che entrambe le cose (la nostra storia, il modo in cui concepiamo il nostro futuro, e il presente degli attimi) siano vita. Siamo "morti viventi". La nostra storia non è ancora finita, ma è fortemente delimitata, e alcune cose non si realizzeranno mai (soprattutto, ma non solo, quelle che avrebbero potuto realizzarsi solo in passato).
Potrà realizzarsi quello che non ci aspettiamo, o è un ottimismo ingiustificato? Nel secondo caso, cosa ci resterebbe, e cosa potremmo costruire?
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10-03-2018, 19:28
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#3
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Esperto
Qui dal: Oct 2016
Messaggi: 735
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La vita è la velocità alla quale riesci a seguire gli eventi.
Se ti fermi, gli eventi ti scavalcano. E, se qualcuno o qualcosa non ti dà una spinta per rimetterti in gara, non sei più vivo, e vedi gli eventi raddoppiarti, poi anche triplicarti. E tu sei a bordo pista; a quel punto... muori, in un modo o nell'altro. E finisce la gara, com'è giusto che sia, perché prima o poi deve finire per tutti.
Comunque, se sei una persona particolarmente fortunata, gli eventi riesci persino a generarli e a cavalcarli come onde.
Direi che non è il caso della gente di questo forum, me compreso.
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10-03-2018, 20:00
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#4
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Banned
Qui dal: Dec 2009
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 2,707
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Quando si perdono le uniche persone che vorremmo sempre con noi.
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10-03-2018, 21:31
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#5
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Non mi faccio spesso queste domande....
In genere cerco di combattere paure quotidiane e future perché ogni tanto la verde speranza mi lascia a piedi.
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10-03-2018, 23:46
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#6
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
Ubicazione: Ovest Alpi
Messaggi: 2,109
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Quote:
Originariamente inviata da Pablo's way
In altri momenti invece penso che vivere sia anche solamente piccole cose, qualcosa di buono da mangiare, rannicchiarsi tra le coperte, passeggiare con il sole in viso, parlare con qualcuno.... E' vita anche questo penso in quei momenti, sentirsi, percepirsi attraverso le piccole cose, i gesti apparentemente scontati, una piccola sensazione, una semplice esperienza.
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Direi che si vive per le piccole cose, se non ci facciamo bastare neanche queste allora non si vive più...
Spesso ci si dovrebbe accontentare perchè abbiamo molto di più di quello che pensiamo, senza stare a cercare chissà cosa...
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10-03-2018, 23:55
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#7
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Esperto
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 3,825
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Più che definizione di vita direi il senso si dà ad un'esperienza che scuote emotivamente.
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11-03-2018, 00:50
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#8
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Via da qui
Messaggi: 1,688
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Una persona vive quando ha un obbiettivo, quando ha qualcosa da costruire, persone da amare e la forza di superare gli ostacoli che prima o poi dovrà affrontare.
Sopravvivere è vivere alla giornata, restare come nelle sabbie mobili appigliandosi alle poche cose che ci danno piacere o un minino di pace.
Chi vive affronta un lungo viaggio verso la fine, chi sopravvive sta fermo e l'aspetta.
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11-03-2018, 13:21
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#9
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Intermedio
Qui dal: Jan 2015
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 197
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Quote:
Magari a qualcuno vien voglia di rifletterci un po' e dare la sua versione
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Modalità viaggione-supercazzolato "ON"
Semplici regole di base (in condizioni che lo permettono) possono formare sia schemi semplici sia schemi complessi.
La vita, in generale, tenendo conto di ogni regno biologico conosciuto, si ha con la formazione di schemi complessi (anche il microscopico batterio, ad esempio, per l amplia gamma di sostanze che lo compongono lo è)
La vita è dunque quella connessione elaborata di “tasselli” (schema complesso) che fa da intervallo tra il "semplice" che c'era e il "semplice" che inevitabilmente ci sarà (di solito per licenza poetica-filosofica e dare una più forte carica espressiva vien chiamato "Nulla", anche se "nulla" in realtà non è).
Nello specifico, l Uomo, per quanto sia lo schema forse più complesso, è generato da regole
basiche che a prescindere dalla nostra volontà, agiscono autonomamente per garantire la
sopravvivenza (tralasciando i casi in cui le regole sono mal scritte o mal interpretate – vedi alcune malattie).
Trovo quindi ovvio (a questo punto della pippa), dare alla vita un solo "senso-madre",
quello dettato dall automazione-intrinseca che ogni singolo tassello che ci compone ha: sopravvivere.
La sopravvivenza del singolo tassello quando combinato con altri trasmuta in sopravvivenza della collettività
La collettività di tasselli crea il sistema (nel caso: sistema-Uomo)
La sopravvivenza della collettività e dunque del sistema diviene più importante di quella del singolo tassello.
Sopravvivenza quindi.........
ma allora mi chiedo, come interpretare tutte quelle azioni umane (ma non solo) in totale contraddizione col “senso-madre”, come ad esempio
quelle (azioni-volontarie) che mettono a rischio la propria esistenza per salvarne un altra?
Tralasciando i casi di gesta incentivate da una qualche sorta d ambizione/ricompensa futura (materiale o non), tralasciando pure il fatto che il gesto potrebbe essere il riprodursi in scala maggiorata del "principio" del sacrificio-tassello-sistema/collettività espresso sopra in cui l Uomo diventa a sua volta tassello di...............ecc ecc,
tralasciando forse un pò troppe cose,
mi vien da pensare che il nostro Pensiero, quello che crediamo sia Comandante di vascello forse
non lo è,
e se lo è,
non è poi quel gran pilota:
nella situazione d esempio, vita mia x salvare la tua, il Comandante Pensiero, svia dal “senso-madre” (la sopravvivenza) che in questa situazione dovrebbe essere di primaria importanza e reperibilità ( incolumità del “sistema”) per dare invece più adito a quella “Legge” che nella quotidianità-standard tende a trasgredire continuamente a pro dell effimero, del godereccio & co : la "LeggeMorale"
Un comportamento assurdo, che trovo di scarso senso logico e che quindi mi fa in primis presupporre all errore o quantomeno alla mancanza di uno o più concetti alla base di quest analisi....
(ma tanto è solo un viaggione.....chissenè!)
Questo mini-trip mi porta a dedurre che caRpire il Vero "senso" non è
- né fattibile,
in quanto credo si trovi (se c è) lontano dal nostro Pensiero, raggiungibile solo attraverso una "semplificazione" estrema della nostra mente, alla soglia del suo punto di cessazione.
Espresso ciò, che è un brainstorming-personale-psico-socio-paragnostico pensato e scritto per l occasione, mi si rivela un altra verità cosmica, quella che lo scrivere più di 20 parole consecutive non è il mio forte, quindi racchiudo e sintetizzo tutto l ambaradan in una singola e semplice frase:
Batti le Mani,
Schiocca le Dita,
Fai del “completa tu” il tuo senso di Vita
per dire.....
"OFF"
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Ultima modifica di Wakizashi; 11-03-2018 a 13:33.
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11-03-2018, 13:54
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#10
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,120
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Un "vivere in modo sano" presuppone che si tragga piacere anche dalle piccole cose, una passeggiata, un film, un raggi odi sole, un cibo.. il problema è quando non trai giovamento dalle grandi cose (perché non le hai) e neanche dalle piccole (per la depressione, e perché pensi sempre a ciò che non hai). A questo punto non si chiama vita, ma "attesa", che succeda qualcosa, che trovino dei farmaci miracolosi, che la vita prenda inaspettatamente una piega positiva.
L'attesa è una pausa di vita. Un'aspettare il proprio turno di benessere.
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11-03-2018, 15:05
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#11
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Banned
Qui dal: Jan 2018
Messaggi: 654
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per me trattasi di mero intrattenimento.
dunque la qualità di quest'ultimo direi che è basilare.
significa che se non sai intrattenerti nel migliore dei modi, assecondando i tuoi interessi e istinti, stai buttando la tua vita.
quindi se ti senti impazzire all'idea di non poter uscire di casa e commettere una strage, dovresti semplicemente uscire e dare il via allo sterminio.
esempio estremo ma che credo renda bene l'idea.
dunque andate e moltiplicatevi.
suppongo.
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12-03-2018, 00:14
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#12
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 4,900
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Grazie. Tanti spunti interessanti, primo thread aperto in 6 anni di forum, è andata bene
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