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18-08-2010, 22:43
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#101
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
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Immagini che in termini moderni si definirebbero New Age (se ciò non offendesse sia Dorè che Dante ):
Ed ecco, qual, sorpreso dal mattino,
per li grossi vapor Marte rosseggia
giù nel ponente sovra 'l suol marino,
cotal m'apparve, s'io ancor lo veggia,
un lume per lo mar venir sì ratto,
che 'l muover suo nessun volar pareggia.
Dal qual com'io un poco ebbi ritratto
l'occhio per domandar lo duca mio,
rividil più lucente e maggior fatto.
Poi d'ogne lato ad esso m'appario
un non sapeva che bianco, e di sotto
a poco a poco un altro a lui uscìo.
Lo mio maestro ancor non facea motto,
mentre che i primi bianchi apparver ali;
allor che ben conobbe il galeotto,
gridò: "Fa, fa che le ginocchia cali.
Ecco l'angel di Dio: piega le mani;
omai vedrai di sì fatti officiali.
(Purgatorio II, 13-30)
Vedi che sdegna li argomenti umani,
sì che remo non vuol, né altro velo
che l'ali sue, tra liti sì lontani.
Vedi come l' ha dritte verso 'l cielo,
trattando l'aere con l'etterne penne,
che non si mutan come mortal pelo".
Poi, come più e più verso noi venne
l'uccel divino, più chiaro appariva:
per che l'occhio da presso nol sostenne,
ma chinail giuso; e quei sen venne a riva
con un vasello snelletto e leggero,
tanto che l'acqua nulla ne 'nghiottiva.
Da poppa stava il celestial nocchiero,
tal che faria beato pur descripto;
e più di cento spirti entro sediero.
'In exitu Isräel de Aegypto'
cantavan tutti insieme ad una voce
con quanto di quel salmo è poscia scripto.
(Purgatorio II, 31-48)
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19-08-2010, 10:19
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#102
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Intermedio
Qui dal: Jul 2010
Messaggi: 105
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Winston, sei bravissimo nel raccontare la divina commedia! Ho letto tutto dall'inizio alla fine e sono in attesa di aggiornamenti! Se la spiegassero tutti come te... e poi abbinare le parole alle immagini rende molto più immediato il tutto...
Per la questione Divina Commedia - Esoterismo, ho letto un libro: Dante e i Fedeli d'amore. Il percorso iniziatico nella Divina Commedia alla luce degli insegnamenti della Quarta Via. Interessante...
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19-08-2010, 10:21
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#103
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Grazie, anni di letture sono serviti a qualcosa almeno
Già un altro utente mi ha consigliato un libro su Dante e i Fedeli d'Amore, dopo le vacanze vedrò di andarlo a cercare.
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19-08-2010, 12:39
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#104
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
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Quote:
Originariamente inviata da Lullaby
Winston, sei bravissimo nel raccontare la divina commedia! Ho letto tutto dall'inizio alla fine e sono in attesa di aggiornamenti! Se la spiegassero tutti come te... e poi abbinare le parole alle immagini rende molto più immediato il tutto...
Per la questione Divina Commedia - Esoterismo, ho letto un libro: Dante e i Fedeli d'amore. Il percorso iniziatico nella Divina Commedia alla luce degli insegnamenti della Quarta Via. Interessante...
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Interessante segnalazione , sulla Quarta Via ho già letto qualcosina, anche tu ne sai qualcosa?
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19-08-2010, 17:04
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#105
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Intermedio
Qui dal: Jul 2010
Messaggi: 105
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
Interessante segnalazione , sulla Quarta Via ho già letto qualcosina, anche tu ne sai qualcosa?
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non sono un'esperta... ma sono argomenti che mi piacciono molto...
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19-08-2010, 17:14
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#106
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
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Quote:
Originariamente inviata da Lullaby
non sono un'esperta... ma sono argomenti che mi piacciono molto...
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Bbbbbrava
Non mi capita spesso di trovare qualcun altro alla ricerca di un "centro di gravità permanente"
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18-09-2010, 22:57
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#107
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Dopo l'incontro con l'amico Casella appena arrivato sulla barca con le altre anime, il momentaneo distacco dall'atmosfera purgatoriale e il rimpianto dei sentimenti terreni con il dolcissimo canto da parte di quest'ultimo di Amor che ne la mente mi ragiona (canzone dottinale di Dante) e il richiamo di Catone agli "spiriti lenti", tutte le anime si rivolgono verso il monte, mentre Dante e Virgilio si avviano anche loro, ma con maggiore incertezza sulla strada da prendere.
Noi divenimmo intanto a piè del monte;
quivi trovammo la roccia sì erta,
che 'ndarno vi sarien le gambe pronte.
Tra Lerice e Turbìa la più diserta,
la più rotta ruina è una scala,
verso di quella, agevole e aperta.
"Or chi sa da qual man la costa cala",
disse 'l maestro mio fermando 'l passo,
"sì che possa salir chi va sanz'ala?".
E mentre ch'e' tenendo 'l viso basso
essaminava del cammin la mente,
e io mirava suso intorno al sasso,
da man sinistra m'apparì una gente
d'anime, che movieno i piè ver' noi,
e non pareva, sì venïan lente.
(Purg. III, 46-60)
E' a costoro che i due poeti chiederanno consiglio sulla strada da prendere per attaccare l'ascesa della montagna da una parete meno ripida, più accessibile per un vivo come Dante che deve portare il peso del prorpio corpo.
Questo primo gruppo di anime sono gli scomunicati, che devono restare fuori dal Purgatorio trenta volte la durata della loro scomunica, salvo "sconti di pena" per la preghiera di un'anima in grazia di Dio.
Dante, pur accettando la validità anche nell'aldilà della scomunica impartita dalle autorità ecclesiastiche, contesta come sempre la commistione di interessi temporali con le attività e le prerogative spirituali della Chiesa, e infatti porta l'esempio del re Manfredi (figlio naturale di Federico II):
E un di loro incominciò: "Chiunque
tu se', così andando, volgi 'l viso:
pon mente se di là mi vedesti unque".
Io mi volsi ver' lui e guardail fiso:
biondo era e bello e di gentile aspetto,
ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.
Quand'io mi fui umilmente disdetto
d'averlo visto mai, el disse: "Or vedi";
e mostrommi una piaga a sommo 'l petto.
Poi sorridendo disse: "Io son Manfredi,
nepote di Costanza imperadrice;
ond'io ti priego che, quando tu riedi,
vadi a mia bella figlia, genitrice
de l'onor di Cicilia e d'Aragona,
e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice.
(Purg. III, 103-117)
verso il quale l'atteggiamento della Chiesa assunse i tratti di una persecuzione feroce, dato che dopo la battaglia di Benevento (1266, che pose fine al predominio svevo e imperiale nel Mezzogiorno e diede inizio a quello angioino, oltre ad abbattere la gran parte delle fazioni ghibelline d'Italia), il suo corpo fu dissotterrato e gettato nel fiume Garigliano (o Verde), dopo esservi stato trasportato di notte, a lume spento come d'uso per i suicidi e gli scomunicati:
Poscia ch'io ebbi rotta la persona
di due punte mortali, io mi rendei,
piangendo, a quei che volontier perdona.
Orribil furon li peccati miei;
ma la bontà infinita ha sì gran braccia,
che prende ciò che si rivolge a lei.
Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia
di me fu messo per Clemente allora,
avesse in Dio ben letta questa faccia,
l'ossa del corpo mio sarieno ancora
in co del ponte presso a Benevento,
sotto la guardia de la grave mora.
Or le bagna la pioggia e move il vento
di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde,
dov'e' le trasmutò a lume spento.
Per lor maladizion sì non si perde,
che non possa tornar, l'etterno amore,
mentre che la speranza ha fior del verde.
(Purg. III, 118-135)
In casi come questo, la misericordia di Dio, che legge nel fondo del cuore di ogni uomo, supera la (presunta) giustizia degli uomini.
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05-10-2010, 19:23
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#108
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Palermo
Messaggi: 541
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Forse è anche il mio libro preferito, perchè il suo valore intriseco è straordinario: immagini, poesia, trama, messaggi morali, è tutto di livello assoluto. Ma, bisogna pur dire che molte delle frasi più belle, molte delle vicende più celebri, sono richiami, variazioni sul tema, talvolta semplici trascrizioni presenti in altri testi di poeti latini e nella Bibbia.
Se il valore di un libro si misura anche per la creatività e l'originalità del suo autore, da questo punto di vista la Divina Commedia è un po' più terrena.
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22-11-2010, 22:00
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#109
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Avanzato
Qui dal: May 2010
Messaggi: 323
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visto che Dante prende spunto dalle lettere di San Paolo e dall'Apocalisse di San Giovanni, vorrei tanto capire quanto di reale c'è in questo libro.
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22-11-2010, 23:23
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#110
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,492
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Quote:
Originariamente inviata da Solitudine
visto che Dante prende spunto dalle lettere di San Paolo e dall'Apocalisse di San Giovanni, vorrei tanto capire quanto di reale c'è in questo libro.
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In che senso?
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23-11-2010, 00:51
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#111
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Messaggi: 63,742
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Quote:
Originariamente inviata da Solitudine
visto che Dante prende spunto dalle lettere di San Paolo e dall'Apocalisse di San Giovanni, vorrei tanto capire quanto di reale c'è in questo libro.
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Per un credente, è tutto vero, banalmente.
E' stato oggetto di discussione, ma sembra che Dante credesse sul serio alla verità della sua visione. E' senz'altro vero che considerava la sua opera un poema, ma, almeno per quel che riguardava la sua missione morale, non aveva dubbi:
indi rispuose: «Coscïenza fusca
o de la propria o de l’altrui vergogna
pur sentirà la tua parola brusca.
Ma nondimen, rimossa ogne menzogna,
tutta tua visïon fa manifesta;
e lascia pur grattar dov’ è la rogna».
(Par. XVII, 124-129)
Queste sono le parole che si fa dire dall'avo Cacciaguida, in uno dei canti centrali del Paradiso e dell'intera opera.
Se mai continga che ’l poema sacro
al quale ha posto mano e cielo e terra,
sì che m’ha fatto per molti anni macro,
vinca la crudeltà che fuor mi serra
del bello ovile ov’ io dormi’ agnello,
nimico ai lupi che li danno guerra;
con altra voce omai, con altro vello
ritornerò poeta, e in sul fonte
del mio battesmo prenderò ’l cappello.
(Par. XXV, 1-9)
E questo è ciò che dice lui stesso, unendo insieme il ruolo di poeta e di profeta (il cappello è l'alloro poetico).
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23-11-2010, 00:56
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#112
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Messaggi: 63,742
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Quote:
Originariamente inviata da ramo
Forse è anche il mio libro preferito, perchè il suo valore intriseco è straordinario: immagini, poesia, trama, messaggi morali, è tutto di livello assoluto. Ma, bisogna pur dire che molte delle frasi più belle, molte delle vicende più celebri, sono richiami, variazioni sul tema, talvolta semplici trascrizioni presenti in altri testi di poeti latini e nella Bibbia.
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Ma rese con tutt'altra efficacia e in tutt'altro contesto: specie per le immagini e le vicende dei poeti latini, si può parlare in certi casi addirittura di trasfigurazione: il Caronte di Virgilio e quello di Dante, per esempio, non sono affatto la stessa cosa (non fosse altro che per la potenza espressiva di Dante), pur presentando il secondo evidenti influssi dell'ispirazione del primo.
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03-12-2010, 00:31
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#113
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Esperto
Qui dal: Apr 2010
Messaggi: 651
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Winston perché non ci parli, quando hai tempo, del canto XXX del Purgatorio?
Quando Virgilio sparisce e Dante viene accolto da quella odiosa di Beatrice.
Noi ti ascolteremo incantati come i bambini ascoltano i racconti dei nonni attorno al caminetto.
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07-12-2010, 19:25
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#114
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
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Quote:
Originariamente inviata da LordJim
Winston perché non ci parli, quando hai tempo, del canto XXX del Purgatorio?
Quando Virgilio sparisce e Dante viene accolto da quella odiosa di Beatrice.
Noi ti ascolteremo incantati come i bambini ascoltano i racconti dei nonni attorno al caminetto.
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Leggo solo ora e ringrazio per l'affettuosa richiesta
Veramente avevo in mente di procedere con ordine, anche perché ultimamente stavo rileggendo da capo l'intero Purgatorio, quindi se non ti/vi dispiace cercherò di essere più dettagliato quando arriverò al canto in questione.
E' comunque un canto che ha sempre attratto anche me, fin da quando conoscevo poco del Purgatorio, sia per il motivo dell'addio a Virgilio (che è un po' come un addio a un padre, e sottolinea la malinconia dell'impossibilità per la sola ragione umana di arrivare alla salvezza), sia per quello dell'incontro con Beatrice: a questo proposito, vorrei solo dire che certo può sembrare strana l'accoglienza riservata a Dante, incontrato dopo tanto tempo, ma non bisogna dimenticare che:
Alto fato di Dio sarebbe rotto,
se Letè si passasse e tal vivanda
fosse gustata sanza alcuno scotto
di pentimento che lagrime spanda.
(Purg. XXX, 142-145)
ed è necessario che Dante completi il proprio percorso di espiazione, al termine del Purgatorio. Inoltre Beatrice ha ben da sentirsi risentita (e come donna terrena e soprattutto come simbolo della Grazia) dalla preferenza accordata da Dante ai sentimenti e agli interessi mondani, dopo che la morte di lei aveva interrotto il tramite che lei costituiva tra lui e il cielo (secondo la concezione stilnovistica):
Alcun tempo il sostenni col mio volto:
mostrando li occhi giovanetti a lui,
meco il menava in dritta parte vòlto.
Sì tosto come in su la soglia fui
di mia seconda etade e mutai vita,
questi si tolse a me, e diessi altrui.
Quando di carne a spirto era salita,
e bellezza e virtù cresciuta m’era,
fu’ io a lui men cara e men gradita;
e volse i passi suoi per via non vera,
imagini di ben seguendo false,
che nulla promession rendono intera.
(Purg. XXX, 121-132)
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07-12-2010, 19:45
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#115
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Tornando al canto IV, si incontrano i negligenti "puri", cioè quelli che tardarono a pentirsi dei propri peccati o che la morte colse poco dopo il loro pentimento (che è lo stesso ) non per un motivo particolare come una scomunica o una morte violenta (altre categorie di anime dell'Antipurgatorio), ma per pigrizia pura e semplice (io mi ci ritrovo un po' ).
Non è un caso, credo, che in questo canto Dante faccia precedere la presentazione del gruppo di negligenti dalla descrizione della prima scalata che lui e Virgilio compiono della montagna (agevolata un minimo dall'indicazione del gruppo degli scomunicati riguardante un passaggio meno ripido, praticabile anche da un vivo).
Come verrà spiegato da Virgilio, la salita diventerà più agevole man mano che si andrà avanti (allegoricamente, il cammino verso la purificazione diventa meno pesante man mano che si introietta il nuovo stile di vita e il peso delle colpe precedenti viene alleggerito), ma intanto è durissima. E' il primo momento, il più difficile, in cui ci si mette seriamente al lavoro per cercare di annullare gli effetti negativi del peccato, e non credo sia un caso se questo momento viene descritto come una salita con pochissimi appigli e una pendenza ripidissima, così come lo era stata nel canto XXV dell'Inferno, quando i due poeti si sono allontanati dalla bolgia degli ipocriti (uno dei punti focali del Male universale) senza poter usufruire, come altrove dei "ponticelli". E infatti in quel canto si fa riferimento a una "più lunga scala" che bisognerà salire in seguito.
Maggiore aperta molte volte impruna
con una forcatella di sue spine
l’uom de la villa quando l’uva imbruna,
che non era la calla onde salìne
lo duca mio, e io appresso, soli,
come da noi la schiera si partìne.
Vassi in Sanleo e discendesi in Noli,
montasi su in Bismantova e ’n Cacume
con esso i piè; ma qui convien ch’om voli;
dico con l’ale snelle e con le piume
del gran disio, di retro a quel condotto
che speranza mi dava e facea lume.
Noi salavam per entro ’l sasso rotto,
e d’ogne lato ne stringea lo stremo,
e piedi e man volea il suol di sotto.
Poi che noi fummo in su l’orlo suppremo
de l’alta ripa, a la scoperta piaggia,
"Maestro mio", diss’io, "che via faremo?".
Ed elli a me: "Nessun tuo passo caggia;
pur su al monte dietro a me acquista,
fin che n’appaia alcuna scorta saggia".
Lo sommo er'alto che vincea la vista,
e la costa superba più assai
che da mezzo quadrante a centro lista.
Io era lasso, quando cominciai:
"O dolce padre, volgiti, e rimira
com’io rimango sol, se non restai".
"Figliuol mio", disse, "infin quivi ti tira",
additandomi un balzo poco in sùe
che da quel lato il poggio tutto gira.
Sì mi spronaron le parole sue,
ch’i’ mi sforzai carpando appresso lui,
tanto che ’l cinghio sotto i piè mi fue.
(Purgatorio IV, 19-51)
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Ultima modifica di Winston_Smith; 07-12-2010 a 19:48.
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07-12-2010, 20:27
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#116
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Banned
Qui dal: Jan 2009
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Ma l'Inferno me lo sono perso?
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07-12-2010, 20:46
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#117
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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E' nelle pagine precedenti
Comunque, a grande richiesta, ecco alcune illustrazioni dell'Inferno che ho pescato in rete solo di recente:
Dante e Virgilio tra i sodomiti, manoscritto del 1345.
Dante e Virgilio sulla barca di Flegias nel V cerchio, di Giovanni Stradano (1587).
Paolo e Francesca, di Anselm Feuerbach, 1864.
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07-12-2010, 20:48
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#118
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Ma, come (quasi) sempre, la più bella è la sua:
Dante e Virgilio nel nono cerchio dell'Inferno, di Gustave Doré.
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09-12-2010, 13:57
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#119
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Riprendendo a parlare dei IV canto, c'è da dire che il contrappunto alla fatica e all'impegno della salita viene dal personaggio di Belacqua, il liutaio fiorentino amico di Dante del quale si diceva che passasse quasi tutta la giornata in bottega a ronfare (beato lui ), e che il poeta immagina convertito in extremis. Contrappunto perché, certo nei limiti della serietà dello sforzo fisico e morale che Dante s'impone, una vena di ironia (e dunque di autoironia dello scrittore) traspare dal velato rimprovero che Belacqua fa a Dante dell'essersi attardato a farsi spiegare da Virgilio un particolare riguardante l'astronomia del Purgatorio (il sole che si trova alla sinistra di chi guarda a Est, cioè a Nord, invece a che a destra come nell'emisfero boreale): "Hai visto bene come il sole fa il suo corso alla tua sinistra?", "Guarda colui che è più negligente che se la pigrizia fosse sua sorella" "Va' su tu, che sei bravo".
Del resto, la condizione di Belacqua (sulla quale Dante sposta subito la conversazione, anche per far notare che l'amico ha pochi titoli per parlare di impegno ) è quella di perpetuare l'attesa che egli ha "praticato" in vita, ma stavolta è un'attesa consapevole e non fine a sé stessa, fiduciosa nell'operato della Grazia divina.
E com’elli ebbe sua parola detta,
una voce di presso sonò: "Forse
che di sedere in pria avrai distretta!".
Al suon di lei ciascun di noi si torse,
e vedemmo a mancina un gran petrone,
del qual né io né ei prima s’accorse.
Là ci traemmo; e ivi eran persone
che si stavano a l’ombra dietro al sasso
come l’uom per negghienza a star si pone.
E un di lor, che mi sembiava lasso,
sedeva e abbracciava le ginocchia,
tenendo ’l viso giù tra esse basso.
"O dolce segnor mio", diss’io, "adocchia
colui che mostra sé più negligente
che se pigrizia fosse sua serocchia".
Allor si volse a noi e puose mente,
movendo ’l viso pur su per la coscia,
e disse: "Or va tu sù, che se’ valente!".
Conobbi allor chi era, e quella angoscia
che m’avacciava un poco ancor la lena,
non m’impedì l’andare a lui; e poscia
ch’a lui fu’ giunto, alzò la testa a pena,
dicendo: "Hai ben veduto come ’l sole
da l’omero sinistro il carro mena?".
(Purgatorio IV, 97-120)
Notare la prontezza dei movimenti
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13-12-2010, 12:03
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#120
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Ho ripescato altre immagini relative al canto XII dell'Inferno (primo girone del VII cerchio, violenti contro il prossimo).
L'incontro con il Minotauro, miniatura della seconda metà del '300.
I centauri, anonimo del '500.
Il Flegetonte, anonimo fiorentino (1390-1400).
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