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25-09-2013, 19:37
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#11941
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Banned
Qui dal: May 2013
Messaggi: 7,386
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Quote:
Originariamente inviata da Autopsia
Mi spiace per la tua situazione, presumo sia brutta o senza lavoro. Di mio che ti posso dire, beh, l'anno scorso lasciai sul tavolo del direttore le dimissioni senza avere altro lavoro che mi aspettasse, per fortuna non me le accettò e cambiò qualcosina dal quel giorno al lavoro ... ma oggi mi accorgo che così non è, quindi sarebbe forse meglio cambiare.
Ora non posso, magari un giorno di questi scrivo nella sezione "storie personali" la motivazione che mi spinse e mi spinge tuttora a cambiare posto di lavoro. Ciao e mille grazie per la risposta.
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anche se ce l'avessi il lavoro ti direi lo stesso
ciao a te
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25-09-2013, 19:44
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#11942
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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A volte certi thread fanno male quanto un calcio nelle palle
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25-09-2013, 22:31
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#11943
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Banned
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: campania
Messaggi: 3,636
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l'amore e l'affetto ti fanno sentire vivo
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26-09-2013, 00:00
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#11944
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Messaggi: 385
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Che cosa succederebbe se il volto umano esprimesse fedelmente tutta la sofferenza di dentro, se l'espressione traducesse tutto il tormento interiore? Riusciremmo ancora a conversare? Non dovremmo parlare nascondendoci il volto con le mani?
La vita diventerebbe decisamente impossibile se i nostri tratti palesassero l'intensità dei nostri sentimenti.
Nessuno avrebbe più il coraggio di guardarsi allo specchio, perché un'immagine insieme grottesca e tragica mescolerebbe ai contorni della fisionomia macchie di sangue, piaghe sempre aperte e rivoli di lacrime irrefrenabili.
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26-09-2013, 00:09
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#11945
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Nervenleben.
Messaggi: 2,958
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Cioran si sbaglia, dato che questa trasparenza è proprio quel che io soffro nella timidezza: nel mio corpo, nel mio esistere, c'è qualcosa di più che non riesco a controllare e che mi tradisce.
Non si tratta assolutamente di sentimento: è un pensiero che passa squisitamente inavvertito.
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26-09-2013, 00:48
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#11946
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Messaggi: 385
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E' una posizione interessante, come anche il tuo sottolineare giustamente la differenza tra sentimenti e pensieri. Potrebbe anche essere più pertinente. Ma tuttavia mi è difficile da comprendere (forse ho una visione assai più limitata ed acerba della questione rispetto alla tua).
In effetti, per Cioran la timidezza è sì incontrollabile disertore della proiezione di se stessi di fronte ad occhi estranei indagatori, ma anche la più preziosa delle doti se considerata esclusivamente nella sfera della propria individualità. Come se fosse incontrollabile a priori e non si potesse raggiungere un terzo esito diverso dai suddetti, meno estremo. Una conclusione vagamente simile l'ho tratta dalle tue parole.
Trattandosi, dunque, di un pensiero, mi chiedo, credi sia davvero possibile che risulti completamente avulso dal proprio controllo?
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26-09-2013, 01:00
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#11947
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Nervenleben.
Messaggi: 2,958
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Diciamo che confusionaria è già la stessa distinzione tra sentimento e pensiero: si è in essi in uno.
La svalutazione del sentimento occorre però per liberarsi dalla sua dimensione primordiale, alla quale poi il pensiero (la “ragione”) si aggiungerebbe come un che di sovrastrutturale, e quindi alla fin fine di sacrificabile.
Cioran tira fessi coi suoi sofismi, nei quali prima ti fa immaginare qualcosa, e poi ti dice che la stai provando. In ciò credo si possano individuare quelli che qui vengono chiamati “pensieri disfunzionali”.
In situazioni del genere si pensa senza sapere di pensare.
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26-09-2013, 01:33
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#11948
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Messaggi: 385
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Non è fondamentalmente la dimensione primordiale che ci risulta impossibile controllare? Presumibilmente, dopo la "sublimazione" operata dalla ragione, anche il sentimento diventa in una certa misura assoggettabile al nostro controllo. Da qui, ci si collega a quanto dicevi prima: un pensiero tanto incontrollabile e traditore, quanto paradossalmente inosservato. Da questo punto di vista, la trasparenza che grava sul proprio essere risulta meno inesorabile.
Per lo stesso motivo, i meccanismi delle capziosità che sono alla base dei pensieri disfunzionali non potrebbero, invece, essere adoperati (con fondamenta più chiare e meno fallaci) per condurre ad un effetto antitetico?
Mi rendo conto, comunque, del fatto che le mie repliche siano fondamentalmente semplicistiche e infondate, e poggiano su basi ancor più fittizie.
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26-09-2013, 01:56
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#11949
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Esperto
Qui dal: May 2010
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Messaggi: 2,958
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Quote:
Originariamente inviata da Nitrogen
Non è fondamentalmente la dimensione primordiale che ci risulta impossibile controllare?
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In una scena di Luci della città Chaplin ingoia un fischietto, e ad ogni singhiozzo il fischietto suona mettendolo in imbarazzo, nel tentativo per noi comico di nascondere quei suoni.
Non è questa la vergogna?
L'accorgersi che il proprio corpo è proprio ciò che eccede ogni tentativo di controllo quanto più provo a tenerlo a bada.
In ciò, non c'è niente di primordiale, di “più vero”. Io come corpo sono già in eccesso verso me stesso, esposto, cioè nudo di parti di me che si fanno incontro al mondo.
Il mio pensiero non si fa solo in quel che io decido che deve passare, ma anche (e soprattutto) in ciò che passa senza che io lo voglia.
Nella timidezza io tento di contenere la mia esposizione provando a coincidere con me stesso.
Se, come nell'aforisma di Cioran, io mostrassi tormenti e sofferenze interiori, non avrei più quei tormenti e quelle sofferenze, ma al limite il solo dolore, poiché non avvertirei più l'angoscia che possano significare altro da ciò che io credo che significhino.
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26-09-2013, 02:24
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#11950
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Esperto
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 670
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Iiiiiiiiiiiiiiiiiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaauuuuuuuuuuuu uu!
Let's rock!
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26-09-2013, 09:00
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#11951
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Banned
Qui dal: Jan 2010
Messaggi: 2,056
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provo
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26-09-2013, 10:55
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#11952
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Messaggi: 385
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Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
In una scena di Luci della città Chaplin ingoia un fischietto, e ad ogni singhiozzo il fischietto suona mettendolo in imbarazzo, nel tentativo per noi comico di nascondere quei suoni.
Non è questa la vergogna?
L'accorgersi che il proprio corpo è proprio ciò che eccede ogni tentativo di controllo quanto più provo a tenerlo a bada.
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Credi che il tentativo di controllarsi risulti tanto evidente all'esterno quanto quello di Chaplin? Insomma, che le battaglie introspettive che si combattono siano così facilmente ravvisabili dagli altri? Sotto quest'ottica (per come l'ho interpretata) posso comprendere perché parlavi della trasparenza come un fardello tanto ingombrante. Mi mancava il nesso.
Quote:
In ciò, non c'è niente di primordiale, di “più vero”. Io come corpo sono già in eccesso verso me stesso, esposto, cioè nudo di parti di me che si fanno incontro al mondo.
Il mio pensiero non si fa solo in quel che io decido che deve passare, ma anche (e soprattutto) in ciò che passa senza che io lo voglia.
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Però, per quanto vero, bisogna presupporre che tutti traspongano pedissequamente (o quasi) l'io interiore all'esterno. Si può, invece, sviluppare la capacità di offuscare quell'immagine tanto limpida che fornisce il corpo. In questo caso, pur continuando a trasparire cose che non si vorrebbe lasciar passare, ne appaiono una gran varietà di esposte con l'intenzione.
Non penso bisogni neanche essere particolarmente abili, non sono tante le persone che si soffermano ad indagare e far luce sulla coltre fosca che si è creata.
Quote:
Nella timidezza io tento di contenere la mia esposizione provando a coincidere con me stesso.
Se, come nell'aforisma di Cioran, io mostrassi tormenti e sofferenze interiori, non avrei più quei tormenti e quelle sofferenze, ma al limite il solo dolore, poiché non avvertirei più l'angoscia che possano significare altro da ciò che io credo che significhino.
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Perché la loro proiezione sul corpo dovrebbe garantire l'univocità dell'interpretazione? Penso ci sarebbe sempre una componente dipendente dalla propria volontà che, in quanto tale, ne altererebbe inevitabilmente la purezza.
Inoltre, come nella citazione, i rapporti con gli altri, di conseguenza meno mediati e più autentici, non risulterebbero davvero ancora più ardui (seppur nettamente migliori)? Sarebbe una continua prova della vulnerabilità che deriva da questo incondizionato esporsi. Certo, tutto ciò considerando solo l'aspetto più ostile della situazione.
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26-09-2013, 11:21
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#11953
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Messaggi: 485
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Ho paura
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26-09-2013, 11:26
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#11954
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Nervenleben.
Messaggi: 2,958
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Il punto, come ho scritto prima, è che non c'è separazione tra “mente” e “corpo”, con l'altro che rende impuro tutto ciò che l'una vuole mantenere puro.
La mente, se vuoi, è una parte del corpo che io tratto come invisibile agli altri, e che perciò si presta a venir impiegata come rifugio. (Come quando chiudi gli occhi per concentrare di più l'attenzione).
Ma prima della mente da una parte e del corpo dall'altro, c'è il contatto, l'esposizione. Ovvero io do a vedere di me cose di cui io non mi rendo conto. Questo, lo ripeto, prima di esporre alcunché con intenzione.
L'autenticità è proprio questa vulnerabilità, cioè il fatto che non siamo gabbie che contengono un animale rabbioso o impaurito, qualcosa che “dentro” è chiaro e appena tenta di uscire “fuori” vien pervertito.
Cioran appunto non sopporta questo uscire fuori che non esce del tutto e dice: “ah se uscisse fuori completamente”. Non vuole rendersi conto che siamo già nudi ed esposti. L'anima come invenzione, come placebo psicologico, infatti, non è altro che una nudità che io posso decidere di mostrare.
L'io interiore è l'ombra in cui poi mi raccolgo per darmi dei contorni. Qualcosa di secondo, che tradisce che la mia vita si svolge nel mondo, non in me stesso. L'individuo compare quando ci si astrae dal mondo.
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26-09-2013, 12:08
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#11955
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Messaggi: 385
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Quote:
L'io interiore è l'ombra in cui poi mi raccolgo per darmi dei contorni. Qualcosa di secondo, che tradisce che la mia vita si svolge nel mondo, non in me stesso. L'individuo compare quando ci si astrae dal mondo.
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Il passaggio a questa sorta di autocoscienza credi sia del tutto consapevole?
Ammettere che la vita si svolga nel mondo significa ammettere rapporti necessariamente autentici con esso e con gli altri, rapporti senz'altro più astrusi di quello con se stessi (anche se relativamente meno conflittuali). L'equilibrio che regola (o dovrebbe) questi rapporti, così imprescindibile e rigoroso, è spesso difficile da trovare, ma anche da accettare. Penso che, in realtà, si continui a cercare il proprio spazio nella dimensione individuale, a considerare l'io interiore come realtà, non come ombra.
Quanto dici è probabilmente ciò a cui molti tendono per tutta la vita senza riuscire a coglierlo, confinandosi nell'esiguità delle proprie convinzioni isolate.
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26-09-2013, 12:18
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#11956
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Esperto
Qui dal: May 2010
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Quote:
Originariamente inviata da Nitrogen
Il passaggio a questa sorta di autocoscienza credi sia del tutto consapevole?
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Non del tutto, e questo è bene.
Perché non si tratta di trovare un equilibrio tra l'interiore e l'esteriore (questo equilibrio è quello del sasso, che riposa con la massima placidità nel corso mondano), ma di insegnarsi ed insegnare nello stupore, nella ripresa, nella non-esauribilità, nella negazione di ogni vuoto, nella mistica del mondo, nell'opera, nel pensiero, cioè in ciò che va oltre l'obbligo di sé.
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26-09-2013, 12:30
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#11957
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Nervenleben.
Messaggi: 2,958
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Quote:
Originariamente inviata da Nitrogen
Penso che, in realtà, si continui a cercare il proprio spazio nella dimensione individuale, a considerare l'io interiore come realtà, non come ombra.
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Vedilo come ciò che punta a trovare una verità contro l'empiria. Il laboratorio di una salute possibile. Come il vero e proprio spazio utopico.
Ciò che vuole ritornare nel mondo senza sentirsi più spaesato in esso.
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26-09-2013, 12:41
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#11958
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Messaggi: 385
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Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
Non del tutto, e questo è bene.
Perché non si tratta di trovare un equilibrio tra l'interiore e l'esteriore (questo equilibrio è quello del sasso, che riposa con la massima placidità nel corso mondano), ma di insegnarsi ed insegnare nello stupore, nella ripresa, nella non-esauribilità, nella negazione di ogni vuoto, nella mistica del mondo, nell'opera, nel pensiero, cioè in ciò che va oltre l'obbligo di sé.
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Sembra sempre tutto semplice e quasi ovvio quando le cose vengono esplicitate.
Praticamente il contrario di quanto viene inculcato e indotto a pensare.
Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
Vedilo come ciò che punta a trovare una verità contro l'empiria. Il laboratorio di una salute possibile. Come il vero e proprio spazio utopico.
Ciò che vuole ritornare nel mondo senza sentirsi più spaesato in esso.
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Anche l'obiettivo è alquanto utopistico, in fondo.
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26-09-2013, 13:51
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#11959
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Esperto
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Provincia di Milano
Messaggi: 4,733
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voglio che le mie fantasie diventino reali. non ne posso piu di stare nel mondo reale, in mezzo a tutti e a tutto questo schifo immondo.
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26-09-2013, 14:36
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#11960
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Banned
Qui dal: Nov 2011
Ubicazione: da qualche parte in mezzo all'oceano Atlantico
Messaggi: 3,331
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Nel leggere i risultati dei sondaggi su questo forum ho notato che le risposte più politically correct sono quelle più cliccate, che strano...
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Ultima modifica di Tribe; 26-09-2013 a 14:43.
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