chrissolo

son 10 anni che ormai non faccio più niente e mi perdo cose che (forse, in teoria, in realtà poi non so se ancora mi piacerebbe) vorrei vedere (mostre soprattutto) .. per non andarci da solo

nel mio caso non per vergogna d'esser da solo, è che sto male in mezzo agli altri, per tante ragioni.. mi fa pesare la solitudine ancor di più fino a scatenarmi crisi di ansia e panico (quando non peggio)..

Andar a vedere Joker è stata l'unica eccezione negli ultimi anni.. per il resto ormai mi costa immensa fatica e stress emotivo e psicologico pure solo uscire per pagare le bollette o andare al supermercato..

Mi dispiace, in effetti aver qualcuno per .. un minimo aiuterebbe .

Hazel Grace

secondo me non bisogna perdersi niente solo perché si è da soli o in quel momento non si può andare con nessuno, è un peccato

HelterSkelter

Mi spiace molto.
Capisco quando ti poni il dubbio "non so se ancora mi piacerebbe", anche per me è così. Non so perché ogni tanto riaffiora la voglia di far qualcosa ma poi questo desiderio si scontra con la dura realtà che sono sempre sola e forse nemmeno riesco a farmi piacere qualcosa.
Poi mi vergogno, non tanto della solitudine, ma proprio di me. Sono troppo strana e diversa in modo negativo.

chrissolo

Sì, hai espresso perfettamente pure quel che provo io e ciò che, alla fine, mi blocca dal fare qualsiasi cosa.

Proprio come hai detto tu: che ti pesa a tal punto la solitudine che non riesci nemmeno ad avere la certezza che fare quella cosa che (forse, un tempo, chissà) potrebbe "piacerti" poi alla fine in realtà se la facessi ti piacerebbe per davvero.

Non ti conosco e non posso capire esattamente cosa intendi, ma se ti riferisci a cosa è giudicato "positivo" dalla società e dal mondo contemporaneo.. non c'è motivo per vergognarsi dal sentirsi avulsi da tutto ciò.. molto meglio strani e diversi (anche se, lo so in prima persona, c'è poco da rallegrarsene pure, perché ne paghi pesantemente lo scotto con l'isolamento e l'emarginazione, poi )

chrissolo

E' giusto in teoria quel che scrivi.. concordo..

Il problema è che quando sei da solo in eterno a fare le cose (intendo tutta una vita, non per scelta), che non hai mai nessuno con cui poter fare niente o condividere qualcosa, mai, intendo, non singole situazioni o eventi... poi ad un certo punto .. diventa più motivo di sofferenza che di gratificazione (anche fare qualcosa che ti "piace" o "interessa".).

Saturnino

Sono dell'idea che sia buona cosa capire quando le situazioni negative sono dovute a limiti o colpe altrui...oppure a limiti nostri su cui possiamo e dobbiamo lavorarci sopra.

Voglio dire che, se non dovessimo piacere alle altre persone....allora possiamo fare poco e ce ne dobbiamo fare una ragione.
Nel caso invece che, rinunciassimo noi a fare qualcosa che ci piace...per il fatto di non avere nessuno con cui farle...il discorso è diverso: ci dobbiamo assumere le nostre responsabilità e riconoscere che, dobbiamo darci da fare se volessimo raggiungere il nostro obiettivo...e lamentarsi non serve a nulla anzi è solo controproducente. In questo caso siamo noi stessi che ci limitiamo...non ci sono altri a rifiutarci...è buona cosa esserne consapevoli..come punto di partenza per fare qualcosa di pratico per superare le nostre difficoltà.


Mah, non sono d'accordo. Quando un'attività ti piace davvero...non vedi l'ora di poterti dedicare ad essa.....sia che tu lo faccia con altri..sia che tu sia da solo. E' più probabile che succeda quella che hai scritto...quando il tuo vero obiettivo non è fare quell'attività stessa....ma quando quell'attività diventa un modo per stare con altra gente.

chrissolo

Siamo tutti diversi, anche solo nelle situazioni personali (c'è gente che ha "tutto", da relazioni ad amicizie, e parla comunque di totale solitudine.. per cui è oggettivamente difficile capirsi anche solamente per l'ambiguità del contesto)

Però, almeno per quanto mi riguarda (ma ho riconosciuto la stessa "sensazione" leggendo il post di HelterSkelter) è proprio quel "piace" il problema.

Cioè, è come se il riuscire a provare "piacere" (o quantomeno gratificazione) da qualcosa fosse (almeno a leggere il tuo ed altri interventi) del tutto slegato al resto.. cioè come uno si sente.. e anche il bisogno poi di condivisione che si ha ... non è che il piacere (o meno) che si può provare facendo qualcosa è slegato da tutto questo.. anzi, direi che ne dipende proprio (entro certi limiti e blablabla.. ma sto male e non riesco manco a scrivere - è per semplificare - semplificazione brutale ed estrema, la mia, per carità, spero qualcuno ne intuisca il senso)

bukowskiii

Quel che non ti uccide ti rende più strano cit.

Daytona

Ma voi 40-50enni,non vi vergognate come dei cani quando emerge che andavate a ballare con sotto molella et company? :3

Peste Nera

Serata noiosa come sempre.

incompresa88

Sì, ma come fai a vivere senza lavorare? Chi ti mantiene? A me piace essere indipendente e non trovo giusto farmi mantenere dai miei genitori. Ovvio che il lavoro non fa stare bene, nessuno vorrebbe lavorare, ma bisogna farlo.
Anche se hai un hobby ci vogliono i soldi, per uscire pure, a meno che non si esca per una semplice passeggiata. Io non mi sentirei realizzata senza il lavoro.

Nightlights

Ma io adesso non lavoro mica è per sempre , sono in pausa dopo molti anni di fila, nessuno mi mantiene

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CamillePreakers

Citazione mitica...ari grazie a tutti quelli che sono stati in qualche modo solidali.

incompresa88

Beh se è una cosa temporanea ci sta

CamillePreakers

È una serata stupenda per fare schifo.

Masterplan92

Il lavoro smobilita L uomo

Nightlights

Ma vedi che appena uno non lavora c'ha qualcosa che non va? C.v.d.

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HelterSkelter

Mi sono vestita e truccata.
Provo ad andare.
Se la fobia mi impedisce di entrare mi faccio un giro in città, magari vado nella libreria aperta fino a tardi.

CamillePreakers

Brava, fatti forza.

Masterplan92

Sto piangendo..voglio crepare perché nessuno mi capisce..MAI