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Originariamente inviata da Antares93
A mio avviso lo si può considerare errore solo se lo si guarda da un unico punto di vista.
È chiaro però che l'affermazione vada contestualizzata. Capisco che avrebbe potuto essere più chiaro e specificare per bene il concetto, ma io la contraddizione non ce la vedo.
Tu parli di Tempo considerandolo un ente, qualcosa che permane, però il Tempo non viene considerato tale nella Teoria della gravità quantistica a loop di cui lui è uno dei principali teorici. Il principio fondamentale dell'Universo smette di essere permanenza e diventa cambiamento. L'Universo non viene più visto come costituito da cose, viene visto come costituito da eventi. E dal momento che è costituito da eventi e non da cose, della variabile Tempo t possiamo farne certamente a meno. Il cambiamento possiamo "misurarlo" come cambiamento di una variabile rispetto ad un'altra senza dover per forza includere la variabile t.
Mostra quell'equazione per evidenziare che non si ha più bisogno della variabile t per descrivere la realtà, a grandezze nell'ordine della scala di Planck.
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No Antares93, il punto verso il quale verte il mio ragionamento è sulla concezione immanente di esistenza di un qualcosa che è indeterminabile nella GQL non che essenzialmente "non c'è" : asserire che, in scala infinitesimale, "in tempo non è utile" differisce concettualmente dal dire "il tempo non esiste", tranne (lo scrivo esplicitamente, per (ri)evidenziarlo) nel caso in cui Rovelli volesse intendere che a "non esistere" è la concezione elementare che si ha quando si pensa al tempo, quindi paragonandolo geometricamente ad un vettore con modulo, direzione e verso, con le prime due variabili e l'ultima invariabile (per direzionalità del tempo facevo riferimento al verso di un vettore, chiedo venia).
A maggior ragione che il costrutto della GQL indicizza il ragionamento sugli eventi anziché sulle cose, gli eventi presuppongono degli elementi che li costituiscono, e tali elementi sono le dimensioni stesse, neanche le particelle.
A tali scale, quindi, il tempo equivarrebbe ad un punto geometrico, non a un vettore; punto che, paradossalmente, non è osservabile e che, in quanto tale, è in convergenza adimensionale con tutte le sue forme e viene definito solo in seguito come prodotto concatenato di eventi relativi alla misurazione nel mondo percettibile.
Quindi possiamo equipararlo, senza nessun errore nell'esclamarlo, al numero 0 (il punto, nel piano geometrico): un numero né primo né composto, né positivo né negativo ma, tuttavia, un numero.
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Originariamente inviata da Antares93
Non c'entra neanche il fatto della direzionalità del Tempo.
La direzionalità del Tempo a ben guardare non è presente in nessuna delle equazioni fondamentali della Fisica, neanche a scale più grandi. Infatti la Fisica non esclude neanche i viaggi nel tempo. L'unica eccezione che ci fa intuire la direzionalità del Tempo è la seconda legge della termodinamica e qui ci sarebbe da aprire un capitolo a parte.
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Che io ricordi, la direzionalità (verso, n.d.r.) del Tempo viene riportata, oltre che nella Termodinamica, anche nelle branche della Meccanica Classica e nella Relatività. Non ho mai visto, in tali settori, delle variabili di t con valori negativi in riferimento ad un comportamento inverso, al massimo nullo (come teorizzato in circostanze da 0°K).
Cosa mi sfugge?
Su scale macroscopiche è stato calcolato il "comportamento" specifico del tempo: questo momento è passato e ad esso ne seguirà un altro, il contrario non è possibile da un punto di vista pratico, che trova concilio con la nostra percezione del suo scorrimento.
Sulla Fisica che non esclude i viaggi nel tempo sono perfettamente d'accordo, e questo ci rimanda, e non solo, alla relatività generale: non esiste, nell'Universo, un singolo orologico che scorra esattamente come un altro, poiché vi è una co-dipendenza nella percezione tra chi viaggia e chi osserva: il rinomato "Paradosso dei gemelli" ove, in base da quale punto analizziamo la vicenda, il Tempo vien accelerato o decelerato; certamente non vi è un inversione dello stesso.
Nel mondo subparticellare non ha senso, poiché in quanto punto tutti i "versi" convergono lì con gli eventi stessi che, temporalmente, non possederebbero alcuna risultate.
E proprio per questa "natura" che non si potrebbero escludere nemmeno i viaggi a ritroso nel tempo, certo, sotto specifiche condizioni controintuitive (quindi concettualmente impercorribili) o, più plausibilmente, nuovi "mezzi".
Poi se dovessimo analizzare epistemologicamente, per quelli che sono i mezzi e le articolazioni attuali, la GQL, ricaveremmo che è ancora un
work in progress agli albori, nonostante l'innegabilità della suo apporto alla QFT che, a mio modesto parere, ha fatto progredire non poco, convogliando a sé direttamente la relatività generale e affrontando i problemi di covarianza generale, apportando, nella struttura dello spaziotempo, i primi legittimi elementi di discretezza, includendo al suo interno altre interazioni fisiche.
La cosa che va però in contrasto con quest'ultimo approccio è che:
• La stessa teoria si è trovata costretta ad adottare la connessione vettoriale Vn (di cui n è un valore indeterminato) invece che di un V, apparentemente, corretto dal punto di vista geometrico dal quale derivano le sue difficoltà nel rendere
più credibile la gravità quantistica.
• Non è stata ancora inclusa, se non in modo ambiguo, l'Hamiltoniana di Einstein nello schema delle variabili di loop. Ambigua, e non sbagliata, poiché tali equazioni di vincoli sono state parzialmente giustificate per mezzo delle reti di spin, se ben ricordo.
• La sua formulazione - sia nelle variabili di Ashtecar che, ovviamente, nelle variabili di loop - è direttamente dipendente dalla forma di 3~spazio, di uno spazio curvo, invece di uno spaziotempo (4~spazio) più globale che, se applicato, non si descrive (solo concettualmente) come concezione d'inserimento di stati che ne complicano inutilmente i processi, ma porta con sé una moltitudine di problemi nelle equazioni che si traducono in un insoddisfacente risultato di verifica delle stesse (ma è un problema condiviso a prescindere dal ramo quantistico di riferimento).
Nella relatività generale non vi è distinguibilità tra "evoluzione temporale" e "cambio di coordinata", e il problema riguarda il come esprimere in modo appropriato l'evoluzione temporale in un formalismo 4~spaziale covariante, e ciò fa riferimento principalmente al problema, per la quantistica, del "tempo congelato". È del tutto improbabile che questo "sassolino" venga risolto senza che sia sufficientemente trattato il problema della riduzione R
* del vettore di stato (qui apro una parentesi in quanto, essendo che sto andando a memoria, a tal proposito potrei ricordar male e fare un po' di confusione), il ché come conseguenza richiederebbe una revisione dei principi generali.
• Anche se gli stati di base delle reti di spin hanno una buona e importantissima descrizione geometrica indipendente dalle coordinate, risulta ancora dubbio come interpretare le sovrapposizioni quantistiche di questi stati di base.
Cioè, a causa della covarianza generale, non vi è concordanza alcuna tra la "collocazione" di una rete di spin e quella di un'altra rete con cui deve essere sovrapposta.
Allontanandosi dalla meccanica quantistica "standard", R
* potrebbe divenire un processo fisico realistico di uno schema gravitazionale, e ci sono discrete possibilità in potenza che ciò possa avvenire per mezzo della GQL, anche per il recente apporto derivante alla teoria delle
schiume di spin.
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Originariamente inviata da Antares93
Secondo la gravità quantistica a loop non è il Tempo che assume un comportamento diverso a livello subparticellare, è proprio il Tempo a non esistere, e sono le interazioni tra le particelle a farlo "emergere" a grandezze su scale più grandi.
D'altronde, le tre equazioni della gravità quantistica a loop che descrivono il campo gravitazionale, la formazione di fotoni, di elettroni e tutto il resto non hanno bisogno di una variabile t. Indipendentemente dalla direzione che si voglia attribuire a tale variabile.
Poi è chiaro che se volessimo inserirci anche la variabile t lo potremmo fare, ma per quale motivo dovremmo? per quale motivo dovremmo complicare le cose quando le cose possono essere spiegate in modo più immediato e semplice?
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E ci siamo, ma non era mia intenzione fare intendere questo..
Come scritto sopra, "subparticellarmente", non sto asserendo che il Tempo adotta un comportamento diverso: sto dicendo che li adotta tutti, ed è il motivo per il quale sostengo il suo valore nullo - quindi superfluo se applicato nell'equazione di Dirac, alle variabili di Ashtekar (punto di partenza della già citata GQL), nella teoria dei twinstor - ma non la sua inesistenza a priori.
Mi fermo qui, onde evitare un eccesso di OT, sovrabbondante anche per un thread generico come questo.
Ti ringrazio molto per il tuo input, certamente mi hai dato uno spunto ulteriore su cui continuare a riflettere.
Auf wiedersehen.