Originariamente inviata da bukowskiii

Davvero? A me quelle volte che capita non vedo l'ora di isolarmi nuovamente.

Originariamente inviata da Hazel Grace

i soliti pensieri catastrofici

Originariamente inviata da navigoavista

.

Originariamente inviata da FolleAnonimo

Forse bisogna solo farlo nel modo giusto per evitare entrambe le situazioni.

Originariamente inviata da Dorian Gray

Purtroppo sì, non riesco più a stare bene da solo. Prima ero come te e forse era meglio.

Originariamente inviata da Dorian Gray

Pensavo ti fosse successo qualcosa di positivo...

Originariamente inviata da FolleAnonimo

Invece magari la conosci però non hai desiderio di percorre la via, perché come fanno le persone a mantenere i rapporti senza cadere nel tedio, il disagio, o il sentirne il bisogno malato; Forse il modo giusto è odiarle ma essere obbligate a frequentarle, come la famiglia con la quale si è quasi sempre in litigio ma la condizione genetica spinge a tenerne conto.

Che poi infondo esistono per questo motivo i gruppi:
Persone che si conoscono da bambini o adolescenti, vicini di casa, obbligati a frequentare le scuole insieme, i gruppi di ritrovo, i passatempi.
In vita adulta come colleghi di lavoro, vicini di letto d'ospedale/ricovero, compagni di cella in prigione.

Tutto il resto non sono amicizie e magari creano proprio questa tua necessità e contrariamente quello che prova anche bukowskii, il desiderio di allontanarsi

Originariamente inviata da bukowskiii

Forse hai trovato compagnia buona, ogni situazione ha pro e contro.
Anche a me piacerebbe trovare qualcuno che mi invogli a uscire ma neanche troppo

Originariamente inviata da FolleAnonimo

Invece magari la conosci però non hai desiderio di percorre la via, perché come fanno le persone a mantenere i rapporti senza cadere nel tedio, il disagio, o il sentirne il bisogno malato; Forse il modo giusto è odiarle ma essere obbligate a frequentarle, come la famiglia con la quale si è quasi sempre in litigio ma la condizione genetica spinge a tenerne conto.

Che poi infondo esistono per questo motivo i gruppi:
Persone che si conoscono da bambini o adolescenti, vicini di casa, obbligati a frequentare le scuole insieme, i gruppi di ritrovo, i passatempi.
In vita adulta come colleghi di lavoro, vicini di letto d'ospedale/ricovero, compagni di cella in prigione.

Tutto il resto non sono amicizie e magari creano proprio questa tua necessità e contrariamente quello che prova anche bukowskii, il desiderio di allontanarsi

Originariamente inviata da navigoavista

.

Originariamente inviata da Dorian Gray

La compagnia è buona, il problema è che quando rimango da solo dopo aver passato serate con loro mi sale la tristezza. E non posso permettermi di vederli e di mantenere questo stile di vita sempre, quindi forse è meglio isolarmi e abituarmi alla solitudine.

Originariamente inviata da FolleAnonimo

Secondo me non si può uscire da zero e sperare di fare amicizia senza uno scenario, una realtà trascinante e sopratutto vissuta ogni giorno, desiderata o indesiderata.
Mentre: incontrarsi a metà strada, basarsi unicamente su fette di momenti estranee alla "routine", come potrebbe mai funzionare?
Non è tanto l'esigenza ma il contesto, e si la tecnologia è solo un altro muro.

Originariamente inviata da bukowskiii

Ti consiglio di continuare finché ne trai giovamento, per l'isolamento c'è sempre tempo.

Originariamente inviata da Dorian Gray

Apprezzo il consiglio, tuttavia sono in procinto di tornare a vivere con mio padre in un'altra città perché faccio una fatica disumana a provvedere a me stesso da solo in questo periodo, anche se dovrò sopportare la convivenza. Sento il bisogno di una pausa.